Donna/prete: le situazioni più comuni 4

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi Stefania » 5 giu 2009, 13:43

Grazie Ornella del tuo intervento.
Quando l'amore di cui questi preti vanno parlando nelle assemblee, dagli amboni e in ogni luogo si sentano intitolati a sproloquiare, è un amore indistinto, impersonale, a tratti superstizioso, fatto di obbedienza alle regole - salvo poi trasgredirle ogni tanto col proposito dell'immediato risciacquo - senza che questo divenga "servizio", "ascolto" e "onestà",il risultato lo abbiamo sotto gli occhi.
Ma a mio avviso ci sono almeno tre forme di corresponsabilità, e non necessariamente in questo ordine:
a) l'istituzione - con la deformazione a cui li sottopone e il cumulo di menzogne e falsità dottrinali e magisteriali che ci propina da secoli
b) il prete, che ad un certo punto dovrebbe essere in grado di accorgersi che qualcosa non gira per il verso giusto, insomma 'sto Spirito lo lasciamo lavorare o no? E se lo lasciamo lavorare, vogliamo diventare responsabili della felicità altrui rischiando anche di perdere lo status?
c) le donne che spesso non sembrano intenzionate a "salvarsi", pur avendo avuto modo di constatare alcune comuni e dolorose sintomatologie, che non portano a nulla di serio e duraturo, e neanche vagamente corrisposto.
Quindi, perché continuiamo a fidarci?
Secondo me perché in fondo non ci rassegnamo all'idea che anche loro sappiano mentire consapevolemente a sé stessi e a noi, e perché purtroppo, come sento ripetermi spesso dalle amiche donne, "forse sono io che ho preteso troppo e subito". Eccola la trappola.
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi ornella » 5 giu 2009, 18:27

Ste,
concordo totalmente col tuo ultimo intervento...
on affetto e la speranza che, passo dopo passo, si cominci a dipanare la matassa almeno per quanto concerne noi donne, che poi significa cominciare a "guarire" e a "prevenire" per quanto possibile
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi mariastella » 6 giu 2009, 16:58

ciao a tutti. Era molto tempo che non mi collegavo e nonn sono riuscita a leggermi in un colpo solo tutti gli interventi. Volevo ringraziare Alice per le sue parole.
Certo che l'Istituzione non demorde!! quando ho letto il giornale, ieri, ci sono rimasta malissimo (mi riferisco ai castighi per i preti "non casti"; dove hanno fatto finire le parole, l'apertura, il "possibilismo" e le intenzioni di altri? vedi Cardinal Martini qualche tempo fa?). Devono avere una grande paura delle donne o, più semplicemente, una grande paura di vedere l'umanità libera " da" e "di".
Per quanto mi riguarda, non mi chiedo come abbia fatto a celebrare in questi quattro anni; mi chiedo come abbia fatto a non chiedersi cosa facevo io( anni che non mi confesso e non mi comunico. A me è stato insegnato che nel confessionale si "vuota il sacco" e non mi piace l'dea di omettere. In fondo, non ritengo un "peccato" ciò che ho fatto, però mi fa sentire al di fuori).
Ciao. Buona domenica.
Mariastella
mariastella
 
Messaggi: 13
Iscritto il: 25 feb 2009, 18:22

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi ornella » 7 giu 2009, 11:38

Cara Mariastella,
accostarsi al sacramento della riconciliazione, le parole sono importanti, non parliamo di "confessione" nel senso che si dà alla confessione del "colpevole" come si è fatto per un sacco di tempo, consiste semplicemente in una riflessione sulla propria vita alla luce della parola di Dio e sugli aspetti per i quali uno/a innanzitutto ringrazia Dio per quello che ha ricevuto e gli racconta le sue manchevolezze, quelle che RITIENE essere le sue manchevolezze, che possono non essere quele che altri/e ritengono tali. Esiste infatti, negli atti conciliari del Vaticano II, il riconoscimento del primato della coscienza come ultimo "tribunale", che significa che contro la tua coscienza nessuno può chiederti di andare, neppure un confessore in confessionale (brutti termini per bruttissimi modi di riflettere sulla propria vita) . La riconciliazione, per come la ho sempre vissuta io, è un passo per procedere oltre gli inciampi della vita di fede, ma anche un momento di sosta per "vedere" il bello e il buono della medesima. Io non ho consigli da darti, però una cosa la noto: se tu continui a chiederti come mai "lui" non si sia fatto delle domande sulla tua vita interiore come conseguenza della vostra relazione, continui ad evitare un corno importante del problema, e cioè che una relazione la si fa in due, e comporta, se non si è minorenni o bambini, una corresponsabilità di atti e decisioni "liberi". Io non so da cosa sia stato determinato il tuo astenerti dall'Eucaristia, lo puoi sapere solo tu. Assumi su te stessa la responsabilità di darti una risposta che ti aiuti a superare l'impasse nel quale ti trovi. Non sarà oggi o domani, ma certo è che, se ne scrivi, l'Eucaristia ti manca.
Coraggio!
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi Stefania » 7 giu 2009, 17:31

Cara Mariastella, questo purtroppo è il frutto di una immagine fuorviante del Padre e della fede. Il Vaticano II avrebbe potuto dare il via ad una nuova epoca in cui sarebbe sparito il Dio che punisce, il Dio che ci guarda e ci spia, che ci coglie in fallo per poi aspettarci al varco in confessionale.
Questo Dio qui non esiste, o meglio non è il Dio di Gesù e sapessi quanto è stato bello accorgersene! E tutto è avvenuto proprio grazie alla mia storia col prete.
Credo che sia anche per questo che siamo qui, per poter imparare l'una dall'altra.
Ritrovare la sintonia col Dio dentro di noi è ciò che siamo tenuti e chiamati a fare, ma per farlo dobbiamo capire chi è e da che parte sta.
E poi, permettimi una domanda, perché avrebbe dovuto occuparsi delle tue "cose" spirituali? Questo significa mischiare i ruoli e continuare ad attribuire a lui una responsabilità che non gli appartiene e che, tra l'altro, non è affatto in grado di assumersi.
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi ornella » 8 giu 2009, 9:14

Cara Ste,
il Vaticano, campione di legalismo, ha sempre scoraggiato la celebrazione comunitaria della penitenza (se ne fanno poche e solo nei cosiddetti tempi forti), per non parlare dell'assoluzione collettiva riservata a tempi e stati "emergenziali". Di fatto, la situazione, ma anche la formazione dei "confessori", è rimasta quella preconciliare. Questa è la situazione che si riflette pesantemente sulla vita di fede di troppi/e e che finisce con l'allontanare dalla chiesa, che presenta ancora un Dio in agguato e col dito puntato CONTRO il singolo. E chissenefrega dei peccati sociali e collettivi come mafia, camorra, delinquenza, razzismo, prostituzione a Mammona. Verrebbe voglia di ricordare che, parafrasando il vangelo, i sacramenti sono per gli uomini e le donne, non l'inverso... . E che un sacramento del quale si ha in un certo senso paura contiene in sè qualcosa di sbagliato in radice: la paura di Dio non è mai buona consigliera perché opprime, rovina l'esistenza, allontana la Speranza.
Un abbraccio
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi Stefania » 10 giu 2009, 23:22

A me invece verrebbe tanto voglia di andare a cercare in quale passaggio del vangelo Gesù ha istituito una roba tipo la confessione, o quando e dove ha messo in guardia le persone rispetto ad una presunta purità rituale necessaria per partecipare all'Eucaristia...
Non lo faccio semplicemente perché so già che non troverei niente di simile e che tutto questo è alla base del potere che l'istituzione religiosa ha voluto guadagnarsi sulla coscienza delle persone, asservendole alla paura del sacrilegio.
Quando restiamo bloccati dalla paura, la nostra spiritualità non può evolversi e lì lo Spirito non riesce ad arrivare.
In questi anni ho sentito già tante, troppe persone che ritengono di doversi tenere alla larga dall'Eucaristia, a causa di un vago senso di disagio, di un "sacro timore", consapevole o meno.
Che peccato ...
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi ornella » 11 giu 2009, 16:34

Cara Ste,
non ho voglia di impostare qui un discorso di teologia sacramentale, però un fondamento (opinabile finché tu vuoi, ma tutto è a questo punto opinabile, teologicamente parlando) esiste e credo che i passi evangelici e le loro diverse interpretazioni le conosca anche tu, ti siano state dette per anni, peccato che siano state applicate probabilmente in modo vessatorio... .
Io non chiedo il sacramento per precetto, o meglio non lo chiedevo perché oggi alla Chiesa non lo chiedo avendo delle forti riserve per le quali non faccio la comunione per motivi diversi da quelli di Mariastella, ma quando lo ho chiesto, mi è servito a fare punto e a capo, non perché sia morta la vecchia Ornella e sia nata un'Ornella nuova, questo è accaduto con l'incontro col Signore, ma perché io i miei momenti di buio spirituale li ho, come ho i miei momenti di rifiuto. Devo dire che, eccetto per la volta nella quale dovevo entrare nella chiesa a oltre quarant'anni, nessuno mi ha "imposto" tempi e modi per il sacramento. Mi sono orientata per celebrarlo con calma, con persone che mi fossero note, e non lo ho mai considerato come la lista della spesa. Forse io sono spiritualmente più bambina di te, non lo so, ma considero i sacramenti un dono che ci viene fatto, ai quali attingere e non degli obblighi vessatori.
E preciso anche che non cerco guide spirituali, mi oriento con la parola di Dio non limitandola ai periodi liturgici delle celebrazioni domenicali, ma cercando di pregare con la chiesa. Non riesco a farlo sempre, ma quando riesco, per me il partire col vangelo della celebrazione eucaristica quotidiana feriale, si trova agevolmente in rete, o con qualche salmo mi aiuta non poco a impostare bene la giornata. Vivo isolata, ma quando ho avuto mio marito ricoverato e avevo qui mia cognata, ad esempio, abbiamo pregato insieme la mattina ed è stata una splendida esperienza quaresimale.
Io sono fatta così.
Un abbraccio
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 4

Messaggiodi Stefania » 11 giu 2009, 18:22

Cara Ornella, io sono felice che tu abbia trovato un tuo modo di vivere la preghiera, i sacramenti e tutto quello che vuoi tu. Qui non c'è nessuno che sta sopra, che cresce, che è più evoluto, ecc. Ci mancherebbe!
Mi fa piacere anche che questo ti renda felice e ti dia serenità o che ti abbia aiutato nei momenti difficili.
Ciò che non trovo nel vangelo è l'indicazione di Gesù all'istituzione di un sacramento come la confessione. E' stata la chiesa ad averlo creato (e non proprio per fini positivi) nel corso della storia.
Tra l'altro è il sacramento più detestato dai cattolici, proprio per la maniera con cui lo si è portato avanti.
Ma, a parte questo, che ci siano persone che lo vivono in modo positivo mi va benissimo.
Il mio discorso si riferiva principalmente al concetto di "purità rituale" cui questo sacramento è legato, concetto che è chiaramente anti-evangelico.
L'amore, di cui l'Eucaristia è esperienza privilegiata, non può e non deve essere condizionato a niente.
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Precedente

Torna a CELIBATO OBBLIGATORIO: LA DURA LEGGE CHE VIETA L'AMORE - Una legge disumana e antievangelica

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 10 ospiti

cron