Pagina 1 di 1

Il Dio della religione o il Padre di Gesù?

MessaggioInviato: 21 nov 2008, 19:33
di Stefania
Potrebbero sembrare la stessa cosa e forse avrebbero potuto/dovuto esserlo. Ma ahinoi, così non è.
Siamo tutti cresciuti, chi più chi meno, con certe dottrine; ne siamo addirittura imbevuti. E questo pregiudica ogni aspetto della nostra vita. E' una cosa di cui ciascuno potrebbe fare esperienza.
Perché i rapporti interpersonali e l'affettività del prete sono spesso così problematici?
Proprio per via della legge, per via di tutte quelle sovrastrutture che costituiscono l'asse portante della formazione seminariale o del noviziato. "Devi amare tutti, ma nessuno in modo particolare". Poi se qualcuno mi vorrà spiegare per bene cosa accidenti significa questo ammonimento...
"Mantieniti distaccato dalle situazioni" perché il tuo ruolo non è tanto quello di con-partecipare al dolore di un altro essere umano, ma quello di fornirgli una plausibile spiegazione religiosa (cosa peraltro impossibile).
E la donna cosa fa? Invece di essere lo strumento privilegiato attraverso cui il prete può fare esperienza di quella libertà che è poi l'obiettivo della sua ricerca più profonda, diventa sovente il suo zimbello. Gli fornisce la spalla su cui piangere o lamentarsi, ma non lo aiuta a crescere. Lo giustifica, lo aspetta, gli da mille e una possibilità, ma così facendo, e molte di noi lo sanno bene, non dimostra il proprio amore, ma la propria dipendenza, che è ben altra cosa.
L'amore apre gli occhi, non li chiude. L'amore non vincola, ma produce libertà. Basterebbe riuscire a intravedere la portata e la somma gratuità dell'amore che il Padre ha per ciascuno di noi, a prescindere dal comportamento, dai limiti... Scoprire questo da coraggio, non può che essere così. Il coraggio di rischiare di perdere la faccia, sapendo che ciò che troviamo è, non "sarà" (al futuro), è già il centuplo.