Donna/prete: le situazioni più comuni 2

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Donna/prete: le situazioni più comuni 2

Messaggiodi Stefania » 15 gen 2009, 19:16

E se lui invece, un chierico progressista, libero dall'idea di rinunce moralistiche e falsi vincoli di obbedienza, usasse la donna semplicemente per confermare a se stesso la propria capacità di fare colpo, il proprio "sacro ascendente"?
Pensate che sia uno scherzo? Beh, mi piacerebbe che lo fosse, ma non lo è.
Non è detto che sia sempre consapevole di essere una sorta di carnefice, perché, nessuno gli ha mai spiegato che è lui a servizio degli altri, e non viceversa. O meglio, glielo hanno detto a parole, di sfuggita, per poi convincerlo di essere un eletto, di incarnare un ministero provilegiato, superiore rispetto alla gente comune che desidera il matrimonio.
Infatti, forse accetta di "cadere in tentazione" a livello fisico, ma lascia il proprio cuore serrato. In questo modo non c'è nessun pericolo di "perdersi". Non a caso, infatti, rivolge le proprie attenzioni a donne sposate o comunque a donne che hanno altre grandi priorità nella vita (di solito figli), proprio per non rischiare che si attacchino troppo a lui.
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 2

Messaggiodi ornella » 15 gen 2009, 20:15

Cara Ste,
l'educazione clericale rimane la medesima, che uno sia progressista o meno non fa differenza. Tra i presbiteri con i quali ho stretti contatti e che posso definire amici per davvero, non ne conosco alcuno che non sia passato dalla strada dell'innamoramento, una volta anche da una relazione con una laica consacrata, quest'ultima chiusa di comune accordo.
La verità è che nessuno/a può in perfetta buona fede, a meno di non aver vissuto sul monte Athos, e lo dico con un sorriso, dire con onestà di non avere mai pensato alla relazione con un uomo/una donna. Riguardo poi alla reificazione della donna, questa è comune e tendenziale in tutta la società, non solo per i chierici. Tutto sta nel non lasciarsi menare per il naso, confondendo l'uomo col messaggio che porta. Certe relazioni somigliano tanto al culto del boss, ovvero alla reverenza per il "potere" come certi rapporti gregari che si possono notare persino in ufficio. Sta a noi donne uscire da un ruolo gregario ed ancillare e riprenderci in mano la nostra vita. Sempre che lo vogliamo. Se poi una vuol tenersi a vita una relazione anche se non le dà piena soddisfazione, beh, sono solo affari suoi.
Un abbraccio
Ornella
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Re: Donna/prete: le situazioni più comuni 2

Messaggiodi ornella » 15 gen 2009, 20:46

Postilla:
all'interno di un'allora notissima mailing list che si chiamava Preti on line, non parlo per chi possa averla conosciuta della "bacheca del messaggi" ma di una vera e propria ml. moderata da un paio di preti, io sono stata il Pierino che ha affrontato l'argomento donna-prete avendo la mia testimonianza personale da portare. Questo agli inzi del 2000... quando Donne Così non era ancora nata. Lo ho fatto perché mi è saltata la mosca al naso nel leggere dei "sant'uomini" parlare di noi donne... senza le donne. In quell'occasione ho ricavato un bell'elenco degli escamotages più vari che adottano per isolarsi quando si sentono a rischio di innamoramento, ma ho anche ricavato una serqua di insulti, anonimi e non, e lo scandalizzato silenzio delle sorelle iscritte in lista. Uno solo, ed è il mio amico che aveva avuta la relazione sopra detta, ha levato la voce per dare dei fasulli agli altri che protestavano la loro "innocenza"! Peccato poi che, strettamente in privato, io abbia collezionata una buona serie di confidenze sia di preti che di donne, a vario titolo con trascorsi che non avrebbero mai messo in piazza pubblicamente, neppure per essere d'aiuto ad altri/e. E' stato così che ho cominciato a seguire qualche crisi vocazionale strettamente in privato, ed è stato così che mi sono improvvisamente accorta di quanto silenzio pesasse come il piombo sull'argomento. E tutto ciò indipendentemente dal tipo di teologia che stesse sottesa ai vari preti e/o religiosi e all'estrazione culturale delle donne coinvolte.
Quindi pare che parlarne sia una specie di atto di coraggio. Io credo che si tratti di trasparenza. O siamo ancora fermi alla morale codina dello "scandalo"? Perché invece a me pare che sia molto più morbosa l'atmosfera che si respira intorno a un prete progressista o fondamentalista che sia, dettata dal chiacchericcio gratuito e dal pettegolume. Si sa, un vecchio proverbio recita "chi disprezza compra"... . Io non credo che la sola abrogazione dell'obbligo celibatario possa contribuire a depurare l'aria. Credo che ci voglia un profondo cambiamento di mentalità e una sterzata spirituale in favore della tanto decantata fraternità/sororità che però è ben lontana e non la si vede neppure all'orizzonte. Con le condizioni date oggi, io non consiglierei mai a mia figlia, se ne avessi una, di sposare un prete e vivere sempre... come muliebre contorno... . Ovvero a fare la "miglie di". Mi pare che ci meritiamo qualcosa di più, come persone e come figlie di Dio.
Mi scuso per la postilla, ma la reputavo utile a spiegare il motivo per cui l'argomento mi interessi.
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