Caro Donfy,
non credo che qui ci sia nessuno che generalizza, si sta semplicemente affrontando una problematica che per la sua diffusione e per la sua complessità trova molti ostacoli e molta riluttanza nel venire alla luce. Certamente il punto di vista è quello espresso da noi che stiamo dall'altra parte, e per quanto possiamo immedesimarci ed entrare nella vita di un prete, non potremmo mai realizzare fino in fondo quanto una situazione del genere possa incidere sulla sua emotività. E non credo che qui ci sia qualcuno che sia convinto che la sensibilità emotiva di un prete equivalga a una tabula rasa. Anzi,se siamo qui a discuterne,è perchè siamo persuase del contrario, e la nostra rabbia nasce proprio dalla volontà cieca di soffocare a tutti i costi quel piccolo grande fuoco che riscalda il vostro cuore. Però, vedi, non credo che basti dire che sappiamo bene a cosa andiamo incontro quando ci innamoriamo di una persona consacrata,perchè mi suona molto,ancora una volta, come uno scaricarsi di responsabilità che vanno tutt'altro che sottovalutate. Quanto alla Chiesa,qui non c'è nessuno che voglia distruggerla;l'intento comune è quello di rinnovarla. Effettuare quella rivoluzione del cuore di cui è pregno il Vangelo,senza escludere niente e nessuno. Il celibato è solo la punta dell'iceberg, e mi pare troppo comodo dire: a me la Chiesa va bene,ma il celibato no! Mi sembra alquanto egoista e riduttivo. La Chiesa dovrebbe essere fatta di persone, senza esclusioni di alcun genere;sia che riguardino il ceto sociale,le tendenze sessuali o le convinzioni ideologiche.
Un abbraccio
Ange