Ciao a tutti, io come tante ho una relazione con un prete che dura da quasi ormai da 6 anni...
Non l'ho mai fatto, ieri mi sono messa a cercare in giro su internet mai più pensando di trovare tante storie uguali o simili, leggendo in giro ho trovato questa frase: Mi sono sentita amata, poi utilizzata, poi una concubina; mi sono immersa nella schizofrenia del sentirsi dire ti amo e poi sentirsi negata quando lui chiudeva la porta.
Ecco questa riassume la mia storia, che lui ha voluto, nel senso che è stato lui a farsi avanti quando ancora non ero sola, poi la storia col mio compagno è andata a rotoli grazie a Dio, e con lui è continuata sino ad oggi, alti e bassi, ci siamo lasciati mille volte, ci siamo ripresi, sono cambiate altrettante mille cose, dal "mi sembra di volterti un pò di bene" a più nulla di tutto questo a parole; quando ci vediamo (sempre più raramente), sembra voglia "mangiarmi" per poter avere tutto di me, ma chiusa quella porta il vuoto, pochi messaggi senza significato, battute, a volte diventa antipatico e cattivo.
Quando gli scrivo cosa carine, gli mando baci o carezze, mi risponde con giochi di parole degni di un cretino e a me sale l'ansia e la depressione, xchè ho paura, xchè non capisco, xchè a volte sbraito da sola la mia stupidità..
All'inizio non era così, passavamo intere serate e a volte nottate a scriverci, era molto carino, dolce..amorevole...poi piano piano siamo arrivati al come è oggi, a volte sembra quasi arrabbiato; la settimana scorsa si è chiuso in uno dei suoi silenzi, gli ho chiesto cosa è successo mi dice nulla, gli ho chiesto di potergli parlare, anzi, di dedicarmi un pò del suo tempo appena possibile, mi ha risposto: Appena posso, ma non è una "concessione".
E invece passa come se lo fosse, sono sempre io a chiedergli quando ci possiamo vedere, quando ha tempo, quando può...lui non lo fa quasi mai, quasi più..
Gli ho chiesto di dirmelo prima così mi potevo organizzare, e lui me lo ha detto la sera stessa, ero appena uscita a fare una passeggiata, mi scrive: sei a casa? io gli ho risposto di sì...ovviamente, tornando di corsa e sentendomi idiota x il grande desiderio che provavo di vederlo contrapposto alla mancanza assoluta di stima per me (da parte mia).
Potrei andare avanti con mille racconti, mille cose contrapposte, incoerenti, schizofreniche di questa storia.
Ma cosa fanno a queste persone in seminario? Gli raccontano che possono avere storie solo tenendo fuori il cuore? O imparando ad avere una doppia personalità?
Mi ha stupita la similitudine che ho trovato, sembra un copione uguale per tutti, cosa gli impongono? come sono formati?
Questo pensiero mi sbalordisce....formano persone "malate"? In un'analisi psicologica potrebbero rientrare perfettamente nei disturbi di personalità narcisistici, questi salti da una sponda all'altra dell'umanità è malata...ed è molto triste.
Lui è una persona estremamente intelligente, sensibile, preparato, ama l'arte in genere, adora i quadri e ne è collezionista, spende parecchio in questo..
Un'altra cosa che mi ha ferita profondamente è stata un pò di tempo fa, avevo ed ho purtroppo, problemi economici, si è offerto di aiutarmi, mi ha detto: posso darti poco purtroppo...io gli ho detto di no, mi spiaceva, poi ho saputo che ha acquistato parecchi quadri spendendo anche moltissimo!
Certo...ognuno fa ciò che vuole, io la ragiono a modo mio, ho aiutato chi aveva bisogno quando ho potuto farlo, rinunciando io a qualcosa per me, anche se non erano persone alle quali tenevo così tanto.
Un bel quadretto di egoismo, narcisismo, perfezionismo (anche in questo è bravo), schizofrenia e stupidità, a volte cattiveria per come la vivo sulla mia pelle, alla fine tirando le somme mi vedo una perfetta idiota dipendente da un malato.
E dovrei solo chiudere qui la storia senza ripensamenti, ho già impegnato troppo del mio tempo e perso tante occasioni (forse) per essere serena, ma è così difficile...momenti come oggi in cui sto facendo mente locale e riflettendo sulla realtà delle cose ne ho avuti tanti, mi sono anche allontanata, poi ho iniziato d giustificarlo, a capirlo, e ad avere una forte nostalgia anche di quei pochi momenti belli da costringermi a tornare indietro...
Perchè è così difficile? Perchè queste storie si somigliano tutte?
Grazie..