Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

Messaggiodi Stefania » 22 apr 2009, 11:33

Caro Chino sono abbastanza d'accordo con tutto quanto dici, fino a che non arriviamo alla "imposizione delle mani" cosa che tu definisci lecita, come a voler sottolineare il fatto che il carisma vada ratificato.
Su questo non concordo affatto. Nella chiesa primitiva il riconoscimento di un carisma era affidato alla comunità che in completa autonomia faceva le proprie scelte.
Anche imporre le mani (con tutto ciò che viene appresso) è una forma di potere di cui farei volentieri a meno. Il ministero presbiterale non si riceve dal vescovo, e neanche da Dio, ma dalla comunità, a differenza del carisma, che possiamo ricondurre alla natura del soggetto (Dio), alla sua predisposizione, alla sua educazione e formazione.
Questo non per essere pignola o puntigliosa, ma perché è una parte importante della nostra vicenda spirituale personale che, spesso senza accorgercene, ci ha plasmato e deformato.
Ancora oggi, proprio in virtù del presunto potere del vescovo, il prete riceve il suo marchio semi-indelebile.
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Re: Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

Messaggiodi Giulia » 23 apr 2009, 14:13

:(
Ciao a tutti,
ho letto, velocemente purtroppo, i vostri messaggi, anche quelli riferiti al mio, grazie di scrivere!
Questo è un periodo difficile, attesa...
Scusatemi se non posso sostenervi ma nella vita lotto, paziento ed in qualche caso urlo anche le vostre parole.

Bacino
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Re: Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

Messaggiodi chino » 24 apr 2009, 11:49

cara Stefi
il rapporto fra carisma e ministero sembra impostato in modo autorevole dallo stesso Paolo al cap.12 della 1^Corinti. Non mi pare che ci sia qualche altro passo neotestamentario più chiaro. Intanto mi pare che si possa dire che tutti i carismi sono doni del grande Spirito per l'edificazione comunionale della " ecclesia ". Nessuno può permettersi di soffocare i doni dello Spirito . Anche i ministeri sono doni carismatici dello Spirito perchè sono manifestazioni di "diaconia" cioè di servizio e non di dominio e di potere. Mi pare altrettanto importante però il fatto che Paolo in modo autorevole, e non autoritario, pone le condizioni necessarie perchè i vari carismi si esprimano in modo ordinato e non "casinista" per l'edificazione della comunità e di rapporti costruttivi fraterni e comunionali, senza discriminazioni fra uomini e donne. Molte delle comunità paoline hanno come punto di riferimento ministeriale pieno donne autorevoli che lo Spirito ha suscitato come animatrici, non solo, ma con mansioni di guida delle comunità. il riconoscimento dei diversi carismi e ministeri avviene senza polemiche e rotture devastanti solo a condizione che si viva e si ascolti l'azione del Grande Spirito come dal cap.13 sempre della 1^Corinti. E' il grande inno all'Amore (Agape) di Dio e del prossimo come anima imprescindibile della vita di una comunità cristiana.
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Re: Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

Messaggiodi Stefania » 21 lug 2009, 21:58

Lasciare il ministero... Ma siamo davvero sicuri che Gesù Cristo abbia previsto ruoli di questo tipo nella sua comunità?
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Re: Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

Messaggiodi ernesto » 27 set 2009, 7:52

Non penso che lasciare il ministero attivo per sposarsi sia una scelta di libertà.
A me pare che sia una scelta forzata da un sistema che, avvinghiato su se stesso, cerca di difendersi continuando a pensare che persone che credono nel messaggio di Cristo e ad esso vogliono dedicare la propria vita in modo totale debbano essere solo di sesso maschile e non vivere appieno la propria sessualità.
A mia moglie ed a me non sarebbe dispiaciuto vivere la nostra vita di coppia come testimonianza di una vita totalizzante nell'annuncio evangelico anche in questo contesto dove, gestendo una comunità parrocchiale com'è tradizione in Italia, avremmo potuto condividere il pane della Parola e della memoria di Cristo con i fratelli.
Il sistema "chiesa gerarchica" ci ha obbligato: se volete vivere la vostra umanità, quell'umanità che il Dio in cui tutti crediamo ha sessuato, potete conitnuare a credere nel Cristo e testimoniarlo, ma tu, Ernesto, lascia la tonaca; voi due state scomunicati per un po' e poi si vedrà. Questo è quello che non ci è stato detto dichiaratamente, ma che sostanzialmente s'è praticato.
Un popolo di gerarchi della fede nel Dio di Cristo, ha stabilito in nome di Dio che se si vuole essere fedeli a Dio si deve percorrere questa strada.
A noi è stato bene ed abbiamo intrapreso un cammino nuovo, duro, ci siamo ricostruiti un percorso di vita, una professione, un contesto sociale.
Non abbiamo mai dimenticato l'obiettivo:aiutare coloro che si ritengono i gerarchi di Dio a capire che forse non è la strada giusta, forse bisogna avere il coraggio di mettersi in discussione. Ma...loro continuano ad allungare le loro filatterie, ad amare i primi posti nelle cattedrali ed i primi seggi nelle piazze, seguitano ad imporre pesanti fardelli sulle spalle della gente, fardelli che non toccano nemmeno con un dito...
Va beh...forse sì...forse lasciare il ministero è stata una scelta forzata, ma per vivere liberamente il carisma di un annuncio...
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Re: Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

Messaggiodi Stefania » 30 set 2009, 19:12

Grazie mille Ernesto per questa tua testimonianza.
Anch'io penso che lasciare non sia una scelta libera, proprio perché non è una libera scelta. E non è un gioco di parole.
Se accettiamo questo "ricatto" o "status di cose", andiamo verso una vita in cui saremo pienamente liberi, ammettendo comunque che avremmo voluto essere altrove?"
C'è un'altra questione. Mi interrogavo al telefono con una tra le donne "siamo sicuri che se fossero liberi di farlo, ci sposerebbero?"
E la risposta non mi sembra affatto scontata...
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Re: Lasciare il ministero: una scelta per la libertà?

Messaggiodi Mossy » 19 nov 2009, 20:00

libero è chi riesce a vivere prescindendo dal canone.
L'hai detto, Stefania.
non vedo altro, in questo momento storico, con una chiesa così.
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