Stralci da "Le mogli dei preti": dibattito - 2

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Stralci da "Le mogli dei preti": dibattito - 2

Messaggiodi Stefania » 27 apr 2009, 12:51

Riprendo alcuni stralci tratti da un articolo che è stato pubblicato sull'ultimo numero di Vanity Fair che spero possano suscitare un confronto/dibattito.
Si tratta di alcune interviste. Questa è la seconda, rilasciata da un prete "bi-sposato", cioè un prete che ha lasciato il ministero, si è sposato, poi ha divorziato e si è risposato. La ragione per cui trovo interessante questa storia è che comprende tutta quella parte di percorso di cui difficilmente si parla: le difficoltà del matrimonio tra un prete ed una donna. Lui ne parla.

STRALCI DALLA SECONDA INTERVISTA:

“Ho imparato a mantenermi, cosa di cui prima non dovevo occuparmi. A 34 anni, non è facile. Mi sono dedicato alla vendita di libri, con soddisfazione e ottimi risultati. Il primo anno è stato splendido, era la libertà. La domenica mattina prendevo l’auto e giravo felice le colline. Poi ho cercato una compagna. Avevo molto tempo da recuperare, tutto da imparare. All’inizio la sessualità si vive con impaccio e difficoltà, ma poi, vivaddio, si perde la testa e tutto succede da sé".

"Il sesso è un modo di esprimere e alimentare un amore. Un anno dopo l’abbandono del sacerdozio ho incontrato mia moglie. Ci siamo sposati in comune perché lei preferiva così. Il matrimonio è durato 10 anni. Nel 1995 abbiamo divorziato”.

Sul perché è finito il matrimonio: "Lei voleva che dimenticassi il mondo da cui venivo, per me era impossibile. Molti matrimoni di ex preti non vanno a buon fine. Il mezzo uomo che esce dal seminario non conosce il femminile: lì non se ne parla mai, e poi non si è abituati a tessere relazioni. Ricostruirsi è un lavoro di una vita. Due anni fa, mi sono risposato con un’amica di gioventù, divorziata con tre figli, e ora sono felicemente padre di tre persone e nonno”.

Per leggere l'intervista e l'articolo nella sua interezza vai al sito www.ildialogo.org - sezione "preti sposati sì grazie"
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