LETTERA

Ciao a tutti. Qualche giorno fa ho scritto al Cardinale Christoph Schomborn la lettera che riporto di seguito:
Eminenza Rev.ma Pace,
mi chiamo Filippo, sono Sacerdote da tre anni, ho 32 anni e sono anche frate Cappuccino, da qualche mese ho chiesto al mio Ministro Provinciale di essere sospeso dal Ministero presbiterale e dalla Professione dei consigli evangelici perché mi sono innamorato di Manuela con la quale mi sposerò civilmente giorno 16 aprile c.a.
Le scrivo perché mi è sembrato di comprendere da qualche sua affermazione che è favorevole al fatto che il celibato non sia obbligatorio per tutti i candidati agli ordini sacri.
Adesso le racconto in breve la mia storia. Sono entrato giovanissimo tra i Frati cappuccini della Provincia Religiosa di Palermo, avevo ben 14 anni quando sono entrato in convento. Sono entrato in convento per rispondere alla chiamata del Signore che sentivo e sento tutt’oggi dentro il mio cuore. Intanto, durante questi trascorsi 17 anni mi sono innamorato più volte, ma tutte le volte che mi è accaduto ho cercato con tutte le mie forze di allontanare questo sentimento perché pensavo mettesse a repentaglio la mia vocazione religiosa. Intanto passano gli anni, e il desiderio di amare e ricevere amore da una persona diventa sempre più forte e irrefrenabile. Ho trascorso questi 17 anni in convento cercando di vivere il consiglio evangelico della castità ma non ci sono riuscito. Ogni tentativo era un fallimento. E il non riuscire a vivere da casto nel cuore e nel corpo mi rendeva triste, e mi faceva chiudere sempre più.
Ho chiesto, in ginocchio al Signore, per ben 17 anni il dono della Castità e della continenza, ma tale dono non è mai arrivato. Mi sono sentito sempre diviso nel cuore, mi sono sentito sempre separato; solo adesso con Manuela mi sento unito e mi sento casto come non mai.
I miei confratelli Cappuccini, compreso il mio Ministro Provinciale fr. Enzo Marchese O.F.M. Cap., mi sono stati vicini e continuano a starmi vicino in maniera veramente materna.
Sono stato ordinato Sacerdote dal mio confratello Cappuccino S. Ecc.za Rev.ma Mons. Fr. Francesco Papamanolis O. F. M. Cap., Vescovo di Syros, Santorini e Creta, il 12 ottobre 2007. Prima di andare via dal convento mi sono recato di persona in Grecia, presso il mio Vescovo per metterlo al corrente della mia scelta. Con il Vescovo Francesco abbiamo un rapporto meraviglioso, siamo amici oltre ad essere fratelli del medesimo Ordine. Ovviamente il mio Vescovo è rimasto sgomento e non condivide affatto la mia scelta, mi ha detto che non la comprende.
Eminenza, io amo il Ministero Sacerdotale. Dal Signore mi sento chiamato a vivere e realizzare insieme le due vocazioni. Intanto come lei ben sa, noi Sacerdoti che facciamo una scelta del genere dobbiamo necessariamente rinunciare all’esercizio del Ministero. Questa rinuncia mi fa molto soffrire. Io sento nel mio cuore la Vocazione al Sacerdozio ed anche, come già le dicevo, la Vocazione al Matrimonio.
Come lei ben sa queste due vocazioni, secondo le vigenti leggi ecclesiastiche, non possono convivere insieme, almeno per alcuni nella Chiesa.
Le vorrei chiedere una cosa, perché lei che è Cardinale non prende a cuore questa causa? Di fatto, noi sacerdoti che siamo stati sospesi dal Ministero, non abbiamo più alcun interlocutore nella Chiesa, siamo lasciati da soli. Ora mi chiedo, può una madre abbandonare suo figlio? La Chiesa definita anche Madre, di fatto, abbandona i sacerdoti sposati. Li rigetta, li allontana, si vergogna di avere figli del genere.
Se lei è sensibile a questa problematica perché non chiede al Santo Padre, o a chi per lui, di essere l’assistente di migliaia di Sacerdoti che si trovano nella mia medesima situazione?
Prego e affido questa mia ardita richiesta al suo cuore di Padre, e nelle mani di Maria, Madre di Dio e della Chiesa.
Aspetto sue notizie. Chiedo la sua benedizione sulla mia famiglia.
Con sentimenti di stima,
Cecala Filippo.
Mi ha risposto così:
La ringrazio per la sua lettera che ho ben ricevuto il 20 aprile 2011.
Devo però comunicarla che non sento la vocazione di lottare per i preti sposati.
Siamo liberi nelle nostre scelte, ma dobbiamo anche accettare di portarne le conseguenze!
+ Christoph Cardinale Schönborn
Io, ho risposto:
Le sono grato per avermi risposto. Conosco benissimo le conseguenze della mia scelta.
Almeno io ho scelto, ma voi carissimi Padri e fratelli in Cristo non volete scegliere e chiudete occhi, mente e cuore davanti a problematiche del genere.
Rispetto la sua posizione, ed io continuo a rispettare la mia scelta e la mia posizione.
Prego affinchè un giorno qualcuno, nella Chiesa, riceva dal Signore la "Vocazione" nel perorare la causa del celibato libero e non obbligatorio.
Le auguro ogni bene nel Signore!
Cordiali e fraterni saluti.
Filippo Cecala
Sacerdos in Aeternum!
Mi rendo conto sempre di più che l'argomento da me trattato è alquanto spinoso. Nessuno vuole prendere una posizione, sia essa formale che informale in merito all'argomento del celibato obbligatorio per i sacerdoti cattolici di Rito Latino.
Purtroppo sembra essere una battaglia persa in partenza.
Purtroppo, non mi stancherò mai di affermarlo, i vescovi Cattolici conoscono bene qual è la realtà all'interno della Chiesa, sanno benissimo che i Sacerdoti, alcuni, fanno la doppia vita, ma nessuno smuove un dito per affrontare la problematica in questione. Credo altresì che un vero rinnovamento parte dal basso, dai laici, e non dalla gerarchia. La gerarchia è impegnata in altro: convegni, carriera, libri, conferenze, sinodi, salamelecchi reciproci, lettere pastorali etc...
Solo i laici, con l'aiuto del Signore possono ridare vita alla Chiesa.
saluti Filippo.
Eminenza Rev.ma Pace,
mi chiamo Filippo, sono Sacerdote da tre anni, ho 32 anni e sono anche frate Cappuccino, da qualche mese ho chiesto al mio Ministro Provinciale di essere sospeso dal Ministero presbiterale e dalla Professione dei consigli evangelici perché mi sono innamorato di Manuela con la quale mi sposerò civilmente giorno 16 aprile c.a.
Le scrivo perché mi è sembrato di comprendere da qualche sua affermazione che è favorevole al fatto che il celibato non sia obbligatorio per tutti i candidati agli ordini sacri.
Adesso le racconto in breve la mia storia. Sono entrato giovanissimo tra i Frati cappuccini della Provincia Religiosa di Palermo, avevo ben 14 anni quando sono entrato in convento. Sono entrato in convento per rispondere alla chiamata del Signore che sentivo e sento tutt’oggi dentro il mio cuore. Intanto, durante questi trascorsi 17 anni mi sono innamorato più volte, ma tutte le volte che mi è accaduto ho cercato con tutte le mie forze di allontanare questo sentimento perché pensavo mettesse a repentaglio la mia vocazione religiosa. Intanto passano gli anni, e il desiderio di amare e ricevere amore da una persona diventa sempre più forte e irrefrenabile. Ho trascorso questi 17 anni in convento cercando di vivere il consiglio evangelico della castità ma non ci sono riuscito. Ogni tentativo era un fallimento. E il non riuscire a vivere da casto nel cuore e nel corpo mi rendeva triste, e mi faceva chiudere sempre più.
Ho chiesto, in ginocchio al Signore, per ben 17 anni il dono della Castità e della continenza, ma tale dono non è mai arrivato. Mi sono sentito sempre diviso nel cuore, mi sono sentito sempre separato; solo adesso con Manuela mi sento unito e mi sento casto come non mai.
I miei confratelli Cappuccini, compreso il mio Ministro Provinciale fr. Enzo Marchese O.F.M. Cap., mi sono stati vicini e continuano a starmi vicino in maniera veramente materna.
Sono stato ordinato Sacerdote dal mio confratello Cappuccino S. Ecc.za Rev.ma Mons. Fr. Francesco Papamanolis O. F. M. Cap., Vescovo di Syros, Santorini e Creta, il 12 ottobre 2007. Prima di andare via dal convento mi sono recato di persona in Grecia, presso il mio Vescovo per metterlo al corrente della mia scelta. Con il Vescovo Francesco abbiamo un rapporto meraviglioso, siamo amici oltre ad essere fratelli del medesimo Ordine. Ovviamente il mio Vescovo è rimasto sgomento e non condivide affatto la mia scelta, mi ha detto che non la comprende.
Eminenza, io amo il Ministero Sacerdotale. Dal Signore mi sento chiamato a vivere e realizzare insieme le due vocazioni. Intanto come lei ben sa, noi Sacerdoti che facciamo una scelta del genere dobbiamo necessariamente rinunciare all’esercizio del Ministero. Questa rinuncia mi fa molto soffrire. Io sento nel mio cuore la Vocazione al Sacerdozio ed anche, come già le dicevo, la Vocazione al Matrimonio.
Come lei ben sa queste due vocazioni, secondo le vigenti leggi ecclesiastiche, non possono convivere insieme, almeno per alcuni nella Chiesa.
Le vorrei chiedere una cosa, perché lei che è Cardinale non prende a cuore questa causa? Di fatto, noi sacerdoti che siamo stati sospesi dal Ministero, non abbiamo più alcun interlocutore nella Chiesa, siamo lasciati da soli. Ora mi chiedo, può una madre abbandonare suo figlio? La Chiesa definita anche Madre, di fatto, abbandona i sacerdoti sposati. Li rigetta, li allontana, si vergogna di avere figli del genere.
Se lei è sensibile a questa problematica perché non chiede al Santo Padre, o a chi per lui, di essere l’assistente di migliaia di Sacerdoti che si trovano nella mia medesima situazione?
Prego e affido questa mia ardita richiesta al suo cuore di Padre, e nelle mani di Maria, Madre di Dio e della Chiesa.
Aspetto sue notizie. Chiedo la sua benedizione sulla mia famiglia.
Con sentimenti di stima,
Cecala Filippo.
Mi ha risposto così:
La ringrazio per la sua lettera che ho ben ricevuto il 20 aprile 2011.
Devo però comunicarla che non sento la vocazione di lottare per i preti sposati.
Siamo liberi nelle nostre scelte, ma dobbiamo anche accettare di portarne le conseguenze!
+ Christoph Cardinale Schönborn
Io, ho risposto:
Le sono grato per avermi risposto. Conosco benissimo le conseguenze della mia scelta.
Almeno io ho scelto, ma voi carissimi Padri e fratelli in Cristo non volete scegliere e chiudete occhi, mente e cuore davanti a problematiche del genere.
Rispetto la sua posizione, ed io continuo a rispettare la mia scelta e la mia posizione.
Prego affinchè un giorno qualcuno, nella Chiesa, riceva dal Signore la "Vocazione" nel perorare la causa del celibato libero e non obbligatorio.
Le auguro ogni bene nel Signore!
Cordiali e fraterni saluti.
Filippo Cecala
Sacerdos in Aeternum!
Mi rendo conto sempre di più che l'argomento da me trattato è alquanto spinoso. Nessuno vuole prendere una posizione, sia essa formale che informale in merito all'argomento del celibato obbligatorio per i sacerdoti cattolici di Rito Latino.
Purtroppo sembra essere una battaglia persa in partenza.
Purtroppo, non mi stancherò mai di affermarlo, i vescovi Cattolici conoscono bene qual è la realtà all'interno della Chiesa, sanno benissimo che i Sacerdoti, alcuni, fanno la doppia vita, ma nessuno smuove un dito per affrontare la problematica in questione. Credo altresì che un vero rinnovamento parte dal basso, dai laici, e non dalla gerarchia. La gerarchia è impegnata in altro: convegni, carriera, libri, conferenze, sinodi, salamelecchi reciproci, lettere pastorali etc...
Solo i laici, con l'aiuto del Signore possono ridare vita alla Chiesa.
saluti Filippo.