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Stralci da "Le mogli dei preti": dibattito - 1

MessaggioInviato: 27 apr 2009, 12:45
di Stefania
Riprendo alcuni stralci tratti da un articolo che è stato pubblicato sull'ultimo numero di Vanity Fair che spero possano suscitare un confronto/dibattito.
Si tratta di due interviste. La prima è stata rilasciata da un prete in ministero che lotta per l'abolizione del celibato obbligatorio e offre sostegno a preti o donne in difficoltà. La cosa che è "fuori dall'ordinario" è che difficilmente preti in esercizio ne parlano apertamente.
In questo post ci dedicheremo a questa parte dell'articolo. Nel prossimo post l'altra.

STRALCI DALLA PRIMA INTERVISTA:

“Il celibato come legge ecclesiastica ferrea ha perso senso, perché il mondo dei credenti ha una sensibilità nuova per i valori umani, fra cui la libertà di scegliere il proprio stato. Sposarsi è un diritto umano”.

“Come molti, sono stato attratto dalla vocazione: il celibato è stata una conseguenza. All’inizio lo si accetta con l’idealismo della giovane età e la cieca fiducia nell’apparato ecclesiastico, poi si scopre che non è come sembra. Si scopre che ha pochissima o nessuna fondazione nel Nuovo Testamento, mentre ne ha molte, e alcune poco nobili, nel percorso storico della Chiesa. Come quella di garantire un servizio a tempo pieno, di essere più facilmente governabili dal potere ecclesiastico e, soprattutto, in epoche antiche, di non avere eredi che rivendichino o comunque intacchino i benefici ecclesiastici”.

"Sono entrato in seminario a 11 anni e sono stato ordinato prete a 26. Il seminario è come un bozzolo dove si vive staccati dalla realtà. Soltanto dopo molti anni, dopo confronti e riflessioni, dopo aver visto famiglie riuscite e incontrato figure femminili significative, ho aperto gli occhi e ho capito che non ha senso impedire a un prete di offrire e ricevere affetto. E non va esclusa la dimensione sessuale sulla quale, è inutile negarlo, ci si fa molte domande”.

"Chi chiede la dispensa deve affrontare un vero e proprio processo a Roma davanti alla Congregazione per il clero, una specie di tribunale, e subire condizioni molto dure, ricattatorie. Si punta a ottenere una sorta di abiura, a farti dire: “Mi sono sbagliato. Non dovevo diventare prete”. Le gerarchie non accettano che tu dica: “Ho maturato questa convinzione”. Ciò è umiliante, perché non prendono atto del tuo cammino”.

"C'è tanta chiusura sull'argomento perché l’abolizione di questa norma, insieme con l’apertura del ministero alle donne, introdurrebbe cambiamenti che fanno paura. Lo dimostra il fatto che tuttora il Vaticano non vuole un sondaggio d’opinione fra i preti per sapere che cosa pensano”.

Per leggere l'intervista e l'articolo nella sua interezza vai al sito www.ildialogo.org - sezione "preti sposati sì grazie"

Re: Stralci da "Le mogli dei preti": dibattito - 1

MessaggioInviato: 27 apr 2009, 18:20
di zanon Giuseppe
Stefania,mi permetto di aggiungere l'ultima battuta del sacerdote intervistato da Vanity Fair:
DOMANDA:se le gerarchie sono così arcigne, come mai la lasciano libero di criticarle?
RISPOSTA:non sono ritenuto un elemento pericoloso, perchè non sono noto.

Mia riflessione:fa pensare la risposta di questo sacerdote perchè la dice lunga sulla libertà che vige oggi nella Chiesa, perchè, comunque la si pensi, siamo molto lontani dalla libertà e dalla sincerità evangeliche del 'sì sì-no no'.
Giuseppe Zanon