domande agli uomini di questo blog

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: domande agli uomini di questo blog

Messaggiodi Cuoremo » 15 dic 2012, 13:08

Bravo ! Ecco la soluzione . Ripartire dal Vangelo ! Non dalle intenzioni intorno ad esso inventate su misura dall uomo . La chiesa che veramente Gesù ha lasciato a noi . Vera sincera e soprattutto di tutti e per tutti ! Non è forse vero che prezzo' il pane e lo diede a tutti propio tutti anche a chi lo ha tradito ! ! ! Non è forse vero che ha sempre lasciato libero l uomo di scegliere . . . Bene si ricominciasse da li a ricostruire la sua e nostra chiesa . . . Cambierebbe il mondo
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Re: domande agli uomini di questo blog

Messaggiodi ornella » 15 dic 2012, 14:11

Cari tutti/e
partendo dalla figura del leader: credo che nessuno potrà contestare la figura di leader di Gesù :-).
Lui che cosa fece? Si impose d'autorità in qualche modo, a meno che l'insistenza non fosse finalizzata all'approfondimento del suo insegnamento? No. Mai. Al contrario inviò i discepoli con poche scarne istruzioni e li inviò da laici, senza costruire alcunché di fisso e stabile.
Non per questo condanno il costituirsi si una struttura, per l' espandersi del messaggio,stiamo attenti a non buttar eil bambino con l'acqua sporca quindi! Se oggi la struttura è obsoleta ed elefantiaca e non in grado di rispondere adeguatamente al tempo che cambia (ne fa fede la crisi delle vocazioni e la crisi della frequenza alla Messa), nessuno che sia cattolico può non assumersene in solido la responsabilità o limitarsi alla critica senza far nulla.
Rimane il fatto che Gesù disse ai discepoli che avrebbe inviato lo Spirito e che avrebbero fatto cose più grandi. Questo è un leader! Uno che aiuta a crescere e che sprona la comunità che serve ad essere autonoma, con al centro il Perdono, la Parola e il Pane. Il segreto di una leadership spirituale sta nella gratuità, perché è un servizio che si offre, non il possesso di alcunché.
Questi non sono sogni, qualche prete celibe così lo ho conosciuto, ed anche qualcuno che successivamente si è sposato. Sono accadimenti che possono quindi avvenire se anche noi ci diamo una mossa nel senso di non aspettare in eterno che altri/e partano chissà quali lidi esotici, ma portandone la testimonianza incarnata in prima persona.
Cuoremo, come ben dici basterebbe... il Vangelo. Vero. Una volta constatatolo, chiediamoci quali testimoni del Vangelo siamo, come vorremmo essere, e poniamoci la domanda che ha posto nostro fratello Martini recentemente mancatoci: "cosa possiamo fare noi per la chiesa?"
Solo uscendo dal nostro "particolare" e facendo tesoro delle sofferenze patite, al mondo ce n'è per tutti/e, e allargando lo sguardo , credo che riusciremo a trovare qualche risposta, sia pure parziale e non esaustiva (la verità è ricerca e nessuno può considerarsi "arrivato")
in grado di migliorare la nostra vita, la nostra percezione di comunità e spero soprattutto la qualità della nostra spiritualità che per nessuno è disincarnata, ma fortemente incarnata nella realtà della vita di chi ci circonda, oltre che nella nostra esperienza individuale.
Non c'è nessuna Santa Lucia che possa fare "il miracolo" :-), siamo noi in prima persona chiamati/e ad essere testimoni come popolo di Dio forte del mandato comune di Gesù ai discepoli e alle discepole, alzando la testa e anche la voce in nome del vangelo, quando serve. Con un minimo di preparazione e di approfondimento, ovviamente.
Ma senza paura!
Un abbraccio a tutti/e
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Re: domande agli uomini di questo blog

Messaggiodi Cuoremo » 16 dic 2012, 10:25

Cosa possiamo fare noi per la nostra chiesa ? Beh io non me la sento di giudicare l operato altrui all' interno della propia comunità e la sua spiritualità . Perché prima di parlare bisogna conoscere in modo approfondito la vita altrui le sue esperienze e le sue motivazioni . Dio ci chiama a essere suoi testimoni in modi diversi e con tempi diversi . . . Detto ciò e per come la penso io . . . .la chiesa istituzione la può cambiare solo chi sta tra le sue mura ! Ma menti illuminate e pronte al cambiamento ne vedo gran poche ! ! Quello che io posso fare è mettermi al servizio della mia comunità e prendermi carico dell altro sulla base della mia coscienza e del mio vissuto e cercare di migliorarmi sempre . Non aspetto nessuno che cambi al mio posto le cose ! Ma non posso imporre cambiamenti alzando la testa o la voce . Gesù non ha mai imposto nulla a nessuno sono stati gli altri a scegliere di seguirlo ! Quindi quello che posso fare per la mia chiesa lo sto già facendo nel mio piccolo e senza ledere la libertà altrui . Sta a ognuno di noi scegliere cosa fare e la risposta sta in noi .
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Re: domande agli uomini di questo blog

Messaggiodi ornella » 17 dic 2012, 12:39

Cara Cuoremo,
non vorrei che tu avessi frainteso il senso di quanto mi è "scappato di tastiera" scrivendo. Io non giudico l'operato di nessuno/a, dentro o fuori le mura di una parrocchia o di qualsivoglia altra comunità. Il messaggio era una considerazione sul "particolare" di questo forum. Ovvero, mi pare che se si tratta di parlare di sentimenti, noi siamo le prime a non avere remore, se si tratta di parlare di come risolvere il problema, siamo le prime a sentirci in qualche modo impotenti.
E allora io credo che serva davvero "alzare la voce" come gruppo e portare all'esterno che non è il "nemico" ma è spesso ignorante non per sua colpa, quanto avviene. Ci si prova poco, troppo poco... . Col risultato che qualche volta ne discutono tra di loro i preti nei presbiterii ... sempre senza noi donne.
Per quanto mi concerne, finché lo ho ritenuto fattibile e per il mio attuale scarso tempo e perché riconosco che è faticoso, mi sono confrontata individualmente fuori dalla rete. Posso dirti che le risposte sono state le più varie, che bisogna essere disposte a "incassare" anche i frutti di una cecità che non ha nessuna voglia di essere "disturibata", ma con un po' di saldezza e di abitudine ce la si può fare. Senza ovviamente farne un caso personale.
Per quello che io ho visto, a parte i "no" preconcetti e spesso increduli (si accantona sempre quello che non vogliamo sentire), tutti per una voce sola mi hanno detto che nulla si muoverà perché "non è possibile, non siamo attrezzati culturalmente, non sta a noi...". Capisco perfettamente ch un singolo può poco, ma gruppi coesi come in Austria e in Svizzera stanno facendo pressione, e per la pastorale e per l'obbligo celibatario. Il caso austriaco è portato avanti da presbiteri, quello svizzero da laici e presbiteri insieme. Entrambi si rivolgono alle loro Conferenze Episcopali.
La domanda è: In Italia cosa manca? O cosa c'è di troppo? Io rispondo il Vaticano in casa. Ma non è una giustificazione bastante a non unirsi e fare gruppo di pressione, allargando lo sguardo concordando i punti da porre in evidenza. Delegare sempre a un futuro incerto e lontano, mentre altrove almeno ci si prova e ci si mette la faccia, beh... .
Lascio i "puntini di sospensione".
Per quanto mi concerne, finché ho servito, ho fatto di tutto sempre mantenendo uno sguardo libero e, se occorreva, critico. In rete ho fatto altro perché richiesta. Oggi non posso più, e perché da anni non frequento nessuna parrocchia e celebrazione eucaristica, nella fattispecie da quando si è fatto tutto quel can can che non ho condiviso sul referendum per la legge 40 sulla PMA, e ritengo poco chiaro, poco trasparente, protestare stando "fuori". Troppo comodo ed anche ingrato. Ma chi è all'interno dell'istituzione e ha la capacità e le motivazioni per farlo, beh, non nasconda la fiaccola sotto il moggio. O delegheremo sempre a terzi e spereremo nel miracolo.
Si fanno molti convegni, anche con la partecipazione di persone molto qualificate, ma quando si tratta di tirare le fila delle questioni mi pare che si sia distanti da trovare, tra le varie associazioni e movimenti ecclesiali che vi partecipano, dei veri punti da mettere in un'agenda comune. Spero di sbagliarmi.
Scusami comunque, non era mia intenzione farne un caso personale, e scusatemi tutti/e se sono stata lunga e sono andata fuori tema.
Colgo l'occasione per augurare a tutti/e un sereno Natale, crisi economica permettendo.
Un abbraccio affettuoso
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Re: domande agli uomini di questo blog

Messaggiodi zanonGiuseppe » 18 dic 2012, 17:39

Daniela, ma quante domande a questi poveri uomini!
Ci vorrebbe un trattato per risponderti, ci vorrebbe il commento all' 'Ars amandi' di?,
bisognerebbe sentire Catullo che neanche lui riusciva a capire come potesse amare una donna che dentro detestava.
Mi limito a domande specifiche, quelle che una donna farebbe al prete di cui è innamorata.
Ma come fa un prete, proprio lui...a comportarsi così?
Partiamo dalla premessa che la prima vittima del celibato obbligatorio è proprio lui, quando
il celibato non è carisma, non è convinzione, è imposizione. E allora lui trascina con sè altre vittime, quasi contro voglia, che in condizioni normali non farebbe. Vorrebbe amare ed avere una relazione perchè ne sente il bisogno come tutti, ma poi la sua missione, le sue promesse, soprattutto le sue paure di perdere il posto e la reputazione, lo obbligano a finzioni, a sotterfugi
e a meschinità, a comportamentei irrazionali ed incompresibili. Anche lui capisce che si comporta male,. ma non può dirlo, anche lui, parzialmente almeno, sa che fa soffrire l'altra persona, ma non sa fare altrimenti e si trascina nel compromesso.
Le mille domande che voi donne fate quando siete legate ad un prete,non hanno senso in un contesto normale, nella vita di tutti i giorni: è logico che lì c'è una persona che agisce da irresponsabile, che sarebbe da prendere a schiaffi. Ma lì c'è un uomo vittima di una situazione e a sua volta carnefice, quasi senza cuore.
Daniela quanto ti dico non è frutto di letture ma è la mia esperienza, di quando negli anni '60 sono arrivato in Sicilia, molto incerto sulla mia vocazione sacerdotale e religiosa, molto convinto che la mia vita non poteva essere senza una donna. Che fare? Ho vissuto di compro-messi e di meschinità, ho avuto più relazioni anche contemporaneamente finchè con coraggio
e sincerità verso me stesso, ho deciso di lasciare il sacerdozio e l'Ordine religioso, a qualun-que costo, perchè senza arte nè parte, nè titoli di studio, nè casa, nè lavoro.....
Le domande che tu fai, più o meno intensamente, le ho sentite tutte, solo ora sono in grado
di rispondervi perchè sono libero, perchè mi sono liberato da un peso non voluto. Ciao...
Giuseppe
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Re: domande agli uomini di questo blog

Messaggiodi Marta » 18 dic 2012, 17:55

Beh, poveri uomini non lo direi, sinceramente...
Lo dico nella mia pressochè totale ignoranza sul celibato si e celibato no, ma da donna innamorata di un prete.
Al di là dei Titoli, certi comportamenti non sono proprio classificabili, tanto più da parte di chi dice di di seguire le orme di Cristo.
Marta
 
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Re: domande agli uomini di questo blog

Messaggiodi zanonGiuseppe » 20 dic 2012, 19:44

Marta, prova a rileggere attentamente le parole del mio ultimo intervento! Non facciamo grandi domande, stiamo ai fatti, i preti, in certe condizioni, costretti e condannati agiscono come non è normale nel loro stato. Ma 'Il coraggio uno non può se lo può dare' diceva don Abbondio e '..nell'oscurità ognun vuol godere' diceva una canzone. Il resto sono ragionamenti che lasciano il tempo che trovano.
Giuseppe Zanon
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