Mi è difficile ragionare per stereotipi. Così come non concepisco il rancore ad oltranza, non trovo giusto "non piacersi" per aver rivendicato un proprio sacrosanto diritto. Le cose sono due, cara Martina: 1) le ragioni per cui hai creato distanza tra voi non erano valide e sufficienti; 2) lui ti manca al punto che vorresti non averlo mai fatto e poter vivere ancora di quei brevi e fugaci momenti.
Sono convinta che la tua non sia vendetta, ma un sano rifiuto verso il trattamento indegno che hai ricevuto. Cosa sarebbe accaduto se non ti fossi difesa?
Magari lo vedresti ancora, ma in che modo?
Comunque la mia opinione è che se ritieni di aver sbagliato non è mai troppo tardi per fare ammenda. Vai, fallo! Chiedi perdono per esserti protetta dal suo egoismo e dalla sua superficialità.
La domanda è corretta: dov'è l'amore in tutto questo?
Lui forse non ti ha mai detto di non volerne sapere di te, ma ti sta forse cercando? E' cambiato tanto da farti pensare che le cose andrebbero diversamente?
Secondo me non si tratta del tempo "della tirannia e dell'orgoglio", ma del tempo "della distanza per guarire".