"CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 12 lug 2010, 10:16

Un appello, un tentativo di chiedere giustizia di Federico Bollettin (amico, prete sposato)

Forse è un articolo inutile, sicuramente non riceverò risposte, ma l'ho fatto per solidarietà con queste donne, che soffrono l'abbandono. Mi hanno chiesto di pubblicarlo sul quotidiano di Padova, come per un bisogno di far sentire la loro voce inascoltata. Ecco la lettera, pubblicata ieri su Il Mattino di Padova.

Padre vescovo,
(così ha chiesto di farsi chiamare dai suoi preti), le scrivo questa che più che una lettera è un appello, e uno stimolo alla riflessione rivolto a tutti, comunità ecclesiali e laici di Padova. Utilizzo questo mezzo di comunicazione popolare, adotatto anche da lei per divulgare i suoi messaggi, inviti alla conversione. Questo è un tempo forte per la nostra Chiesa! Vari episodi dovrebbero imporci un'autocritica, seria e serena, per rendere questa crisi l'occasione favorevole per una crescita collettiva.
Dopo il caso Sguotti, la mia breve parentesi, e il recente caso Spoladore (altri casi in vista non ci dovrebbero più stupire), ho come la sensazione che di nuovo scenda un silenzio di comodo, che cerchi di difendere l'immagine e la credibilità di questa Chiesa continuamente provata. Il mancato riconoscimento del figlio, da parte del prete più conosciuto, amato e invidiato della nostra diocesi, e la sua misteriosa irraggiungibilità, mi spinge a rivolgermi a lei, primo responsabile e pastore di un clero così ricco di carismi.
Aldilà del provvedimento disciplinare da lei preso, che sospende l'ex parroco di san Lazzaro dall'esercizio del ministero e dal sostentamento del clero, rimangono dei danni morali e materiali arrecati a persone fisiche che attendono un risarcimento e un sostegno affettivo. Da chi? A chi vengono chiesti i danni che producono, in buona o cattiva fede, i preti della sua diocesi mentre esercitano il ministero? Gli assegni familiari per i figli abbandonati e non riconosciuti dai ministri di Dio?
Padre vescovo, ne conosco almeno due di bambini, figli di preti, che vivono a Padova con la madre e che attendono una visita, un segno di solidarietà, un'adozione a distanza... da parte di uno zio con il colletto bianco o di un semplice uomo di buona volontà. La sorte ha voluto che, nella parrocchia dedicata all'unico uomo che, secondo la tradizione cristiana, è stato resuscitato da Gesù, parroco e collaboratore festivo compissero quasi contemporaneamente lo stesso atto: procreare e poi scappare. Obbedienza al prestigio del celibato o paura di prendersi le proprie responsabilità.
Nonno vescovo, mi scusi l'espressione forte, "religione pura e senza macchia è soccorrere l'orfano e la vedova" ripete continuamente la Sacra Scrittura. Almeno due nipotini, residenti a Padova, attendono la sua amorevole presenza e il suo sostegno economico, per coprire quel tragico vuoto provocato dai suoi figli spirituali. A Dio il giudizio finale, a lei la gestione di questa realtà. E se è solo un problema di soldi, vorrà dire che riprenderò a versare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica!
Con fraterna sincerità.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 21 lug 2010, 14:20

UN ARTICOLO INTERESSATE APPARSO SU L'UNITA', PUBBLICATO SUL BLOG DI FRANCO BARBERO
CHE SPAVENTO
L’Unità di lunedì 12 luglio ha dedicato alcune pagine ai sacerdoti in chat.
Dall’articolo sembra che i sacerdoti siano una categoria molto richiesta nei numerosi siti on line per incontri gay.

Che solitudine, che degrado…, che pena ho provato leggendo la “sbobinatura” della giornalista Ilaria Donatio.

Che ipocrisia in questa chiesa che spinge molti preti a relazioni clandestine, umilianti, spersonalizzanti.

I dialoghi registrati e riportati danno il senso della tristezza. Manca quel profumo di tenerezza, quella gioia così spontanea che caratterizza una vera relazione d’amore. Certo che dover ricorrere ad una chat per relazionare è davvero il segnale di un devastante inferno psicologico ed affettivo. Mi rincresce per questi miei cari confratelli.

Pubblicato da don Franco Barbero a 22:35

Qui sotto i link dell'articolo completo:
http://archivio2.unita.it/v2/carta/show ... e=12POL06a
http://archivio2.unita.it/v2/carta/show ... e=12POL07a
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Messaggiodi Stefania » 8 nov 2010, 16:19

HO RICEVUTO DALLE AMICHE FRANCESI QUESTO ARTICOLO SULLA LORO RIUNIONE PER IL DECIMO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE ZO.FRA.

10 anniversario di ZÖFRA

Sabato 6 novembre, l'associazione ZÖFRA ha festeggiato il suo 10 anniversario a Lucerna. È la parrocchia cattolica di Santo-Antoine che ha messo a disposizione i suoi locali.
Che cosa è ZÖFRA? Laa sigla ZÖ, in tedesco, si riferisce a "Zölibat" (Celibato), FRA può significare Frauen o Fragen. Si tratta di un'associazione di donne implicate nelle problematiche legate al celibato obbligatorio dei preti.
Arrivando a St-Antoine di Lucerna, entriamo in una casa parrocchiale in piena ristrutturazione: muri decrepiti con attorno calcinacci e macerie, ma all'interno, entriamo in un ampio salone, riscaldato, comodo dove ogni partecipante è accolto e salutato personalmente da un responsabile del comitato. Questa accoglienza è già tutta un programma: una Chiesa in cantiere, semper reformanda nella quale ciascuno deve, o dovrebbe, essere riconosciuto ed accettato come è.
Quando getto lo sguardo su questa assemblea, sono stupito dal numero di persone che sono convenute. Potrebbero essere almeno 200, forse di più. Praticamente tutto sono venuti in coppia. Gli uomini hanno l’aspetto da prete, l’andatura da preti, non so se a causa del loro abbigliamento o dal modo di parlare, di salutarsi, che ne svelano l’identità di chierici. Ed io mi dico: "Che disastro! " Che spreco di forze pastorali! Tutti questi uomini sono preti e la chiesa non li vuole. Li emargina, li esclude semplicemente perché hanno infranto una legge che è solamente "precetto umano" , (cfr. Mt. 15,9 e Mc 7,7). E le donne che li accompagnano, nella maggior parte dei casi, erano impegnate nelle parrocchie, ma sono state messe al bando. Questo fa male al cuore.
L’incontro si apre alle 18 con una breve introduzione di benvenuto di una religiosa, s. Ingrid Grave che presenta il programma della serata. Sono molti i convenuti da paesi vicini come Austria e Germania dove esistono organizzazioni similari, "Priester ohne Amt" e "Wir sind Kirche" che esprimono la loro solidarietà con le persone emarginate, dalle mogli di ex-preti, alle loro famiglie, i loro bambini. Insistono sulla necessità di impegnarsi per la riforma della chiesa e di perseverare in questo impegno. Poi è la presidentessa, signora Gabriella Loser-Friedli che, in un'esposizione magistrale, esprimi le sue preoccupazioni per l'avvenire cominciando da un bilancio dei 10 anni trascorsi. In realtà, si tratta di più di 10 anni, poiché questo movimento esiste da1985. Ma si è dotato di statuto nell'anno 2000.
Che cosa è stato realizzato durante questi anni? Il sostegno a molte donne, donne di preti che hanno dovuto abbandonare il loro ministero e trovarsi un lavoro per assumersi le proprie responsabilità la compagna; il sostegno anche ai preti che hanno abbandonato donna e bambino per restare fedele al loro impegno clericale. L'associazione ha dovuto fornire degli aiuti finanziari per dare la possibilità di rivendersi professionalmente, ha sostenuto preti anziani affinché trovassero un impiego o ha provveduto ai bisogni di ex-preti di paesi vicini ultra cattolico, come la Polonia. Ascoltando il discorso della presidentessa, mi sono reso conto che Zöfra è tutt’altro che un’associazione rivendicatrice o contestataria che si mi era descritta. È un'associazione solidale. Ma è impaziente che le cose si smuovano. Ora non ci sono progressi in vista e certo non incontrano il favore o l’appoggio della conferenza episcopale svizzera. Tuttavia non si scoraggia.
Il discorso della presidentessa si conclude su questa citazione di Raoul Follereau: "Un uomo, anche da solo, se dà ogni il su colpo di piccone nella stessa direzione, senza lasciarsi distrarre distogliere o, se ogni giorno insiste nel suo sforzo, ogni giorno, senza mancare una sola volta, gli occhi fissi ad un’unica stella, se dà ogni giorno il suo colpo di piccone, anche se il terreno è di roccia o di argilla, finisce sempre con l’aprire una strada." E conclude: "Senza l'amore, niente è possibile; con l'amore, niente è impossibile."
Dopo questa parte oratoria, un gruppo di donne austriache appartenenti al "Frauenkirchenkabarett", il cabaret delle donne di Chiesa, che hanno messo in scena un spettacolo ricco di umorismo "ecclesiastico." Dei canti e degli sketch con una garbata insolenza, mai volgare né aggressiva, ma pertinente. Delle situazioni di chiesa consuete, analizzate con umorismo.
Delle citazioni vere estratte da discorsi di vescovi che, collocate nel contesto del mondo di oggi sono risibili e provocano realmente risate fragorose, i ritorni al passato, a usanze desuete come il latino nella liturgia o la reintroduzione della cappa magna per gli alti dignitari del Vaticano. Le paure della gerarchia di fronte all'emancipazione del popolo cristiano che si mette a leggere la Bibbia e chiede che il vangelo sia preso sul serio. C'è stata questa scena esilarante sui teologi del Vaticano che si riuniscono in grande segreto per trovare come rispondere ai fedeli che osano affermare che l'obbligo al celibato non risale agli apostoli: La suocera di Pietro era sua nonna!
L’incontro si è concluso con un aperitivo nel quale degli ex-colleghi hanno potuto ritrovarsi, presentare le rispettive mogli, raccontare gli avvenimenti della vita.
Grazie a tutte quelle e quelli che hanno collaborato alla riuscita di questa festa, soprattutto alla presidentessa che è stata molto efficiente, al gruppo "Frauenkirchenkabarett" che ha generosamente offerto il suo spettacolo a Zöfra, ed al parrocchia St-Antoine che ha messo a disposizione i suoi locali. All'uscita, ciascuno ha ricevuto un mattone, simbolicamente per costruire la strada verso l'avvenire.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 23 nov 2010, 17:45

Leggiamo attentamente questo articoletto. In particolare le parti che ho evidenziato.
Cosa c'è che non va? Cosa c'è che stride?


Omofobia "cattolica"
Papa: L'omosessualità è inconciliabile con il sacerdozio

di Apcom

Non discriminare gay, ma omosessualità non è moralmente giusta

Città del Vaticano, 23 nov. (Apcom) - "L'omosessualità non è conciliabile con il ministero sacerdotale, perché altrimenti anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso": lo scrive il Papa nel libro-intervista 'Luce del mondo' presentato oggi in Vaticano.
"Sarebbe un grande pericolo se il celibato divenisse motivo per avviare al sacerdozio persone che in ogni caso non desiderano sposarsi, perché in fin dei conti anche il loro atteggiamento nei confronti di uomo e donna è è in qualche modo alterato, ed in ogni caso non è in quell'ordine della creazione del quale abbiamo parlato". E' necessario "usare molta attenzione affinché il celibato dei preti non venga identificato con la tendenza all'omosessualità".

Quanto al tema più generale degli omosessuali, "un conto è il fatto che sono persone con i loro problemi e le loro gioie, e alle quali, in quanto persone, è dovuto rispetto, persone che non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo". Ma "non per questo l'omosessualità diviene moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto".
Ska
231128 nov 10


QUALCHE COMMENTO RICEVUTO VIA EMAIL:

Matilde:
Sinceramente non posso dirmi sorpresa. In un contesto che arranca per difendere posizioni (o imposizioni) anacronistiche e di mera facciata, cosa potevamo aspettarci di diverso?
E' il solito gioco: si finge di accogliere per rifiutare, si sbandiera il rispetto per ogni atteggiamento relativo alla persona umana per poi discriminare in nome di una morale che vacilla sempre piu' spesso.
Che e' solo , in sintesi, vuoto moralismo anche se, purtroppo, e' quello che i piu' apprezzano, perche' piu' facile da imitare come stile di vita.
Il problema e' il celibato, ma davvero sempre quello? Cosa spinge a cogliere ogni occasione per riaffermarne la sacra necessita'? Trovo indegno strumentalizzare aspetti dell'essere uomo ( parlar delle donne in tale contesto potrebbe apparire agli occhi di qualcuno pretestuoso) per ribadire la superiorita' dell'Uomo Celibe, l'unico degno di rispetto, carisma, considerazione nella CHiesa.
Si, la Chiesa necessita di veri uomini celibi, quelli che hanno scelto perche' "sessualmente normali" , tanto normali da violare consapevolmente una regola a spese dell'altro sesso.

Linda:
cara stefana, è tanto che non ti aggiorno, ora ho un po' di cose da fare e poco tempo per raccontarti gli sviluppi della mia vita, ma ti scrivo cosa penso delle dichiarazioni del Papa..... Penso che la morale cattolica faccia acqua da tutte le parti e il Papa e la chiesa non sanno piu come tappare le falle dellla loro assurda moralità falsa e inconcpibile che poco ha a che fare con gli insegnamenti di gesu. Ti scrivo questo dopo essere stata catechista in parrocchia per 12 anni... non sono una sprovveduta in merito a questi argomenti... O la chiesa di sveglia e ritratta tutta la sua politica moralista e infondata, oppure si aggiugeranno sempre piu scandali su scandali che riguardano la chiesa......
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 24 nov 2010, 19:21

UN ARTICOLO DEL NOSTRO AMICO FEDERICO BOLLETTIN, PUBBLICATO QUESTA MATTINA SU "IL MATTINO" DI PADOVA

Chiesa, sessualità e preservativo

L'apertura del papa all'uso eccezionale del preservativo fa notizia. C'è voglia di parlarne. In ogni caso si ripete quello che spesso è accaduto nel corso della storia della Chiesa: le grandi riforme partono dalla base. All'autorità non resta che riconoscere, tollerare e giustificare una pratica ormai diffusa tra i fedeli. Già da anni, associazioni cattoliche, missionari laici e religiosi, consigliano e consegnano profilattici come prevenzione all'Hiv. Anche coppie e fidanzati credenti non ne disdegnano l'uso quando lo ritengono opportuno. La realtà è che il libero arbitrio e il buon senso hanno prevalso sui dictat degli ultimi pontefici. Si attende quindi un'enciclica o un documento, che rassicuri il popolo cattolico e affermi con umiltà gli errori commessi dall'alto. Ma una riflessione seria e positiva sulla sessualità dovrebbe andare oltre le disposizioni pratiche sull'uso del preservativo. Al momento vi è un'apertura, ma ancora superficiale. La percezione è che si scelga il male minore, e non si proponga un'etica nuova, incarnata nella complessità di questa società. É come se le conclusioni ufficiali della Chiesa arrivino sempre in ritardo, anche di poco, rispetto a quelle che le persone comuni deducono con l'esperienza umana e di fede.
Il punto cruciale riguarda la questione teologica della superiorità, in una relazione sessuale, del fine procreativo rispetto a quello unitivo.
San Girolamo ammette l'uso della sessualità solo in funzione della procreazione. Sant'Ambrogio afferma che il matrimonio, pur essendo buono, implica certe cose per cui persino le persone sposate arrossiscono di loro stesse. Per non parlare di sant'Agostino che nei Soliloquia scrive: “Quanto a me, penso che le relazioni sessuali vadano radicalmente evitate. Penso che nulla avvilisca l'uomo quanto le carezze di una donna e i rapporti corporali che fanno parte del matrimonio”. La maggior parte dei Padri della Chiesa e dei santi ci hanno trasmesso una mentalità secondo la quale la sfera della sessualità, e più in generale quella della corporeità, viene vista come qualcosa da cui liberarci per avvicinarci a Dio. Non il luogo privilegiato per incontrare Dio.
Ecco perchè è ancora difficile predicare la bellezza dell'amore in quanto tale. Fare all'amore per il gusto e il piacere di volersi bene ed essere felici, senza l'ossessione di dover procreare ad ogni costo, è un'esperienza che genera Vita. In quest'ottica, le coppie sterili e le coppie gay avrebbero gli stessi diritti delle coppie eterosessuali fertili. Esistono molti modi per generare vita da una relazione d'amore sincero e adulto. Non è certo l'uso di un preservativo a determinare se una coppia è aperta alla vita oppure no.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 29 nov 2010, 19:55

PRETI DI UN DIO MINORE. DALLA CEI, NUOVO VETO ALLA PRESENZA DI CLERO CATTOLICO UXORATO (Cioè sposato) IN ITALIA

Riconoscimento della testimonianza di fede resa durante la persecuzione comunista; gratitudine per il servizio pastorale svolto dai suoi presbiteri; rinnovata stima e amicizia. Ma il clero uxorato no, di quello la Cei proprio non vuole sentir parlare. Si può sintetizzare così la lettera riservata, di cui Adista è entrata in possesso, inviata il 13 settembre scorso dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, al primate della Chiesa greco-cattolica rumena, mons. Lucian Muresan.

Preti di serie B?

La Chiesa greco-cattolica rumena è una Chiesa cattolica di rito bizantino e di lingua liturgica rumena, presente, oltre che in Romania (specialmente nella regione storica della Transilvania), in altri Paesi dell’Unione Europea e del mondo. Anzi, ormai i fedeli all’estero di questa Chiesa, causa la consistente emigrazione seguita alla caduta del comunismo, sono la parte maggioritaria. Solo in Italia, su circa 1milione di rumeni, circa 800mila sono greco-cattolici. Le celebrazioni e le attività di queste numerose comunità vengono ospitate, un po’ in tutta la penisola, dalle parrocchie di rito latino, all’interno delle quali i preti rumeni possono celebrare ed amministrare i sacramenti.

Tutto bene, sembrerebbe. Se non fosse che il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali dà ai seminaristi, prima di essere ordinati, la possibilità di sposarsi (il celibato è proprio invece dei monaci e dei vescovi). E il clero uxorato è attualmente la maggioranza del clero cattolico rumeno. Ma i preti di rito orientale autorizzati dalla Santa Sede a compiere il loro ministero fuori dalle loro diocesi di provenienza sono solo quelli celibi. Gli altri no, devono restare là dove sono stati ordinati. Il Vaticano teme infatti che essi possano provocare “scandalo”: se loro esercitano legittimamente il loro ministero dentro la Chiesa cattolica pur essendo sposati - potrebbero infatti pensare i fedeli e il clero di rito latino - perché non lo possono essere tutti i preti?

Da tempo, per evitare il rischio di una lento, ma inesorabile, declino dovuto alla impossibilità di garantire un’adeguata presenza all’estero, le Chiese orientali chiedono inutilmente al Vaticano la possibilità di inviare anche clero uxorato nei Paesi di rito latino dove siano presenti i propri fedeli. Una richiesta ribadita anche dal recente Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente (10-24 ottobre 2010). Nella proposizione 23 (v. Adista n. 84/10) si legge infatti “Il celibato ecclesiastico è stimato e apprezzato sempre e dovunque nella Chiesa cattolica, in Oriente come in Occidente. Tuttavia, per assicurare un servizio pastorale in favore dei nostri fedeli, dovunque essi vadano, e per rispettare le tradizioni orientali, sarebbe auspicabile studiare la possibilità di avere preti sposati fuori dai territori patriarcali”.

Del resto, fu il Concilio Vaticano II, nel decreto Orientalium Ecclesiarum, a sancire il ripristino dei diritti e dei privilegi dei patriarchi orientali, “vigenti al tempo dell’unione dell’Oriente e dell’Occidente” (cioè fino al 1054, l’anno dello scisma), “quantunque - aggiunsero i padri conciliari - debbano essere alquanto adattati alle odierne condizioni”. Un’affermazione, quest’ultima, che aveva avviato un aspro contrasto tra i patriarchi e la Santa Sede, per la quale gli antichi diritti potevano essere rivendicati solo all’interno del tradizionale territorio patriarcale, cioè in Medio Oriente o in Europa orientale. Una vexata quaestio che aveva lambito anche la Polonia di papa Wojtyla, dove c’è una vasta regione, la Galizia (passata alla Polonia dopo la II Guerra Mondiale), al cui clero (di rito orientale) sin dal XVII secolo il Vaticano aveva concesso la possibilità di sposarsi. Nonostante ciò, nel 1998, l’allora segretario di Stato, il card. Angelo Sodano, tentò senza successo di obbligare i preti sposati ad emigrare in territorio ucraino, sebbene essi fossero sempre vissuti in Galizia (semmai a spostarsi erano stati i confini), perché la loro presenza non era gradita alla Chiesa polacca.

Il 20 febbraio 2008, la sessione ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede ha ribadito la vigenza della norma che vincola all’obbligo del celibato i preti delle Chiese Orientali cattoliche che esercitano il ministero al di fuori dei territori canonici. Il papa ha però attribuito alla Congregazione per le Chiese Orientali la facoltà di concedere una dispensa da tale norma, previo benestare della Conferenza Episcopale interessata.

Primo: tutelare il celibato

È per questa ragione che mons. Lucian Muresan si era rivolto al card. Bagnasco. Il presidente dei vescovi italiani ha però risposto picche, spiegando che la Cei, “dopo aver attentamente esaminato la questione anche alla luce dei dati numerici relativi alla consistenza delle comunità etniche provenienti da Paesi dell’Est europeo e alla situazione del clero nelle diocesi italiane, ritiene che, al presente e in linea generale, non esista la ‘giusta e ragionevole causa’ che giustifichi la concessione della dispensa. La convenienza di tutelare il celibato ecclesiastico – ha spiegato Bagnasco – e di prevenire il possibile sconcerto nei fedeli per l’accrescersi di presenza sacerdotali uxorate prevale infatti sulla pur legittima esigenza di garantire ai fedeli cattolici di rito orientale l’esercizio del culto da parte di ministri che parlino la loro lingua e provengano dai loro stessi Paesi”.

Insomma, i preti cattolici sposati di rito orientale restano confinati nelle uniche due diocesi italiane dove è da secoli permesso loro esercitare il ministero, Piana degli Albanesi (Sicilia) e Lungro (Calabria). Fuori di lì, evidentemente, non sono graditi. (valerio gigante- Adista)
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 11 feb 2011, 14:08

UNA BELLISSIMA INIZIATIVA DELLE DONNE SVIZZERE:

Uno spettacolo teatrale sul tema del celibato, i preti e le donne.

"DONNE DEI PRETI"
Piece Teatrale di Jean Naguel
17-18-20 febbraio 2011

Spazio Culturale des Terreaux - Losanna

Un soggetto semplice - una realtà complessa
Costretti a nascondersi sul piano affettivo, molti preti conducono una doppia vita. Quanti? Difficile da dire, non esistono statistiche, ma secondo le associazioni delle mogli dei preti, il fenomeno è tutt'altro che marginale. In tutti i casi la relazione è dominata dal senso di colpa dell’uomo di fronte a una situazione in contrasto con il suo status di prete e dalla profonda sofferenza delle donne che non hanno modo per cambiare la situazione. Testimonianze di mogli dei preti e dei preti stessi costituiscono il "materiale" da cui Jean Naguel ha scritto la sua sceneggiatura. Il suo scopo non è quello di creare ulteriori polemiche, ma di stimolare la discussione e dare un modesto contributo a una ricerca di autenticità.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 5 mag 2011, 13:42

Vorrei portare alla vostra attenzione una bellissima lettera scritta da don Franco Barbero ai suoi confratelli, dopo che molti di loro si sono confidati con lui sul loro disagio.
Credo che possa nascerne un bel dibattito, oltre che esserci utile per capire meglio le loro ragioni.


LETTERA A DEI CONFRATELLI
Cari confratelli,

non posso pubblicare le vostre lettere, come da voi richiesto.

Voi state scegliendo se restare o no dentro l’istituzione cattolica come ministri parrocchiali o in funzioni simili. Vivete il disagio di dover nascondere l’amore per una donna o per un uomo.

Non posso darvi risposte o consigli, ma vi esprimo alcune riflessioni che mi provengono anche dalla mia esperienza personale.
intanto l’ipocrisia istituzionale, il disamore e le sofferenze non vi portino via il dono della fede. In certi momenti occorre fare i conti con la rabbia ed è importante non lasciarla prevalere.
può darsi che, come è successo a me, la marginalizzazione dalla istituzione cattolica ufficiale vi apra a nuove forme di ministero. Oggi, in barba alle “maledizioni vaticane”, vivo più che mai il ministero in tutte le sue possibilità liberanti.
si tratta di “inventare” un nuovo servizio pastorale, biblico, forse a partire dalla creazione di un gruppo di lettura delle Scritture. Può, invece, darsi che, almeno per ora o per sempre, scegliate la strada di accantonare l’esperienza del ministero. Sono scelte tutte rispettabili.
In ogni caso, a me sembra che, se non siete di famiglia benestante, avrete un enorme problema nel trovare lavoro. Voi che mi scrivete avete la fortuna di essere giovani e questo vi favorisce nel trovare lavoro. Infatti uno dei problemi dei preti è che spesso sono costretti a “stare dentro” perché lì hanno casa, cibo, ruolo sociale. I preti, in realtà, non sanno cosa significa pagare un affitto, le bollette, il cibo…Quando si esce…la musica cambia. Conosco centinaia di preti che mi confidano di dover mangiare quella minestra perché un’altra sarebbe “troppo cara e costosa”. Penso che per me il passo più difficile sia stato questo della libertà economica dall’istituzione. È la scelta di libertà più impegnativa che mi è stata possibile grazie a molto lavoro faticoso e a molti amici che mi hanno aiutato. Ma la precarietà è comunque sempre difficile da sopportare.
Sono sicuro che deciderete con coraggio e la fiducia in Dio e l’aiuto dell’amore vi saranno preziosi.
Un abbraccio.

don Franco

http://donfrancobarbero.blogspot.com/20 ... telli.html
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi cuoreinfranto » 11 mag 2011, 9:37

un grande uomo.....bellissima lettera....
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 13 mag 2011, 11:18

Un interessante articolo della nostra amica Gabriella Loser Friedli dell'associazione Svizzera ZöFra - http://www.kath.ch/zoefra Segnalo che il giornalista ha mal compreso una frase di Gabriella scrivendo che l'associazione è contraria al matrimonio dei preti, ma è stato un malinteso.

FRIBORGO/LUGANO – “È un dramma personale. Sia per le donne, sia per i religiosi coinvolti. E non si può continuare a fare finta di nulla”. Il grido di rabbia arriva da Gabriella Loser Friedli, responsabile dell’associazione nazionale Zöfra. La sua missione? Occuparsi delle donne che hanno una relazione con uomini legati al celibato obbligatorio. In parole povere: preti cattolici. I numeri sorprendono un po’: circa 500 casi censiti in tutta la Svizzera, una decina in Ticino. “Questo è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi. E il Ticino è uno dei luoghi che più ha bisogno di essere sensibilizzato, perché troviamo molte resistenze”.

Messaggio - Da Friborgo partono segnali di fumo verso il sud delle Alpi. Il mittente è Gabriella Loser Friedli, una donna che per 20 anni ha avuto una relazione clandestina con un prete. E che ha sentito il bisogno di fondare un’associazione che tendesse una mano alle persone che vivono una situazione simile. “Ormai esistiamo da 18 anni, siamo riconosciuti anche dalla Conferenza dei vescovi svizzeri. Purtroppo però non in tutti i cantoni c’è la stessa sensibilità nei confronti di questa problematica. Con le autorità ecclesiastiche ticinesi, ad esempio, facciamo fatica a portare avanti dei progetti”.

Angoscia - Gabriella Loser Friedli ricorre alla sua esperienza personale per spiegare l’angoscia che si vive in determinate circostanze. “Quando ti innamori di un prete da una parte di senti davvero male. Sai che è una cosa proibita, che non si dovrebbe fare. Hai paura di tutto, soprattutto dell’opinione della gente. Se ti scoprono, vieni messo alla gogna. In Svizzera non c’era nessuno che si occupasse di queste persone. Sono fatti che vengono sempre vissuti come scandali. Ma una mica lo fa apposta, sono cose che possono capitare”. E sull’altro fronte le cose non vanno certo meglio. “Anche il prete vive malissimo queste situazioni. È consapevole del fatto che se si confida con la persona sbagliata può accadere il finimondo”.

Cose della vita - Dopo che una donna si rivolge a Zöfra, l’associazione cerca di seguirla in diversi modi. Con consulenze mirate e anche con incontri di coppia. “Sì, perché capita che venga coinvolto anche il prete. Non ci sono ricette per risolvere queste situazioni. A volte il prete arriva ad abbandonare l’abito clericale per unirsi la donna amata. Altre invece la relazione sentimentale si rompe. In altri casi ancora si va avanti con il rapporto clandestino. Dipende davvero dalle circostanze e dalle persone. La nostra funzione è quella di accompagnare i diretti interessati, farli riflettere sulla loro condizione. Vorremmo, però, anche lanciare un messaggio: queste possono essere cose della vita, non vanno vissute in modo scandalistico. Anche i preti sono delle persone in carne e ossa”.

Fuori dal mondo – La responsabile di Zöfra insiste: “Il problema è anche che un prete ‘innamorato’ oggi come oggi non è così libero di lasciare la sua missione . Perché rischia di non trovare più lavoro, di essere tagliato fuori dalla società. Potrebbe lavorare ancora nel ramo ecclesiastico, ma per legge devono passare diversi anni. Bisogna calcolare che i religiosi più a rischio sono quelli di età superiore ai 50 anni. È lì che la solitudine si fa sentire di più. E oggi per un 50enne è davvero difficile reinserirsi nel mondo del lavoro partendo praticamente da zero. Noi non vogliamo il matrimonio per i preti cattolici. Non è il nostro obiettivo. Chiediamo però che ci siano delle misure accompagnatorie concrete per chi si ritrova in queste situazioni. Chiediamo che i preti ‘innamorati’ non siano abbandonati a sé stessi”.
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Stefania
 
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