"CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 28 mag 2011, 16:40

[b]28 maggio 2011
Il quotidiano Il Secolo XIX di Genova ha dedicato al nostro blog questo articolo:

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http ... 589001.htm
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 15 lug 2011, 9:53

300 preti austriaci scrivono un appello per il sacerdozio alle donne e una riforma della Chiesa
di Cindy Wooden
in “National Catholic Reporter” (“Catholic News Service”) del 12 luglio 2011 (traduzione di Maria Teresa Pontara Pederiva)

I vescovi austriaci hanno criticato l’attività di un gruppo di preti che chiede riforme nella prassi della chiesa - tra cui l'apertura al sacerdozio alle donne e agli uomini sposati - ma non hanno compiuto né minacciato azioni disciplinari.
Michael Pruller, portavoce del cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, ha dichiarato che il cardinale ha in programma di incontrare a fine agosto/settembre i preti della diocesi viennese che sono tra i leader dell'"Iniziativa dei parroci", che ha lanciato un "Invito alla disobbedienza" nello scorso mese di giugno .

L'iniziativa, che afferma di raccogliere poco più di 300 membri, prevede di recitare una preghiera pubblica nel corso di ogni Messa per la riforma della Chiesa, di offrire la Comunione a tutti coloro che si avvicinano all'altare in buona fede, compresi i cattolici divorziati risposati, e privi di annullamento matrimoniale, di permettere alle donne di predicare durante la messa, e sostenere in ogni modo l'ordinazione delle donne e di uomini sposati.

In una intervista telefonica da Vienna, lo scorso 11 luglio, Pruller ha detto che per quanto ne sapeva, i vescovi austriaci non hanno discusso l’eventualità di una risposta comune da presentare ai preti. "Nessun vescovo ha minacciato azioni disciplinari, ma se un prete conduce la sua parrocchia lontano da quanto insegna la Chiesa, una sanzione la si dovrebbe prendere”, ha detto Pruller.

Nell' "Invito alla disobbedienza", si afferma che i preti si sono sentiti costretti a seguire la propria coscienza per il bene della Chiesa in Austria, anche perché i vescovi finora si sono rifiutati di agire in merito.

Il Cardinale Schönborn ha rilasciato una dichiarazione il 22 giugno dove diceva che avrebbe aspettato tre giorni prima di rispondere, perché non voleva reagire d’impulso "con la rabbia e il dolore" che l'iniziativa dei preti gli aveva causato.

"L'invito aperto alla disobbedienza mi ha letteralmente shoccato", ha detto. Il cardinale ha affermato che nessuno dei preti firmatari è stato ordinato con la forza e tutti loro hanno giurato obbedienza così come si sforzano di compiere la volontà di Dio.

Il Cardinale Schönborn ha detto che è giusto per ogni uomo seguire la propria coscienza, e se i preti veramente credono di vivere un tale conflitto estremo tra la propria coscienza e la Chiesa, probabilmente essi dovrebbero considerare se appartengono ancora alla Chiesa.

"Io credo e spero, però, che questo caso estremo non possa verificarsi qui da noi", ha scritto. Ma alla fine, "sta a tutti noi decidere se vogliamo percorrere la strada insieme al Papa, i vescovi e la Chiesa universale, o meno".

l vescovo di Graz, Egon Kapellari, vice presidente della Conferenza episcopale austriaca, ha rilasciato una dichiarazione il 28 giugno, nella quale afferma che “le proposte dei preti stanno minacciando seriamente l'identità e l'unità della Chiesa cattolica".

“Mentre i pastori hanno ragione a essere preoccupati per fornire una cura pastorale migliore ai cattolici del Paese, la situazione in Austria non è così drammatica da richiedere ai preti di agire al di fuori della comunione con la Chiesa universale”.

“Una cosa è richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica alle necessità della Chiesa – ha detto Kapellari - altro è incoraggiare le persone a disobbedire agli insegnamenti e alla prassi della Chiesa stessa.”

Mons. Kapellari ha aggiunto che mentre la coscienza personale è riconosciuta dalla Chiesa come un "valore di tutto rispetto", è sbagliato insinuare che il papa e i vescovi non agiscono secondo la propria coscienza quando promuovono l'unità e il rispetto della tradizione della Chiesa.
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 1 ago 2011, 12:49

Approfitto di questo spazio per augurare a tutte le donne e ai lettori del blog una buona e riposante vacanza estiva, pur consapevole che questo periodo dell'anno è particolarmente problematico per le relazioni donna-prete.
Alcune stanno mediando con lui un numero decente di giorni disponibili per una partenza-lampo in gran segreto.
Altre si arrendono al fatto che lui non deciderà mai di partire.
Altre ancora si sono organizzate nella speranza che lui almeno si faccia sentire di tanto in tanto.

Ecco, circoscritto il "fenomeno" in tre macro-categorie decisamente non ne esce un bel quadro. Ci sono tuttavia argomenti sufficienti per porci almeno delle domande. Magari a settembre ...

Un caro saluto
Stefania
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 26 ott 2011, 18:04

Una interessante notizia che sarebbe utile ed opportuno, a mio avviso, commentare:

A proposito di un gruppo di sostegno sul problema del celibato
di DEBRA WEINER (NYTiimes)

Pubblicamente è un religioso di un ordine della chiesa cattolica romana.
In privato, nonostante i voti di povertà, castità e obbedienza, racconta di aver sofferto a 23 anni di una dipendenza dal sesso, aggirandosi di nascosto nei bar, nei parchi e nella riserva naturale di Cook County per rimorchiare alla svelta.
Sei anni fa i suoi superiori lo hanno scoperto ed incoraggiato a cercare aiuto. Egli acconsentì prontamente e trascorse i sei mesi successivi in terapia intensiva presso una clinica residenziale a nord di Toronto dedicata a chierici donne e uomini con problemi psicologici e di dipendenza.
Fra Patrick era sempre stato casto (il nome è fittizio nel rispetto della sua richiesta di anonimato). Oggi 49enne, nato in California con una voce cantilenante e occhialetti tondi stile John Lennon, è uno dei membri fondatori di uno dei rari gruppi di sostegno nel paese sul tema del celibato riservato a preti e religiosi.
Allan Schnarr, psicologo e docente alla Loyola University di Chicago, nonché ex prete e religioso dell'ordine dei Risurrezionisti per dieci anni, ha dato vita al gruppo nel 2009 su richiesta del primo cliente, un prete.
Da allora due lunedì mattina al mese Fra Patrick e altri tre tra religiosi e preti del gruppo di supporto, si incontrano all'interno di Hyde Park al Claret Center, che offre servizi psicoterapeutici e direzione spirituale.
Seduti in cerchio nella sala conferenze del centro, discutono dei problemi e delle gioie spirituali ed emotive legat alla fedeltà ai loro voti.
"Purtroppo la chiesa ha adottato la disciplina secondo la quale una volta che hai scelto quesa professione, la tua sessualità scompare", afferma Fra Patrick. "Ma non è così. Dio non vorrebbe mai una cosa tanto assurda".
Specifica invece che occorre incanalare la sessualità in modi differenti. "Se però non puoi parlarne o hai timore di farlo, e la tua sessualità diventa un grande, sporco segreto, sarà gestito , in un modo o nell'altro, in modo insano".
Il Rev. Shawn McKnight, direttore esecutivo del Segretariato per il Clero, la Vita Consacrata e le Vocazioni presso la Conferenza Episcopale statunitense ha dichiarato che il celibato, obbligatorio per i preti e i religiosi della chiesa cattolica romana, è "l'impegno a rinunciare al proprio diritto naturale al matrimonio e a vivere una vita casta per il Regno di Dio".
"Pensieri erotici, tentazioni e attrazioni sono parte della vita umana", afferma McKnight, "ma tutto dipende da come questi si gestiscono. Non ci lasciamo prendere da situazioni in cui l'obiettivo sia la gratificazione sessuale".
Tuttavia A.W. Richard Sipe, psicoterapeuta ed ex monaco benedettino, prete per 18 anni, in uno studio etnologico sul celibato e il comportamento sessuale del clero cattolico americano dal 1960 al 1985, riferisce che la metà tra preti e religiosi erano sessualmente attivi. Sipe, autore e co-autore di molti testi sul tema, afferma che i numeri oggi non sono molto diversi.
La masturbazione è l'attività più frequente, seguita da relazioni con donne, con uomini e dalla pornografia via Internet.
"Il sesso è ad un passo dalla dipendenza. E' un impulso che non sparisce. Se ne fai a meno, non potrai vivere come una persona normale. Non puoi un giorno dire 'Sono celibe'; il celibato è un processo. La mancanza di formazione è una parte essenziale del problema".
La chiesa ha avuto a che fare per anni con famosi casi di preti che abusavano sessualmente di minori e, di frequente, li ha coperti. Lo studio commissionato dalla Conferenza Episcopale statunitense nel 2004 al John Jay College of Criminal Justice riferisce che circa il 4% dei preti ordinati tra il 1950 e il 2002 ha subito accuse di molestie sessuali su minori. Un rapporto più recente ha parlato di una percentuale vicina al 5%.
Per il 61enne P. Lawrence (il suo nome dopo l'ordinazione), altro membro del gruppo di sostegno di Fra Patrick, il silenzio che circonda il celibato è l'altro annoso problema. "Come puoi sapere quale sia la maniera migliore per seguire la disciplina celibataria se non puoi neanche parlarne?"
Quando P. Lawrence si trovava in seminiario negli anni '70 chiese in che modo poter gestire le pulsioni sessuali e i pensieri erotici. Gli fu risposto di andare a confessarsi. Oggi, se prova a parlare dell'argomento con i suoi confratelli, questi tacciono. "Quando è scoppiato lo scandalo della pedofilia hanno incominciato a parlare, ma esclusivamente dei casi giuridici, delle questioni legali, quanto sarebbe costato alla chiesa", aggiunge P. Lawrence. "Solo nel gruppo di sostegno, con i membri di vari orientamenti sessuali, può condividere i dettagli sul suo modo di approcciare il celibato senza paura di essere giudicato o senza "scontrarmi con la linea religiosa".
L'Arcidiocesi di Chicago approva l'esistenza del gruppo di sostegno. "Tutto ciò che può aiutare i preti sulla questione del celibato è benvenuto dalla chiesa", ha detto il Rev. John Collins, vicario per il clero dell'arcidiocesi.
Per quanto alcune tesi discusse dai membri del gruppo di sostegno sono contrarie all'ortodossia cattolica romana. "Il celibato è un ideale irreale con aspettative irragiungibili che non hanno nulla a che fare con l'essere un buon prete. Credo che debba essere facoltativo." afferma P. Lawrence che è stato innamorato due volte ma dichiara di non aver mai "saltato il fosso".
"Prendo sul serio il mio voto. Ho avuto tentazioni? Sì. Provo attrazione per qualcuno ogni giorno. E ringrazio Dio per questo poiché mi dice che sono un essere umano normale".
Il Sig. Schnarr, il facilitatore del gruppo di sostegno, afferma che la sfida è trovare un modo per essere pienamente umani nel celibato.
"L'approccio tradizionale conservatore riguardo al celibato è quello di soffocare tutto ciò che può provocare istinti sessuali. Ciò significa spegnere le emozioni e mantenere una distanza professionale in ogni relazione".
Durante gli incontri il gruppo ingaggia conversazioni aperte e personali su dove tirare una linea che separi una sana intimità e il celibato, su chi possa definire quale sia tale linea, su "come accettarsi ed amarsi quando si è a corto di ideali o insicuri del fatto che Dio ci accolga".
"Per via dei casi di pedofilia, i preti hanno subito una terribile caduta in disgrazia. La pressione su di loro è aumentata", afferma Schnarr. "Quando parli apertamente con gli altri su ciò che davvero ti accade nel profondo, ti aiuta a guarire dal senso di vergogna e paradossalmente favorisce la tua fedeltà agli impegni assunti".

Testo Originale
Reperimento testi di Patrizia Vita
Traduzione di Stefania Salomone


Turning to a Support Group to Deal With Celibacy
By DEBRA WEINER (NYTiimes)
Publicly, he is a religious brother with a Roman Catholic order.
Privately, although he took vows of poverty, chastity and obedience, he said, at 23 he was a sex addict, anonymously cruising bars, parks and Cook County Forest Preserves for quick hookups.
Six years ago, his superiors found out and encouraged him to seek help. He agreed readily and spent the next six months in intense therapy at a residential treatment clinic north of Toronto for male and female church ministers with psychological and addiction problems.
Brother Patrick has been chaste ever since (his real name is being withheld because he requested anonymity). Now 49, a California native with a singsong lilt to his voice and John Lennon-style wire rim glasses, he is a founding member of one of the country's few celibacy support groups for priests and religious.
Allan Schnarr, a clinical psychologist who teaches at Loyola University of Chicago and former priest who spent 10 years in the Resurrectionist religious order, started the group in 2009 at the request of a client, a priest.
Monday mornings twice a month ever since, Brother Patrick and the three other brothers and priests in the support group meet in Hyde Park at the Claret Center, which offers psychotherapeutic services and spiritual direction. Seated in a circle in the center's homey conference room, they discuss the spiritual and emotional struggles and joys of being true to their vows.
"œUnfortunately, the church has embraced the notion that once you've chosen this profession your sexuality goes away," Brother Patrick said. "œBut it doesn't. God would never expect something so absurd as that."
Instead, he added, you have to nurture it in different ways. "œIf you can't and you're afraid to talk about it, and your sexuality becomes a big, dirty secret, then eventually, somehow or other, it's going to get vented in an unhealthy way," he said.
The Rev. Shawn McKnight, executive director of the Secretariat of Clergy, Consecrated Life and Vocations at the United States Conference of Catholic Bishops, said that celibacy, which is mandatory for Roman Catholic priests and religious, was "œthe commitment to renounce one's natural right to marriage and to live a chaste life for the kingdom of God."
"œSexual thoughts, temptations, attractions, are part of being human," Father McKnight said. "œBut it's how you respond to them. We don't do things or engage ourselves in things where sexual gratification will be the end."
Yet, in an ethnological study of celibate and sexual behavior of American Catholic clerics from 1960 to 1985, A. W. Richard Sipe, a psychotherapist and former Benedictine monk and priest of 18 years, found that half of all priests and brothers were sexually active at any one time. Mr. Sipe, the author or co-author of seven books on the subject, said those numbers had not changed much. Masturbation is the most frequent activity, he said, followed by liaisons with women, sex with male companions and Internet pornography.
"œSex is really very close to an addiction. It's a drive that doesn't go away," Mr. Sipe said. "œIf you're going to live without it, you can't live like a normal person. You can't just say one day, "˜I'm celibate.' Celibacy is a process. The lack of training is a huge piece of the problem."
The church has struggled for years with notorious cases of priests sexually abusing children and, frequently, with cover-ups of such practices. A 2004 John Jay College of Criminal Justice study commissioned by the United States Conference of Catholic Bishops found that roughly 4 percent of priests ordained between 1950 and 2002 faced allegations of sexual abuse against minors. A more recent report put the figure closer to 5 percent.
For Father Lawrence (his confirmation name), 61, another member of Brother Patrick's support group, the secrecy shrouding celibacy is equally troublesome. "œHow are you supposed to know how to follow the rules of celibacy if you can't even discuss it?" he said.
When Father Lawrence was in the seminary in the 1970s, he asked how to handle sexual desires and lustful thoughts. He was told to go to confession. Nowadays, if he tries to broach the topic with colleagues in his order, he is met with silence. "œWhen the child abuse scandals broke, people started talking, but about the lawsuits, the cover-ups, how much it was costing the church," Father Lawrence said.
Only in the support group, with members of varying sexual orientations, does he share the details of how he copes with celibacy without fear of being judged or "œhaving to toe the religious line," Father Lawrence said.
The Archdiocese of Chicago approves of the support group. "œAnything that would help priests in their struggle with celibacy and support priests in the commitment to celibacy is welcomed by the church," said the Rev. John Collins, vicar for priests for the archdiocese.
Still, some of the ideas discussed by the support-group members are contrary to Roman Catholic orthodoxy. "œCelibacy is an unreal ideal with expectations that can't be met and doesn't have anything to do with being a good priest. I think it should be optional," said Father Lawrence, who has been in love twice but "œnever crossed the line," he said.
"œI take my vow seriously," he said. "œHave there been temptations? Yes. I have attractions every day. And I thank God for that. It tells me that I'm a normal human being."
Mr. Schnarr, who facilitates the support group, said that finding a way to be fully human within celibacy was the challenge.
"œThe traditional, conservative approach to celibacy is to snuff out anything that can stir sexual feelings," said Mr. Schnarr. "œThat means shutting down emotions and keeping a professional distance in all relationships."
At meetings, the group engages in frank, personal conversations about where to draw the line between healthy intimacy and celibacy, about who defines what that line is, about "œhow to accept and love yourself when you fall short of your ideals and trust that God still accepts you," Mr. Schnarr said.
"œBecause of the charges of pedophilia, priests have been through a horrifying fall from grace. There is extra pressure on priests," Mr. Schnarr said. "When you can talk openly with others about what's really going on inside, it helps to heal the shame and paradoxically makes it easier to be true to your commitments."

debcweiner@...
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 18 nov 2011, 15:14

Non so bene se questa notizia faccia sorridere o cos'altro ...

http://vaticaninsider.lastampa.it/homep ... anda-9949/

"O LA TONACA O LA CONVIVENZA"
In Olanda un prete di 81 anni dovrà interrompere la relazione che dura da 46 anni con una donna 85enne, altrimenti verrà sospeso. “Piuttosto che l’amore della mia vita lascerò il sacerdozio”
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO

Ultimatum del vescovo al prete convivente. Entro il 1° dicembre don Jan Peijnenburg, 81 anni, deve interrompere la relazione che dura da 46 anni con la signora Threes van Dijck, 85 anni, oppure verrà sospeso dall’ufficio sacerdotale.

La decisione è stata ufficializzata dalla diocesi di Hertogenbosch, la più grande dei Paesi Bassi. Il sacerdote svolge la sua missione pastorale nella città di Eindhoven, nel sud-est dell’Olanda. Quindi, dopo quasi mezzo secolo di convivenza, don Jan ha un mese di tempo per scegliere tra l’amor sacro e l’amor profano, tra i doveri del suo ministero e un legame «clandestino» che lo ha accompagnato per una vita.

L’ultimatum delle autorità ecclesiastiche arriva in risposta ad libro nel quale don Jan Peijnenburg e la sua convivente Threes van Dijck si appellano alla Santa Sede per l’abolizione della regola celibataria nella Chiesa cattolica. Per molti anni la diocesi ha chiuso un occhio sulla violazione del celibato ecclesiastico da parte del prete olandese. Sorprendente, però, è la motivazione secondo la quale «non è inusuale per i sacerdoti vivere con una compagna», ma, «criticando apertamente il principio del celibato,don Jan si è spinto troppo oltre». E il portavoce del vescovo spiega che quella imposta al prete concubino è «una scelta rilevante nella sua vita», però «si tratta di una condizione che viene necessariamente assunta quando si sceglie il sacerdozio».

Di fronte all’«aut aut» della diocesi, l’anziano prete ha già fatto sapere che, se obbligato a scegliere, lascerà il sacerdozio piuttosto che abbandonare l’amore della sua vita. E ha definito l’imposizione del celibato «una violazione dei diritti umani». La contrarietà al celibato ecclesiastico obbligatorio è condiviso dal Paul Iby, vescovo di Eisenstadt, secondo il quale «i preti dovrebbero essere liberi di scegliere se sposarsi o meno» e «la Santa Sede è troppo timida su tale questione».

In tutto il primo millennio e anche dopo, nella Chiesa il celibato del clero era inteso come «continenza», ossia completa rinuncia, dopo l’ordinazione, alla vita di matrimonio, anche per chi si fosse precedentemente sposato. Le prime regole scritte in materia a partire dal secolo IV (dopo la fine delle persecuzioni) confermano che fin dall’inizio della Chiesa preti e vescovi erano tenuti ad astenersi dalla vita matrimoniale.

Eppure, con una certa frequenza, si torna a parlare dell’abolizione dell’obbligo del celibato sacerdotale. Nel febbraio 2008 fu la volta dei sacerdoti brasiliani: decisero di inviare una petizione al Vaticano per chiedere una revisione della legge canonica che vieta di sposarsi. Una presa di posizione emersa nel corso del dodicesimo «Incontro nazionale dei sacerdoti» organizzato presso il monastero di Itaici, nello Stato di San Paolo. La petizione fu avviata alla congregazione per il Clero, presieduta allora dal cardinale brasiliano Claudio Hummes, ex arcivescovo di San Paolo.

In pratica i preti brasiliani hanno chiesto alla Santa Sede che ci siano due tipi di sacerdozio: uno celibatario, per chi prende i voti di castità negli ordini religiosi, e uno senza obbligo di celibato, riservato a persone sposate dai vescovi perché ritenute degne. Una misura quest’ultima che aiuterebbe anche a reintegrare nella Chiesa i preti «spretati» per essersi uniti in matrimonio. L’ultimatum di Eindhoven dimostra che la strada è ancora lunga.
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 14 feb 2012, 17:36

«Pronto a riabbracciare il prete-barista»
di Gianluigi Cancelli

Il prete che fa il barista con la fidanzata
Il parroco fa il barista con la “fidanzata”Savona - Tornerà a tutti gli effetti nell’ambiente ecclesiastico diocesano come una sorta di novello “figliol prodigo”.

Anche se non può dichiararsi apertamente soddisfatto, il vescovo della diocesi di Albenga e Imperia Mario Oliveri sembra esser disposto a riaccogliere a braccia aperte , come ogni buon padre, don Cesare Donati, l’ex parroco di Bastia che venne allontanato dalla frazione di Albenga dopo le proteste da parte di numerosi parrocchiani che erano venuti a conoscenza di una sua relazione con una donna della zona.

Il sacerdote, comunque, ha continuato in questi ultimi mesi a recitare Messa nella chiesa della frazione Cenesi di Cisano sul Neva e in quella della frazione Vecersio di Castelvecchio di Rocca Barbena.

Sacerdote la domenica, mentre negli altri giorni della settimana gestiva insieme alla sua “fidanzata” Flavia il bar “Smile” di via Amendola, nel quartiere residenziale della Villetta a Savona. Un locale che lo stesso don Donato aveva acquistato qualche mese fa, ricorrendo a un mutuo da parte di un istituto di credito. «Tra me e Flavia - aveva dichiarato mercoledì don Donato proprio a un cronista del Decimonono - era nato qualcosa di più di una amicizia, e così abbiamo deciso di andare a vivere insieme e di comprarci un bar, per avere un lavoro che ci permettesse di poter vivere».

Ma da ieri, guarda caso proprio il giorno in cui il nostro giornale lo ha scoperto dietro al bancone del bar alla Villetta, il sacerdote, che ha 48 anni e che ufficialmente abita con i genitori a Ceriale, ha deciso di voler tornare indietro, di tornare a dedicare la sua vita interamente al sacerdozio.

Una scelta importante, che riceve la “benedizione” da parte del vescovo della diocesi di Albenga e Imperia, Mario Oliveri. «Sono sempre stato restio a parlare di quello che il vescovo conosce in forza del suo ufficio, che è senz’altro di natura pubblica, ma che conosce anche per il proprio rapporto di paternità con i suoi sacerdoti e per quello di filiale confidenza che i suoi sacerdoti hanno con lui - sottolinea monsignor Oliveri - Poiché tuttavia molte cose i giornali hanno detto sull’ex parroco di Bastia di Albenga, riportando anche sue esternazioni, ora desidero dire pubblicamente che ho grande motivo di rallegramento per la sua rinnovata volontà di vivere con gioia, fedeltà ed impegno il suo sacerdozio, lasciando ovviamente da parte qualsiasi atteggiamento che possa dare adito ad ambiguità di interpretazione da parte dei buoni fedeli».

Di più il vescovo di Albenga e Imperia non vuole dire. Ma il suo messaggio sembra essere abbastanza chiaro. Don Cesare Donati, insomma, potrà tornare a svolgere a tempo pieno la sua attività di sacerdote e sarà bene accetto, basta che riesca a tagliare completamente i ponti con il passato. Con quella donna di una decina d’anni più giovane di lui della quale ha ammesso di essersi innamorato e per la quale per alcuni mesi ha messo in discussione la sua vocazione.

Per poi tornare negli ultimi giorni sui propri passi. «Ho fatto un errore - ha confessato mercoledì don Cesare a un cronista del nostro giornale - ma pio ho avuto occasione di riflettere e ho scelto la missione sacerdotale. Non avrei dovuto acquistare il bar, ma ora sto cercando di rivenderlo. Il bar è l’unica attività che potevo aprire per poter riuscire a vivere, sono stato barman sulle navi da crociera prima di diventare sacerdote. Cos’altro potevo fare?».

Don Cesare Donati, in attesa di tornare a dedicarsi completamente all’attività sacerdotale, domenica tornerà a recitare la messa sia nella chiesa di Cenesi di Cisano sul Neva che in quella della frazione Vecersio.

Ma per il sacerdote sembra però prospettarsi un più che probabile trasferimento in un’altra parrocchia della diocesi. Anche se nessuno lo dice apertamente, sembra infatti che monsignor Mario Oliveri sia deciso a trasferire don Cesare lontano da Albenga, probabilmente in una parrocchia della provincia di Imperia.

http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2012 ... ista.shtml
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi nostradamus » 15 feb 2012, 0:19

Buona sera a tutte.
Stefania, se mi permetti vorrei dire la mia su questa storia!
Io ho letto quello che hai postato e ho letto e ascoltato l'intervista dei due protagonisti.
Non mi prendete per matto, o persona scomoda, ma personalmente sono abituato in toto a dire quello che penso.
Questa intervista è la più brutta che io abbia mai visto...I due protagonisti parlano dei loro sentimenti e della loro storia con molto menefreghismo...(sembra che loro riescano a rissolvere tutto con una semplice lavata di stoviglie...)
Lui mi ha fatto una cattiva impressione, credo che dopo aver provato veramente il sapore del lavoro ha capito che fare il prete è l'unico mestiere che gli da soldi senza spender troppe energie...infatti ha deciso di ritornare ,chissà come mai all'ovile...
Lei mi sembra una sciocca...provato il prete...tolto lo sfizio...consumata la passione tutto può ritornare alla normalità.(tornerà ad essergli solo AMICA?non ci credo minimamente...andrà sempre da lui...e lui non sarà mai un "Buon PRETE" come cerca di far credere...)
IO CONTINUO A RIPETERE CHE PER COLPA...DI UOMINI COME QUESTI...I PRETI CHE VERAMENTE AVRANNO IL DESIDERIO DI FORMARSI UNA VERA FAMIGLIA FINIRANNO SEMPRE PER PERDERE LE BATTAGLIE...
IO SPERO VIVAMENTE CHE I SACERDOTI sinceramente INNAMORATI, seppur nella paura,NON ASSOMIGLIONO A QUEST'UOMO...MI FAREBBE VERAMENTE ORRORE UNA COSA DEL GENERE...
E SPERO CHE LE DONNE CHE AMANO I LORO PRETI, NON SIANO COSI' MENEFREGHISTE COME QUESTA DEL VIDEO...
Nel viedo vedo tutto e sento tutto...ma non si SENTE, NON SI PERCEPISCE IL VERO AMORE TRA I DUE...ma solo un COMODATO D'USO...finchè mi vai bene ti tengo...
NOn so...sono DELUSO!!! :cry:

Ci sarebbero tantissime cose da dire su questa coppia e questa intervista...ma credo che ognuna di voi abbia del buon senso da capire tutto...semplicemente guardando il loro video...
Scusate per la mia intromissione...ma quando è troppo è troppo...
C'è gente che combatte in modo serio per riuscire a far capire al mondo intero che l'amore tra un prete ed una donna non è una cosa diabolica...che come esistono preti sposati in altre religioni è possibile lottare anche affinchè la religione cattolica li riconosca....ma in questo modo...questo modo affrontato con tanto menefreghismo e sufficienza mi riempie il cuore di tristezza...perchè rende vano lo sforzo delle persone che lottano tutti i giorni per una battaglia in termini di AMORE...AMORE vero...
Un cordiale saluto a tutte voi.
nostradamus
 
Messaggi: 1
Iscritto il: 29 giu 2011, 22:13

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi carolina » 17 feb 2012, 21:53

Ciao a tutti,
mi permetto di intromettermi per dire la mia.
Voglio scrivere questa prima parte senza aver letto l'articolo sul secolo XIX e prima anche di vedere il video. Continuerò dopo averlo fatto. Ho letto solo quanto riportato e i vostri commenti sul sito.
La prima cosa comunque che mi viene di getto è l'atteggiamento della chiesa quale istituzione. I preti hanno le loro storie, coinvolgono donne come me e come tante altre (fatta eccezione - evidentemente - della signora di cui parla l'articolo) e poi dicono: ops, mi sono sbagliato! Ho provato non mi è piaciuto, non era comodo...(fino alla prossima, al prossimo bisogno, alla prossima necessità di amore o di affetto, alla prossima "debolezza"). Chiedo scusa a tutti, ho perso un attimo la strada ma ora tornerò più prete che mai... E le donne, forse loro invece, quelle che come me, ci hanno creduto, hanno amato, si sono fatte da parte e hanno accolto questi uomini, con i loro sensi di colpa, le loro incertezze, il loro vivere due vite distinte e separate, confinate, messe in secondo piano o nascoste. Hanno sofferto ma ci hanno creduto, creduto in una vita insieme, nei progetti, nell'amore!!! Perché chiunque è portato a pensare che quando un prete parla di AMORE dovrebbe sapere di cosa sta parlando! E poi la chiesa, pronta non solo a accettare (il demonio sarà sempre la donna che lo ha deviato dalla dritta via!) ma a mettere a tacere, a promuovere.
E la gente, la comunità che sa, che è al corrente ma che non vuole vedere. Che non prende posizione, che non si pone domande. Che vuole un prete da mettere sul piedistallo, che non deve essere di nessuno in particolare, che non deve amare.
Queste sono le cose che fanno arrabbiare me e che leggo attraverso quello che avete scritto di questo articolo che ora mi vado a leggere e a guardare il video.
Sono anche d'accordo con Nostradamus, sono con lui che questi atteggiamenti superficiali rischiano di compromettere la lotta vera e profonda di coloro che invece vogliono cambiare le cose. La superficialità dilaga nelle coppie, non solo tra quelle fra preti e donne. L'amore ha mille sfumature ma è un sentimento unico.
carolina
 
Messaggi: 5
Iscritto il: 13 giu 2011, 20:29

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi ornella » 19 feb 2012, 10:08

Care tutte,
non ho ascoltato l'intervista, ho solo letto.
Possibile che non si riesca ad uscire dalla dimensione dell'eterna sofferenza e non si veda in questa, come in altre storie di "ordinarie relazioni", extraconiugali e non, che le storie possono finire per una miriade di motivi diversi? E perché poi si pretende da noi donne che non possiamo dire che una storia è finita? Perché dobbiamo essere sempre noi a farci carico delle debolezze e delle fragilità degli uomini e a non capire che, tonaca o non tonaca, se quel sentimento non c'era, o era ingrandito dalla precedente clandestinità, è bene che sia finita? Vengo adesso dalla lettura, per puro caso, di una lettera della "posta del cuore" che accoglie lettere su dolori sentimentali su La Stampa". Vi incollo di seguito quello che ho letto, anche se non si tratta di una relazione con un prete, e lo lascio con una domanda: chiediamoci perché il nostro amore minaccia alle volte di diventare ossessione, anche davanti a tutti i segnali che ci vengono inviati e che sono alle volte espliciti e chiari? fatevi le debite proporzioni, e pensateci su.
E se sono andata fuori tema, scusatemi.
Ornella
...........
La rubrica "Cuori allo Specchio" di Massimo Gramellini si trova ogni fine settimana in questo forum, dove vengono pubblicati tutti i vostri messaggi.“Ti amo ma non posso amarti”: c’è la fregatura

LORI.
Ho 26 anni appena compiuti, e da tre sto con un uomo. Beh, stare è una parola grossa... Ci conosciamo tre anni fa, lui si innamora di me. Ha un matrimonio fallito e dei figli. Mi dice che ha trovato qualcosa di diverso in me, stesso modo di vedere e vivere la vita e (parole sue) se stiamo bene insieme tutto il resto non conta, gli ostacoli si possono superare. E sì, c’è una ragione per queste parole: lui ha quasi 26 anni più di me.
Passa il tempo, non andiamo a letto insieme per paura che la nostra situazione diventi ancora più difficile. Insieme il tempo vola, lui ne è sorpreso, dice di amarmi moltissimo. Ci vediamo una volta al mese, per qualche ora. Parliamo tantissimo. Poi lui sparisce per più di sei mesi. Va molto spesso all’estero per lavoro. Smette di farsi sentire, e quando finalmente lo fa, per telefono, riesco a capire che sta cercando di starmi lontano. Apposta.
Io lo capisco, ha paura, ne ho anch’io. Mi dice che la nostra è una storia seria, ma lui è vecchio, non ha il coraggio di mettersi con me. Non sa cosa fare. Gli lascio altro tempo per decidere, ma mi manca da morire. Poi ci rivediamo, passa altro tempo e alla fine succede. Facciamo l’amore per la prima volta, meraviglioso per entrambi. Cominciamo a vederci di più, se lui è in Italia arriviamo anche a una volta a settimana, tre, quattro ore. Poi bisogna andare... Ci sentiamo quasi ogni sera, se non è all’estero. Poi quando parte, è quasi come se non esistesse. Ma è la sua vita, ci sta. Lui mi manca molto di più quando è qui, ma senza essere con me.
A volte mi crolla il mondo addosso e piango. I rari momenti insieme sono meravigliosi, per me valgono le lacrime versate. Sembriamo fatti apposta per stare insieme, mi dice che erano anni che non si sentiva così. Ma non trova il coraggio. Mi vuole, ma non abbastanza per decidere. Le chiacchiere in giro. I miei genitori. Io, così giovane, con lui! Come dirlo?
Nella sua vita ha sempre fatto di testa sua, ma non questa volta. Ha paura. Per lui e per me. Ancora adesso trova scuse per vedermi poco. Vuole evitare di arrivare al punto da sentire «troppo» il bisogno di me e dover decidere? Oppure ha paura di illudermi? Se non fosse un problema di età saresti mia, mi dice, ma così non si può!
Se fosse un uomo «normale», so che dovrei lasciarlo per non perderlo. Ma lo conosco, la sua volontà sa essere di ferro. Se decide che la storia con me è sbagliata è pronto a soffrire e a tuffarsi nel lavoro, lavorando anche venti ore al giorno per cancellarmi dai suoi pensieri. Se smetto di lottare ho paura di perderlo per sempre, se continuo a farlo, potrei arrivare al punto di distruggermi. E sono già abbastanza al limite.
P.S. Un amico mi ha detto di fare attenzione a non confondere l’amore con la passione, o addirittura l’ossessione. No, l’unica cosa di cui sono sicura in questa storia sono i miei sentimenti verso di lui. Vorrei solo che trovasse le parole per dirmi cosa ha realmente dentro, e trovasse il coraggio di decidere cosa succederà della nostra storia.
P.P.S. Ora è passato altro tempo. Ogni volta che stiamo insieme è sempre più bello, ma questa volta ha deciso: vuole lasciarmi. Però facciamo lo stesso l’amore, gli chiedo tempo. Me lo dà. La volta dopo torna alla carica: dobbiamo lasciarci, ti amo tantissimo e mi dispiace da morire, ma non vedo altre soluzioni, mi dice. Mi racconta tutto di sé, la vita, i problemi... tutto. Mi dice che si sente vecchio e anche un po’ malato. Gli rispondo che voglio stargli vicino, sono pronta a qualunque cosa, per me questa storia è troppo seria. Facciamo l’amore di nuovo. Vorrei che qualcuno gli dicesse che l’amore è un sentimento senza età... e che quando è veramente sincero può fare tutto!

Risposta
Sarà l’influenza di stagione o l’età che avanza, ma sono arrivato alla fine della lettera con le lacrime agli occhi. Hai parato una dopo l’altra tutte le possibili obiezioni: lo ami davvero, non puoi giocarti la carta dell’assenza perché lui terrebbe duro e non puoi nemmeno lasciargli la scelta perché tanto non decide, persino quando (come nell’ultimo post scriptum) si illude di farlo. Apparentemente siamo nel cuore della fregatura perfetta, impreziosita - lasciamelo dire - da una certa tendenza del «ragazzo» a fare il melodrammatico. Ti amo ma non posso amarti, sono vecchio e malato… La pulizia del tuo sentimento lo annichilisce e lo spaventa. Ma un amore spaventato è un amore debole. Guarda infatti come è forte il tuo, che è un amore coraggioso e ribelle a ogni logica. L’ipotesi statisticamente più probabile è che andiate avanti con questa altalena emotiva fino a quando tu comincerai a raffreddarti. A quel punto lui, che con i suoi tentennamenti ne sarà stato la causa, vedrà nel tuo distacco la prova che fra voi non poteva durare. Vorrei scriverti un finale più lieto, ma è un’impresa anche solo immaginarlo. Ama finché puoi. E non vergognarti di quel che provi. Non è la storia definitiva della tua vita, ma stai comunque rendendo omaggio all’amore.

MASSIMO GRAMELLINI
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 27 feb 2012, 12:17

UN PICCOLISSIMO STRALCIO DAL NUOVO LIBRO DI MONS. JACQUES GAILLOT (Vescovo, uomo d'azione. Ha sostenuto un obiettore di coscienza contro la guerra. Ha dato luogo a proteste contro il nucleare. La sua fedeltà al Vangelo si esprime attraverso qualche caratteristica fondamentale: il pensiero per i poveri e gli emarginati, il rifiuto di ogni compiacenza, l'attaccamento al diritto, alla giustizia ed alla pace, il convincimento che Gesù appartiene all'umanità e non ai soli cristiani, l'evidenza che le pecore fuori dall'ovile meritano che si lascino le altre a casa per andarle a cercare. Nel 1995 viene dimesso dall'episcopato di Evreux e fonda il sito Partenia, che ha festeggiato di recente il decennale. E' oggi Presidente onorario del sito francese Plein Jour, che si occupa, come il nostro, di offrire sostegno e aiuto alle donne e ai preti che soffrono a causa di relazioni problematiche).

Da una mia traduzione dal francese

Nel suo ultimo libro "Avance et tu seras libre" (Vai avanti e sarai libero), Jacques Gaillot risponde alla domanda di una giornalista: Qual è la sua posizione a proposito del matrimonio dei preti?

"Lo status clericale maschile è sorpassato. Se da un lato non vedo perché le donne non possano essere ordinate prete, dall'altro non comprendo perché gli uomini di Chiesa non possano scegliere fra matrimonio e celibato. Il matrimonio e la paternità non devono essere un ostacolo all'esercizio del ministero. L'importante è che ci siano presbiteri accanto alla gente. Presbiteri che stiano bene con se stessi, in armonia con il mondo che li circonda. Esiste un'associazione fondata dalle donne dei preti ed io ne sono il Presidente onorario. Si chiama Plein Jour (Alla luce del giorno). Come per dire che che si auspica la fine della menzogna. Nell'attesa, questa associazione rappresenta un luogo di libertà, di scambio, di sostegno per coloro che conoscono la dissimulazione e il senso di colpa. Molti preti hanno donne segrete e talvolta anche dei figli. Altri scelgono di vivere la loro vita in famiglia e rinunciano al presbiterato. Per questi si tratta di un vero e proprio strappo e per la Chiesa della perdita di elementi spesso preziosi. La situazione attuale è malsana e distruttiva per gli individui".
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

PrecedenteProssimo

Torna a CELIBATO OBBLIGATORIO: LA DURA LEGGE CHE VIETA L'AMORE - Una legge disumana e antievangelica

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 12 ospiti

cron