CRITICHE ALL'APPROCCIO DEL BLOG

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

CRITICHE ALL'APPROCCIO DEL BLOG

Messaggiodi Stefania » 8 giu 2011, 11:58

La nostra amica Ornella mi ha mandato questo articolo, che trovo interessante, e al quale farò un mio commento a breve. INVITO CHIUNQUE ABBIA QUALCOSA DA DIRE AD ESPRIMERSI SUL CONTENUTO DELL'ARTICOLO.

Come non parlare del celibato
di Guido Mocellin | 05 giugno 2011

In una settimana di magra per l'informazione religiosa si è fatto notare un articolo del Secolo XIX sul blog delle «donne che amano i preti»

Tipica settimana di «magra», quella trascorsa dal 28 maggio al 3 giugno scorsi, per le notizie religiose sui quotidiani italiani: solo 105 titoli, media di 20 al giorno (la rassegna stampa CEI, la mia fonte, ha fatto doverosamente festa, il 2 giugno). Dall'inizio dell'anno, erano stati ancora di meno unicamente una volta, a metà marzo.
Come nella settimana precedente, è l'attualità politico-elettorale a reggere il cartellone: nella miriade di notizie e commenti sui risultati del voto a Milano, Napoli e nelle altre amministrazioni locali interessate, c'è spazio anche per 23 articoli che coinvolgono soggetti ecclesiali (vescovi, associazioni, singoli politici di ispirazione cristiana), grazie anche al discorso pronunciato dal segretario della CEI, mons. Crociata, nel corso del convegno del 30 maggio alla Camera dei deputati «Cattolici e cattolici a confronto» (titolo bello e significativo, storpiato da molte fonti nel banalissimo «Cattolici a confronto»).
Ma 23 titoli a fronte di un tornante non storico, ma certamente destinato a incidere rispetto alla vicenda politica del paese sono davvero pochi: è come la prova del nove di un dato di fatto analizzato dal sociologo Franco Garelli su Il Messaggero del 3 giugno: «la pressoché totale assenza di esponenti di matrice cattolica capaci di interpretare il nuovo che avanza, dal momento che i leader di questa nuova stagione amministrativa - fatte salve poche e marginali eccezioni - appartengono perlopiù ad aree culturali e politiche altre da quella cattolica»; un fatto che Garelli vede come «la conferma di una tendenza ormai di lungo periodo, che vede i cattolici in politica relegati più ad un ruolo comprimario o di supporto dell'altrui capacità di iniziativa, che in grado di proporsi come punto di coagulo di istanze emergenti».
Al secondo posto regge il tema delle violenze sessuali perpetrate da preti ai danni di minori: c'è la notizia delle linee guida che la CEI sta mettendo a punto secondo le disposizioni vaticane, ci sono le motivazioni della sentenza di primo grado che era stata emessa il 3 marzo a condanna del parroco di Selva Candida (Roma, diocesi di Porto - Santa Rufina) Ruggero Conti, e ci sono naturalmente gli sviluppi della vicenda del prete genovese don Riccardo Seppia.
Sarà per l'«attrazione» esercitata da questa vicenda (preti pedofili > sessualità preti > celibato sì/no) che sul quotidiano di Genova Il Secolo XIX è apparso il 28 un articolo, «Il blog delle donne che amano i preti», che segnalo, in conclusione, come modello di un modo sbagliato di fare informazione religiosa. E mi perdonerà il giovane (se non ho sbagliato le mie ricerche) autore Marco Grasso: non ce l'ho con lui, ma...
Ma, tanto per cominciare, il «blog» non è un blog bensì un forum all'interno del sito della rivista Il dialogo, un bel periodico irpino di ispirazione cristiana «di base», di interessi vasti e di sensibilità articolate. Ma gli sfoghi delle «donne che amano i preti» che l'articolo riporta non sono diversi dagli sfoghi delle altre donne che amano i compagni (di solito mariti) di altre donne ancora: non si coglie la specificità che la questione riveste per i chierici (che invece, evidentemente, è all'origine dell'iniziativa di Il dialogo di aprire il forum), si riportano solo le emozioni e le frustrazioni, che sono certamente reali, ma da sole fanno tanto talk show del pomeriggio, della serie Sedotta e abbandonata: «Dimmi, come l'hai conosciuto...» «E poi è sparito...». E tanto per colorare ulteriormente il tutto, si dice che i messaggi «si succedono a velocità impressionante», che «qualcuno, ora, propone di incontrarsi per chiedere, insieme, un cambiamento alle gerarchie ecclesiastiche» e che, in effetti, il blog «un po' spaventa tutte le curie». Mi immagino...
La questione del celibato obbligatorio per i preti della Chiesa latina è seria e reale, e naturalmente sono convintissimo dell'opportunità che se ne discuta in pubblico (sta accadendo, ad esempio, in Germania, all'interno di un più vasto «processo di dialogo comunitario e mirato» avviato dagli stessi vescovi). Ma non così, per favore, non così...

http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=453
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Re: CRITICHE ALL'APPROCCIO DEL BLOG

Messaggiodi ornella » 8 giu 2011, 15:46

Cara Ste,
rileggendo mi sono accorta della critica fatta da Mocellin a quanto scriveva il Secolo XIX. Questo per quanto riguarda l'impronta "posta del cuore"... .
Mi rimane però una grossa perplessità quando Mocellin scrive (cito): "[i]Ma, tanto per cominciare, il «blog» non è un blog bensì un forum all'interno del sito della rivista Il dialogo, un bel periodico irpino di ispirazione cristiana «di base», di interessi vasti e di sensibilità articolate. Ma gli sfoghi delle «donne che amano i preti» che l'articolo riporta non sono diversi dagli sfoghi delle altre donne che amano i compagni (di solito mariti) di altre donne ancora: non si coglie la specificità che la questione riveste per i chierici (che invece, evidentemente, è all'origine dell'iniziativa di Il dialogo di aprire il forum), si riportano solo le emozioni e le frustrazioni, che sono certamente reali, ma da sole fanno tanto talk show del pomeriggio," [...]
Tu come interpreti il passaggio "ma gli sfoghi delle 'donne che amano i preti' non sono diversi dagli sfoghi delle altre donne che amano i compagni (di solito i mariti) di altre donne ancora: non si coglie la specificità che la questione riveste per il chierici... .
Per me è arabo, a meno che non sottintenda che il problema delle donne sia uguale che amino un prete oppure no (errore madornale) e che la loro voce sia "ausiliaria" alla questione dei chierici nella sua specificità (ovvero un sottoprodotto della legge celibataria perché le due cose "si tengono").
Questa è la mia lettura personale, che come donna mi indigna profondamente e che, se fosse esatta, sarebbe l'ennesima dimostrazione innanzitutto della sottomissione del femminile al maschile e in secondo luogo che il clericalismo non è mai morto. Per me è un'osservazione superficiale, cui fa gioco la doppia e velleitaria battaglia che viene solitamente condotta anche da noi donne sull'abrogazione del celibato perché "lui mi sposerebbe se potesse..." con la facile conclusione: eliminiamo il celibato e tutto rientra nell'ordine, accompagnata dallo stupidissimo corollario che "non avremmo più preti pedofili".
Personalmente non ne sono affatto convinta: anche eliminando il celibato obbligatorio, cosa cambierebbe nell'ambito del "sacro" e del "potere sacerdotale" nei confronti di tanta morale retriva e priva di ogni carità nei confronti degli e delle omosessuali o dei divorziati risposati? Tanto per fare esempi eclatanti e quotidiani, molto attuali sui giornali in questo periodo, con politiche chiaramente clericali che inquinano profondamente la vita politica italiana al punto di far bocciare un provvedimento sull'omofobia? Per me il primo punto è che le donne parlino di donne e con donne, delle provenienze più varie e soprattutto senza vergognarsene. I preti, sposati o meno, sono un altro argomento.
Il denominatore comune è uno e uno soltanto: "il sacro" che crea un'asimmetria di rapporti all'interno dell'intera comunità cristiana, non solo nei confronti di donne che hanno relazioni con detti "rappresentanti del sacro".
Ciao, scusa la velocità, ma sono di corsa...
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Re: CRITICHE ALL'APPROCCIO DEL BLOG

Messaggiodi Stefania » 14 giu 2011, 16:07

Accetto di buon grado critiche, osservazioni, rimostranze e quant'altro, ma sempre che siano sensate e fondate. Altrimenti invito cortesemente a guardare o leggere altrove.
E questo lo faccio anche con il Sig. Mocellin, che, evidentemente stufo per aver letto troppi "sfoghi di donnicciuole", ha dimenticato di leggere l'80% dei contenuti del blog che è fatto di attualità, dibattiti, esperienze, osservazioni, considerazioni sulla questione del celibato obbligatorio.
Dispiace che anche un giornalista serio alla fine si senta più attratto dai post che contengono gli sfoghi e ignori tutto il resto!
Tra l'altro mi permetto di osservare che chiunque non colga la peculiarità delle dinamiche e dei meccanismi delle relazioni fra le donne e i chierici, è quanto meno persona poco attenta e scarsamente informata.
Vede, signor Mocellin, parlare di sé e del proprio dolore - anche se con toni che possono somigliare ad una lagna - è sintomo di coraggio e aiuta a sentirsi meno soli.
Lei ha mai provato una cosa simile e dover tacere per forza per non creare scandalo o non essere considerato alla stregua del diavolo?

Non mi risponda, lo so già.
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Re: CRITICHE ALL'APPROCCIO DEL BLOG

Messaggiodi ornella » 15 giu 2011, 8:36

Cara Ste,
quella che dimostra Mocellin è ignoranza totale della problematica, ma dimostra anche di applicare la solita teologia che sentiamo ritorcere addosso a preti che si innamorano e alle donne per conseguenza: relazioni adulterine. Posso cmprendere che a contorcersi e a dolersi psicologicamente sia un prete educato ad essere "Cristo sposo" della Chiesa sposa. Ma vaglielo a spiegare agli esterni a questa situazione che le donne molto volentieri sceglierebbero di condividere la vita ministeriale del marito prete, mentre non credo affatto che condividerebbero un regime di bigamia con un'altra moglie!
Quello che intendo dire è che insistendo sul legame sponsale e non sul servizio alle comunità dei preti, le conseguenze saranno sempre queste: una donna che si frappone tra la Chiesa e il rappresentante del "sacro", separato per promessa o per voto, condannata a incarnare nell'immaginario, che però poi si traduce in pratica escludente, di troppi/e la "vituperata altra"... . Poi, in altra sede, si può discutere sull'educazione seminariale dei futuri presbiteri e quant'altro, perché di fatto la maggioranza è debitrice affettivamente a un'educazione maschilista, sessuofobica e senza dubbio disincarnata e fuori da ogni realtà, ma il problema delle donne è quello di accettare il processo derivante proprio dal presunto adulterio: di qui la segretezza, spesso la vergogna, l'accettazione della clandesitinità come destino. In genere, intendiamoci, non intendo affatto trinciare giudizi sommari... . Se a questo aggiungi lo sforzo inconscio per "meritare" quell'amore così "unico", "diverso" e "speciale" (care amiche, anche l'amore per mio marito è unico, diverso da tutti gli altri e speciale :-)... ) trovi almeno parte della soluzione a tante ritrosie, incertezze, speranze disattese, sbalzi umorali. E soprattutto si comprende meglio l'immolazione sull'altrare della clandestinità di chi, in casi come questi, sembra accontentarsi di una vita a spizzichi e bocconi in attesa di decisioni che quasi sempre non arrivano mai da parte di uomini educati ad essere "monos", monaci prima che preti, e che di prendere decisioni così sono incapaci, dimostrando una misoginia e un'incapacità di fondo a relazionarsi con l'altra che invece fa, quando le fa, delle richieste più che legittime di essere un "noi" compiuto. Poi ci sono quelli disonesti, come ovunque, ma son un'altra storia... .
Un bacio a tutte,
Ornella
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Re: CRITICHE ALL'APPROCCIO DEL BLOG

Messaggiodi ester76 » 30 ago 2011, 12:17

Ciao a tutti!

Mi sono appena iscritta al vostro blog proprio perché ho trovato interessante e preziosa l'opportunità che offrite a chi ha veramente a cuore il problema in oggetto. Concordo con il fatto che gli "sfoghi" di chi vive in prima persona la questione siano indispensabili per capire quali siano le dinamiche psicologiche che vi sono alla base; da neo-iscritta, però, non ho avuto la stessa impressione del giornalista: in effetti spulciando tra gli articoli pubblicati ho trovato molto più che semplici lamentele, ho colto piuttosto la presenza di un malumore di fondo piuttosto diffuso che accomuna molte più persone di quanto immaginiamo e che, "organizzandosi", potrebbe veramente portare a qualcosa di buono.
Vi ringrazio ancora per la possibilità che offrite di confronto serio e di sostegno per chi, sentendosi completamente solo di fronte a tutto questo, rischia di comportarsi nel modo sbagliato perdendo fiducia in se stesso e nella bontà dei sentimenti che prova.
A presto!
Ester
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