Perchè Dio permette le sofferenze?

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: Perchè Dio permette le sofferenze?

Messaggiodi amedeo » 6 gen 2009, 20:04

Scusa Antonio. Tu fai un passaggio indebito tra ciò in cui tu credi OGGI e ciò che la Bibbia indicava come daimon satan e diabolos. E' il SENSO dei termini che è diverso. Eppure mi sono sforzato di spiegarlo, pur per sommi capi, nel mio intervento. Dovresti( è solo un consiglio) andare a leggere la Bibbia senza le tue già assodate verità e cogliere ciò che per l'autore biblico significano questi termini. Solo allora puoi capire se il diavolo esiste o meno. Qui è in gioco l'esistenza di uomini e donne tormentate da questo spauracchio fatto passare per tale e che tale non è. Solo chi si accosta alla Bibbia senza precompresiioni già imparate al catechismo, solo allora potrà scoprire la VERITA' OGGETTIVA. Non si può spiegare la Bibbia a partire da precomprensioni teologiche belle e confezionate ma, al contrario è la Bibbia che delinea la teologia che ne consegue. Mi pare che tu faccia il primo percorso. E' la Bibbia che genera la teologia, quella vera e non la teologia umana fatta di dogmi a far dire alla Bibbia ciò che la Bibbia non voleva dire.
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Re: Perchè Dio permette le sofferenze?

Messaggiodi sergiogrande » 6 gen 2009, 23:25

Rispondo all'ultimo post di Antonio che mi pare non abbia colto neppure una parola di quello che abbiamo scritto sia io, sia stefania che amedeo. Mi sembra un parlare fra sordi o, meglio, si dovrebbe dire forse più appropriatamente che non c'è più sordo di chi non vuole sentire.
Pongo allora alcune domande ad Antonio giusto per dire che ho letto attentamente quello che lui ha scritto.
1- se la Bibbia è "parola di DIo" ci spieghi perchè è stata scritta in ebraico e greco e per di più in un ebraico e in un greco di oltre duemila anni fa assolutamente non comprensibile ai comuni mortali di oggi e forse manco a quelli di quei tempi? Non poteva scrivere direttamente nella lingua di ogni essere umano, che so in italiano, in romanesco, in napoletano, e nelle altre seimila lingue esistenti? Un errore di traduzione, e ce ne sono tantissimi nella bibbia, comporta un errore enorme per chi non conosce l'ebraico o il greco antico che sono il 99,99% della popolazione mondiale. Perchè poi prima l'ebraico e poi il greco giusto per rendere più complicate le cose?
2- Se la Bibbia è "parola di Dio" nel senso di libro scritto da Dio stesso per l'umanità, come mai Dio non ha pensato a custodire gelosamente i testi originali di questa sua "parola" donata all'umanità? Non tutti sanno, anzi la notizia viene tenuta ristretta ai soli specialisti di studi biblici, che i testi originali della bibbia non esistono. Dell'antico testamento ne esiste una sola copia che risale all'800 dopo cristo cioè molti ma molti secoli dopo che l'originale è stato scritto. Del Nuovo testamento vi sono molte più copie che contengono una infinità di varianti spesso anche molto determinanti. Ce ne è una, per esempio, dove l'apostolo Pietro semplicemente non esiste. E poi perchè scrivere testi così importanti su vile carta che deperisce con il passare del tempo? E poi perchè scriverla a mano e farla copiare a mano per alcuni millenni con il rischio di ottenere copie diverse dall'originale e fare impazzire i filologi a capire quale era la versione originale?
3- infine credo tu non debba svicolare rispetto alla mia precisa analisi delle cosiddette tentazioni di Gesù. Li c'è una condanna esplicita di un modo di usare "la parola di Dio" per otenere potere. Cosa che i Vangeli fanno continuamente nei confronti di scribi e farisei, i dottori della legge, quelli che parlavano sempre con la bibbia in mano, che la ripetevano a memoria senza nemmeno comprenderne il senso come viene raccontato in tutti gli episodi di contrapposizione fra Gesù e questi signori dalla bibbia facile. Allo stesso modo tu non puoi svicoalre rispetto alle precise cose scritte da Amedeo.

Allora io credo sia necessario partire da quì per andare avanti in questa discussione che altrimenti diventa una pura e semplice formalità, un ripetere citazioni e versetti bibblici di cui alla fine si perde il senso complessivo facendo un danno enorme proprio alla Bibbia.
Ciao
Sergio Grande
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Re: Perchè Dio permette le sofferenze?

Messaggiodi Antonio » 7 gen 2009, 0:10

Rispondo a Sergio visto che a posto questi tre quesiti:
Dato che furono eseguite molte migliaia di copie della Bibbia, come facciamo a sapere che questo processo di trascrizione non la alterò al punto da renderla irriconoscibile? Ebbene, prendete il caso della Bibbia ebraica, il “Vecchio Testamento”. Nella seconda metà del VI secolo a.E.V., quando gli ebrei tornarono dall’esilio babilonese, un gruppo di eruditi ebraici noti come soferim, “scribi”, divennero i custodi del testo della Bibbia ebraica, ed era loro responsabilità copiare quelle Scritture perché venissero usate nell’adorazione pubblica e privata. Erano professionisti, mossi da sentimenti elevati, e il loro lavoro era della migliore qualità.
Dal VII al X secolo dell’era volgare gli eredi dei soferim furono i masoreti. Il loro nome deriva da una parola ebraica che significa “tradizione”, e anch’essi erano essenzialmente degli scribi incaricati di preservare il testo ebraico tradizionale. I masoreti erano meticolosi. Per esempio, lo scriba doveva usare come modello una copia dovutamente riconosciuta come autentica, e non gli era permesso di scrivere niente a memoria. Doveva verificare ogni lettera prima di scriverla. Il prof. Norman K. Gottwald riferisce: “Un’idea della cura con cui assolvevano i loro compiti è data dalla regola rabbinica secondo la quale tutti i nuovi manoscritti dovevano essere riletti da correttori e le copie difettose immediatamente scartate”.
Con quanta accuratezza fu trasmesso il testo dai soferim e dai masoreti? Fino al 1947 era difficile rispondere a questa domanda, giacché i più antichi manoscritti ebraici completi disponibili risalivano al X secolo dell’era volgare. Ma nel 1947 furono rinvenuti in alcune caverne nei pressi del Mar Morto diversi frammenti di manoscritti antichissimi, fra cui parti dei libri della Bibbia ebraica. Un certo numero di frammenti erano anteriori al tempo di Cristo. Gli studiosi li raffrontarono con i manoscritti ebraici esistenti per verificare l’accuratezza della trasmissione del testo. Cosa risultò da questo raffronto?
Fra le opere più antiche rinvenute c’era il libro completo di Isaia, ed è sorprendente l’uniformità fra questo testo e quello della Bibbia masoretica oggi in nostro possesso. Il prof. Millar Burrows scrive: “Molte delle differenze tra il testo contenuto nel rotolo [di Isaia] del monastero di S. Marco e quello masoretico possono essere interpretate quali errori di trascrizione; a parte questo, si osserva nel complesso una notevole concordanza tra il primo e i manoscritti medioevali; che un testo di tanto più antico concordi con altri più recenti, costituisce una prova di più dell’accuratezza della versione tradizionale”. Burrows aggiunge: “È perciò motivo di meraviglia il constatare quanto poche siano state le alterazioni apportate al testo in un periodo di circa mille anni”.
Nel caso della parte della Bibbia scritta in greco dai cristiani, il cosiddetto Nuovo Testamento, i copisti erano più simili a dilettanti di talento che ai soferim dotati di grande esperienza professionale. Ma dal momento che lavoravano correndo il pericolo d’essere puniti dalle autorità, prendevano a cuore il loro lavoro. E due cose ci assicurano che oggi abbiamo un testo essenzialmente identico a quello redatto dagli scrittori originali. Primo, abbiamo manoscritti molto più vicini al tempo della stesura originale di quanto sia avvenuto per la parte ebraica della Bibbia. Infatti un frammento del Vangelo di Giovanni risale alla prima metà del II secolo, meno di 50 anni dalla probabile data in cui Giovanni scrisse il suo Vangelo. Secondo, il numero stesso di manoscritti che ci sono pervenuti fornisce una formidabile dimostrazione dell’integrità del testo.
Su questo punto sir Frederic Kenyon affermò: “Non è troppo esagerato asserire che in sostanza il testo della Bibbia è sicuro. Questo può dirsi in particolare del Nuovo Testamento. Il numero dei manoscritti del Nuovo Testamento, delle prime traduzioni d’esso, e delle citazioni fatte dai più antichi scrittori della Chiesa è così alto che si ha in pratica la sicurezza che la giusta lezione di ogni passo dubbio è preservata in qualcuna di queste antiche fonti. Questo non può dirsi di nessun altro libro antico al mondo”.
Il popolo e le sue lingue
Le lingue originali in cui fu scritta la Bibbia furono anch’esse col tempo un ostacolo alla sua sopravvivenza. I primi 39 libri furono scritti per la maggior parte in ebraico, la lingua degli israeliti. Ma l’ebraico non è mai stato largamente conosciuto. Se la Bibbia fosse rimasta in quella lingua, non avrebbe mai esercitato alcuna influenza al di fuori della nazione ebraica e dei pochi stranieri che sapevano leggerla. Comunque nel III secolo a.E.V., a beneficio degli ebrei che abitavano ad Alessandria d’Egitto, si cominciò a tradurre in greco la parte ebraica della Bibbia. A quel tempo il greco era una lingua internazionale. In tal modo la Bibbia ebraica divenne facilmente accessibile ai non giudei.

Quando giunse il tempo di scrivere la seconda parte della Bibbia, il greco era ancora parlato molto estesamente, così gli ultimi 27 libri della Bibbia furono scritti in quella lingua. Ma non tutti sapevano il greco. Perciò ben presto si cominciarono a fare traduzioni delle parti ebraica e greca della Bibbia nelle lingue parlate di quei primi secoli, come il siriaco, il copto, l’armeno, il georgiano, il gotico e l’etiopico. La lingua ufficiale dell’impero romano era il latino, e fu fatto un così gran numero di traduzioni in latino che si dovette incaricare qualcuno di fare una “versione autorizzata”. Questa fu completata verso il 405 E.V. e divenne nota come Vulgata (che significa “popolare” o “comune”).
Fu perciò a dispetto di molti ostacoli che la Bibbia sopravvisse fino ai primi secoli dell’era volgare. Coloro che la produssero erano minoranze disprezzate e perseguitate, che vivevano un’esistenza difficile in un mondo ostile. Durante il processo di trascrizione la si sarebbe potuta con facilità alterare seriamente, ma questo non avvenne. Per di più sfuggì al pericolo di non poter essere usata che da persone di determinate lingue.

Perché è stato così difficile alla Bibbia sopravvivere? La Bibbia stessa dice: “Tutto il mondo giace nel potere del malvagio”. (1 Giovanni 5:19) In vista di ciò c’era da aspettarsi che il mondo fosse ostile alla divulgazione della verità, ed è proprio ciò che è accaduto. Come mai allora la Bibbia è sopravvissuta quando tante altre opere letterarie che non hanno affrontato le stesse difficoltà sono state dimenticate? La Bibbia risponde anche a questo, e dice: “La parola di Dio dura per sempre”. (1 Pietro 1:25) Se la Bibbia è veramente la Parola di Dio, nessun potere umano la può distruggere. E così è stato via via fino al nostro secolo.

22 Comunque nel IV secolo dell’era volgare accadde qualcosa che infine portò a nuovi attacchi contro la Bibbia e che influì profondamente sul corso della storia europea. Appena dieci anni dopo che Diocleziano aveva cercato di distruggere tutte le copie della Bibbia, la politica imperiale cambiò e il “cristianesimo” fu legalizzato. Dodici anni più tardi, nel 325 E.V., un imperatore romano presiedette il Concilio “cristiano” di Nicea. Se non sono stato ancora chiaro fammi sapere. A presto!
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Re: Perchè Dio permette le sofferenze?

Messaggiodi sergiogrande » 7 gen 2009, 12:47

Mi pare che il buon Antonio continui a girare attorno al problema e a ripetere il mantra della "bibbia inerrante", "parola di Dio", da non interpretare in alcun modo, da prendere letteralmente nella lingua nella quale si è abituati a leggerla e nel nostro caso in italiano. Fatto questo assunto egli trova tutte le "pezze a colore", come si dice dalle mie parti, per giustificare l'assunto ma è come il cane che si morte la coda.
Egli evita accuratamente sia di rispondere alle precise argometazioni di Amedeo sui significati delle varie parole diavolo e simili nel corso dei secoli, sia sul fatto che i testi della bibbia in italiano o in una qualasiasi altra lingua sono delle traduzioni, cioè delle interpretazioni di chi ha tradotto quei testi e quindi dei tradimenti del testo originale come sa bene chiunque abbia mai approcciato il problema di tradurre un testo da una lingua ad un'altra, per esempio dall'italiano all'inglese. Se si da un testo, per esempio, in inglese a più traduttori, si può essere sicuri che verranno fuori più traduzioni diverse, dipende dalla cultura di chi traduce. Questo perchè le parole di una lingua non hanno quasi mai forme analoghe in altre lingue, soprattutto quando si tratta di raccontare sentimenti, immagini, metafore ecc.
Di traduzioni della Bibbia italiana ne esistono moltissime, quale pigliamo come riferimento? Qual è quella inerrante da prendere alla lettera? Quella che usano oggi i protestanti o quella che usa la Chiesa Cattolica o gli ortodossi o quella dei Testimoni di Geova? O, nell'ambito della chiesa cattolica, perchè non usare quella tradotta dalle edizioni Paoline, o quella edita da Mondadori, o ancora quella recentissima edita dalla CEI? Posso assicurare che fra le varie traduzioni esistono molto spesso profonde differenze che danno alle cose che si leggono significati molto diversi. Ma ci sono poi i molti errori di traduzione (di cui ovviamente il buon Antonio non parla) di cui voglio citare quello che per me è il più eclatante, che riguarda il concepimento di Gesù ad opera dello spirito santo. In Matteo tutte le Bibbie quando raccontano il sogno di Matteo durante il quale l'angelo gli dice di non ripudiare la moglie Maria, traducono con : "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo". Il testo greco dice invece: "il figlio generato da spirito è santo". Cioè è il figlio che è "santo", che cioè va accettato sempre comunque e da chiunque esso sia stato generato, con chiunque Maria lo abbia concepito, con la parola "spirito" che non designa affatto la terza persona della trinità inventata solo 4 secoli più tardi ai concilii di Nicea e Costantinopoli e poi sviluppata organicamente in dottrina da Agostino.
Allora quale parola bisogna prendere per vera e inerrante, quelle del testo greco o quella della traduzione italiana o in un'altra qualsiasi altra lingua che assumono per buona la dottrina della trinità costruita molti secoli dopo la scrittura dei Vangeli e che nulla ha a che fare con i testi evangelici? Analoghi esempi si possono fare per tantissimi altri passi della Bibbia che esiste come libro non da duemila anni fa, altro assunto falso, bensì da poco più di 500 anni, da quanto cioè Guttember verso la fine del 1400 la stampa con una macchina invece di ricopiaarla a mano(1480 se non ricordo male la data) . Prima di quell'anno la Bibbia semplicemente non esisteva come libro. Ed è proprio l'esistenza di un libro stampato, quindi accessibile a moltissime persone, che ha fatto inventare a Lutero la dottrina del "sola scriptura", dottrina tragica sotto molti punti di vista ma che al momento della sua formulazione aveva il solo scopo di contrastare il papato e la sua dottrina delle indulgenze.
Allora riportare le citazioni di una serie di "professori", conosciuti e apprezzati solo nell'ambito pentecostale o fondamentalista (come fail buon Antonio), che non hanno alcuna base scientifica se non quella dell'uso del "gioco delle tre carte" per sostenere un assunto indimostrabile sotto ogni punto di vista, non fa fare al dibattito alcun passo avanti.
Non è un caso, credo, che il buon Antonio non risponda affatto alla mia analisi sulle cosiddette tentazioni di Gesù e sui suoi continui attacchi a scribi e farisei che, nell'ambito dell'ebraismo di duemila anni fa (ma ancora oggi è così), facevano quello che fanno oggi i letteralisti nostrani, ripetono la "parolo di Dio" a memoria senza capirne il senso usandola contro le persone che sono terrorizzate dall'idea che un Dio vuole che loro si adeguino a precise regole quasi sempre impossibili da vivere. Duemila anni fa il 99% della popolazione era assolutamente analfabeta, non sapeva ne leggere ne scrivere e citare frasi da testi spacciati come "sacri" era un ottimo strumento di oppressione e di potere sulla gente. Contro questo uso ha parlato costantemente Gesù. Non voler prendere atto di questo fatto, di cui può rendersi conto anche chi legge la Bibbia in modo letterale, credo sia qualcosa su cui riflettere. Sembra che una parte della cristianità sia ricaduta nell'analfabetismo, nelle credenze più assurde e perniciose. E' un tema quanto mai importante su cui spero si continui a discutere.
ciao
Sergio grande
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Re: Perchè Dio permette le sofferenze?

Messaggiodi Antonio » 7 gen 2009, 15:19

Pare anche a me che Sergio si sia perso qualcosa strada facendo che entro la fine del I secolo la stesura di tutti i libri della Bibbia era stata completata. Da allora in poi i cristiani furono all’avanguardia nella trascrizione e diffusione della Bibbia completa. Allo stesso tempo si davano da fare per tradurla nelle lingue più diffuse dell’epoca. Mentre però la congregazione cristiana era occupata in questo ammirevole lavoro, stava cominciando a prender forma qualcosa che si sarebbe rivelato assai pericoloso per la sopravvivenza della Bibbia.
Questo volgere degli avvenimenti era stato predetto dalla Bibbia stessa. Una volta Gesù narrò la parabola di un uomo che aveva seminato nel suo campo seme di grano di buona qualità. Ma “mentre gli uomini dormivano”, un nemico seminò seme che avrebbe prodotto zizzanie. Entrambi i tipi di seme germogliarono, e per un certo tempo le zizzanie impedirono che si vedesse il grano. Con questa parabola Gesù mostrò che il frutto del suo lavoro sarebbero stati i veri cristiani, ma che dopo la sua morte falsi cristiani si sarebbero infiltrati nella congregazione. Alla fine sarebbe stato difficile distinguere i veri dai falsi. — Matteo 13:24-30, 36-43.
L’apostolo Pietro avvertì francamente dell’effetto di questi “cristiani” simili a zizzanie sul modo in cui altri avrebbero considerato il cristianesimo e la Bibbia. Egli avvertì: “Pure fra voi ci saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione. Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta e a motivo di questi si parlerà ingiuriosamente della via della verità”. — 2 Pietro 2:1, 2.
Queste profezie di Gesù e di Pietro si stavano già adempiendo nel I secolo. Uomini ambiziosi si erano infiltrati nella congregazione cristiana e seminavano dissenso. (2 Timoteo 2:16-18; 2 Pietro 2:21, 22; 3 Giovanni 9, 10) Durante i successivi due secoli la purezza della verità biblica fu corrotta dalla filosofia greca, e molti erroneamente accettavano come verità biblica dottrine pagane.
Nel IV secolo l’imperatore romano Costantino adottò il “cristianesimo” come religione ufficiale dell’impero romano. Ma il “cristianesimo” che lui conosceva era molto diverso dalla religione predicata da Gesù. Ormai le “zizzanie” crescevano rigogliose, proprio come Gesù aveva predetto. Ciò nonostante possiamo essere certi che durante tutto quel periodo ci furono alcuni che rappresentavano il vero cristianesimo e si sforzavano di seguire la Bibbia come ispirata Parola di Dio. — Matteo 28:19, 20.
Fu all’epoca di Costantino che cominciò a configurarsi la cristianità come la conosciamo oggi. Da allora in poi la degenerata forma di cristianesimo che aveva preso piede non fu più soltanto un’organizzazione religiosa. Faceva parte dello stato, e i suoi capi avevano un ruolo importante nella politica. Infine la chiesa apostata si servì del suo potere politico in una maniera completamente contraria al cristianesimo biblico, introducendo un’altra pericolosa minaccia per la Bibbia. In che modo?
Quando il latino divenne una lingua morta, si resero necessarie nuove versioni della Bibbia. Ma la Chiesa Cattolica non vedeva più questo fatto di buon occhio. Nel 1079 Vratislao, che in seguito divenne re di Boemia, chiese al papa Gregorio VII il permesso di tradurre la Bibbia nella lingua dei suoi sudditi. La risposta del papa fu no. Egli affermò: “È evidente a coloro che spesso ci riflettono sopra, che non senza motivo è piaciuto all’Onnipotente Dio che la sacra scrittura dovesse essere un segreto in certi posti, altrimenti, se fosse palesata a tutti gli uomini, verrebbe probabilmente tenuta in poca stima e dileggiata; oppure potrebbe essere intesa male dalle persone di cultura mediocre, e condurre all’errore”.
Il papa voleva che la Bibbia rimanesse in latino, lingua non più parlata. Il suo contenuto doveva essere mantenuto “segreto”, non tradotto nelle lingue della gente comune. La Vulgata latina di Gerolamo, versione eseguita nel V secolo per rendere la Bibbia accessibile a tutti, ora divenne un mezzo per tenerla nascosta.
Man mano che il Medioevo avanzava, la posizione della Chiesa contro le Bibbie in volgare si irrigidiva. Nel 1199 il papa Innocenzo III scrisse una lettera così severa all’arcivescovo di Metz (Germania) che questi bruciò tutte le Bibbie in lingua tedesca che riuscì a trovare. Nel 1229 il sinodo di Tolosa (Francia) decretò che ai “laici” non era permesso avere nessun libro della Bibbia in lingua volgare. Nel 1233 un sinodo provinciale di Tarragona (Spagna) ordinò che tutti i libri del “Vecchio o Nuovo Testamento” fossero consegnati per essere bruciati.Nel 1407 il sinodo ecclesiastico convocato a Oxford (Inghilterra) dall’arcivescovo Thomas Arundel proibì espressamente di tradurre la Bibbia in inglese o in qualsiasi altra lingua contemporanea. Nel 1431, sempre in Inghilterra, il vescovo di Wells, Stafford, proibì di tradurre la Bibbia in inglese e di possedere tali versioni.
Queste autorità religiose non stavano cercando di distruggere la Bibbia, ma di fossilizzarla, di mantenerla in una lingua che solo pochi potevano leggere. In tal modo speravano di arginare ciò che essi chiamavano eresia, ma che in realtà era una minaccia alla loro autorità. Se vi fossero riusciti, la Bibbia sarebbe potuta diventare un semplice oggetto di curiosità intellettuale, con poca o nessuna influenza sulla vita della gente comune.
Fatto rallegrante, comunque, molti uomini sinceri si rifiutarono di seguire questi editti. Ma simili scelte erano pericolose. Alcuni soffrirono terribilmente per aver commesso il “crimine” di possedere una Bibbia. Prendete ad esempio il caso di uno spagnolo, Julián Hernández. Secondo il martirologio di Foxe (History of Christian Martyrdom), Julián (o Juliano) “si impegnò a trasportare dalla Germania nel suo proprio paese un gran numero di Bibbie, nascoste in barili e imballate come vino renano”. Fu tradito e preso dall’Inquisizione cattolica. I destinatari delle Bibbie “furono tutti indiscriminatamente torturati, dopo di che contro la maggioranza d’essi vennero emesse diverse condanne. Juliano fu messo al rogo, venti furono arrostiti sulla graticola, diversi furono imprigionati a vita, alcuni subirono la fustigazione pubblica, molti vennero assegnati alle galee”.
Che orribile abuso di potere! Senz’altro quelle autorità religiose non rappresentavano affatto il cristianesimo biblico! La Bibbia stessa rivela a chi appartenevano, dicendo: “I figli di Dio e i figli del Diavolo sono manifesti da questo fatto: Chiunque non pratica la giustizia non ha origine da Dio, né ha origine da Dio colui che non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito dal principio, che dobbiamo avere amore gli uni per gli altri; non come Caino, che ebbe origine dal malvagio e scannò il suo fratello”. — 1 Giovanni 3:10-12.
Com’è sorprendente quindi che uomini e donne fossero disposti a rischiare un così orribile trattamento solo per possedere una Bibbia! E questi esempi si sono moltiplicati nel corso del tempo fino ai nostri giorni. La profonda devozione che la Bibbia ha infuso in quegli uomini, la prontezza a soffrire con rassegnazione e a sottostare serenamente a qualsiasi genere di morte atroce senza opporsi ai loro carnefici, è una vigorosa prova che la Bibbia è la Parola di Dio. — 1 Pietro 2:21.
Infine, dopo la ribellione protestante contro il potere di Roma nel XVI secolo, la Chiesa Cattolica Romana stessa fu costretta a pubblicare traduzioni della Bibbia nelle lingue parlate d’Europa. Ma anche allora la Bibbia era messa in relazione più col protestantesimo che col cattolicesimo. Il sacerdote cattolico Edward J. Ciuba scrive infatti: “Bisognerebbe ammettere onestamente che una delle conseguenze più tragiche della Riforma protestante fu il disinteresse dei credenti cattolici per la Bibbia. Anche se non fu mai del tutto dimenticata, la Bibbia era un libro chiuso per la maggior parte dei cattolici”.
Le chiese protestanti però non sono senza colpa per quanto riguarda l’opposizione alla Bibbia. Col passar degli anni certi eruditi protestanti sferrarono un altro genere di attacco contro questo libro: un attacco intellettuale. Durante i secoli XVIII e XIX crearono un metodo di studio della Bibbia noto come critica letteraria. I critici in questione insegnavano che la Bibbia è composta in gran parte di miti e leggende. Alcuni dicevano perfino che Gesù non era mai esistito. Anziché definirla la Parola di Dio, questi eruditi protestanti affermavano che la Bibbia era la parola dell’uomo, e una parola molto confusa per giunta.
Anche se le idee più estremiste al riguardo non hanno più seguito, la critica letteraria viene tuttora insegnata nei seminari, e non è raro udire ecclesiastici protestanti che sconfessano abbondanti parti della Bibbia. Pertanto un giornale australiano citava le parole di un ecclesiastico anglicano, secondo cui gran parte di ciò che si trova nella Bibbia “è semplicemente sbagliato. Parte della storia è inesatta. È ovvio che alcuni particolari sono imprecisi”. Questo pensiero è il risultato della critica letteraria.
Forse, però, è il comportamento della cristianità che più di ogni altra cosa ha impedito a tante persone di accettare la Bibbia come Parola di Dio. La cristianità asserisce di seguire la Bibbia. Eppure il suo comportamento ha recato molto biasimo sulla Bibbia e sul nome stesso di cristiano. Come predisse l’apostolo Pietro, ‘si parla ingiuriosamente’ della via della verità. — 2 Pietro 2:2.
Per esempio, mentre la chiesa proibiva di tradurre la Bibbia, il papa bandiva imponenti spedizioni armate contro i musulmani nel Medio Oriente. Queste furono chiamate Crociate, “guerre sante”, ma non avevano nulla di santo. La prima, definita la “crociata dei pezzenti”, stabilì il modello per ciò che doveva seguire. Prima di lasciare l’Europa, masse indisciplinate di uomini armati, infiammati da predicatori, aggredirono gli ebrei in Germania, massacrandoli in una città dopo l’altra. Perché? Lo storico Hans Eberhard Mayer dice: “La ragione addotta secondo cui gli ebrei, come nemici di Cristo, meritavano di essere puniti non era che un debole tentativo per nascondere il vero motivo: l’avidità”.
Con la ribellione protestante nel XVI secolo il cattolicesimo fu spodestato in molti paesi europei. Una conseguenza fu la Guerra dei Trent’anni (1618-48), “una delle guerre più spaventose della storia europea”, secondo un’enciclopedia. La causa principale della guerra? “L’odio dei cattolici per i protestanti, dei protestanti per i cattolici”.
Nel frattempo la cristianità aveva cominciato ad espandersi oltre l’Europa, portando in altre parti della terra la civiltà “cristiana”. Questa espansione militare fu contrassegnata da crudeltà e avidità. Nelle Americhe i conquistadores spagnoli annientarono in breve tempo le civiltà indigene americane. Un libro di storia osserva: “In generale i governatori spagnoli distrussero la civiltà nativa, senza introdurre quella europea. Ciò che principalmente li spingeva ad andare nel Nuovo Mondo era la brama di oro”.
Anche i missionari protestanti si recarono dall’Europa in altri continenti. Fra i risultati della loro opera vi fu l’impulso dato all’espansione coloniale. Un’opinione oggi diffusa in merito all’attività missionaria protestante è questa: “In molti casi l’impresa missionaria è stata impiegata come giustificazione e copertura del dominio sul popolo. L’interrelazione fra missione, tecnologia e imperialismo è ben nota”.
Ancor oggi esiste una stretta unione fra le religioni della cristianità e lo stato. Le due recenti guerre mondiali sono state combattute primariamente fra nazioni “cristiane”. Ecclesiastici da ambo le parti incoraggiarono i loro giovani a combattere e cercar di uccidere il nemico . . . che spesso apparteneva alla stessa religione. Come fa notare un libro (If the Churches Want World Peace), “certo non fa onore [alle chiese] che l’odierno sistema bellico si sia sviluppato e abbia operato la sua massima devastazione in seno a stati votati alla causa del cristianesimo”.
Ho accennato a questa lunga e vergognosa storia della cristianità per mettere in rilievo due punti. Primo, questi avvenimenti adempiono la profezia biblica. Era stato predetto che molti sedicenti cristiani avrebbero recato biasimo sulla Bibbia e sul nome del cristianesimo, e il fatto stesso che ciò sia accaduto rivendica la veracità della Bibbia. Tuttavia non dovremmo perdere di vista il fatto che il comportamento della cristianità non rappresenta il cristianesimo basato sulla Bibbia.
Il modo in cui si possono riconoscere i veri cristiani fu spiegato da Gesù stesso: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. (Giovanni 13:35) Inoltre Gesù disse: “Essi non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giovanni 17:16) Sotto entrambi gli aspetti la cristianità si tradisce, mostrando chiaramente di non rappresentare il cristianesimo biblico. Pretende di essere amica della Bibbia, ma è una falsa amica.
Il secondo punto è questo: Considerato il fatto che la cristianità nel suo insieme ha operato in così grande misura contro gli interessi della Bibbia, è davvero degno di nota che questo libro sia sopravvissuto fino ad oggi ed eserciti ancora un’influenza benefica sulla vita di molti. La Bibbia ha superato l’accanita opposizione alla sua traduzione, i furiosi attacchi da parte di eruditi modernisti e la condotta non cristiana della sua falsa amica, la cristianità. Come mai? Perché la Bibbia è diversa da qualsiasi altra opera scritta. La Bibbia non può morire. È la Parola di Dio, e la Bibbia stessa ci dice: “Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura sempre”. — Isaia 40:8, Bibbia della CEI.
Sergio questa è storia e la storia non si può cancellare.....! A presto
Antonio
 
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Re: Perchè Dio permette le sofferenze?

Messaggiodi sergiogrande » 8 gen 2009, 1:36

Dopo l'ultimo post di Antonio potremmo anche chiudere quì la discussione. Lui continua a comportarsi come quello studente universitario che avendo imparato un solo argomento dell'esame che doveva sostenere, ad ogni domanda del professore rispondeva solo ed esclusivamente con quell'unico argomento che aveva imparato a memoria. Finì giustamente bocciato.
Il buon Antonio continua ad evitare accuratamente di rispondere sia alla precisa analisi di Amedeo, sia alle mie precise richieste sia a quelle di Stefania. Ovviamente non ho alcun interesse, e credo nessuno lo avrebbe, di continuare a parlare fra sordi. Ma prima di chiudere quì questo discorso, che a questo punto non so a chi possa interessare in questo blog, mi preme precisare alcune cose rispetto all'ultimo post del buon Antonio che mi sembra particolarmente squinternato.
Egli usa, e le parole non sono mai casuali, il termine "congregazione" per riferirsi alle prime comunità cristiane. Si tratta di un termine che non si trova affatto nella Bibbia e che nessuna comunità cristiana delle origini ha mai usato o conosciuto. Tale termine è stato usato per la prima volta nel Diciassettesimo secolo (1600) sia in ambito protestante sia in ambito cattolico romano la cui più famosa congregazione è quella per la dottrina della fede, cioè l'inquisizione. Per i termini usati nelle prime comunità rimando all'articolo del direttore di questo sito dal titolo "La vera chiesa" al seguente link(http://www.ildialogo.org/editoriali/edi ... 092008.htm).
Il buon Antonio, ancora, usa l'espressione "purezza della verità bibblica". Questa espressione da sola basterebbe per qualificare la sua concezione della Bibbia come identica a quella degli scribi e dei farisei contro cui Gesù nei Vangeli ha usato parole di fuoco. Il significato della parola fariseo viene spiegato molto bene nell'articolo prima indicato. Questo gruppo dell'ebraismo cercava la purezza, si sentiva puro e superiore agli altri da cui si sentivano separati. Gesù li ha rifiutati e si è messo con i più impuri fra gli impuri, con le prostitute che ci precederanno nel regno di Dio.
Il buon antonio ripete il mito della Bibbia sempre esistita fin da duemila anni fa che ora, nell'ultimo post, si spostano alla fine del secondo secolo. Si tratta di una storiella, altro che storia, che non ha alcun fondamento storico e scientifico per due semplici motivi: 1- l'analfabetismo era pressocchè totale tant'è che esisteva uno strato sociale molto piccolo, quello degli scribi, dedicati sia al lavoro della scrittura che della interpretazione dei testi; 2- la tecnologia per dare un testo scritto a milioni di persone non esisteva affatto e, come dicevo in un precedente post, questa risale alla fine del 1400, ma si deve arrivare solo ai giorni nostri per poter avere una bibbia completa al costo di 1,5 euro. Chi avesse voluto possedere una copia di tutti i rotoli dei sessantasette o settanatdue libri delle "scritture" nel secondo secolo avrebbe dovuto spendere una somma pari allo stipendio di 40 anni di un legionario romano. Non tutte le sinagoghe avevano tutti i rotoli di quello che noi oggi chiamiamo l'antico testamento. Così non tutte le chiese avevano tutti i testi dei 4 vangeli o delle lettere. Il processo di selezione e raccolta dei testi di quella che oggi noi chiamiamo Bibbia è stato molto lungo e disorganizzato, nient'affatto divino, ed è semplicemente falso parlare di "stesura di tutti i libri della bibbia completata entro la fine del 1 secolo" che sono stati modificati allegramente fino a non molti secoli fa.
Il buon Antonio parla di "religione predicata da Gesù". Si tratta della cosa più falsa che si può dire di Gesù perchè egli non ha predicato alcuna religione ma anzi ha parlato ed operato contro la religione che opprimeva il popolo di Israele. Basti pensare alla sola questione di tutte le volte che egli ha violato il sabato. La violazione del sabato era la più grave di tutte le violazioni che la religione rappresentata da scribi e farisei avevano imposto al popolo. Per quella violazione c'era la pena di morte per lapidazione non un semplice rimprovero. Chi violava quella norma coscientemente come faceva Gesù sapeva di mettere in discussione il pilasto della religione e quindi la religione stessa. Gesù ha messo costantemente in discussione scribi, sacerdoti, farisei e la religione che essi propugnavano, altro che predicare una propria religione, egli le negava tutte. Il Dio in cui credeva Gesù era un Dio di Misericordia e non di terrore, di amore e non di regole.
Infine con il termine Bibbia noi non indichiamo una entità univocamente determinata come invece si ostina a fare il buon Antonio. C'è la "bibbia ebraica", ma gli ebrei la chiamano thora; c'è la bibbia protestante, quella cattolica e ortodossa in tantissime traduzioni. In un precedente post ho chiesto di sapere, senza ottenere risposta, quale delle tante versioni esistenti è quella "inerrante" e in quale lingua ed in quale traduzione? In italiano esiste la traduzione di Diodati, quella traduzione che è molto diversa da quelle di oggi è inerrante o no?. Non esiste un "cristianesimo biblico" se non a partire dal sedicesimo secolo con l'invenzione della dottrina del "sola scrittura" di Lutero che è stata possibile per l'invenzione della stampa e per la conseguente esistenza di molte copie di un libro nel quale erano stati raccolti tutti i vari scritti dell'antico e del nuovo testamento.
Per concluere siamo partiti da un post proprio del buon Antonio sul tema del perchè DIo permette le sofferenze che, secondo antonio, sarebbero il frutto dell'azione di una sorta di "dio del male". Si tratta della stessa impostazione, lo ripeto ancora una volta, che avevano ai tempi di Gesù scribi, sacerdoti e farisei che avevano inventato 613 regole che l'ebreo doveva seguire rigidamente per essere "santificato" davanti a dio. Chi violava anche una sola di quelle regole per riconciliarsi doveva andare al tempio e fare un sacrificio, cioè uccidere un animale che i sacerdoti del tempio parte mangiavano e il riamente rivendevano nelle macellerie cittadine che erano tutte di loro proprietà. La paura, il terrore del diavolo, servivano a fare soldi, come oggi fanno tutti quelli che di diavoli e consimili parlano. Sarà un caso, ma non lo è, ma il diavolo viene sponsorizzato dalla chiesa cattolica romana, la stessa che è contro il matrimonio dei preti e che impone sofferenze inaudite ai propri membri pur di continuare a mantenere il potere saldamente nelle mani di una piccola casta clericale.
Come Gesù non posso che dire "vattene satana" noi non abbiamo paura di te e non abbiamo bisogno di te perchè non abbiamo alcun potere da imporre ad alcuno.
Detto questo per me la discussione e chiusa stante la costante mancata risposta da parte del buon Antonio a tutte le analisi mie, di Amedeo e Stefania.
Ciao
Sergio Grande
sergiogrande
 
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