In dialogo con Antonella

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: In dialogo con Antonella

Messaggiodi antonella carisio » 14 mar 2010, 20:47

Scusa, forse non mi sono spiegata bene. Intendevo dire che le donne unite possono fare molto, in tutti i sensi. Parlavo di condivisione, unione, fraternità tra donne che hanno vissuto, vivono le stesse esperienze, le stesse emozioni, spesso le stesse delusioni. Volevo dire che non dobbiamo affrontare tutto da sole perchè da sole è difficile, quasi impossibile uscirne "in piedi", da sole possiamo fare poco ma se siamo unite allora possiamo fare tutto ciò che vogliamo, che si tratti di vivere una storia d'amore clandestina, che si tratti di combattere contro le istituzioni o che si tratti di guarire le nostre ferite. Comunque grazie per il tuo apporto al nostro dialogo, come ringrazio anticipatamente chiunque vorrà esprimere la sua opinione, il suo pensiero o condividere la sua esperienza.
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Re: In dialogo con Antonella

Messaggiodi Stefania » 26 mar 2010, 19:54

Infatti, Antonella, e stiamo insieme cercando di far giungere in porto alcune iniziative. Incrociamo le dita...
Per rispondere al tuo scritto, non credo che tu sia stata ingenua. Quando una persona non sa che cosa ha di fronte realmente, la affronta con i mezzi che conosce, tutto qui.
Come potevi immaginare che i desideri di Edecir fossero in realtà filtrati da una cortina istituzionale di regole prima ancora che dall'attrazione che, in modo così spontaneo, provavate l'uno per l'altra?
Come potevi immaginare che sarebbe diventata invece la tua tortura? Anzi la vosta ...
Ma una storia d'amore non può e non deve essere così, perbacco! Al di là delle ragioni, giuste, ingiuste, interne, esterne e chi più ne ha più ne metta, una cosa è certa, la dedizione, il desiderio, la disponibilità ad aprirsi all'altro e alla progettualità di coppia, devono necessariamente essere vicendevoli, altrimenti è una storia in perdita. Comunque.
Certo, di fronte a mille dietro-front è difficile guardare in faccia la realtà ed imporsi uno stop... Forse, Anto, se lui non fosse andato così lontano, ancora saresti convinta che prima o poi la cosa avrebbe avuto un lieto fine... e avresti continuato a portare avanti un'illusione.
O no?
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Re: In dialogo con Antonella

Messaggiodi antonella carisio » 31 mar 2010, 23:37

Ho amato Edecir con tutta me stessa, mi sono donata a lui senza riserve, senza limiti, l'ho amato sempre, in ogni momento, ho amato tutto di lui, anche i suoi difetti... Pensa che ho capito di amarlo quando ho scoperto che non mi dava fastidio sentirlo russare, ti sembrerà una cosa stupida ma per me è stato il momento della rivelazione, perchè quello che provavo per lui era così forte da farmi accettare una cosa fastidiosa come il ruore della sua russata. Comunque l'ho amato tanto, forse troppo e, per certi versi, lo amo ancora. Non si può cancellare un amore così, con il tempo l'amore si può trasformare in affetto, tenerezza, ma non può scomparire del tutto... Tante volte mi sono chiesta se le cose sarebbero potute andare diversamente, tante volte mi sono detta poteva essere... o poteva succedere... Tante volte mi sono detta potevi comportarti diversamente, potevi fare... potevi dire... Forse, se non fosse tornato in Brasile, starei ancora ad aspettare. Forse la nostra storia sarebbe continuata, anche se non so come. Forse vivrei, come dici tu, ancora con l'illusione di poter coronare il mio sogno d'amore. Non lo so... So che se non avessi deciso io di troncare, anche se poi me ne sono pentita più volte, lui non avrebbe avuto il coraggio di farlo anche se, nella realtà, mi ha lasciata il momento stesso in cui ha deciso di prendere quell'aereo. Eppure non ha mai avuto il coraggio di guardarmi negli occhi e di dirmi che non mi amava, che non voleva più stare con me; per telefono si me lo ha detto, ma quando ci siamo visti... è sempre crollato. Anche l'ultima volta, durante il nostro ultimo incontro mi ha detto di amarmi, di non poter vivere senza di me, mi ha chiesto di continuare a sentirci, a scriverci ma... dovevamo usare nomi falsi, scriverci in codice... continuare a nasconderci, a fingere, a mentire... Amarmi era un peccato, mentire no. Ma la cosa più stupida è stato il fatto che io abbia accettato!!! Io che ho sempre odiato le bugie ed i bugiardi, che ho sempre odiato i sotterfugi, le menzogne, le falsità, che ho sempre combattuto per ciò che ritenevo giusto, che non mi sono mai arresa, proprio io ho accettato le sue condizioni. In quel periodo mi ero completamente annullata, vivevo solo per lui... Anche quando l'ho lasciato dicendogli che non potevo accettare che il mio amore venisse sminuito così, che avevo bisogno di un uomo vicino a me e non di un fantoccio, che volevo di più di qualche sms o di qualche mail per di più in codice, anche quando stavo per recuperare la mia sanità mentale, anche allora ci sono ricaduta... Ho creduto di aver sbagliato, ho pensato di avergli chiesto troppo e sono tornata sui miei passi. Ci sono voluti mesi perchè mi rendessi conto della mia stupidità. A volte penso di aver vissuto solo un'illusione, penso di non aver amato il vero Edecir ma l'idea che io avevo di lui. Forse ha ragione il mo amico Alberto quando mi dice che io confondo le sensazioni, le emozioni che ho vissuto con Edecir con Edecir stesso. E' difficile investire tanto in una persona, in una storia e capire che hai sbagliato, accorgerti che l'altra persona non è proprio quella che credevi, che sei la sola a voler portare avanti un qualche tipo di rapporto... E' passato più di un anno dall'ultima volta che ci siamo sentiti, anzi che l'ho chiamato ed ho provato a parlargli, è passato un anno e mezzo dal nostro ultimo incontro, dal nostro ultimo bacio e solo ora inizio a vedere un pò di luce, inizio a soffrire un pò di meno, solo ora inizio ad accettare la realtà...
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Re: In dialogo con Antonella

Messaggiodi Stefania » 19 apr 2010, 20:20

Non so scendere così a fondo nella tua storia; non so se tu abbia amato lui o l'idea che hai di lui... Un po' cervellotico per me.
Quel che mi sembra evidente, e che mi turba, è l'andirivieni di pensieri e sensazioni che manifesti nel tuo messaggio. Della serie: "forse era un bene, forse era un male", "se fosse stato così io avrei fatto colà, o forse no", ecc.
E' tipico di queste situazioni. Dato che si ricevono ben poche risposte, allora ce le diamo da sole e cominciamo a leggere tra le righe, tra le parole, scervellandoci nel tentativo di cercare quella sfumatura che sicuramente ci chiarirà ogni cosa ...
Beh, non è così. Di solito non lo è.
Risposte non ce ne sono, anche se poniamo migliaia di domande.
Anzi, per meglio dire, di risposta ce n'è un sola: "Non posso".
A volte alternata a ripensamenti di vario tipo. E spesso siamo in balia.
Ecco, la soluzione è smettere di essere "come canna al vento", essere determinate anche nell'amore verso noi stesse, perché l'amore, che piaccia o no, si fa in due.
E se uno dei due non vuole, non sa, non può, non riesce, non ha il coraggio, ecc ... perseverare è catastrofico e, tra l'altro, assolutamente inutile.
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Re: In dialogo con Antonella

Messaggiodi antonella carisio » 26 mag 2010, 23:37

Ciao. Innanzi tutto scusa il ritardo nel risponderti, ci sono stati degli imprevisti...
E' vero, è importante avere delle risposte, delle certezze anche piccole ma certezze. Vivere costantemente nell'indecisione, nell'incertezza è logorante, snervante... E quando le risposte non vengono ne sentiamo ancora di più la necessità, le cerchiamo, ce le creiamo ed entriamo in un circolo vizioso che non porta da nessuna parte. Cominciamo a fantasticare sulle parole, sui silenzi, sugli sguardi e costruiamo dei castelli in aria che restano quello che sono e che non ci danno nulla proprio perchè sono solo castelli in aria. Anche adesso, a volte, quando succede una qualunque cosa che mi riporta alla mente Edecir, anche adesso, dicevo, mi ritrovo a ricordare alcuni episodi della nostra storia e a cercare dei significati nascosti, profondi, significati che in realtà non esistono, non sono mai esistiti. Oggi, ad esempio, sono passata davanti ad un ristorante ed ho visto una coppia seduta ad un tavolo, mangiavano e parlavano cercandosi con gli occhi, con le mani, accarezzandosi, scambiando ogni tanto un piccolo bacio, guardandoli ho ripensato a quando Edecir ed io andavamo a cena fuori, andavamo quasi sempre nello stesso locale, una piccola birreria fuori Torino che avevamo scoperto per caso, ci piaceva perchè era molto intima, la sentivamo "nostra" e ci comportavamo proprio come la coppia che ho visto oggi. Se qualcuno ci avesse visto in quella situazione sicuramente avrebbe pensato che eravamo molto innamorati, affiatati, felici di stare insieme... Ed anch'io lo pensavo, credevo veramente che Edecir fosse l'uomo giusto, quello da amare per tutta la vita. Invece... Ora so che lo credevo solo io, eppure non riesco a dimenticarlo, non riesco a voltare pagina.
Oggi sono un pò delirante, non ci fare caso. E' solo che pensavo di esserne uscita ed invece ci sono ancora dentro sino al collo. Il mio cuore non vuole assolutamente ragionare. Passerà, o almeno lo spero
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Re: In dialogo con Antonella

Messaggiodi antonella carisio » 28 nov 2010, 21:06

Sono passati sei mesi dal mio ultimo intervento. E sono successe alcune cose: la nostra letter a perta al Papa che ha portato a tutta una serie di interviste da parte di giornalisti italiani e stranieri. Conseguenza di una delle mie interviste l'intervista ad Edecir che, contrariamente a quanto avrei immaginato, ha accettato di rispondere ad alcune domande su di noi. Come c'era da aspettarsi ha detto di non avermi mai amata, ha detto di aver sbagliato a lasciarsi coinvolgere in questa storia... Pensavo di esserne fuori ma il leggere la sua intervista mi ha fatto ripiombare in pieno nella storia. Non so perchè ne parlo adesso, forse solo per trovare un pò di conforto, forse solo per sfogarmi con chi può capirmi. Comunque il leggere le sue risposte mi ha fatto male. Lo sapevo, sapevo che non mi amava pechè se mi avesse amata ora sarebbe qui e non in Brasile, ma leggerlo mi ha fatto male. Sono andata in crisi. Ma questa crisi mi ha aiutata, mi ha aiutata a dire finalmente basta. A mettere la parola fine ad una storia che continuava solo nella mia testa. Ci sono voluti alcuni mesi. Mi sono allontanata dal blog, dal gruppo di auto aiuto e da tutto e tutti uelli che potevani ricordarmi Edecir. Ho elaborato ogni cosa e l'ho finalmente superata. Sono pronta a riprendere in mano la mia vita, volevo solo condividere questa decisione con voi. Grazie
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