Mi sembra che ci troviamo in una fase del blog piuttosto fertile, con molti interventi e voglia di tentare di cambiare le cose. O se non proprio cambiarle, quanto meno darsi degli strumenti per affrontare le situazioni con una fede più adulta e una diversa consapevolezza. Per fare questo abbiamo bisogno del sostegno di tutti, dei preti sposati, già presenti sul blog, dei preti in ministero, dei simpatizzanti a qualsiasi titolo e di tutte le donne che spero saranno felici di condividere il loro pensiero.
Partirei proprio da episodi che mi capita di ascoltare nei miei contatti più frequenti.
Premetto e sottolineo che ne parlerò nel modo più generico possibile in ragione della confidenzialità e riservatezza che ho garantito a tutti/e.
Mettiamo il caso che i due si incontrino, si piacciano, lui faccia il primo passo, la storia comincia. Poi d'improvviso, il senso di colpa porta alla decisione di lui di rinunciare a qualsiasi approccio intimo, ci amiamo "come fratello e sorella", o, molto spesso la scelta è quella di evitare la confessione per non essere costretti a parlare di questa situazione, vissuta, nella maggioranza dei casi, con un vago senso di vergogna e di inadeguatezza nei confronti dei parrocchiani e dei confratelli.
Che rapporto è mai questo?
Accettare o rifiutare un compromesso di questo tipo? E perché?
(Cercate, se possibile, di fare interventi brevi e attinenti - Grazie)