Similitudini

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Similitudini

Messaggiodi Maria » 18 apr 2015, 10:42

Ciao a tutti, io come tante ho una relazione con un prete che dura da quasi ormai da 6 anni...
Non l'ho mai fatto, ieri mi sono messa a cercare in giro su internet mai più pensando di trovare tante storie uguali o simili, leggendo in giro ho trovato questa frase: Mi sono sentita amata, poi utilizzata, poi una concubina; mi sono immersa nella schizofrenia del sentirsi dire ti amo e poi sentirsi negata quando lui chiudeva la porta.
Ecco questa riassume la mia storia, che lui ha voluto, nel senso che è stato lui a farsi avanti quando ancora non ero sola, poi la storia col mio compagno è andata a rotoli grazie a Dio, e con lui è continuata sino ad oggi, alti e bassi, ci siamo lasciati mille volte, ci siamo ripresi, sono cambiate altrettante mille cose, dal "mi sembra di volterti un pò di bene" a più nulla di tutto questo a parole; quando ci vediamo (sempre più raramente), sembra voglia "mangiarmi" per poter avere tutto di me, ma chiusa quella porta il vuoto, pochi messaggi senza significato, battute, a volte diventa antipatico e cattivo.
Quando gli scrivo cosa carine, gli mando baci o carezze, mi risponde con giochi di parole degni di un cretino e a me sale l'ansia e la depressione, xchè ho paura, xchè non capisco, xchè a volte sbraito da sola la mia stupidità..
All'inizio non era così, passavamo intere serate e a volte nottate a scriverci, era molto carino, dolce..amorevole...poi piano piano siamo arrivati al come è oggi, a volte sembra quasi arrabbiato; la settimana scorsa si è chiuso in uno dei suoi silenzi, gli ho chiesto cosa è successo mi dice nulla, gli ho chiesto di potergli parlare, anzi, di dedicarmi un pò del suo tempo appena possibile, mi ha risposto: Appena posso, ma non è una "concessione".
E invece passa come se lo fosse, sono sempre io a chiedergli quando ci possiamo vedere, quando ha tempo, quando può...lui non lo fa quasi mai, quasi più..
Gli ho chiesto di dirmelo prima così mi potevo organizzare, e lui me lo ha detto la sera stessa, ero appena uscita a fare una passeggiata, mi scrive: sei a casa? io gli ho risposto di sì...ovviamente, tornando di corsa e sentendomi idiota x il grande desiderio che provavo di vederlo contrapposto alla mancanza assoluta di stima per me (da parte mia).
Potrei andare avanti con mille racconti, mille cose contrapposte, incoerenti, schizofreniche di questa storia.
Ma cosa fanno a queste persone in seminario? Gli raccontano che possono avere storie solo tenendo fuori il cuore? O imparando ad avere una doppia personalità?
Mi ha stupita la similitudine che ho trovato, sembra un copione uguale per tutti, cosa gli impongono? come sono formati?
Questo pensiero mi sbalordisce....formano persone "malate"? In un'analisi psicologica potrebbero rientrare perfettamente nei disturbi di personalità narcisistici, questi salti da una sponda all'altra dell'umanità è malata...ed è molto triste.
Lui è una persona estremamente intelligente, sensibile, preparato, ama l'arte in genere, adora i quadri e ne è collezionista, spende parecchio in questo..
Un'altra cosa che mi ha ferita profondamente è stata un pò di tempo fa, avevo ed ho purtroppo, problemi economici, si è offerto di aiutarmi, mi ha detto: posso darti poco purtroppo...io gli ho detto di no, mi spiaceva, poi ho saputo che ha acquistato parecchi quadri spendendo anche moltissimo!
Certo...ognuno fa ciò che vuole, io la ragiono a modo mio, ho aiutato chi aveva bisogno quando ho potuto farlo, rinunciando io a qualcosa per me, anche se non erano persone alle quali tenevo così tanto.
Un bel quadretto di egoismo, narcisismo, perfezionismo (anche in questo è bravo), schizofrenia e stupidità, a volte cattiveria per come la vivo sulla mia pelle, alla fine tirando le somme mi vedo una perfetta idiota dipendente da un malato.
E dovrei solo chiudere qui la storia senza ripensamenti, ho già impegnato troppo del mio tempo e perso tante occasioni (forse) per essere serena, ma è così difficile...momenti come oggi in cui sto facendo mente locale e riflettendo sulla realtà delle cose ne ho avuti tanti, mi sono anche allontanata, poi ho iniziato d giustificarlo, a capirlo, e ad avere una forte nostalgia anche di quei pochi momenti belli da costringermi a tornare indietro...
Perchè è così difficile? Perchè queste storie si somigliano tutte?
Grazie..
Maria
 
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Re: Similitudini

Messaggiodi ornella » 20 apr 2015, 13:47

Cara Maria,
prendi i punti in comune e datti una risposta da sola. Istituzione o non istituzione, inutile porsi troppe domande e darsi delle risposte forzatamente parziali. Lui è così: lo hai fotografato bene. Tu ti sei detta da sola che si tratta di una dipendenza. Potrei scrivere fiumi di inchiostro virtuale ma questi sono i punti salienti che colgo. D'altra parte, iscrivendoti, hai potuto leggere tutto quanto il contenuto del forum e leggere quindi il pregresso, incluso quello che vi ho scritto io.
Adesso hai elementi sufficienti per capire che non sei la sola, e che lui non è il solo. Ci sono preti che lasciano per sposarsi, altri che si vivono abbastanza serenamente il loro celibato, e ci sono i "copia e incolla" di quello che descrivi tu. Tutti escono dalla stessa istituzione. Evidentemente è la selezione, prima ancora che la formazione, che è tragicamente carente.
Poi potremmo addentrarci in tante belle teorie, ma ti servirebbe a qualcosa pensare a "lui" o "all'istituzione" invece che rivolgere le domande a te stessa? Propendo che sia meglio che ripensi alla tua, di vita, che non è egoismo, è sano realismo, e che ti chieda come mai ci ricaschi tutte le volte. E che prenda una decisione per la tua vita, quella unica e irripetibile che solo tu puoi decidere come viverti. Vuoi una storia a singhiozzo? Vuoi vivere lasciandolo perdere? Oramai, sappilo, non lo cambierai certo tu. E certamente lui continuerà a "prendere" finché tu sarai disposta a dare. Le storie romantiche non esistono, i "belli e impossibili" il più delle volte sono dei narcisi cretini.
Poi fai tu... . Io non scrivo più qui da moltissimo tempo. Ho fatto un'eccezione solo per non lasciarti sola e senza risposte di sorta. E non tornerò a scrivere. Magari vedi su facebook se trovi qualcosa di utile. Qua il forum è deserto da parecchio tempo, io non sono iscritta ai social, ma penso che ci siano state delle trasmigrazioni.
Con condivisione
Ornella
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Re: Similitudini

Messaggiodi Stefania » 22 apr 2015, 17:47

Cara Maria,
per ragioni personali anch'io da molto tempo non scrivo sul blog, pur essendone coordinatrice.
Ma eccomi qua. Scrivo perché, come Ornella, non voglio che il tuo messaggio resti senza risposta e che tu possa sentirti sola, ancora una volta.
In tutti questi anni di sostegno e affiancamento a decine di donne ho compreso alcune cose che cerco di condividere con te, con la speranza di non sembrarti dura o giudicante.
Per una volta scelgo di partire dalle donne e non dai preti perché, a mio avviso, è da qui che nasce il problema.
Siamo abituate a stare in secondo piano, se non negli ambiti professionali, certo lo siamo ancora nella società, nella famiglia e ancora di più negli ambiti ecclesiali.
E' come se ci fossimo rassegnate a tutto questo e non ce ne accorgessimo neanche più.

Questa assurda condizione è evidente ai massimi livelli quando ci troviamo di fronte al sacro. L'uomo sacro, sia che lo sia veramente, sia che ce lo immaginiamo noi così, ci frega, ci incatena.
E' talmente poca la stima che abbiamo di noi stesse, talmente pensiamo a rendere felice lui, talmente ci lasciamo convincere che tutto sommato non è poi così male, che riusciamo a sopportare di essere schiacciate ed umiliate per anni.
C'è grande violenza in tutto questo. C'è la violenza del sopruso, che è una violenza sottile e a tratti invisibile; c'è la violenza della negazione del valore del nostro tempo, dei nostri bisogni, che ci sembra quasi normale "correre a casa" anche se avevamo voglia di una passeggiata.
Ci sembra normale vivere da vedove già prima del matrimonio.
Ci sembra in fondo normale scattare ad uno schiocco di dita, d'altronde quelle briciole sono tutto ciò che abbiamo. Come rinunciare anche a quelle?

So che capisci esattamente di cosa parlo.
C'è bisogno di farsi aiutare da persone competenti per uscire da questa trappola, perché di trappola si tratta.
Finché noi saremo convinte di valere così poco, cercheremo e attireremo solo carnefici, che, per l'appunto, hanno bisogno di questo per vivere.

Ma noi no. Non abbiamo bisogno di questo e soprattutto non ce lo meritiamo.
Il punto di partenza per uscirne è necessariamente la comprensione di questo punto: siamo nate donne, le briciole lasciamole alle formiche.

Sei d'accordo?

Stefania
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Re: Similitudini

Messaggiodi Maria » 27 apr 2015, 23:21

Grazie per l'appoggio, ringrazio entrambe...sì sono d'accordo su tutto quanto avete scritto.
Ce la farò prima o poi a sganciarmi da questa storia, anche se a volte mi racconto che alla fine non ho nulla da perdere, ma non è così, perchè per me non è solo un passatempo altrimenti mi prenderei quelle "briciole" e me ne fregherei del resto, starei bene, ed invece non è così..
Mi ha fatto bene leggere ed altrettanto bene scrivere, anche questo aiuta ad aprire gli occhi..
Ciao
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Re: Similitudini

Messaggiodi jane » 13 ago 2016, 15:59

Salve a tutte! Scrivo adesso e qui perché non ce la faccio più a tenermi tutto dentro. Ci eravamo conosciuti anni fa, lui giovane prete mandato nella mia città, io ragazza impegnata nella vita della parrocchia. Fin dal primo sguardo capii subito che fu colpito da me. La cosa fu reciproca, ma non ci fu nulla di più che qualche scambio di battute durante i vari momenti di incontro, attività. Lui uomo estremamente intelligente, sguardo penetrante, modi accattivanti, dinamico, conoscitore del mondo, anticonformista. Dopo qualche anno rientra nella sua città, ci salutiamo, lui prova a spingersi oltre l’amichevole saluto ma io glielo impedisco procurandogli anche un graffio sanguinante che consegue ad una scherzosa schermaglia. Ritornava di tanto in tanto, ma ci incontravamo solo casualmente. Una volta durante la comunione giunta davanti a lui mi dice sottovoce di non andare via…rispondo: amen. Qualche anno fa ritorna, lo cerco, lui resta molto colpito, chiede di poter uscire insieme, io accetto. La sera si va a prendere un caffè e alla fine appartati in disparte mi tira a sé con impeto e mi bacia con passione a cui seguono anche momenti di tenerezza. Dopo qualche attimo di smarrimento che lui coglie, mi dice: anch’io sono un uomo. Da quel momento capisco di essere fortemente presa da lui…ci rivediamo un’altra volta in cui scoppia un altro momento di slancio passionale…Poi lui parte. Passa un anno in cui ci sentiamo a distanza, a volte lui molto entusiasta, mi dice che mi vuole bene che ha un forte desiderio di me, si spinge nel confessarmi i suoi più intimi desideri, mi fa sentire importante, dice che sono un dono per lui, altre volte si mostra immotivatamente freddo, scostante, promette di chiamarmi ma poi alla fine son sempre io a contattarlo, perché lui è super impegnato. Ritorna, ci vediamo di nuovo. Nei momenti rubati alle sue incombenze che avevano sempre la priorità su me, si abbandonava anche molto disinibitamente. Quando uscivamo insieme mi trattava come un’estranea, molto controllato nel mantenere le distanze. Quando gli palesai il mio sentire, improvvisamente il suo sorriso si raggelò, si allontanò anche materialmente. Diventò serio e infastidito, disse che aveva fatto una scelta di vita inderogabile. Non replicai. Prima che ripartisse ci fu un altro scambio ma senza tenerezza da parte sua. Nei mesi a seguire mi sentii molto male, ferita gravemente. Dopo qualche mese mi ricontattò, mi limitavo solo a rispondere. Ma gradualmente si instaurò di nuovo uno scambio di messaggi dai toni leggeri e amichevoli. Ritorna, dicendo che veniva per me. Mi cerca, ci vediamo, appena soli scoppia di nuovo la scintilla. Poi silenzio. Giorni in cui non mi permette di comunicare, chiedo se non può parlare e risponde solo con monosillabi senza fornirmi altre spiegazioni, lo chiamo due volte e mi chiude il telefono. Esasperata vado a trovarlo dopo la celebrazione e molto risentita gli faccio notare che non può trattarmi così, che non merito questo. Lui invece sorridente come se fosse normale il comportamento, mi spiega che non poteva parlare, che si sarebbe comportato così anche con altri. Gli dico che sto molto male per il periodo che attraverso e che tanta freddezza e insensibilità da parte sua mi fa male. Mi dice che non comprende questa reazione risentita e può solo pregare che il Signore mi dia luce. Gli faccio notare che due amici non hanno certi slanci. Lui ammette che non riesce a essere amico con me e che se mi ha ferito non l’ha fatto consapevolmente. Mi dice: dimmi che devo fare e lo faccio perché non riesco a capire cosa vuoi che faccia per te. Resto interdetta, spiazzata, sentivo quasi di svenire. Mi ha pure fatto sentire in colpa per la smisurata reazione. Alla fine riesce a farsi ragione e io ne esco sconfitta. Ho detto che ho bisogno di sentirlo vicino, della sua presenza. Ho provato a chiamarlo ma non risponde. Come si fa ad essere così duri di cuore, così scostanti, cinici. Cosa devo fare. Aiutatemi perché mi sento a pezzi.
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Re: Similitudini

Messaggiodi ariel » 15 ago 2016, 8:30

Ciao. Ho letto il tuo scritto. Non ti conosco, non so niente di te, ma la tua sofferta situazione mi tocca. Ti dovrebbe bastare rileggere tutte le risposte date in passato da Stefania alle altre. La tua storia, non va bene. Non sono io a dovertelo dire ma il tuo star male. Non sei tu fuori posto, ma lui. "Scelta inderogabile" la sua? Se la pensa così, allora rimanga al suo posto senza darti illusioni. Devi lavorare su di te. Non puoi essere trattata in questo modo. Fatti aiutare da qualcuno. L'amore vero, non può essere vissuto nascondendosi. Non ti dico di tronacare di netto ma non permettergli di rovinarti la vita. Buon ferragosto.
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Re: Similitudini

Messaggiodi jane » 16 apr 2017, 19:06

Salve! Riparto da dove avevo scritto mesi fa. Ringrazio Ariel per la sua risposta. Dopo qualche giorno ci siamo risentiti, dopo il giorno in cui gli feci notare che non ci si comporta in questo modo. Come se avesse capito la lezione, si faceva presente con messaggi o telefonate, ma non c'era mai spazio per un'uscita a due perchè era sempre invitato dai parrocchiani che lo rivedevano dopo tanto tempo. L'ho invitato a fare jogging. Ha accettato con piacere ma il suo comportamento è stato sempre più strano. A tratti turbato, poi scherzoso, poi scontroso nell'allontanarmi per poi richiamarmi a sè, ma senza baci, senza abbracci, solo silenzi, qualche frase senza valore e alla fine una sua dichiarazione: che mi avrebbe voluto far toccare il cielo con un dito... Un uomo dice ciò solo ad una donna verso cui prova un sentimento. Oppure era solo la forte spinta passionale che provava per me a dettargli questa metafora? Eppure so che dal quel primo maledetto istante in cui i nostri sguardi s’incontrarono per la prima volta… E allora cosa è successo a quell’amore che inizialmente mi dichiarava, quel volermi bene che scriveva, quel dirmi che avrebbe chiesto di avvicinarsi per stare insieme? Perchè però le ultime volte era interessato solo a cogliere egoisticamente il godimento che ne traeva? Ma non era così all'inizio...non più complimenti, non più attenzioni improntate a tenerezza, non più tenermi tra le sue braccia, non più lunghe chiacchierate sull'amore e su quello che provava. Non posso pensare a quei pochi momenti magici rubati di nascosto…Nei giorni precedenti alla partenza mi chiese se potevo dargli una cifra piuttosto grossa per potersi pagare il viaggio di ritorno. Sono rimasta stupita, non mi aspettavo che pretendesse tanto da una a cui non poteva impegnarsi a dedicare nemmeno le briciole del suo tempo. Non fui capace di dire no anche se diedi solo la metà. Ci vedemmo l'ultima volta per consegnare i soldi, lui era sorridente e solare. Cominciò a guardarmi in silenzio, dopo qualche minuto di questa muta conversazione di sguardi che non portavano a nulla, gli feci notare il suo comportamento strano, inconcludente, sempre altalenante, incoerente. Gli dissi ancora che il mio sentimento persisteva e che se solo fosse stato più onesto con se stesso senza negare l'evidenza, avremmo anche potuto condurre una vita più normale. Rimase fermo e mi disse che la sua onestà era quella che aveva fatto una scelta. Rimango calma, lo riaccompagno, ma vengo presa da un’incontrollabile esasperazione. Così gli scrivo un messaggio molto forte in cui lo colpevolizzo con parole di odio, per avermi sedotta e coinvolta in un rapporto da cui non potevo sperare nulla, e gli chiedo perché allora se mi allontanavo mi riacchiappava anche a distanza, offendendolo nella sua indegnità di ministro di Dio per avermi depredata e uccisa nell'anima. Risponde con un semplice emoticon di stupore. Poi silenzio. Un silenzio durato mesi e rotto da qualche giorno proprio da me. Sì, perchè in realtà non riesco a odiarlo e non riesco a staccarmene. Quindi gli telefono, lui mi ritelefona prontamente, nella voce è commosso quasi piangente, anch'io sono scossa e gli dico giurando su me stessa che non volevo dire quelle cose. Lui mi dice che non se ne parla più, che è tutto passato, mi chiede come sto, e con voce serena mi racconta qualcosa della sua parrocchia. Pochi minuti. Nei giorni a seguire gli scrivo qualche messaggio a cui risponde come ai vecchi tempi. Qualche giorno fa gli ho scritto dei messaggi, tra cui la richiesta di risentirci se gli andava. Non mi ha risposto. Ricordo però che quando ero io a non rispondere per lunghi periodi, lui insisteva e non capiva il perchè di quei silenzi e quando gli rispondevo dopo tanto tempo era felice anzi mi richiamava direttamente. Ora il suo silenzio mi sta distruggendo, mi sento in colpa per non aver saputo trattenere quelle parole che l’hanno ferito e che l'hanno fatto allontanare. So che adesso non mi cercherà più perchè gli ho svelato tutto ciò che avevo sempre taciuto e che lui da solo non arrivava a cogliere per mancanza di empatia ed egoismo. Continuo a giustificarlo invece di considerare che lui non si è mai chiesto se stessi soffrendo. Ho sempre nascosto il mio enorme malessere, rivelandoglielo brutalmente solo in quel messaggio. Se mi chiedeva come stavo, rispondevo: bene, per paura di perderlo. Continuavo a stare alle sue condizioni anche se non mi dava speranze. Vi chiedo di aiutarmi a ragionare, a riappropriarmi di me stessa, perché so che mi sto facendo molto male... Non mi riconosco più nella donna di prima che sapeva dire no, ribellarsi ed essere orgogliosa. Vorrei chiamarlo quando lo vedo connesso ma non so se risponderebbe perchè la sua indifferenza è sintomatica di una rottura che è già avvenuta dentro lui, quindi anche se rispondesse so che non sarebbe più come prima. Vi chiedo di aiutarmi a uscirne, a prendere una decisione ferma, da sola non ci riesco. Il mio stato d’animo è indescrivibile, mi sento devastata e combattuta tra mille emozioni che mi annichiliscono...
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