Il continuo dibattersi tra cuore, paura e legge

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Il continuo dibattersi tra cuore, paura e legge

Messaggiodi Stefania » 6 nov 2008, 18:16

"Dimenticami, io devo seguire la mia strada e se ti vedo non riesco a farlo".
Parole pronunciate con un grande senso di normalità, senza pensare a quanto possano ferire. Ma non importa perché bisogna fare la cosa giusta.
"D'altronde quando ho promesso, sapevo quel che facevo!"
Peccato, io non sapevo ciò che stavi promettendo... e perché.
"Sai che ti amo, ma non posso continuare, non ce la faccio più"
Con quanta leggerezza si parla d'amore. Lo si dice piano, in un orecchio, o forte dall'ambone durante le omelie. Resta solo una parola o forse un timido gesto.
"Non posso vederti, devo accompagnare il vescovo (il confratello, il superiore, ecc.)"
Il fanalino di coda tra gli impegni della settimana. Ma ce l'avevano premesso che il ministero sarebbe stato sempre al primo posto.
"Tanto prima o poi ci dovremo lasciare, dovremo farlo; è inutile che facciamo progetti"
OK. Allora meglio subito. Non è giusto che si viva con questa spada di Damocle che pende sulla testa. Questo perché? Perché dicendo così, lui si libera (o pensa di liberarsi) dall'angoscia della trasgressione, dicendo a se stesso che a breve tutto finirà e la fulgida gemma tornerà a splendere.
"Sono un imbecille, quando ti sto davanti non riesco a mantenere i miei propositi".
Quanto all'imbecille, posso anche darti ragione, e sai perché? Perché mi tratti come se fossi un bene "terziario", così si definiscono quei beni di cui si può fare a meno, del tutto accessori. Sentirsi una tentazione da cui stare alla larga, questo sì che mi piace!
"Debbo rinunciare a te; offrirò questo sacrificio al Signore, lui saprà trasformarlo in bene. Anzi, fallo anche tu"
Ma razza di cretino, pensa per te! Se proprio vuoi offrirti in sacrificio (come se poi il Signore volesse questo, poveri noi!) fallo pure... ma cosa c'entro io? Io non ho nulla da espiare. Ma che parliamo a fare: tu ora ti senti a posto, un eroe dal cuore "indiviso", tragicamente incapace di spezzarsi.
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Re: Il continuo dibattersi tra cuore, paura e legge

Messaggiodi tere73 » 12 gen 2009, 15:07

Bello!! quanto è vero e quanto è giusto... Ahimè, inizio a non aver più speranze... uff. Ciao
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Re: Il continuo dibattersi tra cuore, paura e legge

Messaggiodi Stefania » 21 lug 2009, 21:54

Andando avanti nel tempo, ascoltando, incontrando altre persone, mi sono resa conto che dietro a molte delle frasi-tipo che ho riportato nel mio intervento precedente sono in realtà più una copertura che altro.
C'è una bassissima percentuale di preti che davvero si sente in colpa e vive con angoscia la relazione con la donna. Il resto di loro usa le frasi sul senso di colpa per nascondere la assoluta mancanza di volontà ad impegnarsi, ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, e l'assoluta incapacità di guardarsi allo specchio e riconoscersi per ciò che si è. Un uomo che credeva di essere "speciale", di aver ricevuto una "missione speciale" e di non avere bisogno di nessuno, quando invece si rende conto di essere tale e quale a tanti altri. Questo davvero non può permetterlo!!!
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Re: Il continuo dibattersi tra cuore, paura e legge

Messaggiodi Stefania » 24 dic 2009, 1:12

Questo è il mio augurio di Natale:
1. alle donne che hanno vissuto o vivono rapporti, relazioni, storie con preti/religiosi, affinché possano rispettare davvero il proprio cuore e imparare a non immaginare un "SI",dove c'è un "SE"
2. ai preti/religiosi che sentono affacciarsi il desiderio e il bisogno di una persona "speciale" al proprio fianco, affinché possano rispettare il prorio cuore e imparare a non dire solo "SE", ma anche "SI"
3. a tutti coloro che lottano per riformare la chiesa istituzionale dall'interno, i cosiddetti appartenenti alla chiesa del "dissenso/disagio", perché non dimentichino questo problema che, quasi sempre, viene snobbato, privilegiando argomenti o temi forse più interessanti nel dibattito, ma che non per questo hanno un maggiore impatto nella vita delle persone.

AUGURI!
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