nuova vittima

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

nuova vittima

Messaggiodi fragolinaa » 27 apr 2011, 23:19

ciao a tutti sono nuova del forum , ho letto un po i vostri argomenti e mi ci sono ritrovata parecchio..
da circa 4 mesi ho una relazione con un prete , mi sono innamorata di lui e pure lui a suo dire contraccambia ,però di stare insieme come due persone normali o di lasciare il sacerdozio non se ne parla ,mi dice che lui a 48 anni la sua vita è finita, non si sente di ricominciare una nuova vita e cambiare mestiere ( a parte che non saprebbe cosa fare alla sua età) e fin qui lo capisco è molto stimato ha tre parrocchie ed è molto bravo.
però mi ha chiaramente detto che mi ama ma più di tanto e oltre un certo limite non può andare, e io ci soffro tantissimo , mi piacerebbe averlo sempre vicino stare con lui alla luce del sole , passeggiare mano nella mano baciarlo ovunque !
ci vediamo tutti i giorni stiamo insieme circa due tre ore usciamo anche a fare le passeggiate e dice di fregarsene della gente (incontra persone che conosce ogni 10 metri ! ) basta che non ci vedono baciare in mezzo alla strada ovviamente o camminare per mano.. due tre volte alla settimana facciamo anche l'amore ed è bellissimo !! :oops:
però non è facile essere felici appena rientro in casa ritorno nella mia triste realtà.. lui non cè..
lui vive con i suoi genitori , gli ho chiesto di parlargli di noi ma ha paura di traumatizzarli e di dargli dei dispiaceri ed è convinto che non capirebbero e così non se la sente .. e io sono tristissima aiuto secondo voi questo tipo di storie sono delle perdite di tempo? avrà mai una svolta il notro amore ? o perdo solo del tempo dietro un amore impossibile? o dovrei tenermelo così ? approposito nessuna qui parla di fare la perpetua del prete io ho questa speranza che mi fa sognare tanto , ma le perpetue devono avere almeno 45 anni e io ne ho 37 , troppo tempo dovrei aspettare per stare finalemnte insieme.. assurdo!!!
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Re: nuova vittima

Messaggiodi Stefania » 28 apr 2011, 15:23

Cara amica,
il tuo scritto mi lascia abbastanza interdetta, se posso esprimermi così.
Ma davvero speri di diventare una perpetua? Una serva? E' proprio questa la tua aspirazione nella vita?
E tutto questo solo per poter stare con lui "senza problemi"?

Spero di aver capito male.

Da quello che mi dici, non mi sembra che ci siano grosse prospettive in questa storia. Lui ha già deciso e non mi sembra abbia nessuna intenzione di riflettere. E poi su cosa dovrebbe riflettere?
Lui ha tutto: ha la sua vita, il suo ministero, il suo stipendio, la gente lo osanna, tutti lo cercano, ha i superiori, i genitori, i parrocchiani dalla sua parte. E ha te. Un trofeo da mostrare a passeggio e da usare nei tempi morti.
Cosa potrebbe desiderare di più?

Perdona la mia durezza, ma è quel che sento dentro.
E tu cosa ne pensi?

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Re: nuova vittima

Messaggiodi tere73 » 28 apr 2011, 16:49

Ciao,
purtroppo Stefania ha ragione.... lui ha già tutto ciò che lo appaga e che gli basta , compresa te da usare nei suoi tempi morti, quando non ha ne di meglio ne niente da fare. ha inoltre già messo le mani avanti per evitare che tu gli chieda di lasciare dicendo che non troverebbe mai un lavoro alla sua età.... ma è solo una SCUSA, una frase che dicono tutti loro a qualsiasi età, una scusa come tante per non affrontare con coraggio la realtà delle cose e dei loro sentimenti: se uno AMA veramente una persona se ne frega di tutto e di tutti e fa di tutto per stare con la persona amata perchè chi ama veramente VUOLE solo stare e vivere con lei e non può non pensare a un futuro che non sia INSIEME all'amata.
Io è già qualche anno che ho iniziato una relazione con un prete (ora ex prete? non lo so ancora di preciso neanche io): lui mi ha sempre detto di amarmi e che voleva vivere il resto della sua vita con me, ma si trovava ogni scusa per non fare mai il grande passo, alludendo sopratutto al fatto che gli spiaceva deludere i suoi e tutte le persone in genere che conosceva... finchè sono rimasta incinta e la novità lo ha finalmente sbloccato e deciso a lasciare il sacerdozio e cercarsi un lavoro (lui ha 31 anni e io 37, separata e con altri figli) nonostante il parere contrario dei suoi che vedevano nella scelta del figlio la fine della loro esistenza, infatti hanno sempre voluto un figlio prete solo per aver la possibilità di vivere sempre con lui e alla notizia che lui avrebbe lasciato la loro risposta (non sono anziani, sono sulla sessantina) è stata "cosa faremo ora noi? dove andremo a vivere?".
pensavo che con la nascita della bimba le cose migliorassero ma l'educazione (assurda e ipocrita) ricevuta in seminario (onorare i genitori, non tradire Dio, il peccato di stare con una donna già separata, ecc....) unita al terrorismo psicologico dei suoi genitori che alimentavano solo quel senso di fallimento allo scopo di farlo sentire in colpa per la scelta che aveva fatto, in una persona già fragile e ancora non in grado di sorreggersi da sola in un mondo che per lui era ancora sconosciuto avendo vissuto per oltre 6 anni in un limbo ovattato (e il rifiuto da parte sua di farsi aiutare anche psicolgicamente da qualcuno), lo hanno fatto crollare e andare in crisi e quando la bambina aveva appena 5 mesi se ne è andato via di casa ed è tornato a vivere dai suoi. ora la bimba ha 1 anno, lui vive ancora dai suoi, si ostina a dire che la nostra storia non è finita ma non si è più deciso a tornare, lavora ma ha ripreso a dire tutte le preghiere e orazioni che un prete dice, compresa recita del rosario, preghiera delle ore e poartecipazione alla messa quotidiana: ogni tanto viene a vedere la bambina, dice che le manca e che sta male lontano da noi ma non riesce a sbloccarsi e affrontare la realtà..... e in tutto questo io sto malissimo, forse ancora peggio di quando eravamo all'inizio della relazione.
consigli da dare??? non lo so proprio... ma se qualcosa nella relazione ti fa storcere il naso e non è consona alle tue esigenze e bisogni naturali, e lui non è intenzionato già a vivere una relazione vera e sincera, metti le cose in chiaro subito e pretendile anche da parte sua oppure TAGLIA finchè sei in tempo perchè le cose se non migliorano non possono far altro che peggiorare e ne soffriresti ancor di più.
un abbraccio
tere73
 
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Re: nuova vittima

Messaggiodi Mossy » 28 apr 2011, 17:08

Carissima Fragolina
mi piace tanto il tuo incipit: "nuova vittima", e anche il modo lineare di descrivere i tuoi legittimi dubbi sulla storia in questione.
Sei nella fase dell'innamoramento, del periodo in cui, come del resto in ogni altra storia, va tutto bene, sei corroborata dalla reciprocità del sentimento.
Sarebbe banale adesso dirti "stai attenta", guardatene, non servirebbe a niente.
Conosco bene la fase che stai vivendo e devo dirti che puoi ritenerti fortunata, perchè lui perlomeno è stato sincero fin da subito, sia sul fatto di amarti che di non poter, a quell'età, fare passi "eroici". Del resto come non capirlo? In un momento storico come questo reinventarsi un lavoro a 50 anni, con tutti i pro e contro dell'essere un ex prete, è impossibile.
Sta a te adesso compiere un più o meno lungo cammino di educazione sentimentale per essere la donna di un prete, per capire e sublimare tutte le cose a cui devi rinunciare.
Puoi farcela, se vuoi.
Ripeto: se vuoi. Se sei in grado di trasformare qualcosa che oggi vivi come una privazione in una cosa normale.
Sappi che non avrai mai un uomo accanto nella visione banale del marito, ma avrai sempre e soltanto un amante, che presto ti riserverà anche delle sorprese, perchè anche lui soffrirà, si porrà domande, entrerà in crisi.
E tu dovrai scegliere: se seguirlo con discrezione nella sua crescita (o decrescita) emotiva, o mollarlo al suo destino, oppure ancora, entrare in crisi, soffrire, iniziare i soliti tremendi tira e molla arcinoti delle questioni sentimentali.
A mio parere è tutta vita, cara amica, ed è comunque un uomo, che potresti anche sentirti vicino in qualche momento.
Il mio consiglio è di prenderla con filosofia, come una storia bella che ti sta capitando, una storia che può levarti dalla prospettiva di un legame abitudinario e fiacco che è il paradigma di qualunque normale matrimonio con un qualunque uomo normale.
Ma questo dipende unicamente da te e dalle aspettative che ti sei posta nella vita.
Se tra queste ci sono famiglia e bimbi, scordateli.
Se invece questo è ciò che sogni, allora prendila come una storia bella che la vita ti sta dando, niente di più.
Questa consapevolezza potrebbe farti anche più forte nei suoi confronti, più forte in vista di quell'inevitabile momento in cui entrambi dovrete fare i conti con la fine del vostro amore.
Perchè tutte, proprio tutte, le storie finiscono. Magari per ricominciare differenti, magari per vivere un nuovo ciclo di vita.
Una cosa: ti prego, non parliamo di Perpetue!
... anch'io a suo tempo ci pensai, ma sono pensieri a cui ci si aggrappa momentaneamente, non danno senso ad un'esistenza.
Innanzi tutto metti un punto fermo dentro te, chiediti chi sei e cosa fai nella vita per la tua vita.
Metti sul piatto della bilancia la tua esistenza, valuta il tuo lavoro e le cose che ami al di là di lui.
Trovati e ti ritroverai migliore e più forte.
Anche per lui.
Scusami se mi permetto di dirti queste cose, ma per esperienza personale essere nel mondo con altre aspettative aiuta molto a non mettere esclusivamente l'oggetto del proprio amore al centro dei pensieri.
E comunque, nessun amore è impossibile. Bisogna saperci fare ed esserci passati imparando ogni volta qualche cosa.
Stay human
Mossy
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Re: nuova vittima

Messaggiodi signorafantasia » 28 apr 2011, 21:46

Ciao Fragolina,
ho letto attentamente il breve resoconto che hai fatto,e senza voler sminuire tutto il resto, vorrei focalizzare l’attenzione sul titolo con cui hai esordito. “Vittima”. Giustamente ti senti intrappolata in questa specie di gabbia dorata, che ti fa vivere sentimenti intensi e forse mai provati,ti fa sentire speciale,unica,importante. Sai, ci siamo passate tutte. E ognuna di noi,almeno una volta, ha pensato: “non è vero,per me è diverso, lui è diverso.”. E ci sta anche,per carità. Ogni storia è a sé, ogni persona un suo modo di vivere e percepire i sentimenti e le relazioni. Però in queste particolari “circostanze”, chiamiamole così, c’è un filo rosso che lega le storie di tutte, molti aspetti che accomunano le vicende che ognuna di noi ha vissuto personalmente. E io credo che tu lo sappia già,altrimenti non ti saresti rivolta a noi su questo blog. Perciò,essendoci passata,e sentendomi tirata in causa dal tuo appello, mi permetto di fare delle considerazioni. Il tuo “lui” sente che a 48 anni la sua vita è finita,che non può cambiare… questa è una scusa gigantesca,un alibi perfetto,che tutti noi tiriamo fuori quando non vogliamo affrontare la realtà e la responsabilità che abbiamo nei confronti di noi stessi,le possibilità che la vita ci mette davanti. E non c’entra nulla con il fatto di essere prete. E’ come dire: “sono fatto così” o “è il mio carattere.” Nel momento stesso in cui fai un’affermazione del genere,ti privi della possibilità di metterti in discussione,e cambiare. Costruire un modo di pensare,un’alternativa,un modo di vivere e vedere le cose che sia differente. E chi può dire quale sia quello giusto? In secondo luogo, mi ha colpito la netta contrapposizione e le forti contraddizioni alla base della vostra relazione. Quando siete insieme è tutto meraviglioso,ti sembra di poter fare qualsiasi cosa,di spostare le montagne…quando torni a casa l’incantesimo si spezza,e torni alla realtà del tuo vivere quotidiano. Anzitutto, vorrei farti riflettere sulla possibilità che lui non percepisca la relazione allo stesso modo in cui la vivi tu. Per te è una cosa tutto sommato “normale”, per lui una “trasgressione peccaminosa”,di cui vergognarsi e da nascondere a tutti i costi. Una sorta di depravazione orribile, uno scheletro da occultare per bene dentro l’armadio. E già questo la dice lunga. Le aspettative rispetto al rapporto non coincidono. Tu vuoi la storia d’amore, per lui, probabilmente è ,più o meno consapevolmente,un modo di colmare un vuoto grande,causato dalla repressione totale della sua sfera emotiva,affettiva e sessuale. Con questo non voglio sminuire i sentimenti che prova nei tuoi confronti, solo metterti di fronte all’eventualità concreta che tutto ciò che speri, desideri e auspichi per voi non si realizzerà mai,probabilmente. L’idea di una vita a due, insieme. E non a causa di una legge del diritto canonico, giusta o sbagliata che sia,ma per una precisa volontà,da parte sua, a non rinunciare ai privilegi di cui gode dalla sua posizione. Pensaci: chi tra voi sta sacrificando di più? Non mi pare che lui stia rinunciando a nulla, continua a fare tutto ciò che vuole e deve senza mancare in niente. Tu, invece,a cosa stai rinunciando? Pensi davvero che quello di cui ti privi oggi potrà recarti dei benefici domani? Le passeggiate nel bosco mano per la mano saranno sempre lontane da occhi indiscreti, i baci rubati, gli incontri amorosi fugaci e assolutamente clandestini. Sappi che niente cambierà. Tirerà in ballo sempre la Chiesa che l’ha così tanto amato e nutrito, che è tutta la sua vita, e alla quale deve tutto ciò che è. E di fatto, è così. Non riuscirà a pensare al di fuori di quella logica,e non perché sia una condizione ineluttabile,ma perché è troppo abituato,è quanto lui stesso afferma. Io credo,con grande presunzione, che tu ne sia consapevole,in fondo, e se stai così male è proprio perché ti rendi conto che vorresti altro. L’idea della perpetua, sarebbe il frutto della disperazione, non di una scelta consapevole,né un gesto d’amore.. Non può esserlo, dal momento che rientra in una logica assurda. Questo non è amore. L’amore presuppone parità,ed equilibrio. E’ uno scambio reciproco. L’ho ripetuto fino alla nausea su questo spazio,e non sono ancora stanca di dirlo. Saresti ancora tu a sacrificarti, a cancellare i tuoi bisogni, i tuoi sentimenti, le tue aspettative, le tue emozioni, a rinunciare alla tua vita, per cosa poi? per continuare a vivere nell’ombra,dietro le quinte, come clandestina,“vittima”,per l’appunto, quando potresti essere la protagonista della tua storia d’amore, ed essere felice,lo devi a te stessa.
Non ti sto dicendo di dimenticarlo, ma di concentrarti su un pensiero soltanto. Così tu sei felice? E’ davvero quello che vuoi per te? Davvero vuoi questo per te e la tua vita? Sei disposta a essere “vittima” ancora per molto tempo,probabilmente per sempre? Se la risposta a tutti questi interrogativi è si, non hai bisogno di sentirti dire altro,anzi, lascia stare tutti questi discorsi e continua per la tua strada. Se la risposta invece è no, come spero, sappi che non sei sola,e che si può ricominciare. Concordo con Mossy,nessun amore è impossibile. E per fortuna,esiste un’alternativa,e un altro modo di vivere. E di amare. Molto più appagante,e sano. Hai solo 37 anni, e tante possibilità davanti a te. A te l’ardua sentenza.
Un abbraccio,
Ange
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Re: nuova vittima

Messaggiodi fragolinaa » 29 apr 2011, 11:18

vi ringrazio molto per le vostre risposte , vi ho letto molto attentamente e sto meditanto parecchio sulle vostre parole, che da un lato condivido pienamente ma da un altro lato quello che mi lascia il dubbio è che quest'uomo davvero dove andrebbe a finire ? arrivato alla soglia dei 50 anni secondo voi riuscirebbe a trovare lavoro? lui in pasato è stato un barman , secondo voi questo mestiere a 50 anni potrebbe farlo ? glielo consigliereste? magari insieme a me :-) magari!! sarebbe un sogno stupendo..
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Re: nuova vittima

Messaggiodi fragolinaa » 29 apr 2011, 11:32

in due mi avete detto che la sua , quella di cambiare lavoro è solo una " scusa" ma davvero pensate che sia solo una scusa? perche?
è facile trovare lavoro a 50 anni? il mio sogno sarebbe di aprire un bar insieme a lui ma lui mi dice che non se la sente a 50 anni :cry: ...
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Re: nuova vittima

Messaggiodi Stefania » 29 apr 2011, 11:44

Dove andrebbe a finire quest'uomo?
Verso la libertà.
La libertà, purtroppo (o per fortuna), ha un prezzo.
Dipende se il prezzo può considerarsi adeguato al beneficio. Questa è una risposta che solo lui può dare, ammesso che si sia mai posto la domanda.
Francamente, cara Fragolina, il sogno stupendo può facilmente diventare illusione, ed è un rischio che non ti auguro di correre.

Perché dico che è una scusa?
Per esperienza, sia personale, che a seguito di tanti e tanti colloqui con donne e preti.
E a seguito di approfondimenti sul sistema ecclesiastico, sulla (de)formazione dei preti, sulle aspettative che la struttura ha su di loro.
I preti sono esseri speciali, sono gli eletti, sono i ministri sacri. A loro ci si rivolge per qualunque argomento, tanto da farli diventare dei tuttologi. Qualunque esigenza abbiano la gente si fa in quattro per soddisfarla. La sua famiglia, i conoscenti, i parrocchiani lo mantengono su un piedistallo sacro. Loro sono vicini a dio in modo particolare, sono i mediatori della grazia, sono i postulatori della salvezza eterna. Attraverso di loro passano il perdono, l'assoluzione, i sacramenti.
Personalmente non credo a nessuna di queste cose che ho elencato, ma la nostra clericalissima cultura, fondata su una clericalissima religione, mira a sostenere tutto questo, inculcandolo da secoli e secoli.
E questo è l'aspetto diciamo emotivo e psicologico.
Poi c'è l'aspetto economico, che non è da meno.
I preti non hanno problemi economici, non sanno cosa significa non arrivare a fine mese. Hanno una canonica confortevole, un'auto, un computer, il cellulare, ecc.
E questo non è di per sé un male, ci mancherebbe!
Il fatto è che non hanno mai sperimentato le difficoltà quotidiane che le persone "ordinarie" si trovano ad affrontare.

La domanda quindi è la seguente: Perché lasciare tutto questo?
Ti abbraccio
Stefania
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Re: nuova vittima

Messaggiodi fragolinaa » 29 apr 2011, 12:55

Stefania ha scritto:Dove andrebbe a finire quest'uomo?
Verso la libertà.
La libertà, purtroppo (o per fortuna), ha un prezzo.
Dipende se il prezzo può considerarsi adeguato al beneficio. Questa è una risposta che solo lui può dare, ammesso che si sia mai posto la domanda.
Francamente, cara Fragolina, il sogno stupendo può facilmente diventare illusione, ed è un rischio che non ti auguro di correre.

Perché dico che è una scusa?
Per esperienza, sia personale, che a seguito di tanti e tanti colloqui con donne e preti.
E a seguito di approfondimenti sul sistema ecclesiastico, sulla (de)formazione dei preti, sulle aspettative che la struttura ha su di loro.
I preti sono esseri speciali, sono gli eletti, sono i ministri sacri. A loro ci si rivolge per qualunque argomento, tanto da farli diventare dei tuttologi. Qualunque esigenza abbiano la gente si fa in quattro per soddisfarla. La sua famiglia, i conoscenti, i parrocchiani lo mantengono su un piedistallo sacro. Loro sono vicini a dio in modo particolare, sono i mediatori della grazia, sono i postulatori della salvezza eterna. Attraverso di loro passano il perdono, l'assoluzione, i sacramenti.
Personalmente non credo a nessuna di queste cose che ho elencato, ma la nostra clericalissima cultura, fondata su una clericalissima religione, mira a sostenere tutto questo, inculcandolo da secoli e secoli.
E questo è l'aspetto diciamo emotivo e psicologico.
Poi c'è l'aspetto economico, che non è da meno.
I preti non hanno problemi economici, non sanno cosa significa non arrivare a fine mese. Hanno una canonica confortevole, un'auto, un computer, il cellulare, ecc.
E questo non è di per sé un male, ci mancherebbe!
Il fatto è che non hanno mai sperimentato le difficoltà quotidiane che le persone "ordinarie" si trovano ad affrontare.

La domanda quindi è la seguente: Perché lasciare tutto questo?
Ti abbraccio
Stefania


é tutto vero purtroppo chiglielo fa fare , purtroppo però il problema è reale è vero che abbandonando le vesti riavrebbe la sua libertà , ma ritrovare la propria libertà senza però avere uno stipendio , ecc. come si fa ad andare avanti?
i colloqui che hai avuto con donne e preti cosa dicevano? hai sentito di storie come queste? tipo preti che abbandonano le vesti a 50 anni e ricominciano da capo con un nuovo lavoro? cerco testimonianze
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Re: nuova vittima

Messaggiodi signorafantasia » 29 apr 2011, 14:05

Cara fragolina,se dai un'occhiata sul blog di testimonianze puoi trovarne diverse.
Quello che dice Stefania è l'amara verità. I privilegi di cui godono pesano in modo enorme sulle scelte che fanno, ed è raro,anzi, rarissimo, trovare qualcuno che abbia rinunciato a tutto questo per vivere da "persona comune". Per carità,esistono,ma si tratta sempre comunque di persone che di base hanno una certa libertà interiore, e che non temono di correre il rischio di trovarsi di fronte a una realtà sconosciuta, di cambiare totalmente visione. Sono aperti alle novità,e alla vita; e perdonami,ma non mi pare che, purtroppo, sia questo il caso del tuo prete. Anzi, da quel poco che hai raccontato, mi sembra che si trovi su tutt'altro pianeta. Non voglio scoraggiarti, ma non voglio neanche che tu ti illuda. Il rischio è enorme,come ha sottolineato Stefania. Alla fine, pensaci bene: niente tasse, niente responsabilità, niente obblighi, il rispetto esclusivo e il plauso a priori,per il solo fatto di indossare un abito(cosa che,per quanto mi riguarda,non solo è ipocrita,ma blasfema) da parte della gente, una carriera sicura e una certa stabilità economica. Tutto questo in cambio di obbedienza assoluta alla Chiesa. Un prezzo che in fin dei conti,molti(troppi)sono disposti a pagare. La libertà non è qualcosa che ti cade addosso come la pioggia. Non basta togliersi un abito per averla. Vorrei che riflettessi anche su questo. Il bar, un altro lavoro...sono cose che dovresti chiedere a lui. Una cosa è certa. Si tratta di scegliere,e una scelta esclude necessariamente un'altra. Di possibilità ce ne stanno un migliaio. Ma la domanda è: lui è disposto ad accoglierle e a rinunciare a tutto il resto per voi?
Un abbraccio,
Ange
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