l'universo parallelo del silenzio

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi signorafantasia » 18 nov 2008, 13:08

Caro Donfy,
non credo che qui ci sia nessuno che generalizza, si sta semplicemente affrontando una problematica che per la sua diffusione e per la sua complessità trova molti ostacoli e molta riluttanza nel venire alla luce. Certamente il punto di vista è quello espresso da noi che stiamo dall'altra parte, e per quanto possiamo immedesimarci ed entrare nella vita di un prete, non potremmo mai realizzare fino in fondo quanto una situazione del genere possa incidere sulla sua emotività. E non credo che qui ci sia qualcuno che sia convinto che la sensibilità emotiva di un prete equivalga a una tabula rasa. Anzi,se siamo qui a discuterne,è perchè siamo persuase del contrario, e la nostra rabbia nasce proprio dalla volontà cieca di soffocare a tutti i costi quel piccolo grande fuoco che riscalda il vostro cuore. Però, vedi, non credo che basti dire che sappiamo bene a cosa andiamo incontro quando ci innamoriamo di una persona consacrata,perchè mi suona molto,ancora una volta, come uno scaricarsi di responsabilità che vanno tutt'altro che sottovalutate. Quanto alla Chiesa,qui non c'è nessuno che voglia distruggerla;l'intento comune è quello di rinnovarla. Effettuare quella rivoluzione del cuore di cui è pregno il Vangelo,senza escludere niente e nessuno. Il celibato è solo la punta dell'iceberg, e mi pare troppo comodo dire: a me la Chiesa va bene,ma il celibato no! Mi sembra alquanto egoista e riduttivo. La Chiesa dovrebbe essere fatta di persone, senza esclusioni di alcun genere;sia che riguardino il ceto sociale,le tendenze sessuali o le convinzioni ideologiche.
Un abbraccio
Ange
signorafantasia
 
Messaggi: 10
Iscritto il: 9 nov 2008, 0:18

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi ornella » 18 nov 2008, 14:25

Cara Ange, mi hai tolto le parole dalla... tastiera. Generalizzare? Ma se quello che noi lamentiamo è la disumanizzazione dell'uomo per il ruolo, ci mancherebbe pure che generalizzassimo. Conosco dei laici clericali che sono maestri nella disumanizzazione: credono che un prete sia onnisciente, onnipresente, inossidabile, insostituibile, immarcescibile, in una parola sola "un padreterno"... sorrido. E' da questa visione che siamo fraternamente impegnati ad uscire, altrimenti i danni permarranno sia a livello di formazione dei chierici quanto di quella dei laici. Concilio o non concilio... Vaticano secondo, naturalmente.
No, non potrei mai generalizzare: avendo accompagnato qualche prete in difficoltà, so perfettamente che le soluzioni non sono univoche, ma so anche che le reazioni da parte di superiori e vescovi, nonché di confratelli, quelle sì che tendono alla generalizzazione. Ho letto lettere, de visu perché le ho avute in mie mani, che definire meschine come visione del femminile è dire poco... esclusa la Vergine Maria sempre richiamata in quella sede, naturalmente, o la Mamma, con la maiuscola.
No, donfy, sta tranquillo, sono perfettamente consapevole della responsabilità di portare avanti un "sì"... ho detto sì a mio marito quasi quarant'anni fa e siamo ancora felici di stare insieme, pur tra le tempeste che la vita ci ha posto davanti, come capita a tutti.
Il problema, secondo me, è la teologia del sacerdozio, perché vi sta sotteso l'adulterio se uno si innamora: di qui, più che il silenzio, l'afasia data dal senso di colpa conseguente. Dall'una e dall'altra parte. E lo "sporco" che si inocula in una relazione pulita e che nessuno dei due è andato a cercarsi, rovinandola il più delle volte. Rivedere la comprensione del ministero dovrebbe partire, con un po' di coraggio, proprio dai presbiteri, se non altro a livello di discussione. Sento sempre più spesso invece che ci si rivolge a noi laici, chiedendoci di diventare adulti. Bene, noi siamo qui e ne parliamo, senza gettare croci addosso a nessuno, senza pretesa di rappresentare nessuno che non siamo noi stesse, gratuitamente. Con quella gratuità che possiede solo chi sa di non avere nulla da perdere ma con tutta la dignità che compete a delle persone adulte, sovente rese tali da sofferenze delle quali avrebbero fatto volentieri a meno.
Con simpatia e affetto
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi donfy » 18 nov 2008, 14:52

cara ornella mi sembra una posizione condivisibile la tua. Grazie a te e ad Ange per i vostri interventi che tendono a tener vivo il dibattito
a presto. donfy
"Io sono la Risurrezione e la vita" (Gv 11)
donfabriziobiffi@gmail.com
donfy
 
Messaggi: 22
Iscritto il: 30 ott 2008, 18:30

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi Stefania » 18 nov 2008, 15:00

Mi sembra abbastanza logico e comprensibile, anche se magari non del tutto condivisibile, che un prete in questo spazio possa percepire un senso di accusa generalizzata che possa metterlo a disagio. Quel che è evidente è che si parli su due piani ancora troppo diversi che contribuiscono a creare distanza e incomprensioni.
Le donne che scrivono, o che comunque sono coinvolte in una relazione con un prete/religioso, si trovano a interrogarsi mille volte sul senso del loro rapporto, su come è incominciato, sul perché è avvenuto, e, soprattutto, sul perché lui si comporta così.
Nella vaga e strenua ricerca di una qualche risposta si arriva a rintracciare alcune responsabilità. Prima fra tutte l'istituzione, che, checché se ne dica, ha fatto e fa il buono e cattivo tempo sulla vita e sulla coscienza dei suoi ministri (e non solo). In secondo luogo il prete, allenato e concentrato il più delle volte su se stesso e sul suo preziosissimo e intoccabile ministero. In terzo luogo la donna, che ripone ogni speranza sul suo futuro nelle braccia dell'amato, restando quindi vittima e mai artefice delle proprie decisioni.
In tutto questo fa capolino il famoso senso del sacro che permea tutte e tre le realtà in modo subdolo e distruttivo.
Questa è una primissima e superficialissima analisi dell'argomento che mi sono permessa di definire in quanto forse si tratta di pensieri più o meno condivisi da tutti.
Ed ora veniamo a noi. Non si condanna il prete che non ha il coraggio di uscire, anzi, di solito, neanche glielo si chiede (per inciso).
L'amore non ricatta, certo! Allora perché molte di noi lo sono? "Non parlarne, non dirlo a nessuno, se mi vuoi accanto a te devi accettarmi così, se fossi costretto a scegliere ti abbandonerei". Questi non sono ricatti?
Dov'è quel rispetto e quella costruzione nonché progettualità tipiche di una vita a due?
E comunque nessuno vuole abbattere la chiesa! La chiesa siamo tutti noi, il popolo di Dio! Qui si parla di istituzione, di gerarchia, che, grazie a Dio, sono cosa ben diversa!
Trovo inolte il parallelo di "metterti contro la tua famiglia" veramente fuori luogo.
Vorrai dirmi che la chiesa (gerarchia) è la tua famiglia? C'è grossa crisi...
Mi sorge una domanda: cosa possiamo fare allora per cambiare le cose? Aspettare e pregare? E intanto i preti collezionano fidanzate, le donne collezionano sventure, l'istituzione colleziona funzionari... e il vangelo colleziona sconfitte.
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi donfy » 18 nov 2008, 15:30

mi spiace, ma la vedo in modo diverso. Purtroppo mi convinco che credete che siamo proprio degli stupidi, talvolta paraventi e in molti casi in malafede. Ci descrivete come persone senza carattere attaccate al piedistallo del sacro...Ma chi vi ha detto che è così? Beh la vostra esperienza non è l'universo intero e qualcosa vi sfugge anche a voi. Per me questo è fondamentalismo. Magari sarà una sensazione sbagliata ma così la percepisco. Eppoi chi ha parlato di Gerarchia? Ce la metti sempre in mezzo! La mia famiglia è l'ambiente sacerdotale in cui vivo...sono persone, i confratelli con i quali sono cresciuto assieme per anni. Forse per te sono numeri, nemici, pedine, o non so cosa. Io non sto parlando di ruoli ma di persone. E nel mio essere pesona ho sperimentato che l'amore arriva senza averlo cercato, almeno strategicamente, poi sboccia improvviso e fa i conti su quello che sono io e che sei tu. Ti assicuro che è devastante e crea turbamenti sinceri nel nostro cuore. Non pensi in quei momenti al piedistallo,perchè ti vedi così fragile. Poi certo forse inizi a difenderti, a scappare...e usi i criteri ch hai, anch discutibili. Tante volte anche io mi soo arroccato sui testi, sulle leggi per soffocare qualcosa che mi apparteneva. Ma non è la gerarchia che c'entra: in quel momento sei tu e nessun altro!
Poi se la colpa è della Gerarchia...se è colpa del Vescovo su come gestisco il mio rapporto...
Certo che il Vescovo influisce, ma dopo perchè sono io che ci devo mettere la faccia, il coraggio.
Ora credo che non tutti i preti siano codardi, ma forse qualcuno si. Come non credo che tutte voi abbiate ragione su tutto o la verità in tasca. Altro è vedere come il Celibato così pensato possa modularsi poichè il sacerdozio non è teologicamente in contrasto con il matrimonio... Ed in questo ambito sono con voi... ma non mi sento contro nessuno! A favore di un cambiamento, si: ma costruttivo.
Poi se questo modo di intendere è per te "crisi"..vabbè libera come sempore di pensarla come credi.


Grazie Stefania.
"Io sono la Risurrezione e la vita" (Gv 11)
donfabriziobiffi@gmail.com
donfy
 
Messaggi: 22
Iscritto il: 30 ott 2008, 18:30

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi Emma » 18 nov 2008, 17:44

Caro Donfy,mi rivolgo a te con sincera attenzione e parteciapzione emotiva con l'intento di capire e comprendere nel senso vero del termine.Ho letto con molta cura i tuoi interventi su questo blog e credimi sbagli ponendoti in chiave difensivistica,quasi come ti sentissi offeso dalle nostre disquisizioni sul tema del rinnovamento ecclesiale.Comprendo e rispetto la tua posizione di presbitero tutto concorde con l'istituzione di cui hai deciso di far parte.E' anche giusto che tu,però,non approvi tutto ciò che la Chiesa statuisce,ossia il celibato,e come essere pensante ne hai il pieno diritto.Quello che non capisco (e vorrei tanto tu spiegassi) è come tu possa accettare che una donna condivida con te un sentimento d'amore che non possa essere pienamente vissuto.Come "pastore d'anime" è proprio al bene spirituale dei tuoi fratelli che dovresti pensare,perchè vedi io capisco la sofferenza di un prete che si vede negare un sentimento,ma capisco altrettanto la sofferenza delle donne che incappano in queste situazioni.C'è dolore che si deve rispettare,ma soprattutto c'è la persona umana che deve essere rispettata.Una donna che non ti ricatta,come hai affermato, è una donna che sa amare,perchè l'amore non pretende,nè tantomeno ricatta,anzi tende al bene dell'amato fin al sacrificio di sè.Ma tu che dici di amare altrettanto, che hai fatto, hai poi accettato questo amore che non ti ricattava? Hai amato? Vedi è da lì che parte il tutto: dal concetto che si ha dell'amore. Se io so che col mio comportamento danneggio la dignità di figlio di Dio di una persona,amandola, mi astengo da ogni azione che gli leva questa dignità! Saluti.Emma.
Emma
 
Messaggi: 2
Iscritto il: 17 ott 2008, 14:47

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi donfy » 18 nov 2008, 18:17

quello che dici cara Emma lo condivido davvero in tutto, nei toni e nei contenuti. E' vero anche il fatto che ci si debba astenere da quel qualcosa che danneggia la dignità dell'altro. Tuttavia non sempre è possibile perchè sai bene che la forza di un sentimento non sempre è arginabile o soffocabile. Magari cisi riesce, forse io in questo non ne ho la capacità. Tuttavia spesso il sentimento è reciproco e condiviso e non si chiede se esistono le condizioni per viverlo. All'inizio almeno credo sia questo ciò che avviene. Poi dopo si diventa più oggettivi e i si rende conto. Ma in questo processo non vedo malafede o furbizia o altro. E' semplicemente ciò che accade, come accade ogni volta che ci si ama e non ci si chiede sevalga la pena o se sia giusto.
E' per questo che nelle mie storie (bellissime e purtroppo terminate) non mi sento in coscienza di aver sbagliato ad seguire l'amore. Non rimpiango nulla, anzi ringrazio le donne che ho amato e che mi hanno amato perchè se sono cresciuto lo devo a loro e naturalmente al mio lavoro su me stesso. Non mi sento ipocrita o falso neppure con la Chiesa semplicemente per aver provato tutto ciò.
Poi certamnte avrò, come tutti gli uomini, le mie distonie che però metto davanti al Signore ogni giorno affidandole alla Sua Misericordia
Cara Emma,
grazie.
"Io sono la Risurrezione e la vita" (Gv 11)
donfabriziobiffi@gmail.com
donfy
 
Messaggi: 22
Iscritto il: 30 ott 2008, 18:30

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi ornella » 18 nov 2008, 19:12

Cari/e tutti/e,
per tornare al motivo del contendere, se si può chiamare contesa una diversità di vedute, io credo alla buona fede di donfy, e non sarei così assolutista nelle attribuzioni di responsabilità. Però, donfy, scusami, io vivo accanto a un uomo in carne ed ossa da tantissimi anni, non ho mai avuto ripensamenti e non ne ha mai avuti lui. Che cosa siamo? L'eccezione?! Come si fa ad abbandonarsi all'amore semplicemente, senza porsi alcuna domanda, e decidere "dopo"... non mi riesce di capire. Perché a mio modesto avviso, ad abbandonarvisi così si rischia di prendere, prendere, prendere. E prendere per noi stessi sapendo più o meno consciamente che il ricambiare è momentaneo, aleatorio, che la decisione, sia pure sofferta, la si è presa in precedenza, non mi pare che sia limpido. Magari nelle intenzioni lo è, ma si rischia di usare l'altra per crescere, per poi abbandonare davanti all'evidenza dei fatti. In questo aiutati dal punto di vista molto femminile della donna-crocerossina che pare disposta ad aspettare a vita una decisione, e magari non decide, nel frattempo, per se stessa. E' qui dove io sostengo che l'ìinnamoramento non basta: la presa di coscienza di un cammino stabile da percorrere insieme è molto di più di quanto tu ti sia concesso di provare, credimi sulla parola. La condivisione di vita contempla decisioni comuni, confronti di punti di vista sulla quotidianità, sulle difficoltà talvolta gravissime che si affrontano insieme, l'uno con l'altra prima che l'uno per l'altra. Sto parlando di una vita solida e concreta, con tutta la sua bellezza e tutti i suoi problemi. La vita a due vissuta con amore e rispetto reciproci, arricchisce è vero, ma contiene anche molte ooccasioni di attrito da trasformare in punti di'incontro, molte possibilità di contrasti per scegliere poi di proseguire insieme, un mare di solidarietà e di tenerezza autentiche, dove l'uno e l'altra sono una cosa sola davanti alla vita, con la maiuscola e con la minuscola.
Insomma sto parlando di quella vita che meritano tutti, anche i presbiteri, se solo si schiodasse l'obbligo celibatario e la "famiglia" dei confratelli non fosse pronta a fare argine, talvolta in modo spiccio e crudele, avvilendo il tutto a una scappatella o teorizzando sull'amore senza consentirgli di germogliare, crescere, soffrire, rischiare di vivere.
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi donfy » 18 nov 2008, 20:43

Grazie Ornella della tua testimonianza.
Davvero sono convinto come te che l'innamoramento è solo la fase iniziale e che deve approfondirsi. Ma il mio non decidere subito non è manacata assunzione di responsabilità. Voglio solo dire che nel momento in cui esplode il sentimento non si è subito coscienti delle problematiche globali nascoste in ciò che sta nascendo. Almeno questo vale per me. Non so gli altri come si innamorano e amano.
Tuttavia non conosco una ricetta, e parlo a titolo personale, per spegnere un sentimento, per staccare la spina quasi fossi un interruttore. E non parlo della cotta o dell fascinazione per una donna, ma per il sentimento profondo che chi lo prova sa quanto è potente.
Certo tante persone mi hanno detto e tanti libri scritto comefare, come essere prudenti, come svicolare...ecc.
Beh io non ci riesco e infatti quando è accaduto ho potuto manifestare (tanto mi si leggeva da ogni parte) quello che provavo. Manifestare poi non equivale ad una storia, ad un percorso.
Questa è immaturità? Può essere, non lo escludo e naturalmente me ne dispiaccio. Ma io sono nato così come uomo, e il sacramento non mi ha stravolto la natura, mi ha solo regalato un'incontro dentro di me con il mio Signore. E Lui conosce ogni cosa di me e sa che io non posso non provare e manifestare amore.
Tutto qui, ma davvero grazie a voi per questi scambi di cuore e di pensiero.
con affetto, donfy

PS: ai moderatori o gestori tecnici del sito. Non riesco più ad inviare gli MP. Potete aiutarmi? Me li lascia nlla sezione "messaggi in uscita"
"Io sono la Risurrezione e la vita" (Gv 11)
donfabriziobiffi@gmail.com
donfy
 
Messaggi: 22
Iscritto il: 30 ott 2008, 18:30

Re: l'universo parallelo del silenzio

Messaggiodi ornella » 18 nov 2008, 21:12

No, non penso che sia immaturità tout court, mancanza di controllo su se stessi, piuttosto. Credi, non mancano le occasioni anche nella vita da sposati, e non è il fare i conti con qualcuno che ti sta a fianco a distogliere ogni pensiero di possibilità di trasgressione, io sarei tendenzialmente fatta per le "attrazioni di testa", è quel senso di appartenenza a un essere UNO che a me e a mio marito è stato dato di vivere. Non per nulla la chiesa ha dato dignità di sacramento al matrimonio. Se posso permettermi un consiglio, del tutto spassionato, imparare a controllarsi non significa mettere una maschera, significa avere coscienza dei propri limiti che talvolta possono nuocere agli altri. Nello specifico a un'altra. Tu mi dai la sensazione, forse sbagliata, che ho avuto con qualche altro prete, di essere parecchio concentrato su te stesso, sul tuo rapporto col Signore, con le tue sensazioni ed emozioni. Ma tra l'abbandonarsi a Dio e ai Suoi doni e l'abbandonarsi a un sentimento nascente ci corre... la presenza dell'altra, le sue reazioni, il rispetto di lei per non farne oggetto di fantasie e per non spingersi magari oltre quello che sai bene di non poter reggere. Controllare le emozioni sul nascere non è possibile, soprattutto se si è "trasparenti", io sono un'emotiva e lo so bene, svicolare è inutile perché probabilmente ti inseguirebbe il pensiero, ma mettersi di buzzo buono ad arginare la piena prima che tracimi è possibile, senza alcun dubbio: anche questo significa crescere, perché è crescere nella consapevolezza che il fare il bene dell'altro è fare il bene dell'Altro. Come puoi amare Dio che non vedi, se non ami il tuo prossimo, che vedi?! Non ho detto che è facile, mai nulla è gratis, ma dalle proprie fragilità si impara, soprattutto perchè inevitabilmente si ribaltano su un'altra persona. Sapessi quanti spigoli, vizi, alzate di testa si imparano a smussare, controllare, correggere in una vita a due... . E non si è mai finito di imparare, anche quando ci si prende la libertà di dispensare consigli.
E... davvero adesso me ne torno a leggere ...
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

PrecedenteProssimo

Torna a CELIBATO OBBLIGATORIO: LA DURA LEGGE CHE VIETA L'AMORE - Una legge disumana e antievangelica

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 14 ospiti

cron