Carissime
mi sembra che ci sia nelle vostre parole una sfumatura un pò eccessiva di livore nei confronti dei singoli preti, che, di fatto, sono uomini come tutti gli altri, anche loro LIBERI di scegliere ciò che vogliono fare della loro vita, anche a costo di sacrificare una non ben identificata libertà di uscire dalla Casta della Chiesa, ipocrita e beghina.
Cosa vi fa pensare che non si rendano lucidamente conto di ciò, di tutto il marcio, di tutto il male che ricevono da questa assurda "madre" che consente loro, quando va bene, di avere uno stipendio di meno di 1.000 euro? E in cambio gli dà solo pettegolezzi, veti, cattiverie? Che non si rendano lucidamente conto di avere un'affettività perduta, che gli si rivolta dentro, e di avere una dannazione perenne tra le gambe? Che non si rendano lucidamente conto dell'ipocrisia asfissiante dei cosiddetti "parrocchiani" sempre pronti a criticare un pelo sulla giacca e a sommergerli di inutili facezie?
Capisco che molti corrispondano alla vostra descrizione, so benissimo la (dis)educazione soprattutto sentimentale che hanno nei seminari, e non voglio assolutamente spezzare una lancia nei confronti di queste persone che soffrendo fanno tanto soffrire.
Ma vi inviterei tutte a RESTARE UMANE, a non pensare sempre e solo in termini di rancore sopito.
E loro sono uomini, solo uomini. Che non sempre si sentono chissà che perchè sono preti, anzi.
Magari hanno qualcosa per cui vivere ... a cui non potrebbero rinunciare. Magari sono davvero dei preti, con una solida vocazione, con un'intelligenza e una coscienza vive, che non gli impedisce di rendersi conto dei difetti della loro situazione e che soprattutto non gli impedisce di sentire desiderio per una donna, per una famiglia, per un amore normale.
Avete mai conosciuto un prete ortodosso con famiglia o anglicano con moglie e figli?
Capisco che siamo nell'era del lavoro forzato, in cui se oggi faccio l'ingegnere può darsi che domani sono dietro lo sportello di una banca e fra tre mesi speculo in borsa vendendo prodotti per parrucchiere, ma rendiamoci conto che esiste anche CHI CI CREDE e SA fare il prete. Perchè subito dire che non amano abbastanza, che sono ipocriti, nel momento in cui riflettono sul loro essere e magari decidono che non possono fare a meno di fare quello che fanno? Perchè a volte è anche soltanto quello che sanno fare, e che sanno magari fare meglio?
Non prendiamoci in giro, ragazze care. E' l'umanità che dobbiamo difendere, non l'astio nei confronti di qualche migliaia di stronzi che certamente esistono.
Riassumo brevemente per chi non mi conosce, visto che vengono richieste "testimonianze" dalla nostra fragolina, scusandomi per la "crudezza" del mio linguaggio.
Sono profondamente anticlericale, se per chiesa intendiamo la chiesa cattolica guidata dalla casta politica che ci sta dentro oggi.
Sono una pessima cristiana, ma sono cristiana, e in quanto tale fedele, fedele alla Parola, alla liturgia. Nel senso che ho bisogno della Messa e dei sacramenti.
Ho ovviamente avuto una storia con un prete, che a fasi alterne ho ancora (sempre lo stesso).
Lavoro per varie istituzioni religiose, quindi i miei capi e referenti sono quasi sempre consacrati, e ho avuto modo di conoscere molto bene l'ambiente, ma anche l'umanità che ci stava dentro. Si, perchè non ha senso lavorare e vivere con persone senza cercare di coglierne l'essenza. Non per questo li difendo, sia chiaro!
Dopo una militanza in Parrocchia per fini umanitari me ne sono andata disgustata dalla gente, oltre che dal clero corrotto.
Il prete con cui ho avuto e ho una relazione, lunga, è un uomo imperfetto che mi ha fatto enormemente soffrire.
Leggo tante mie domande e desideri dettati dal BISOGNO di essere con lui nelle testimonianze su questo blog, di altre donne e di fragolina.
Sono stata molto aiutata dal confronto con voi e soprattutto da Stefania, che ha sempre saputo dirmi la parola giusta al momento giusto. E ha saputo rimanere in silenzio quando ho avuto bisogno di silenzio, di fare una sospensione del giudizio, per guarire da questo male del vivere che è un amore irrisolto.
La soluzione è venuta da sè, dal trovare delle risposte dentro di me, dentro la mia essenza, non dettate dal bisogno dell'uomo che desideravo a tutti i costi.
Ho guardato a me, alla mia umanità, alla mia ricerca di CIO' CHE DA' UN SENSO AL MIO VIVERE. E tutto improvvisamente ha cambiato prospettiva, ho dovuto usare un cannocchiale per vedere il mio amato e non più una lente di ingrandimento.
Ho trovato semplicemente che quella che ci separava era la DISTANZA GIUSTA. Tutto qui.
Da allora tutto scorre più serenamente, ognuno fa la sua vita con libertà, con libertà decidiamo di vederci o di non vederci proprio. Senza drammi, facendo ognuno le proprie scelte.
Credo di essere stata molto fortunata.
Oggi ho molti amici preti e frati, e spesso mi ritrovo a parlare con loro di questi problemi.
E vi assicuro che c'è tutto un mondo sommerso di dolore, di consapevolezza, di persone per bene che credono in quello che fanno, ed estremamente critiche nei confronti della matrigna Chiesa.
Gente che cerca il dialogo, con altre religioni e senza fare distinzione di genere.
Certa che mi manderete a questo punto a quel paese, snocciolerò un'ultimo consiglio a Fragolina: non sentirti vittima, viviti la tua storia mantenendo la giusta distanza dai sogni prematuri (bar, perpetue ...). E per essere così disillusa, c'è un modo solo: guardati dentro, e chiediti cosa vuoi innanzitutto da te stessa, oggi, adesso.
e soprattutto, RESTA UMANA, RESTIAMO UMANE, perchè è solo la nostra umanità che ci può salvare, adesso.
Mossy