"CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

Messaggiodi Stefania » 18 giu 2009, 16:17

Riporto alcuni stralci di un articolo che parla di uno dei tanti casi di ordinazione di un PRETE CATTOLICO SPOSATO DI RITO LATINO (la versione completa la trovate sul sito Il Dialogo)
Alla faccia di tutti quelli che ancora tentano di convincerci che "il prete non deve sposarsi, altrimenti non avrebbe tempo per il ministero" (o scuse peggiori di questa che volutamente non riporto).
Queste sono notizie che si cerca di far passare sotto silenzio poiché di per sé contraddicono il principio di cui sopra e negano il requisito "principe" per i preti cattolici.
E' LA STESSA CHIESA CATTOLICA CHE LO NEGA

Se ci fosse una classifica delle prime dieci pietre miliari del cattolicesimo, di certo “i preti cattolici non si possono sposare” sarebbe tra le prime cinque (se non la prima). Ma sapevate che non è sempre vero?
Tra i nuovi preti della diocese di Grand Island, che copre tutta la parte occidentale del centro-nord del Nebraska, c’è il Rev. Sidney Bruggeman. E’ stato un ministro ordinato della chiesa cristiana (Discepoli di Cristo) fino al 1995, quando lui, sua moglie e i loro quattro figli sono entrati nella chiesa cattolica. Con la sua ordinazione, il 5 giugno, P. Bruggeman è diventato il solo prete sposato della chiesa cattolica di rito latino in Nebraska.

“Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre”. (Mt 8:14).
Sì, l’apostolo che i cattolici considerano il primo papa era sposato!
Ebbene, prima di diventare papa Benedetto XVI, l’allora cardinale Joseph Ratzinger disse a Peter Seewald nel loro libro intervista del 1997 Salt of the Earth (sale della terra), che il celibato “non è un dogma. E’ una forma di vita che si è sviluppata nella chiesa”.

Anche i preti sposati nella chiesa primitive dovevano mantenere la continenza – cioè, asternersi dai rapporti sessuali con le loro mogli (con riferimento alla pratica giudaica che risale ai tempi di Mosè). Quando prese piede l’ideale del monachesimo, il celibato a vita divenne un requisito pratico nella chiesa occidentale a partire dal XI sec e una esplicita disciplina dal Concilio di Trento nel 1563.

“Tutti i ministri ordinati della Chiesa latina, ad eccezione dei diaconi permanenti, sono normalmente scelti fra gli uomini credenti che vivono da celibi e che intendono conservare il celibato ‘per il regno dei cieli’, recita il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1579). Chiamati a consacrarsi con cuore indiviso al Signore e alle ‘sue cose’, essi si donano interamente a Dio e agli uomini. Il celibato è un segno di questa vita nuova al cui servizio il ministro della Chiesa viene consacrato; abbracciato con cuore gioioso, esso annuncia in modo radioso il regno di Dio”.

Ovviamente alcuni preti trasgrediscono questo voto – anche se di pochi si sa pubblicamente come per P. Cutié.
Le fila del clero nelle chiese cattoliche occidentali, come accade in quelle orientali ortodosse, hanno sempre previsto il clero uxorato. Ma non senza limiti. Questi preti dovevano essere già sposati prima di ricevere il Sacramento degli Ordini Sacri. Non possono diventare vescovi. E, se le loro mogli muoiono, non si possono risposare.
Come per i preti di rito orientale – e per i diaconi permanenti – P. Bruggeman non potrà sposarsi di nuovo se restasse vedovo.

Un prete ordinato negli Stati Uniti con un permesso speciale di questo tipo non può diventare parroco, poiché mantiene degli obblighi verso la moglie e la famiglia così come verso il gregge. Non è tenuto ad astenersi dai rapporti sessuali con la moglie – sebbene una “temporanea continenza” venga caldamente incoraggiata.

La prima moderna ordinazione di un ministro ex-protestante sposato nella chiesa di rito romano fu approvata da papa Pio XII nel 1951, per un ex- pastore luterano in Germania. Papa Giovanni Paolo II ha emesso uno “speciale provvedimento” nel 1980 col quale permetteva ai preti anglicani di convertirsi al cattolicesimo ed essere ordinati preti. Alcuni ex pastori luterani statunitensi, e pochi altri protestanti, sono stati anche loro ammessi all’ordinazione. Ma Roma considera ogni caso come a sé – ed ha approvato solo circa 100 ordinazioni di questo tipo in America.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

Messaggiodi FedericoBollettin » 21 giu 2009, 10:38

Sono appena tornato da un viaggio in Camerun. Della visita del papa non rimane che la sua foto assieme a Paul Biya appesa in qualche edicola della capitale, o la sua immagine stampata sulle stoffe che le donne africane usano per creare i loro coloratissimi vestiti tradizionali. Un tale, molto cattolico, mi aveva chiesto di portargli dall'Italia un poster di Benedetto XVI, talmente cattolico che dopo non molto si è rivelato un bugiardo, presidente di un'associazione fittizia.
Ho un amico in Camerun, Etienne, parroco di Ombessa, una cittadina di qualche migliaio di abitanti. Gli spiego la situazione in Italia, parrocchia del papa, le difficoltà che incontrano i movimenti di riforma e gli chiedo di raccontarmi la situazione dei preti in Camerun. Mi risponde senza mezzi termini: "Credevo che in Italia, "Paese sviluppato", ci fosse più democrazia all'interno della Chiesa. Qui i vescovi non possono alzare la voce su alcune questioni come il celibato obbligatorio dei preti altrimenti perderebbero i finanziamenti che arrivano dal Nord del mondo. Comunque la maggior parte dei vescovi, e non solo dei preti, ha moglie e figli, ma non lo dichiara pubblicamente. E spesso sono i preti più bravi a lasciare il ministero!"
Parla in generale, fatica a condividere con me la sua situazione personale. Ma riesco ad intravvedere qualcosa, oltre le parole. E' dispiaciuto per l'improvviso spostamento di una giovane suora con la quale collabora. Sono una squadra, li vedo, li sento. Sono belli e mi fanno tenerezza. Lei lo chiama "padre" e lui "sorella", ancora per quanto?
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

Messaggiodi Stefania » 22 giu 2009, 14:23

Caro Federico,
domandi: ancora per quanto?
Per quel che posso pensare, anche per sempre! Dipende tutto, come ti è stato puntualizzato, dal coraggio, dall'"opportunità" di parlare o meno. D'altronde ci sono i soldi di mezzo...
E a questi due poveracci "fratello" e "sorella", con quali soldi ripagheranno le lacrime che si portano dentro?
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

Messaggiodi Stefania » 1 lug 2009, 17:44

Riporto alcuni stralci di articoli decisamente interessanti, reperiti sulla stampa internazionale.

Cambiamento del cuore: i preti cattolici devono scegliere tra i celibato e l'amore

di James D. Davis | South Florida Sun-Sentinel

Lacerati tra il celibato e l'amore per una donna. E' un dilemma per i preti cattolici che amano in segreto.

Fonte:
http://www.sun-sentinel.com/news/local/ ... 2210.story

Il Rev. Bob Deshaies non è mai uscito con delle ragazze durante la sua gioventù a Waterbury, Conn. Ha frequentato un seminario cattolico minore, poi un college cattolico, poi un seminario maggiore. "Lasceresti il ministero per un ciuffetto di peli", gli diceva il suo direttore spirituale.
Poi incontrò Deborah Cabral, una giovane impiegata nella parrocchia di Worcester, Mass. La frequentò dapprima come collaboratrice, poi come amica, poi come fidanzata. Quell'incontro avvenuto nel 1985, e la relazione che ne seguì, portarono al matrimonio e all'abbandono del ministero presbiterale cattolico, nonché all'ingresso nella chiesa episcopaliana nel giro di due anni, precedendo Alberto Cutié di una ventina d'anni.
"Quando incontri una donna che ti apre il cuore e l'anima, è come sbattere la testa" dice Deshaies, ora rettore della chiesa episcopaliana di St. Benedict. "Mi ha fatto ripensare ogni cosa".
L'uscita di Cutié dalle fila del clero cattolico il suo matrimonio in una chiesa episcopaliana lo scorso venerdì, hanno evidenziato il tema dei preti che sono coinvolti in relazioni con donne - relazioni tenute nell'ombra a causa della norma del celibato.
In qualità di prete e pastore "televisivo" di una parrocchia di South Beach, Cutié ha riempito i titoli dei giornali di tutto il mondo - e ha condotto una forte protesta a livello locale.
Il 28 maggio, il giorno in cui Cutié è entrato nella chiesa episcopaliana, l'Arcivescovo John C. Favalora ha detto che le sue azioni "hanno causato un grave scandalo danneggiando l'Arcidiocesi di Miami - specialmente i nostri preti".
Ai preti non-celibi sono arrivate le ire scagliate da papa Benedetto XVI, durante l'annuncio dell'Anno Sacerdotale. "La chiesa stessa soffre a causa dell'infedeltà da parte di alcuni dei suoi ministri", ha detto Benedetto nella lettera del 16 giugno.
Dato lo stigma, è difficile trovare studi sulle relazioni prete-donna. Ma ci sono numeri non ufficiali.
Nel 2002, il sociologo Dean Hoge, della Catholic University of America stimava che tra il 20 e il 30% dei preti che hanno lasciato si sono innamorati di una donna, il 5-15% si è innamorato di un uomo; e 20-30% per un generale rifiuto verso il celibato.
Secondo lo psicoterapeuta A.W. Richard Sipe, il 25% dei preti americani hanno avuto relazioni con donne in un dato momento dall'ordinazione. "Credo che Cutié abbia fatto un grande servizio per tutti lasciando che si parlasse di lui", dice Sipe, i cui libri A Secret World (un mondo segreto) and Sex, Priests and Power (sesso, preti e potere) hanno scioccato i cattolici negli anni 90. "La maggior parte dei preti ha lo stesso problema. Non si tratta di un video o un film".
L'uomo, comunque, deve affrontare il problema da solo. E altrettanto la donna.

La verità velata

Nancy Nevius era furiosa quando Tom Brooks le ha rivelato di essere un prete solo sei mesi dopo l'inizio della loro relazione.
I due lavoravano negli anni 90 come psicoterapeuti al South County Mental Health diDelray Beach, e lui non indossava mai il clergyman al lavoro.
Poi un amico le rivelò l'altro lavoro di Brooks. "Non potevo immaginare di avere una relazione con un prete", lei disse. Lo affrontò durante la cena, ma lui non si scusò.
"La gente ti esclude se sa che sei prete", dice Tom Brooks, ora in pensione, ma che occasionalmente celebra matrimoni.
"Ma poi ne parlammo e la relazione divenne ancora più seria". Scrisse a Giovanni Paolo II dicendo che avrebbe lasciato il ministero. Nevius e Brooks si sposarono nel 1992 e vivono a Tequesta.
Sebbene Tom e Nancy Brooks frequentino gli incontri di CITI (Celibacy is the Issue), non vogliono più fare pressioni.
"Ciò che è importante non è il dogma, ma la relazione", dice Nancy Brooks. "Mi sento uguale, anzi arricchita. Molta gente non riesce ad avere tutto questo".

"Non sono persone minori"

Judy Hein amava stare con P. Paul Veliyathil, sia aiutandolo nella sua tesi o dividendosi un pollo fritto da KFC, o semplicemente passeggiando nei dintorni della Johns Hopkins University di Baltimore.
Sua madre, indiana tradizionalista, si era opposta fermamente, e stettero separati per più di un anno.
Ma il loro amore durava e si sposarono nel 1988 nonostante le obiezioni di entrambe le famiglie.
"Sembra solo una giustificazione, ma dobbiamo credere che Dio ci abbia voluti insieme", dice Judy Veliyathil, receptionist presso una agenzia di adozioni.
Ora frequentano la Royal Palm Christian Church di Coral Springs, e Paul Veliyathil lavora in un ospizio. E' associato a Rent-A-Priest, una rete di uomini come lui, mai ridotti allo stato laicale, o mai formalmente usciti dal presbiterato. Celebrano sacramenti come matrimoni, battesimi, anche se la chiesa non li riconosce.
Judy si definisce "quasi moglie", ma spera che la chiesa permetterà ai preti di sposarsi.
"E' proprio brutto che alcuni uomini non possano essere ciò che sono", aggiunge. "Se possono vivere da celibi, che lo facciano. Ma non sono di serie B perché amano".

Modelli che disturbano

Uno dei gruppi più nuovi che ha a che fare con i preti e le donne è Apostles Wives Club, un blog lanciato lo scorso agosto da Marcella Paliekara di Fond du Lac, Wis.
Lei era alla ricerca di donne che, come lei, avessero sposato un prete cattolico. Ma, praticamente fin dall'inizio, il centro si è spostato verso le donne coinvolte in relazioni segrete con preti.
La Paliekara pubblica i suoi commenti e dice di ricevere tra 85 e 100 visite al giorno.
E' riluttante nel rivelare ciò che le donne le dicono, per paura che pensino che lei tradisca le loro confidenze. Ma dice che alcune pensano "che sia qualcosa di speciale amare un prete, come essere innamorati di un presidente o di una celebrità".
Un'altra organizzazione, Good Tidings Ministry di Canadensis, Pa., ha contatti con 2.000 persone - il 90% sono donne - da quando è stata fondata nel 1983. Il coordinatrice, Rev. Cait Finnegan, è molto dura con i preti. "Noi pensavamo che i preti volessero cercare una via d'uscita al loro dilemma morale", dice. "Invece abbiamo scoperto che semplicemente non vogliono essere scoperti. Molti di loro sono don giovanni, degli sciupafemmine seriali".
Questo potrebbe essere uno dei problemi di due ex-preti della chiesa cattolica di St. Vincent Ferrer a Delray Beach. John Skehan e Francis Guinan sono stati accusati di aver sottratto migliaia di dollari dagli uffici parrocchiali, dopo averli spesi in festini con donne.
La Finnegan restituisce la palla nelle fila dei preti a causa della regola del celibato cattolico. "Le norme diventano la decisione personale degli uomini su come comportarsi. Molti di loro escono con le donne, sperimentano, con adolescenti, o 30-40enni. Tutto questo, senza alcuna responsabilità da uomo".
Anche organizzazioni come Leaving the Priesthood riscontra il problema. Il gruppo basato in Colorado, fondato da un ex-prete ad agosto, ha raccolto le testimonianze di una dozzina di donne innamorate di preti.
Il Rev. Robert Kippley, che ha lasciato il ministero per sposasi, dice di trovare aspetti che lo disturbano da entrambi i lati. Alcune donne sono frustrate se il prete non esprime il suo amore", dice Kippley, divenuto un pastore luterano. A volte il prete flirta, illude la donna - una pratica che Kippley condanna come "abuso emotivo".
Da parte loro, alcune donne "sono attratte dall'amore proibito", aggiunge. Domanda quindi ad una donna che ha scritto: "Che faresti se lui lasciasse e ti chiedesse di sposarlo? Che fine farebbe il tuo amore in sei mesi?". La donna ha smesso di scrivergli.
Gli attivisti chiedono una discussione globale sul celibato facoltativo.
"Ci sono un sacco di storie segrete che si stanno svolgendo" dice Deshaies, il prete episcopaliano di Plantation. "La chiesa deve ammetterlo".
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

Messaggiodi Stefania » 23 set 2009, 11:36

Sono felice di darvi notizia di un invito che abbiamo ricevuto dalla responsabile del sito francese (http://plein.jour.free.fr), Sig.ra Dominique Venturini.
Il 3 ottobre a Lourmarin (vicino Marsiglia), si terrà un incontro del gruppo francese di "donne dei preti" e, in vista di una collaborazione o più semplicemente per conoscerci, hanno ritenuto opportuno invitarci a partecipare.
Mi sembra una bella occasione. Ho già fatto presente che il preavviso è stato davvero poco questa volta, ma io la butto lì: C'è qualcuna che avrebbe eventualmente piacere e possibilità di accompagnarmi?
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Messaggiodi Stefania » 15 feb 2010, 12:30

Il giallo di Vignola «Sono la fidanzata del prete omicida»
Il rapporto legato al possibile movente
VIGNOLA (Modena) - C' era ancora odore di morte nella villetta alle porte del paese quando lei, bruna, minuta, sui quarant' anni, si è presentata in ospedale, al capezzale di don Giorgio Panini, sfidando occhiate inquisitrici e sorrisetti maliziosi. Era da poco passato Natale e attorno al letto di quel sacerdote grande e grosso, che con le sue 5 parrocchie e le tante iniziative per poveri e diseredati si era fatto a Vignola la fama di «stakanovista di Dio», c' era una piccola folla, tra magistrati e carabinieri. Tutti lì per capire in preda a quali demoni quell' omone di 57 anni avesse massacrato a coltellate il suo miglior amico e socio in affari, Sergio Manfredini, 68 anni, riducendo in fin di vita la moglie Paola, 62, e ferendo il figlio Davide, 42, prima che quest' ultimo, armato di candelabro, lo spedisse al tappeto, mettendo fine alla mattanza. Lei comparve sulla soglia della camera d' ospedale, sapendo che sarebbe stato impossibile passare inosservata e che da quel momento la sua esistenza non sarebbe più stata la stessa. Furono i carabinieri i primi a chiederle cosa ci faceva lì e in quali rapporti fosse con il sacerdote. E a loro, così come qualche giorno fa al pm Lucia Musti che l' ha ascoltata in qualità di persona informata dei fatti (del tutto estranea all' omicidio), lei ha dato la stessa risposta, semplice e diretta: «Io e don Giorgio siamo fidanzati». Proprio così: «Fidanzati». Lei separata da anni e con un figlio grande. Lui uomo di Chiesa. Entrambi, da tempo, nel mirino delle comari di paese, che favoleggiavano di «una donna del prete», di «un amore nato tra salmi e rosari». E ora, eccola lì, la prova provata. L' irruzione della signora in questa storia di sangue, pur lasciando intatto il quadro delle responsabilità (don Panini è accusato di omicidio premeditato e contro di lui ci sono indizi pesanti), costituisce un tassello importante per risalire al movente. Gli inquirenti sono convinti che la molla dell' aggressione vada ricercata nell' intreccio di affari che da due decenni univa il sacerdote all' amico Manfredini e alla moglie. Un piccolo tesoretto, il loro: decine di conti correnti, proprietà immobiliari in Puglia, nel Bresciano e nel Modenese, un giro di investimenti che sfiora il milione di euro. Un sodalizio che ha funzionato fino a quando don Giorgio non ha conosciuto la signora. In paese c' è chi dice che il sacerdote avesse intenzione di lasciare la Chiesa per lei. Chissà. Di sicuro, facevano sul serio. Si erano messi perfino a cercare casa. Per i Manfredini, che fino a quel momento avevano diviso tutto con il don, una situazione difficile da accettare, sia per lo scandalo che ne sarebbe derivato che per motivi economici. L' antivigilia di Natale, l' aggressione. Il legale del parroco parla di «raptus». Ma si è scoperto che la sveglia del prete era puntata sulle 3: l' ora del delitto. Francesco Alberti RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda Il luogo In una villa alle porte di Vignola, l' antivigilia di Natale, don Giorgio Panini ha ucciso con 20 coltellate l' amico Sergio Manfredini, e ferito sua moglie Paola e il figlio Davide Il movente Il movente dell' omicidio non è ancora chiaro. Don Giorgio aveva con i Manfredini un giro d' affari che toccava il milione di euro
Alberti Francesco

(12 febbraio 2010) - Corriere della Sera
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Messaggiodi Stefania » 24 feb 2010, 11:53

«Il padre di mio figlio è un prete»: nuovo caso di “paternità sacerdotale” a Padova
Dopo 7 anni la madre è uscita allo scoperto in un forum cattolico su internet. La prova del Dna confermerebbe

PADOVA (23 febbraio) - Dopo don Sante Sguotti, un altro caso di presunta “paternità sacerdotale” starebbe per venire allo scoperto nella diocesi padovana. Un prete padovano, molto conosciuto nell’ambiente, sarebbe padre di M., sette anni e mezzo, che vive nel Padovano da solo con la mamma. A stabilirlo sarebbe la prova del dna alla quale il sacerdote si è sottoposto due mesi fa: 99,9 probabilità su cento, praticamente la certezza che quel bambino è suo figlio. Il certificato della prova, però, non riporta il nome vero del prete. Lui ha detto espressamente che deve mantenere l’anonimato perché ne va del suo futuro.
Il sacerdote in questione è molto popolare tra i giovani. M., invece, vive da sette anni e mezzo nell’ombra, protetto dalla madre. La notizia ormai circola da qualche giorno in un forum cattolico in cui la madre, sotto pseudonimo, ha descritto la vicenda. Il dibattito è acceso e ci sono già i primi schieramenti pro e contro il “don”.
«Quando mio figlio è nato – racconta la mamma di M., professionista quasi cinquantenne, con un lavoro fisso – quello che per me è stato per anni un “compagno”, è venuto in ospedale a trovarci. Ovviamente nessuno doveva sapere. Qualche volta mi ha offerto un contributo economico per il piccolo. Per anni ho sofferto in silenzio. L’ho sempre tenuto informato sulla vita di nostro figlio, ma a debita distanza. Troppo pericoloso, per lui, far sapere in giro che questo bambino esiste, che è suo figlio»
A complicare le cose è arrivata una malattia che ha colpito il bambino. Una malattia debilitante, di quelle subdole che un medico non riesce mai ad identificare con esattezza. Esami del sangue completamente sballati, periodi di apatia e tanta sonnolenza. Inevitabile, per il medico, chiedere l’anamnesi del padre per risalire ad una eventuale ereditarietà della malattia. Il prete ha accettato l’incontro con il medico, ma con molto distacco.
«Non mi interessa il sostegno economico – aggiunge la donna – ma chiedo che questo figlio possa essere riconosciuto da suo padre, anche se è un prete. Penso ne abbia il diritto. Quando è nato lo ha battezzato nell’incubatrice perchè era troppo piccolo, e quando la sua mano si è posata sulla testolina recitando una preghiera, una manina si è alzata a stringere il suo dito. Questa immagine deve averla dimenticata, quel padre, perchè poi è sparito per otto anni. Fino a circa due mesi fa, quando è tornato per fare la prova del Dna, per essere sicuro che quel bambino fosse veramente suo. La prova sarebbe chiara, e il figlio suo. Lui, però, non ha tempo, dice. Non lo sente questo figlio. Il bimbo lo ha perdonato, perchè non sa odiare. Un bambino aspetta, ama, ma chiede amore. E se questo amore non lo riceve, si dà una sola risposta: “Non sono degno. Devo aver fatto qualcosa di cattivo per non essere amato dal mio papà”. E la sua vita è rovinata per sempre».
Ora la donna si è rivolta a un legale per tutelare il futuro del bambino.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

Messaggiodi Stefania » 5 mar 2010, 17:40

ABOLIRE IL CELIBATO E' L'UNICA SOLUZIONE
di Hans Kung 5 marzo 2010 - da La Repubblica

Abusi sessuali in massa ai danni di bambini e giovani ad opera di preti cattolici, dagli Usa alla Germania, passando per l'Irlanda: un enorme danno di immagine per la chiesa cattolica, ma anche segno palese della sua profonda crisi.

Il primo a prendere pubblicamente posizione a nome della Conferenza episcopale tedsca è stato il suo presidente, l'arcivescovo Robert Zollitsch (di Friburgo). La sua condanna degli abusi, definito «orrendi crimini», e la richiesta di perdono sono i primi passi nel processo di assunzione di responsabiltà per fare i conti con il passato, ma altri devono seguire. La presa di posizione di Zollitsch mostra indubbiamente gravi errori di valutazione, che vanno contestati.

Prima affermazione: Gli abusi sessuali compiti dai sacerdoti non hanno nulla a ch fare con il celibato.

Obiezione! È indiscutibile che tali abusi si verifichino anche in seno alle famiglie, nelle scuole, nelle associazioni e anche nelle chiese in cui non vige la regola del celibato.
Ma come mai si registrano in massa proprio nella chiesa cattolica, guidata da celibatari? Chiaramente queste colpe non sono attribuibili esclusivamente al celibato. Ma quest´ultimo è la più importante espressione strutturale dell´approccio teso che i vertici ecclesiastici cattolici hanno rispetto alla sessualità. Diamo uno sguardo al Nuovo Testamento: Gesù e Paolo sono stati sì esempio di celibato a servizio degli uomini, ma lasciando ai singoli la piena libertà a riguardo. Pietro e gli altri apostoli erano sposati nell´esercizio del loro ufficio. Questa rimase per molti secoli una condizione ovvia per i vescovi e i presbiteri ed è mantenuta fino ad oggi in oriente anche nelle chiese unite a Roma, come in tutta l´Ortodossia, quanto meno per i preti. La regola romana del celibato è in contraddizione con il Vangelo e l´antica tradizione cattolica. Deve essere abolita.

Seconda affermazione: E´ «totalmente errato» ricondurre i casi di abuso a difetti del sistema ecclesiastico.

Obiezione! La regola del celibato non esisteva ancora nel primo millennio. In occidente fu imposta nell´undicesimo secolo sotto l´influsso dei monaci (volontariamente celibi) soprattutto del Papa di Canossa, Gregorio VII, a fronte della decisa opposizione del clero in Italia e ancor più in Germania, ove solo tre vescovi si arrischiarono a proclamare il decreto di Roma. I preti protestarono a migliaia contro la nuova regola. Il clero tedesco così si espresse in una petizione: «Forse il papa ignora la parola del Signore: "chi può capire, capisca"? (Mt 19,12)? In questa affermazione, l´unica sul celibato, Gesù sostiene la libera scelta di questo modo di vivere». La regola del celibato diventa così - assieme all´assolutismo papale e al clericalismo forzato - uno dei pilastri essenziali del «sistema romano».

Diversamente da quanto avviene nelle chiese orientali, si ha l´impressione che il clero celibatario occidentale, soprattutto attraverso il celibato, si differenzi totalmente dal popolo cristiano: un ceto sociale a sè stante, dominante, che fondamentalmente si erge al di sopra del laicato, ma è del tutto sottomesso al Papa di Roma. L´obbligo di celibato è il motivo principale della catastrofica carenza di sacerdoti, della mancata celebrazione dell´eucarestia, carica di conseguenze, e, in molti luoghi, della rovina della cura personale delle anime. Tutto questo viene dissimulato attraverso la fusione delle parrocchie in «unità di cura delle anime», con parroci costretti a operare sopra le forze. Ma quale sarebbe il miglior incoraggiamento alla nuova generazione di sacerdoti? L´abolizione della regola del celibato, radice di ogni male, e permettere l´ordinazione delle donne. I vescovi lo sanno, ma dovrebbero anche avere il coraggio di dirlo. Avrebbero il consenso della gran maggioranza della popolazione e anche dei cattolici i quali, stando a tutti i più recenti sondaggi, auspicano che ai preti sia consentito sposarsi.

Terza affermazione: I vescovi si sono assunti responsabilità sufficiente.

È ovviamente positivo che vengano ora intraprese serie misure mirate all´indagine e alla prevenzione. Ma non sono forse i vescovi stessi responsabili della prassi decennale di insabbiamento dei casi di abuso, che spesso ha condotto solo al trasferimento dei colpevoli all´insegna della massima riservatezza? Chi in precedenza ha insabbiato è credibile oggi nel ruolo di indagine? Non dovrebbero essere istituite commissioni indipendenti? Finora nessun vescovo ha ammesso la propria corresponsabilità. Ma potrebbe far rimando alle istruzioni ricevute da Roma. Al fine di garantire il più assoluto riserbo la Congregazione vaticana per la fede dichiarò di propria esclusiva competenza tutti i casi importanti di reati sessuali ad opera di religiosi, così i casi relativi agli anni 1981-2005 finirono sulla scrivania dell´allora Prefetto, il Cardinal Ratzinger. Quest´ultimo inviò non più tardi del 18 maggio 2001 una missiva solenne sui gravi reati («Epistula de delictis gravioribus») a tutti i vescovi del mondo, ponendo i casi di abuso sotto segreto pontificio («secretum Pontificium»), la cui violazione è passibile di punizione ecclesiastica.

La Chiesa non dovrebbe quindi attendersi un «mea culpa» anche da parte del Papa, in collegialità con i vescovi? E, come ulteriore riparazione, che la regola del celibato, che non fu permesso mettere in discussione durante il concilio vaticano secondo, possa essere ora finalmente presa in esame liberamente e apertamente in seno alla chiesa. Con la stessa apertura con cui oggi finalmente si fanno i conti con i casi di abuso sessuale dovrebbe essere discussa anche quella che è una delle loro cause strutturali fondamentali, la regola del celibato. È questa la proposta che i vescovi dovrebbero avanzare senza timore e con forza a Papa Benedetto XVI.

(traduzione di Emilia Benghi)
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 12 mag 2010, 14:20

CHIESA: VESCOVO AUSTRIACO CHIEDE REVISIONE REGOLA CELIBATO =

Vienna, 12 mag. (Adnkronos/dpa) - Il vescovo austriaco Paul Iby ha chiesto oggi la revisone della regola del celibato per i sacerdoti, dichiarando che i preti dovrebbero essere liberi di scegliere se sposarsi o meno. "Roma e' troppo timida su queste questioni", ha dichiarato Ibi, vescovo del Burgenland, al quotidiano austriaco Die Presse.

Secondo l'alto prelato, a medio termine bisognerebbe anche discutere di aprire il sacerdozio alle donne, cosi' come dell'atteggiamento della Chiesa verso omosessualita' e divorzio. Gia' in marzo l'arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schoenborn, si era detto favorevole a ridiscutere la regola del celibato di fronte al crescere dello scandalo dei preti pedofili. Altri due vescovi austriaci si sono poi espressi in questo senso.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 10 giu 2010, 12:19

CHIESA: SONDAGGIO, MAGGIORANZA PRETI AUSTRIA VUOLE ABOLIZIONE CELIBATO


(ASCA) - Roma, 10 giu - Il 60% dei preti austriaci vuole l'abolizione del celibato obbligatorio. E' quanto emerge da un sondaggio effettuato da ricercatori dell'Universita' Keplero di Linz: il 59% dei 406 preti cattolici intervistati nell'ambito della ricerca si sono detti favorevoli alla fine dell'obbligo del celibato per i preti cattolici di rito latino.

I vescovi dell'Austria avevano chiesto l'apertura di una discussione sul celibato durante la loro ultima assemblea plenaria, dopo che il vescovo di Eisenstadt, mons. Paul Iby, aveva sollevato la questione. L'arcivescovo di Vienna, card.

Christoph Schoenborn, ex-alunno di papa Ratzinger e uno dei suoi piu' fidati consiglieri, aveva detto di ''condividere le preoccupazioni'' di mons. Iby. Quanto alle voci di una lettera di rimprovero che papa Benedetto XVI avrebbe inviato a Schoenborn, dall'arcidiocesi di Vienna smentiscono che possa trattare la questione del celibato e ricordano che il cardinale si consulta costantemente con il pontefice prima di prendere un'iniziativa.

Dopo l'esplodere dello scandalo pedofilia, gia' 30.000 persone hanno lasciato la Chiesa cattolica in Austria nei primi tre mesi di quest'anno, con una crescita del 42% rispetto al 2009. Se questo trend fosse confermato, sarebbero circa 80.000 gli austriaci che lasceranno la Chiesa nel 2010, contro i 53.000 dell'anno precedente. Il sondaggio ha mostrato anche che il 70% degli austriaci ritengano che la Chiesa abbia perso credibilita' per la crisi degli abusi sui minori.
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