LETTERA

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

LETTERA

Messaggiodi FILIPPO » 12 mag 2011, 9:36

Ciao a tutti. Qualche giorno fa ho scritto al Cardinale Christoph Schomborn la lettera che riporto di seguito:


Eminenza Rev.ma Pace,

mi chiamo Filippo, sono Sacerdote da tre anni, ho 32 anni e sono anche frate Cappuccino, da qualche mese ho chiesto al mio Ministro Provinciale di essere sospeso dal Ministero presbiterale e dalla Professione dei consigli evangelici perché mi sono innamorato di Manuela con la quale mi sposerò civilmente giorno 16 aprile c.a.

Le scrivo perché mi è sembrato di comprendere da qualche sua affermazione che è favorevole al fatto che il celibato non sia obbligatorio per tutti i candidati agli ordini sacri.

Adesso le racconto in breve la mia storia. Sono entrato giovanissimo tra i Frati cappuccini della Provincia Religiosa di Palermo, avevo ben 14 anni quando sono entrato in convento. Sono entrato in convento per rispondere alla chiamata del Signore che sentivo e sento tutt’oggi dentro il mio cuore. Intanto, durante questi trascorsi 17 anni mi sono innamorato più volte, ma tutte le volte che mi è accaduto ho cercato con tutte le mie forze di allontanare questo sentimento perché pensavo mettesse a repentaglio la mia vocazione religiosa. Intanto passano gli anni, e il desiderio di amare e ricevere amore da una persona diventa sempre più forte e irrefrenabile. Ho trascorso questi 17 anni in convento cercando di vivere il consiglio evangelico della castità ma non ci sono riuscito. Ogni tentativo era un fallimento. E il non riuscire a vivere da casto nel cuore e nel corpo mi rendeva triste, e mi faceva chiudere sempre più.

Ho chiesto, in ginocchio al Signore, per ben 17 anni il dono della Castità e della continenza, ma tale dono non è mai arrivato. Mi sono sentito sempre diviso nel cuore, mi sono sentito sempre separato; solo adesso con Manuela mi sento unito e mi sento casto come non mai.

I miei confratelli Cappuccini, compreso il mio Ministro Provinciale fr. Enzo Marchese O.F.M. Cap., mi sono stati vicini e continuano a starmi vicino in maniera veramente materna.

Sono stato ordinato Sacerdote dal mio confratello Cappuccino S. Ecc.za Rev.ma Mons. Fr. Francesco Papamanolis O. F. M. Cap., Vescovo di Syros, Santorini e Creta, il 12 ottobre 2007. Prima di andare via dal convento mi sono recato di persona in Grecia, presso il mio Vescovo per metterlo al corrente della mia scelta. Con il Vescovo Francesco abbiamo un rapporto meraviglioso, siamo amici oltre ad essere fratelli del medesimo Ordine. Ovviamente il mio Vescovo è rimasto sgomento e non condivide affatto la mia scelta, mi ha detto che non la comprende.

Eminenza, io amo il Ministero Sacerdotale. Dal Signore mi sento chiamato a vivere e realizzare insieme le due vocazioni. Intanto come lei ben sa, noi Sacerdoti che facciamo una scelta del genere dobbiamo necessariamente rinunciare all’esercizio del Ministero. Questa rinuncia mi fa molto soffrire. Io sento nel mio cuore la Vocazione al Sacerdozio ed anche, come già le dicevo, la Vocazione al Matrimonio.

Come lei ben sa queste due vocazioni, secondo le vigenti leggi ecclesiastiche, non possono convivere insieme, almeno per alcuni nella Chiesa.

Le vorrei chiedere una cosa, perché lei che è Cardinale non prende a cuore questa causa? Di fatto, noi sacerdoti che siamo stati sospesi dal Ministero, non abbiamo più alcun interlocutore nella Chiesa, siamo lasciati da soli. Ora mi chiedo, può una madre abbandonare suo figlio? La Chiesa definita anche Madre, di fatto, abbandona i sacerdoti sposati. Li rigetta, li allontana, si vergogna di avere figli del genere.

Se lei è sensibile a questa problematica perché non chiede al Santo Padre, o a chi per lui, di essere l’assistente di migliaia di Sacerdoti che si trovano nella mia medesima situazione?

Prego e affido questa mia ardita richiesta al suo cuore di Padre, e nelle mani di Maria, Madre di Dio e della Chiesa.
Aspetto sue notizie. Chiedo la sua benedizione sulla mia famiglia.

Con sentimenti di stima,

Cecala Filippo.



Mi ha risposto così:

La ringrazio per la sua lettera che ho ben ricevuto il 20 aprile 2011.
Devo però comunicarla che non sento la vocazione di lottare per i preti sposati.
Siamo liberi nelle nostre scelte, ma dobbiamo anche accettare di portarne le conseguenze!
+ Christoph Cardinale Schönborn

Io, ho risposto:
Le sono grato per avermi risposto. Conosco benissimo le conseguenze della mia scelta.
Almeno io ho scelto, ma voi carissimi Padri e fratelli in Cristo non volete scegliere e chiudete occhi, mente e cuore davanti a problematiche del genere.
Rispetto la sua posizione, ed io continuo a rispettare la mia scelta e la mia posizione.
Prego affinchè un giorno qualcuno, nella Chiesa, riceva dal Signore la "Vocazione" nel perorare la causa del celibato libero e non obbligatorio.
Le auguro ogni bene nel Signore!
Cordiali e fraterni saluti.

Filippo Cecala
Sacerdos in Aeternum!

Mi rendo conto sempre di più che l'argomento da me trattato è alquanto spinoso. Nessuno vuole prendere una posizione, sia essa formale che informale in merito all'argomento del celibato obbligatorio per i sacerdoti cattolici di Rito Latino.
Purtroppo sembra essere una battaglia persa in partenza.
Purtroppo, non mi stancherò mai di affermarlo, i vescovi Cattolici conoscono bene qual è la realtà all'interno della Chiesa, sanno benissimo che i Sacerdoti, alcuni, fanno la doppia vita, ma nessuno smuove un dito per affrontare la problematica in questione. Credo altresì che un vero rinnovamento parte dal basso, dai laici, e non dalla gerarchia. La gerarchia è impegnata in altro: convegni, carriera, libri, conferenze, sinodi, salamelecchi reciproci, lettere pastorali etc...
Solo i laici, con l'aiuto del Signore possono ridare vita alla Chiesa.
saluti Filippo.
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Re: LETTERA

Messaggiodi fragolinaa » 12 mag 2011, 21:10

Ciao Filippo bellissima sia la tua lettera che la risposta che hai dato al cardinale , veramente nel petto di questi uomini batte un cuore di pietra che non ha niente a che vedere con il cuore umano e pieno di amore che dovrebbe avere una persona di fede , mi viene davvero da piangere ..non so se hai letto la mia storia ..io sono innamorata di un prete, anche lui mi ama, però purtroppo non si sente all'età di 48 anni di lasciare tutto x ricominciare da capo, sopratutto per la sua età, e per i suoi genitori che sono anziani e non capirebbero mai :cry:
soffro tantissimo per questo, ma lasciarlo mi farebbe soffrire ancora di più e così sono costretta ad accontentarmi di quello che mi può e riesce a dare ... maledetti papi e vescovi mascalzoni vi odio !! scusate lo sfogo e le parolacce ma mi sono uscite dal cuore davvero :|
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Re: LETTERA

Messaggiodi Stefania » 13 mag 2011, 11:10

Caro Filippo,
grazie per aver condiviso la tua lettera con tutti noi.
Devo dire che sono pientamente d'accordo sul fatto che le cose possano e debbano cambiare dal basso, anche se non mi sento più addentro ad una chiesa che preveda "un alto" e "un basso". Siamo noi che dobbiamo cambiare mentalità, accogliendo, ad un certo punto, la possibilità di scegliere un strada totalmente diversa, cosa che in qualche modo tu hai fatto.
Concordo con te anche sul fatto che nessuno della gerarchia si prenda la briga di affrontare questa battaglia, ma non mi sorprende affatto. Sai, costruire l'umanità di un'istituzione come la chiesa cattolica è quasi un paradosso. Ogni sua dottrina trasuda disumanità e senso di dominio/prevaricazione. E come possiamo pretendere che dismettano i panni dei detentori della verità, anche se palesemente in contrasto col messaggio di Gesù?

Avverto nel tuo scritto qualcosa che mi dà l'idea di una persona ancora troppo immersa nelle dinamiche "clericali" di questa istituzione irragionevole. Come mai ritieni che un prete abbia ricevuto una chiamata speciale? Cos'è questa cosiddetta vocazione?
Il popolo di Dio in quanto tale risponde ad una "chiamata" personale che è determinata dalla propria individualità, dalle proprie esigenze e qualità. Se senti che la tua piena realizzazione si esprime mettendoti a servizio degli altri, non serve fare il prete . Lo può fare chiunque in vari modi.
Perché ritieni che occorrano i cosiddetti "ordini sacri" per fare questo quando sappiamo bene che Gesù mai si è sognato di inventare o suggerire cose simili?

Rispondo anche alla nostra amica fragolina.
Credo che prendersela con i vescovi e le gerarchie non serva proprio a niente. E' come spostare il problema, a mio avviso.
Mi dispiace dover fare considerazioni che magari ti feriscono, ma ti dico ciò che penso.
Il tuo problema è il prete. E' lui che, con la scusa dell'età, dei genitori anziani (quante volte ho sentito questa storia dei genitori!!!!!!!!!!) non intende prendere una decisione.
E' lui che passa sopra alla tua sofferenza (e alla sua?) pur di non perdere il suo status e i suoi privilegi.
E' lui che ti fa credere che se solo questa regola non esistesse, ti sposerebbe subito. Ma tu ne sei proprio sicura?
Per carità magari lui rappresenta l'eccezione, ma, stando all'esperienza di gran parte delle donne, i preti in realtà non le sposerebbero affatto, anche se il vincolo non esistesse.
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Re: LETTERA

Messaggiodi FILIPPO » 13 mag 2011, 13:05

Con la mia scelta di vita, non metto affatto in dubbio il fatto che il Signore sceglie alcuni che compartecipano del suo Sacerdozio a servizio del suo popolo. Poi è altresì vero, come affermi, che per mettersi a servizio degli altri non necessariamente si richiede a questi ultimi il sacramento dell'Ordine.
Io credo nel Sacerdozio Ministeriale ed altresì nel Sacerdozio Regale-Universale del popolo di Dio, tuttavia non condivido che i Sacerdoti non abbiano la possibilità di scegliere per il Sacerdozio da celibi o da uxorati (vedi per esempio i Sacerdoti di rito Orientale, vedi le Eparchie di Piana Degli Albanesi, in Sicilia, o Lungro in Calabria). Io credo nella Chiesa, del resto in essa è presente ed operante l'opera dello Spirito, insieme all'elemento umano che è, e rimane fallibile. Purtroppo il rinnovamento avviato dal soffio dello Spirito con il Concilio Ecumenico Vaticano II si è arrestato perchè il potere acceca tutti, compresi i Pastori. Il problema sta proprio qui, secondo me. I Vescovi eletti dal Papa sono persone che raramente hanno avuto contatti con altre persone. Faccio qualche esempio concreto. Il più delle volte, almeno in Italia, i Vescovi sono scelti tra i Presidi degli istituti di Teologia, i Predisi delle Facoltà Pontificie, tra i Professori illustri delle medesime facoltà, in altre parole sono persone che non sanno cosa significa ascoltare una persona, accogliere i suoi drammi, etc... Ecco chi sono i nostri Vescovi, ovviamente non tutti, sono persone che come dicevo, scrivono libri ma raramente trovi un Vescovo fuori dalle mura della Chiesa a passeggiare, come fanno tutti gli esseri umani, ad incontrare le persone, ad ascoltarle. La maggior parte pensa alla carriera. Faccio qualche esempio. Se per esempio un Vescovo viene eletto per essere il Pastore di una piccola Diocesi, dopo qualche anno riscalda i motori per avanzare di grado. Questi sono alcuni, sottolinio alcuni, dei Vescovi che abbiamo come guide illuminate delle Diocesi. Rimango a disposizione per qualsivoglia spiegazione.
Grazie perchè su questo blog mi viene data la posiibilità di esprimere ciò che penso.
Ciao a presto!!
Filippo
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Re: LETTERA

Messaggiodi stella » 14 mag 2011, 14:36

Caro Filippo,
sono profondamente rattristata dalla risposta che ti è stata data, purtroppo le alte gerarchie ecclesiastiche si ostinano ad ignorare questo problema come se quasi fosse un disonore per la chiesa...come se amare una donna fosse qualcosa di abominevole e assolutamente non conciliabile con l'essere sacerdote.
Sono profondamente convinta che è molto improbabile che se ci sarà un cambiamento questo piomberà dall'alto, come giustamente dicevi tu, i nostri Sig.ri Cardinali non conoscono il mondo sono completamenti estranei al mondo e ai suoi problemi. Ci sono preti però che tutti i giorni stanno in mezzo alla gente e veramente danno il loro contributo all'umanità, come per esempio Don Luigi Ciotti e mi fa piacere constatare come proprio queste grandi persone sono i più favorevoli al cambiamento di questa legge.
Vorrei che leggeste anche voi la sua intervista:
http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 10610.html

E aggiungo che secondo me queste sono le persone che devono essere coinvolte, contattate,che bisogna cercare di rendere portavoci di questo problema, non i Cardinali...quella purtroppo è una battaglia persa.

Ti faccio i miei più cari auguri,perchè la vita ti possa regalare davvero tanta tanta felicità.
stella
 
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Re: LETTERA

Messaggiodi Stefania » 16 mag 2011, 12:41

Caro Filippo,
riflettevo sul fatto che, essendo tu un religioso, sostanzialmente eri vincolato ai voti più che alla promessa di celibato. Allora mi domandavo, per curiosità, come mai intendessi portare avanti questo tipo di "battaglia".
Proprio in virtù del fatto che su questo blog ognuno è libero di esprimersi, ti dico che non condivido la tua idea del presbiterato (volutamente non uso il termine sacerdozio poiché sacerdoti lo siamo tutti, secondo la teologia cattolica).
Non credo nel ministero ordinato, perché assente nel vangelo e nell'intero messaggio di Gesù, così come non credo nella funzione di una gerarchia in quanto tale.
Non credo inoltre che qualcuno sia stato intitolato al ruolo di pastore; solo Gesù si è definito così.
Anch'io credo nella chiesa, anche se, a quanto mi risulti, Gesù non intesse fondarne una. Ma credo che solo una comunità di eguali possa in qualche modo chiamarsi "chiesa". E certo che della chiesa cattolica tutto si può dire tranne che sia composta da eguali.
Quindi come vedo il presbiterato?
Ritengo che un presbitero possa essere scelto dalla comunità che si auto-regolamenta. Non può e non deve esistere una scelta imposta dall'alto. Ritengo tra l'altro che il presbitero sia esattamente come uno degli altri, debba lavorare per mantenersi e scordarsi ogni idea di piedistallo.
Una comunità di eguali in cui nessuno sia bisognoso, ecco questa è la mia idea di chiesa.

Saluti
Stefania
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Re: LETTERA

Messaggiodi cuoreinfranto » 17 mag 2011, 13:43

FILIPPO scusa ma hai disattivato i messaggi privati?
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Re: LETTERA

Messaggiodi FILIPPO » 18 mag 2011, 8:59

Stefania ha scritto:Caro Filippo,
riflettevo sul fatto che, essendo tu un religioso, sostanzialmente eri vincolato ai voti più che alla promessa di celibato. Allora mi domandavo, per curiosità, come mai intendessi portare avanti questo tipo di "battaglia".

PIU' CHE BATTAGLIA LA MIA E' SEMPLICEMENTE UNA PRESA DI COSCIENZA ESISTENZIALE DEL FATTO CHE IL CELIBATO E' E RIMANE UN DONO, A ME IL SIGNORE NON HA FATTO CODESTO DONO, PERTANTO PENSO CHE NON TUTTI POSSONO SEGUIRE IL MAESTRO DA CELIBI. CI SONO ALCUNI, E SIAMO IN TANTI, CHE NON ABBIAMO RICEVUTO IL DONO DEL CELIBATO, MA CIO' NONOSTANTE SENTIAMO DENTRO IL CUORE LA VOCAZIONE AL PRESBITERATO ED ANCHE ALLA VITA CONIUGALE. DUE VOCAZIONI CHE SI COMPENETRANO, DUE VOCAZIONI CHE SI INTEGRANO E CHE NON SONO AFFATTO IN OPPOSIZIONE.

Stefania ha scritto:Proprio in virtù del fatto che su questo blog ognuno è libero di esprimersi, ti dico che non condivido la tua idea del presbiterato (volutamente non uso il termine sacerdozio poiché sacerdoti lo siamo tutti, secondo la teologia cattolica).
Non credo nel ministero ordinato, perché assente nel vangelo e nell'intero messaggio di Gesù, così come non credo nella funzione di una gerarchia in quanto tale.

SONO D'ACCORDO CON LA TUA AFFERMAZIONE, TUTTAVIA NELLA LIBERTA' DEI FIGLI DI DIO TI DICO CHE RIMANGO DELLA MIA POSIZIONE. IO NON INTENDO IMPORRE LA MIA VISIONE, CHE NON E' SOLO LA MIA, A NESSUNO. LA MIA POSISIZIONE E' DEGNISSIMA DI RISPETTO COME SICURAMENTE E' LA TUA.

Stefania ha scritto:Non credo inoltre che qualcuno sia stato intitolato al ruolo di pastore; solo Gesù si è definito così.
Anch'io credo nella chiesa, anche se, a quanto mi risulti, Gesù non intesse fondarne una. Ma credo che solo una comunità di eguali possa in qualche modo chiamarsi "chiesa". E certo che della chiesa cattolica tutto si può dire tranne che sia composta da eguali.
Quindi come vedo il presbiterato?
Ritengo che un presbitero possa essere scelto dalla comunità che si auto-regolamenta. Non può e non deve esistere una scelta imposta dall'alto.
Ritengo tra l'altro che il presbitero sia esattamente come uno degli altri, debba lavorare per mantenersi e scordarsi ogni idea di piedistallo.
Una comunità di eguali in cui nessuno sia bisognoso, ecco questa è la mia idea di chiesa

Saluti
Stefania


SALUTI CORDIALI, FILIPPO
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Re: LETTERA

Messaggiodi zanonGiuseppe » 20 mag 2011, 11:13

Carissimo Filippo,
come ti capisco!
E per due motivi: per esperienza personale e per impegno specifico.
Comincio dal secondo motivo: mi impegno da trenta anni per la causa dei preti sposati e sul sito ildialogo puoi veder i miei interventi, specialmente alla voce del sito "Assistenza". Per esperienza personale: ho lasciato il ministero sacerdotale e l'Ordine carmelitano a Enna nel '70, dopo aver passato due anni a Palermo, '68-'69, ai Rimedi di piazza Indipendenza.

Ho provato pressapoco quello che provi tu in questo momento, con in più l'assillo economico perchè uscivo, a 33 anni, senza titolo di studio e con i soldi contati per il viaggio di ritorno a Brescia.

Oggi i problemi economici sono in parte superati; rimangono e forti quelli umani e religiosi: perchè la Chiesa, diventata improvvisamente matrigna, ci sbatte fuori e ci impedisce di esercitare quel sacerdozio per il quale abbiamo sperato, studiato, sofferto e sognato per tanti anni? Con quale diritto e a quale titolo? Per una tradizione ecclesiastica e per una legislazione canonica, e nonostante la solenne dichiarazione del Concilio Vaticano II che dice '...il celibato non è dell'essenza del sacerdozio' .
Se pensiamo ai centomila sacerdoti che hanno lasciato in questi ultimi cinquantanni, verrebbe da chiedere all'attuale papa Ratzinger e al beato Karol se la loro posizione e le loro scelte siano state fatte secondo il criterio della fede e dei valori evangelici, o se invece sono state fatte per "convenienza' di organizzazione e di economia ecclesiastiche" (vedi in proposito "Carisma o convenienza" sul BLOG).

Comunque sia, ti consiglio di concentrarti tutto, in questo momento, nel tuo matrimonio con Manuela, la dolce creatura che il Signore ti ha fatto incontrare. Poi a te, e a quanti ti hanno scritto, dico di non meravigliarsi della risposta del cardinale Loescher: ha già preso tante di quelle botte per aver parlato liberamente, dal rifuito esplicito del celibato facoltativo quando l'ha domandato a Roma nella vistita canonica con tutta la sua nazione, al pronunciamento del card. Pazienza che in pratica gli ha detto di ritirare ogni ragionamento in proposito fatto a Bressanone con i suoi vescovi austriaci qualche mese fa.

E tornando alle tue parole "Eminenza, io amo il Ministero sacerdotale. Dal Signore mi sento chiamato a vivere e realizzare insieme le due vocazioni", posso assicurarti che questa è l'aspirazione di tanti sacerdoti sposati, che verrà anche un tempo nel quale la Chiesa capirà l'enorme tesoro di fede e di grazia dissipato con l'ostinazione sul celibato obbligatorio (vedi "Uomini senza collare" di G.N. Perin), che nel frattempo alcuni preti sposati portano avanti il loro ministero sacerdotale o in forma autonoma e comunitaria, o passando ad altre confessioni come la protestante o la ortodossa, o disinteressandosi di Roma lontana (e lontana in tutti i sensi!) come in Brasile. Di questo, ti parlerò più dettagliatamente , in seguito e se la cosa ti interesserà. Ma di certo, non lasciare il nostro dialogo e la nostra amicizia.

Giuseppe Zanon
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Re: LETTERA

Messaggiodi fragolinaa » 20 mag 2011, 15:49

ma secondo voi dopo questo papa ne verrà un altro più umile è più fedele alle parole della bibbia che toglierà questo maledetto obbligo del celibato?
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