Il prete e l'amore in questo "Anno Sacerdotale"

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Il prete e l'amore in questo "Anno Sacerdotale"

Messaggiodi Stefania » 18 giu 2009, 11:02

Il papa ribadisce il suo secco "NO" all'abolizione del celibato obbligatorio (nonché all'ordinazione delle donne e dei viri probati). E questa non è affatto una novità, tanto che immagino che nessuno si sorprenderà.
Riflettevo però sul significato - ammesso che ve ne sia uno - di questo Anno Sacerdotale.
Partendo dal presupposto che, stando a Gesù e al Concilio Vaticano II, non esistono più sacerdoti, ma presbiteri, e che tutti i credenti sono sacerdoti, vorrei capire cosa siamo inviatati a celebrare e perché.
Brevissima nota teologica: sacerdote significa "mediatore tra l'uomo e Dio". Dato che Gesù ci ha presentato un Padre al quale possiamo rivolgerci personalmente da Figli (da qui la definizione di credenti come "popolo sacerdotale"), non c'è bisogno più né di mediatori né di tempio.
Credo che l'invito, in realtà, sia a celebrare di nuovo l'arroccamento vaticano dietro una ristretta cerchia di "privilegiati", di eletti, tanto anti-evangelica quanto inutile; si tenta di ristabilire la supremazia del clero che avrebbe nelle sue mani il potere di "legare e di sciogliere".
Rafforzare una casta di uomini -spesso falsamente - "eunuchi" che devono amare tutti senza di fatto amare nessuno. Si avvicinano alla donna con fare sospetto o a volte con entusiasmo, per poi svilirla e assoggettarla ai giochi psicologici e religiosi che loro stessi subiscono.
Se il papa, incaponendosi sul NO, afferma "che la questione, in fondo, e' se crediamo che sia possibile e che abbia senso vivere una vita fondata solo e soltanto su una cosa, Dio'' ciò significa che vivere la vita per Dio significa scordare le relazioni interpersonali? O addirittura viverle "con prudenza" senza coinvolgersi troppo? Questo è impensabile e scorretto.
In questo modo si continuano a costruire chierici incapaci, egoisti, immaturi, obbedienti e spiritualmente (oltre che spesso fisicamente, salvo alcune eccezioni) sterili.
Tra l'altro chi stabilisce che vivere una vita fondata su Dio significhi proprio diventare preti di questa istituzione, in questo modo, con queste maledette regole? E il matrimonio è sempre una scelta di serie B...
Forse una soluzione per questo Anno Sacerdotale potrebbe essere tralasciare le stupidaggini della indulgenza che si otterrebbe in questo anno pregando per i preti - secondo un documento vaticano - e rinnovare il nostro impegno appunto come "Popolo Sacerdotale, in fondo è proprio la nostra festa.

Riporto di seguito il testo del documento, affinché ci faccia riflettere e spero prendere le distanze da queste assurdità
Le modalità per l'ottenimento delle indulgenze sono: A) Ai sacerdoti veramente pentiti, che in qualsiasi giorno devotamente reciteranno almeno le Lodi mattutine o i Vespri davanti al Santissimo Sacramento, esposto alla pubblica adorazione o riposto nel tabernacolo, e, sull'esempio di San Giovanni Maria Vianney, si offriranno con animo pronto e generoso alla celebrazione dei sacramenti, soprattutto della Confessione, viene impartita misericordiosamente in Dio l'Indulgenza plenaria, che potranno anche applicare ai confratelli defunti a modo di suffragio, se, in conformità alle disposizioni vigenti, si accosteranno alla confessione sacramentale e al Convivio eucaristico, e se pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Ai sacerdoti viene inoltre concessa l'Indulgenza parziale anche applicabile ai confratelli defunti, ogni qual volta reciteranno devotamente preghiere debitamente approvate per condurre una vita santa e per adempiere santamente agli uffici a loro affidati. B) A tutti i fedeli veramente pentiti che, in chiesa o in oratorio, assisteranno devotamente al divino Sacrificio della Messa e offriranno, per i sacerdoti della Chiesa, preghiera a Gesù Cristo, Sommo ed Eterno sacerdote, e qualsiasi opera buona compiuta in quel giorno, affinché li santifichi e li plasmi secondo il Suo Cuore, è concessa l'Indulgenza plenaria, purché abbiano espiato i propri peccati con la penitenza sacramentale ed innalzato preghiera secondo l'intenzione del SommoPontefice: nei giorni in cui si apre e si chiude l'Anno Sacerdotale, nel giorno del 150° anniversario del pio transito di San Giovanni Maria Vianney, nel primo giovedì del mese o in qualche altro giorno stabilito dagli ordinari dei luoghi per l'utilità dei fedeli. Agli anziani, ai malati, e a tutti quelli che per legittimi motivi non possano uscire di casa, con l'animo distaccato da qualsiasi peccato e con l'intenzione di adempiere, non appena possibile, le tre solite condizioni, nella propria casa o là dove l'impedimento li trattiene, verrà ugualmente elargita l'Indulgenza plenaria se, nei giorni sopra determinati, reciteranno preghiere per la santificazione dei sacerdoti, e offriranno con fiducia a Dio per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli, le malattie e i disagi della loro vita. E' concessa, infine, l'Indulgenza parziale a tutti i fedeli ogni qual volta reciteranno devotamente cinque Padre Nostro, Ave Maria e Gloria, o altra preghiera appositamente approvata, in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù per ottenere che i sacerdoti si conservino in purezza e santità di vita".
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Re: Il prete e l'amore in questo "Anno Sacerdotale"

Messaggiodi sergiogrande » 18 giu 2009, 16:17

Innanzitutto ringrazio Stefania per questo post in particolare per il pezzo sulle indulgenze. Si tratta di una normativa che non è nuova ma che mi suscita ogni volta che la leggo un vero e proprio conato di vomito. E' una normativa che di evangelico non ha nulla e che certifica in modo incontrovertibile come la Chiesa Cattolica sia la diretta continuazione non di Gesù e della sua predicazione ma dei grandi sacerdoti e del Tempio di Gerusalemme, di coloro cioè che lo crocifissero. Credo sia necessario fare qualcosa contro questo "anno sacerdotale" promosso da BXVI. Bisogna scalzare i potenti dai troni, come dice Maria nel Magnificat, altro che adorarla come una nuova dea dell'olimpo cristiano.
Ciao, per ora mi fermo qui!
Sergio
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Re: Il prete e l'amore in questo "Anno Sacerdotale"

Messaggiodi antonella carisio » 21 giu 2009, 11:18

Grazie Stefi per averci ricordato ancora una volta l'inutilità e la meschinità di questa chiesa che di evangelico non ha ormai più niente. La cosa che mi sconvolge veramente non è tanto la posizione della chiesa e del clero, ormai!, ma il fatto che la gente accetta supinamente e passivamente. Che fare? Buona domenica
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Re: Il prete e l'amore in questo "Anno Sacerdotale"

Messaggiodi mariastella » 21 giu 2009, 18:24

appunto: che fare????
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Re: Il prete e l'amore in questo "Anno Sacerdotale"

Messaggiodi Stefania » 22 giu 2009, 14:03

Posto il fatto che nessuno di noi può fare nulla da solo e che l'unica possibilità che abbiamo è avvicinarci e lavorare insieme, un primo passo già mi sembra in parte fatto: capire che il celibato è uno dei sintomi, non il problema!.
Se accettiamo di guardare al fenomeno con uno sguardo più ampio ci succedono due cose, una bellina e, subito dopo, una bruttina.
1. La bellina: si riduce un minimo la percezione del peso che il celibato ha avuto (ed ha) nella nostra situazione sentimentale ed esistenziale
2. La bruttina: ci si rende conto di quanto invece sia vasto il problema e da cosa realmente derivi. E non è un sollievo, anzi...
L'obiettivo è incontrare le persone che ormai sono stufe di andare in chiesa, quelle che non ne possono più di sentirsi ricattate (e sono la maggioranza, credetemi, ma hanno paura persino a dirlo), TRALASCIANDO ASSOLUTAMENTE tutto il resto dei pii devoti che tanto non hanno speranza di cambiare se non lasciandosi interpellare dal dubbio che è però debitamente sopito dalla cecità-obbedienza.
Incontri, volantini, provocazioni, email... e roba simile.
Dobbiamo costituire e rimpolpare "la chiesa altra", che poi è la maggioranza, nonostante faccia più notizia il ciarpame di altra provenienza.
Ad esempio, sabato c'è stato a Roma un incontro di prosecuzione rispetto alle celebrazioni dei 50 anni dall'indizione del Vaticano II, eravamo pochini ... Domenica mattina a S. Giovanni Rotondo dove il papa è andato per celebrare non so che, c'erano 50.000 persone.
Cosa siamo disposti a perdere? Il sonno? La pace?
E' una causa che ci interessa? Allora usciamo dai recinti perché c'è qualcuno che ci aspetta lì.
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Re: Il prete e l'amore in questo "Anno Sacerdotale"

Messaggiodi Stefania » 14 lug 2009, 11:16

Rinfreschiamoci la memoria. Nell'enciclica "burla" del papa si parla di libertà, agape, carità e altre PAROLE simili. Questa è invece la realtà:
TEMPESTE VATICANE
Dal blog di don Franco Barbero
1. Il Vaticano ha messo "sotto visita apostolica" le suore degli USA, accusate
in sostanza di non essere fedeli all'impostazione tradizionali. Suore di tutto
il mondo hanno scritto alle sorelle statunitensi per esprimere la loro piena
solidarietà contro l'inquisizione vaticana.
2. In Austria, come in Italia, come nella mia diocesi, come in tutta Europa i
sacerdoti sono per il 50% oltre i 65 anni e molti intrattengono relazioni
stabili o saltuarie con un uomo o una donna. Il celibato, per molti, è una
imposizione o una finzione.
I vescovi austriaci hanno discusso questa situazione in Vaticano con il papa
e parecchi cardinali per proporre la strada del celibato facoltativo, cioè la
libera scelta. Il papa ha chiuso ogni porta.
Da Ratzinger, durante la due giorni di colloqui, la chiusura sul tema è
stata, come prevedibile, totale: "Il Santo Padre – ha raccontato ancora a Radio
Vaticana l'arcivescovo di Vienna – ha detto qualcosa che ci ha molto colpito
sulla questione del celibato, che naturalmente in Austria, e soprattutto nella
regione di Linz, è un tema molto 'caldo'. Ha detto che le questione, in fondo,
è se crediamo che sia possibile e che abbia senso vivere una vita fondata solo
e soltanto su una cosa, Dio. E, nel servizio per Dio e Gesù Cristo, lasciare
che questo servizio assuma una precisa forma di vita, il celibato, come lo ha
inteso Gesù. Non per sfiducia nei confronti della coppia o per disprezzo della
coppia, ma perché il supremo bene che ci è stato dato e affidato, Dio, Gesù
Cristo, è presente nel mondo, e per questo è possibile dedicare la propria vita
interamente a Dio." (da Adista).
3. Anche il teologo galiziano Andrés Torres Queirugasta cadendo sotto le
"premure" del Vaticano. La sua opera, consistente e ben nota, è sotto sospetto
perché sostiene la teologia del pluralismo religioso. Si noti che l'anziano
teologo non è per nulla sovversivo, ma rappresenta una delle voci più
autorevoli sul piano filosofico e teologico nel dialogo tra fede cristiana e
culture.
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