Donna/prete: le situazioni più comuni 3

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi Stefania » 23 gen 2009, 1:26

I due si incontrano e si piacciono. Gli sguardi promettono e lasciano intendere. Ma lui aspetta che sia lei a farsi avanti. Il momento non tarda ad arrivare, d'altronde solitamente un interesse particolare da parte del prete "stecchisce" e manda facilmente in visibilio una parrocchiana instancabile. Inizia l'altalena, ci incontriamo, no è meglio di no. Ti amo, ma non dovrei. Usciamo di sera, no, meglio di pomeriggio, perché chissà che pensa la gente. I mesi passano tra le illusioni e i capitomboli, ma, di fatto, nulla cambia. Solo attese e speranze. Finché lui, improvvisamente, sparisce, o meglio, prende le distanze, affermando che lei è una come tutte le altre, non c'è mai stato niente di speciale. Ha sognato.
Io so bene come ci si sente, ti sembra di impazzire; non si riesce a farsene una ragione. L'impressione è quella di riuscire ad afferrare l'oggetto del desiderio per un istante e poi lo si sente sfuggire tra le mani. E' una sensazione destabilizzante e dolorosa.
Poi, all'improvviso, il colpo di scena:
"E' vero tu non sei come le altre; io provo per te qualcosa di diverso, ma, proprio per questo non dobbiamo vederci né sentirci".
Questa è la "logica" schiacciante di persone col cuore anestetizzato dall'incenso.
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi ornella » 23 gen 2009, 11:31

Cara Ste, disorientante è l'incontro/scontro col sacro che l'uomo "incarna" nel nostro immaginario, non l'uomo di per se stesso.
Quante volte nella vita di tutti/e capita di dover interrompere un rapporto, prima che attragga oltre il limite, se si è impegnati/e? Qua non basta farne una questione di "odore d'incenso", bisogna anche chiedersi perché noi vediamo quell'uomo "libero", anche se sappiamo che non lo è, o che liberarsi gli costerà non poco se lo decidesse. Certo c'è complicità, certo c'è un pesantissimo "non detto" in mezzo che va chiarito, ma siamo davvero sicure che anche l'altra parte sia disposta a darsi e a rischiare tutto? Oltre che attribuire le obbiettive responsabilità che ha la chiesa, oltre che parlare della frequentissima immaturità affettiva che si riscontra in molti presbiteri, perché il "no", anhe quando è un "ni", non offende il nostro orgoglio se viene da un prete (compatiamo sempre e cerchiamo responsabilità terze) mentre farebbe un altro effetto se venisse da un uomo qualunque? Non è che l'odore d'inceso funziona da ambo le parti?
E' questo che mi rende perplessa... .
Un bacio
Ornella
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi Stefania » 23 gen 2009, 13:17

Ornella, posso parlarti ovviamente solo per me. Partiamo dal presupposto che a me l'incenso mi da pure fastidio alla gola... Comunque non ho amato un uomo "sposato" o "non libero". Il prete è perfettamente libero di amare una donna, se riesce. Non stiamo parlando di matrimonio o di convivenza, nel qual caso esistono i problemi che conosciamo.
Non ho mai avvertito questa reale impossibilità se non nella sua forma mentis, che poi è quella diffusissima tra i pii devoti, anche laici. Il prete appartiene a Gesù, lui è sposato con la Chiesa, col papa, ecc... Un po' come le suore che sono le spose di Cristo (un mio caro amico dice: ecco perché Gesù probabilmente era celibe).
Sono espressioni che si utilizzano nel linguaggio comune, ma rappresentano comunque un modo di vedere il chierico che non è e non è mai stato il mio.
Vedi, quando si tratta di fare dietro-front, non c'è distinzione tra prete e non, la differenza la fanno le modalità e le ragioni addotte, quando non parliamo di vera e propria sparizione.
Su una cosa devo darti ragione, sul fatto che di fronte a un prete, l'orgoglio va un po' a farsi friggere, o meglio si tende a non avanzare legittime richieste, quasi come se pretendere chiarezza da lui fosse:
- peccato (in alcuni casi)
- indelicatezza (in altri casi)
- tempo perso (in altri ancora, forse il mio).
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi ornella » 23 gen 2009, 16:43

Cara Ste,
innanzitutto mi scuso se ci son refusi in quello che scrivo, ma non riesco ad ingrandire i caratteri e sono cecata... .
Io ti faccio presente il modo di sentire più diffuso di tutti e per tutti, e quello che poi è lampante nei "giudizi" altrui, che sono quelli che fanno male: la paura del peccato, e guarda che trattiamo il peccato, in questo caso, come se stessimo parlando di un reato! Ovvero, tendiamo ad isolarci e nasconderci, e una delle componenti nell'offrire molte giustificazioni all'altro è proprio la famosa idea del peccato. Purtroppo. Per fortuna o per provvidenza per te non è stato così. Io ho scritto quel che ho scritto perché qua volevo arrivare: ma possibile mai che si debba affondare e che poi sia una fatica improba risalire perché ci trasciniamo dietro questo po po' di zavorra?
C'è gente che si piglia e si lascia ogni giorno, a questo mondo, però rimane il fatto che la parola "peccato" viene immancabilmente tirata in ballo in una situazione come questa, e perdonami, magari non da te, ma vissuta così da altre. Allora è assolutamente inutile ribaltare all'esterno l'analisi delle colpe e delle omissioni, bisogna partire dall'interno e vedere di quale qualità sia/è stato/è un rapporto, indipendentemente dalla paura del giudizio altrui. Il difficile sta qua. Perché se siamo oppresse per prime dal senso del "peccato" siamo fritte e se anche la relazioni avesse relativamente pochi intoppi, finiremmo col vivercela malissimo!
Mi è capitato di ascoltare in Tv la moglie di un prete, tanto per categorizzare, che raccontava la sua storia. In sintesi lei si era sposata, si era fatta due figli oramai adulti, ma aveva accettato che lui, per anni, con i figli al mondo, vivesse da solo in un'altra casa perché "avevano fatto peccato"! E sai qual'è stata il suo modo di ravvedersi? Il renderne pubblica confessione su RAI due da quela brava piagnona della D'Eusanio e chiedere, morto lui, il PUBBLICO PERDONO. in parole povere, voleva sapere se potesse finalmente tornare a fare la comunione.
E per me, posso sbagliare, tanti sensi di colpa nascono proprio da questo: la paura del peccato e di essere GIUDICATE per questo.
Ti abbraccio
Ornella
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi *Ishtar* » 6 set 2011, 19:40

Stefania ha scritto:I due si incontrano e si piacciono. Gli sguardi promettono e lasciano intendere. Ma lui aspetta che sia lei a farsi avanti. Il momento non tarda ad arrivare, d'altronde solitamente un interesse particolare da parte del prete "stecchisce" e manda facilmente in visibilio una parrocchiana instancabile. Inizia l'altalena, ci incontriamo, no è meglio di no. Ti amo, ma non dovrei. Usciamo di sera, no, meglio di pomeriggio, perché chissà che pensa la gente. I mesi passano tra le illusioni e i capitomboli, ma, di fatto, nulla cambia. Solo attese e speranze. Finché lui, improvvisamente, sparisce, o meglio, prende le distanze, affermando che lei è una come tutte le altre, non c'è mai stato niente di speciale. Ha sognato.
Io so bene come ci si sente, ti sembra di impazzire; non si riesce a farsene una ragione. L'impressione è quella di riuscire ad afferrare l'oggetto del desiderio per un istante e poi lo si sente sfuggire tra le mani. E' una sensazione destabilizzante e dolorosa.
Poi, all'improvviso, il colpo di scena:
"E' vero tu non sei come le altre; io provo per te qualcosa di diverso, ma, proprio per questo non dobbiamo vederci né sentirci".
Questa è la "logica" schiacciante di persone col cuore anestetizzato dall'incenso.


Per sommi capi questa è la mia situazione. Prima bel rapporto, poi sparizione, senza nemmeno un perché. Sono affranta, ho bisogno di parlare con qualcuno, per favore, contattatemi. :-(
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi Luicia » 6 ott 2011, 23:10

E' verissimo quello che dici.Perchè succede questo? Che cosa si deve fatre in questi caSI IN CUI DOPO UN INTERESSE INIZIALE C'è TANTO DISTACCO?
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi Stefania » 7 ott 2011, 15:57

Cara Luicia,
A fronte di un interesse iniziale è quasi scontato che poi ci sia un relativo distacco.
Perché? Posso darti una risposta che si basa sulla esperienza personale e acquisita durante i numerosi colloqui che ho avuto con donne e preti, ma non è una casistica assoluta ovviamente.
E' necessario che ad un momento diciamo così "passionale" ne segua uno di riflessione distaccata. Il prete non è abituato a vivere gli slanci, a lasciarsi andare e, se lo fa, poi pensa di aver commesso chissà quale crimine (anche se non lo dice o non lo ammette).
In realtà a lui è stato insegnato questo: essere come una statua di marmo. O, per lo meno, questo è il risultato.
Prova ad immaginare come potrebbe comportarsi diversamente un individuo al quale è stato detto per tanti anni di essere un prescelto, che in virtù di questa elezione, avrebbe avuto la forza di resistere a qualsiasi "tentazione" perché munito di una grazia assoluta e speciale. Come potrebbe reagire messo di fronte al fatto che anche lui ha bisogno di una carezza, di un'emozione, di una compagna?

Questa è la spegazione logica che tiene conto della loro (de)formazione.
Legata a questa, possiamo considerare un altro aspetto che riguarda il loro individualismo, l'incapacità di intrattenere delle relazioni adulte e alla pari. Si tratta dell'assoluta incapacità di mettersi nei panni dell'altro e di valutare le conseguenze delle proprie azioni.

Tu ci chiedi: cosa si deve fare?
Beh, se è vero quanto ho scritto sopra, mi sembra che, per la propria incolumità, ci sia solo una cosa da fare ...
Cercare di mettersi in salvo, o almeno desiderarlo e provarci con tutte le forze.

Che ne dite?
Stefania
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi ornella » 8 ott 2011, 12:12

Cara Luicia,
non esistono ricette per ciascuno/a, esistono però delle linee di condotta che si possono valutare e qualche suggerimento.
Il primo che mi sento di darti è quello di approfittare di questo distacco per guardare molto bene dentro te stessa , magari se riesci a parlarne con qualcuno non in ambito clericale è meglio, e decidere cosa tu sia disposta ad investire, in prospettiva, su un rapporto che incontrerà indubbiamente moltissime difficoltà e tra di voi e nei confronti del ristretto mondo che circonda un presbitero o un religioso.
Il secondo suggerimento che mi sento di darti è di non ricercare spiegazioni di sorta, ma di evitare, cambiando anche comunità se ti è possibile, dei contatti che si verificherebbero per forza di cose: mai pretendere da noi stesse di più di quanto si possa sopportare. Contatti del genere, infatti, potrebbero non fare altro che suscitare in te un’altalena di speranze e delusioni che ti farebbe solo del male.
Se e quando, con calma, tu ti sarai data una risposta su quello che vuoi veramente PER TE STESSA, allora agirai di conseguenza.
Per adesso mi accontento di ricordarti che nulla è impossibile se un prete o un religioso lo vuole davvero, ma che nulla è certo perché molti sono assolutamente impreparati ad avere un rapporto affettivo paritario, costante, a lungo termine.
E non illuderti di cambiarlo. Questo non succederà. In realtà è difficile essere un “noi” se l’”io” e il “tu” non hanno le idee chiare sul loro possibile rapporto.
Io ho un caro amico che termina in questi giorni il suo periodo di cosiddetto “discernimento”, e so il prezzo che sta pagando per diventare coppia con un’ottima ragazza che è stata bersagliata più di lui come la “peccatrice” (non dico di peggio ma è intuibile) della situazione. Per fortuna è un uomo solido, ha resistito alle pressioni anche di giornalisti in caccia di gossip, si è trovato un lavoro e lavora anche lei. Oggi convivono. Tutto risolto? Non lo so, perché la strada sarà ancora lunga e le cicatrici che lasciano certe vicende sono lunghe ad assorbirsi. E per di più, fino a quando lui non otterrà la dispensa è sempre possibile che si facciano tentativi per farlo recedere dalla decisione presa: la chiesa vede di cattivo occhio i conviventi e non si ferma davanti a nulla, neanche ad un eventuale matrimonio civile contratto in attesa della dispensa.
Se lui si fosse arreso alle pressioni, in primis da parte della madre bigotta, credo che avremmo una donna delusa in più: ancora oggi, infatti, i colleghi che li accolgono entrambi col sorriso poi gli fanno il predicozzo in separata sede… . Non demordono!
Se non sono "scoppiati" è perché la ragazza coinvolta gli ha lasciato tempo, silenzio e spazio per rimuginare e digerire una situazione che lui non aveva mai ma proprio mai preventivato, era un celibatario convinto, e perché fortunatamente lui è ben attrezzato psicologicamente ed emotivamente.
Ma quanti lo sono? Troppo pochi.
Quindi, come vedi, non ci sono ricette per tutti: a mio parere però paga sempre la maturità da ambo le parti, anche quando si rinuncia, non solo quando si decide di stare insieme fuori dalla clandestinità.
Un affettuoso abbraccio
Ornella
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi Luicia » 8 ott 2011, 18:37

Grazie delle vostre risposte Ornella e Stefania. Penso che abbiate ragione a dirmi di stare attenta e di provare a lasciar perdere. Il problema è che io sono felice solo se lo sento anche se solo per telefono: mi si illumina la giornata. Non c'è stato niente tra noi solo parole affettuose in gran parte telefoniche ma queste parole mi fanno sentire felice e viva e non voglio rinunciarci. Infatti se lui non mi chiama io insisto e lo cerco finchè non mi chiama. Sbaglio a comportarmi così e sono secondo voi senza orgoglio se lo cerco sempre?
Luicia
 
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 3

Messaggiodi ornella » 8 ott 2011, 18:49

Non si tratta di essere senza orgoglio, si tratta di chiedersi cosa, nella tua vita, non funzioni al punto che ti bastino delle parole che non sai neppure quanto sincere siano per illuminarti la giornata. Non siamo ragazzine alle prime armi, credo, e penso che questi "cottoni" costruiti sulle telefonate, gli sguardi e magari gli sms. siano da sdrammatizzare, altrimenti si rischia di costruire un mondo intorno... al nulla. Mi spiace dirtelo, ma la vedo così.
Pensaci sopra
Ornella
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