Il perchè di queste pagine

di Giovanni Sarubbi

Perchè il movimento pentecostale viene dato in crescita, soprattutto in America Latina, dove non mancano ragioni di tipo politico? Qual è la spiritualità del movimento pentecostale, la sua riflessione teologica e la vita concreta di tali chiese? Su quali terreni è possibile e se è possibile, l’incontro fra le altre chiese cristiane e il movimento pentecostale? E’ tutto oro quello che riluce, oppure dietro i numeri e i trend di crescita esponenziali che vengono propagandati esiste invece una crisi del pentecostalesimo?


Il "movimento pentecostale", dopo un secolo di vita, è oggi stimato in circa mezzo miliardo di adepti presenti in tutti i continenti. Movimento pentecostale che, secondo i dati del "Nuovo Dizionario Internazionale del Movimento Pentecostale e Carismatico" del 2002, negli ultimi trent’anni avrebbe registrato un incremento medio di oltre il 600% dei propri aderenti a livello mondiale, passando dai circa 70 milioni di aderenti del 1970 ai circa 500 milioni del 2000.
Particolarmente vistosa è stata l’espansione del pentecostalesimo nel sud America, ed in particolare in Brasile, dove il movimento è stato l’arma di punta contro la Teologia della Liberazione, ed in Asia. Pur trattandosi di numeri su cui c’è più di una qualche perplessità e che gli stessi specialisti del settore considerano in parte gonfiati, è indubbio che il movimento pentecostale abbia assunto dimensioni tali da non poter più essere considerato un accidente della storia. Si tratta di un movimento, con cui occorre fare i conti e confrontarsi e di cui è necessario perciò comprendere fino in fondo l’origine e la dottrina.
Il dato caratteristico dell’espansione pentecostale in tutti i paesi del mondo, è quello di essere avvenuto soprattutto fra gli strati più poveri della popolazione. Oltre a ciò, la maggioranza delle congregazioni pentecostali è concentrata nei paesi poveri dell’Africa, Asia, America del Sud, pur trattandosi di un movimento nato agli inizi del 1900 negli Stati Uniti. Ma anche li, gli iniziatori del movimento sono stati, in particolare per quanto riguarda gli italiani, immigrati di origine contadina in gran parte provenienti dal sud Italia.
C’è chi, nelle chiese cristiane, vive il "movimento pentecostale" come un incubo, chi invece preconizza una sua crescita ancora più ampia dell’attuale prevedendo il raggiungimento di oltre un miliardo di adepti entro i prossimi vent’anni. C’è chi, infine, afferma che il futuro del cristianesimo come religione sarà pentecostale o non sarà affatto.
Papa Paolo VI giudicò l’avvio dell’esperienza pentecostale anche nella Chiesa Cattolica, avvenuta nel 1967, come “una change per la chiesa e per il mondo”. Lo stesso Concilio Vaticano II° viene rappresentato spesso come una vera e propria Nuova Pentecoste. Lo ha fatto, ad esempio, Mons. Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, che ha recentemente scritto un libro intitolato "Il Concilio Vaticano II°, Pentecoste del nostro tempo". Gli stessi iniziatori del movimento pentecostale cattolico ricordano, nei loro testi, che la preghiera con la quale Papa Giovanni XXIII iniziò il Concilio Vaticano II° era un vero e proprio appello ad una "nuova pentecoste". Esperienza della Pentecoste come possibilità di una sua ripetizione continua nella vita quotidiana di ogni cristiano, che è l’elemento fondamentale della dottrina pentecostale.
Scopo di questa sezione del nostro sito, non è quello di emettere giudizi sul "movimento pentecostale" ma di fornire elementi di conoscenza precisi di quello che tale movimento propaganda come proprio credo e su cui chiede e ottiene l’adesione, ma anche di come questo credo viene diffuso e recepito dai fedeli pentecostali.
Caratteristica fondamentale di tutto il movimento pentecostale, soprattutto nella sua componente di provenienza protestante, è quello della sua estrema frammentazione, con chiese o gruppi di chiese frazionatesi in più tronconi a causa di una diversa interpretazione di questo o quel passo biblico o, il più delle volte, per contrasti personali sorti fra singole persone con ruoli di direzione ecclesiastica nella singola chiesa. Non c’è così un catechismo unico di riferimento, pur esistendo testi che hanno tutte le caratteristiche tipiche dei catechismi formulati dalle chiese protestanti storiche o da quella cattolica od ortodossa. Le stesse "confessioni di fede" di singole chiese locali o congregazioni, sono fra loro molto varie e differiscono, spesso, per l’accentuazione di un singolo aspetto di un singolo passo biblico.
Il "movimento pentecostale" è dunque qualcosa di molto articolato e complesso. Scopo di questa sezione del sito è proprio quello di dare un quadro quanto più articolato e realistico possibile "dell’arcipelago pentecostale".
Vorremmo in particolare, cercare di capire il perché della vertiginosa ascesa di tale movimento che certo, soprattutto in America Latina, ha avuto più di una qualche ragione di tipo politica. Vorremmo capire qual è la spiritualità del movimento pentecostale, la riflessione teologica e la vita concreta di tali chiese, su quali terreni è possibile e se è possibile, l’incontro fra le altre chiese cristiane e il movimento pentecostale. Vorremmo infine chiederci se è tutto oro quello che riluce, se cioè dietro i numeri e i trend di crescita esponenziali che vengono propagandati non esista invece una crisi del pentecostalesimo.
Che la "questione pentecostale" sia un qualcosa di cui i cristiani devono tenere conto, è dimostrato non solo dall’espansione numerica del movimento e dal fatto quindi di coinvolgere milioni di persone in carne ed ossa, ma anche dal fatto che sono in pieno svolgimento una serie di dialoghi fra le chiese storiche (cattolica e protestante) ed il movimento pentecostale. Ed è proprio il dialogo fra la Chiesa Cattolica Romana ed il movimento pentecostale a livello mondiale quello oggi più avanzato e di cui però poco o nulla si conosce a livello di massa.
I motivi dei dialoghi sono molteplici. Per le chiese protestanti storiche in molte parti del mondo, negli USA ma anche in Sud America, vi è un vero e proprio problema di sopravvivenza se si pensa che, per esempio, in sud America, secondo studi di parte cattolica, sette protestanti su dieci sono pentecostali. Per le chiese protestanti storiche, vi è, oltre al pentecostalismo, anche il problema del fondamentalismo cosiddetto evangelicale che sta vivendo, proprio negli ultimi anni, un nuovo revival. Diverse le motivazioni della chiesa Cattolica che ha accolto al suo interno il pentecostalesimo e che ha probabilmente l’interesse ad aumentare la sua presenza in un ambito che le consentirebbe di erodere aree di consenso alle chiese provenienti dal protestantesimo.
Sia la versione protestante che quella cattolica del "movimento pentecostale" sono nate negli Stati Uniti d’America. Questo dato non va trascurato, soprattutto per quanto riguarda la questione del proselitismo e del tipo di cultura che i "missionari" delle chiese pentecostali USA portano in giro per il mondo, Italia compresa. E’ un modo di fare proselitismo che significa innanzitutto imporre la propria superiorità culturale, con il resto del mondo succube della "via americana alla salvezza". E le chiese pentecostali nazionali, sono quasi sempre in tutto e per tutto suddite culturalmente di quelle originarie americane. Sudditanza culturale testimoniata anche dal fatto che, ancora oggi e a distanza di un secolo dalla nascita del pentecostalesimo, la stragrande maggioranza dei testi dottrinali pentecostali sono, in Italia e nel mondo, traduzioni di libri scritti negli USA.
Su questo ed altro vogliamo interrogarci secondo il nostro stile che è innanzitutto quello di conoscere e far conoscere la realtà dando la parola direttamente ai protagonisti, aprendo quello che vorremmo fosse un vero e proprio dialogo che coinvolga innanzitutto i semplici fedeli di base, quelli che non hanno incarichi pastorali o quote di otto per mille o patrimoni da difendere o acquisire. Ci interessano le persone, il loro credere, la loro esperienza di Dio che passa in mille modi diversi nella vita delle persone condizionandone spesso i comportamenti sociali.



Martedì, 30 luglio 2002