Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi FedericoBollettin » 12 mag 2009, 10:59

Il celibato inteso come astinenza sessuale può essere un valore, soprattutto quando si raggiunge un equilibrio affettivo che supera la sfera puramente genitale. Il celibato inteso come individualismo non potrà mai essere un valore.

Proprio ieri ho partecipato all'incontro di classe, con i miei compagni preti. Mi ha colpito il racconto di un mio compagno quando disse: Ho una relazione bella con una donna, ma non sento l'esigenza di avere dei figli.
Anch'io all'inizio pensavo così. Ma quale donna non vorrebbe diventare madre? Io che sto lottando nel continuare ad essere quello di sempre in mezzo alla gente che mi ha visto dietro l'altare, queste parole mi puzzano di convenienza. Non voglio dire che una coppia deve avere necessariamente dei figli, la fecondità si può vivere in molti modi. Dico che è facile stare bene con una donna e non prendersi le responsabilità di questo amore.
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi Stefania » 13 mag 2009, 16:40

Fede, è molto bello quello che dici. Sempre che esista una dimensione affettiva, sempre che si conceda a questa dimensione affettiva di nascere, di svilupparsi, di esistere!
E quel che più mi fa male constatare è che, finché siamo presi e imprigionati nell'idea del "sacro", idea che parte dal concetto del dio fino all'ultimo laico nella maledetta scala gerarchica, non riusciremo ad occuparci della nostra umanità, di tutto il bello e il meno bello che ne fa parte e che ci fa chiamare "vita" la nostra esistenza di esseri In-Relazione.
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi FedericoBollettin » 14 mag 2009, 10:38

Mi sto accorgendo che ci vorranno generazioni prima di cambiare un modello culturale che si basa sulla separazione sacro-profano, puro-impuro, spirituale-materiale, ecc... Adesso molti hanno capito il tranello, ma dal capirlo al viverlo passeranno molti decenni.
E lo capisco quando molte persone condividono le mie scelte di uomo "normale", disposto a disubbidire al celibato ecclesiastico imposto, ma rimangono ancora ancorate alle strutture di una Chiesa-istituzione che non mi accolgono come prete.
E' questione di linguaggio? Di mancanza di alternative? Di poco coraggio?
L'altra sera un uomo sulla cinquantina mi disse: io sto dalla tua parte perchè per carattere sto sempre dalla parte dei perdenti! Belle parole, commoventi, che mi spronano a continuare a rompere il silenzio e creare spazi di riflessione.
Il celibato ecclesiastico sarà più conveniente nella misura in cui è più forte l'appartenenza e la dipendenza alla struttura ecclesiastica della persona chiamata in causa.
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi Stefania » 14 mag 2009, 11:38

Ohssignore! E tu saresti il "perdente"?
Allora è proprio una questione di linguaggio. Non avrei mai usato questo termine per definire le tue scelte e la tua "disubbidienza".
Vedi caro Fede, ecco la conferma di quello che diciamo.
E, di grazia, cosa avresti perso?
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi zanon Giuseppe » 19 mag 2009, 15:01

Una parola autorevole a proposito del nostro quesito!
Ci viene dal card. C.M. Martini il quale sul 'Corriere d.Sera' di oggi,rispondendo ad una lunga intervista,dice:
"Io penso che anche ai sacerdoti dovrebbe essere presto tolto l'obbligo del celibato,poichè temo che per molti il celibato sia una finzione".
Confermando quello che diciamo noi e che cioè la norma del celibato obbligatorio è tenuta in piedi perchè così conviene,
per motivi pratici (di comodità,di organizzazione,di economia...),non per i valori intrinseci al celibato (indiscussi!) che ci sarebbero nè più nè meno con il celibato facoltativo. Giuseppe Zanon
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi Stefania » 21 mag 2009, 18:50

Riporto con esattezza le frasi del Cardinal Martini riguardo due argomenti:
- divorziati risposati
- celibato dei preti

DIVORZIATI RISPOSATI: "La chiesa deve valutare questi casi con molta attenzione e spirito di carità, riflettendo sui singoli casi, come quello dei divorziati incolpevoli che si trovino in una situazione irreversibile, creata dai figli nati dal secondo matrimonio civile".
Personalmente non sono affatto d'accordo sul concetto di divorziato colpevole o incolpevole. Sono talmente tanti e complicati i meccanismi che regolano la vita di coppia che mi sembra davvero banale continuare con questo concetto della "colpa". Oltretutto questa posizione risale già a diverso tempo fa, non mi sembra una gran novità.

CELIBATO OBBLIGATORIO: "Vi sono ancora molti giovani che hanno la forza di abbracciare la vocazione sacerdotale rinunciando al matrimonio, poiché sono animati da un grande idealismo e da un grande spirito di sacrificio. In ogni caso per il cardinale Martini vi sono dei vescovi che propongono di dare il ministero presbiterale a uomini sposati che abbiano già una certa esperienza e maturità".
La solita distinzione tra coloro che "hanno la forza di sacrificarsi rinunciando al matrimonio", cioè i preti bravi, quelli di serie A, e quelli che, purtroppo, hanno qualche falla, vabbè ma chiudiamo un occhio ...
Si arriverebbe ad una situazione tipo quella degli ortodossi, ma i preti non potrebbero più sposarsi se ordinati celibi, e non potrebbero diventare vescovi. Sarebbero sempre e comunque di serie B.

Tutto ciò non mi sembra un grande traguardo.
Riguardo i divorziati credo le istituzioni debbano smettere di ficcarsi nella vita delle persone e che sia ora che le persone decidano con la loro testa se partecipare ai sacramenti o meno, in base ad una propria decisione presa in coscienza.
Non ci sono leggi per gestire una storia a due o per regolare l'amore.
Riguardo al celibato, avremmo comunque storie clandestine e sofferenza e percorsi di carriera che penalizzerebbero una parte solo in ragione del fatto che ha deciso di sposarsi.
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi FedericoBollettin » 22 mag 2009, 11:32

Il card Martini è certamente più "avanti" rispetto alla linea ufficiale dell'istituzione ecclesiastica, ma abbastanza "indietro" rispetto ai movimenti di rinnovamento della Chiesa cattolica e alle teologie della liberazione.
Chissà perchè certi pronunciamenti "progressisti" vengono fatti quando il vescovo o il teologo in causa è "avanti con l'età"! L'Abbè Piere ha confessato di avere avuto qualche storiella, ma che ha subito interrotto per non far soffrire quelle donne. Non è facile rendere pubbliche tali espereinza a qualche anno dalla morte?
Vorrei vedere preti trentenni, quarantenni sbilanciarsi su queste questioni: ci sono relazioni clandestine che provocano soltanto sofferenze inutili...
Lo so, ormai è ripetitivo affermare l'assurdità del celibato obbligatorio, per noi che conosciamo la Storia e le storie. Il problema è spiegarlo alla maggioranza della gente che associa il prete (e il religioso) al non-sposato, come se fosse principalmente il celibato la caratteristica del suo ministero.
Lo sperimento ogni giorno parlando con operai, persone comuni. Non c'è verso di togliere dal loro immaginario questa separazione. Cosa fare?
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi Stefania » 22 mag 2009, 11:59

Fede, il problema è davvero difficile da affrontare.
Nella mia esperienza c'è una catena senza fine di "idiozie" alle quali tentare di porre fine.
La gente è piena di concetti falsi e fuorvianti, infatti crede che "il fatto di essere celibe" rappresenti il cardine dello status ministeriale.
Da chi dovrebbe essere corretta o istruita?
Da un prete sposato (persona non autorevole)? Cioè un traditore che si rigira la frittata perché non è riuscito a fare a meno del sesso.
Da laici progressisti (persone non autorevoli)? Cioè un gruppo di eretici che, non volendo rispettare le regole, si ritagliano una religione su misura e, comunque sono laici e quindi non autorevoli di per sé.
Dai preti in ministero? Che pur pensandolo o avendo storie non ne parlerebbero mai, per "quieto vivere" (ipocrisia).
Dai vescovi? Che, pur di coprire le schifezze di cui sono a conoscenza (o protagonisti) fanno finta di custodire il sesso degli angeli.

Allora, per andare a toccare questa regola qui che, in fin dei conti, è stupidissima - proprio perché non riguarda la teologia, ma solo una norma disciplinare e una consuetudine - bisognerebbe smontare tutto il castello di follia che l'ha determinata e la determina.
Cosa fare?
IGNORARE LE REGOLE RELIGIOSE PRECOSTITUITE
Ma per farlo ci vuole coraggio, e non si ha coraggio se non si acquisisce la propria libertà di agire e di pensare.
Se però non lo facciamo equivale ad affermare che Cristo è morto di freddo dopo un bagno nel fiume a mezzanotte ... che vuoi fare, so' ragazzi...
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi zanonGiuseppe » 31 ott 2009, 18:05

BASTAVA OLTREPASSARE LA MANICA!
Carissime tutte, sì, bastava oltrepassare La Manica, entrare in terra anglicana e sposarsi colà con il proprio prete ed ora attendere il rientro, a pieno titolo, tra i preti
cattolici sposati in esercizio!

Questo sarà sancito con la imminente ‘Costituzione apostolica’ che permetterà ai pastori anglicani di farsi preti cattolici in esercizio ministeriale,tenendo le proprie mogli e la propria famiglia.

Ma allora tutti quei problemi col nostro prete per sposarci?, sembrava di andare contro Dio e contro la Chiesa, sembrava di sbattere contro un muro, quante sofferen-
ze, quanti escamotages, quante peripezie ! E tutto qui, bastava passare agli anglicani e sarebbe arrivato prima il tempo di poterci sposare col nostro prete.

Che dire? Di fronte a questi fatti, vien da pensare: se non è relativismo questo (il
tanto temuto relativismo contemporaneo!), se non è ‘due pesi e due misure’ questo,
se non è convenienza questa (tanto per tornare alla voce del Blog).

Sapevamo che il celibato ecclesiastico non è un dogma, ma ce l’ avevamo presentato come l’ essenza del cristianesimo e del sacerdozio, sapevamo che il celibato non è dell’essenza del sacerdozio (Concilio ecumenico) ma le gerarchie cattoliche ce lo danno come componente insostituibile di esso.

Aspettiamo l’ evolversi dei fatti, ne vedremo delle belle; intanto continuiamo a parlarne tra noi sul nostro Blog, anche con un po’ di ironia che non guasta.Ciao tutte!
Giuseppe Zanon
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Re: Celibato ecclesiastico: valore o convenienza?

Messaggiodi Stefania » 10 nov 2009, 12:44

Caro Giuseppe, su questo tema, credo sia opportuno creare un nuovo argomento. Proseguirò lì la discussione.
Grazie
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