Caro Ciro, Ho avuto da poco una serie di scritti di Giuseppe Petrelli che credo sia uno dei pochi pentecostali italiani ad aver scritto opere sulla fede pentecostale. Tu hai mai letto qualcosa? Ti chiedo questo perché mi sto interessando, e non ricordo se ne ho già parlato, di approfondire il "catechismo pentecostale". Mi interessa capire, e la discussione cha abbiamo fatto finora aveva questo scopo, cosa credono i fratelli pentecostali e come questa fede viene trasmessa dalle chiese. Per esempio, nella tua chiesa come era organizzata la vita religiosa, tipo frequenza dei culti, studi biblici e quantaltro? Esisteva la "scuola domenicale" per i bambini? I bambini venivano fatti partecipare al culto della comunità oppure erano tenuti in luogo appartato? Esisteva un corso di formazione permanente per gli adulti? Oltre alla Bibbia avevate a disposizione materiale di studio come ad esempio gli scritti di Petrelli o altri scritti che potessero avere lo scopo di insegnamento delle fede? Oppure tutto linsegnamento avveniva in modo orale attraverso le predicazioni del pastore? Un altro argomento che poi vorrei affrontare con te è la questione della Bibbia. Cosa significa per te questo libro? Come lo usi nella tua vita quotidiana? Quante domande tutte in un solo colpo. Caro Giovanni, sono contento delle tue domande, sono le stesse che mi ponevo io quando ho iniziato il mio cammino nel mondo pentecostale, e ora sono io a dare le risposte.
Questo per me è un test per affrancarmi sempre di più, ponendoti le mie risposte, nello stesso tempo confronto me stesso e realizzo il mio stato di spiritualità, perché in tutto il mio percorso ho sempre evitato di essere plagiato, ho voluto sempre confrontarmi con la realtà quotidiana, con quella che si tocca con le mani e costruire così pian piano, con razionalità, la mia vita e la mia fede. Conosco bene le tecniche di plagio, che sono sempre in agguato ed è molto facile rimanere vittima senza rendersene conto. Per quanto ho potuto, ho sempre confrontato gli insegnamenti del pastore con la Parola di Dio (La Bibbia), e li ho sempre trovati conformi. I pastori pentecostali conoscono molto bene la Bibbia e sono anche bravi alla predicazione e sono anche convincenti. Ma veniamo alle tue domande. Ho molti libri del fratello Petrelli, li avevo ritirati dalla libreria della chiesa, ho letto qualche insegnamento e ho trovato i suoi scritti molto profondi, sono un po pesanti da leggere perché molti concetti non si capiscono alla prima lettura, allora devi tornare indietro e rileggere fino a quando non hai realizzato il significato, ma poi sei gratificato della fatica perché hai capito qualcosa in più. Ho fatto anche un corso biblico per corrispondenza con la chiesa apostolica di Grosseto, con il Dott. Labanchi, che poi ho conosciuto di persona, purtroppo il corso non lho più finito. Se hai bisogno di qualche libro di Petrelli te li posso spedire o addirittura te li posso portare se vengo in ferie il mese prossimo, ma non ho ancora deciso perché sto aspettando la risposta della ditta dove lavoro. La frequenza dei culti nella nostra comunità era due volte alla settimana, il Venerdì sera alle ore 20 e alla Domenica alle ore 11. (Dico era per il fatto che io non frequento più questa comunità per i fatti che tu ben conosci, motivo per il quale ci siamo conosciuti), poi per poter giustificare il mio rifiuto di trovare altre comunità, mi sono trovato un lavoro domenicale, faccio il mercatino delle pulci ogni domenica a Milano. In verità ho paura di trovare unaltra comunità come la precedente e ricominciare una nuova battaglia, allora mi ritengo sempre parte della chiesa dove sono nato e continuare la guerra fino in fondo, ma di questo noi ne abbiamo già parlato altre volte. Gli studi biblici si facevano il Sabato, il pomeriggio si poteva anche avere un incontro con il pastore che si rendeva libero per loccasione. Dopo un po di tempo quando le persone aumentarono ho sentito il bisogno di chiedere se era possibile avere una scuola per persone più bisognose di un linguaggio semplice, senza tanti paroloni, sapevo che cerano persone che non capivano che cosa era la circoncisione, che cosa significava il battesimo, la differenza tra la Santa Cena e la Comunione cattolica, cose che io avevo approfondito e realizzato, alla mia richiesta il pastore mi responsabilizza di organizzare e insegnare queste cose, visto che ero già consigliere della comunità. Ma dopo un po di tempo lo stesso pastore organizza nella stessa ora un riunione di preghiera, allora capii che dovevo sospendere. Gli studi biblici per adulti si facevano saltuariamente, quando cera la necessità o prima dei battesimi in acqua si faceva un corso di studi per i battezzanti. Per i bambini invece si faceva una scuola biblica regolare ogni Lunedì e il pastore mi aveva ritenuto idoneo per questo insegnamento, i ragazzi venivano volentieri fino al punto che abbiamo dovuto dividere in gruppi secondo l?età, il gruppo dei più piccoli mi era rimasto e mi avevano affiancato un altro giovane come coadiuvante. Ogni due mesi, nelloccasione del culto speciale, si presentavano le relazione dei lavori fatti, venivano gruppi da altre comunità, da Saltrio, dalla Svizzera e tutti insieme ognuno presentava il lavoro del proprio gruppo. Poi senza motivo si è tolto il culto speciale, si è tolto la relazione dei giovani, il coadiuvante ha preso il mio posto. (Questo giovane ora è il genero del pastore). Non faccio commenti. I bambini partecipavano ai culti insieme ai grandi anche se il pastore molte volte manifestava il desiderio di dividere i bambini dai grandi, a volte succedeva che avveniva questa separazione per motivi di spazio nelle grandi occasioni, i bambini si riunivano in un locale attiguo con un istruttore. Per quanto riguarda la Bibbia, io ho sempre saputo, anche da quando ero in seminario a Roma dai preti cattolici, che la Bibbia è la Parola di Dio, ci serve come insegnamento, come meditazione, come consigliera, è la Parola da dove noi attingiamo gli insegnamenti, è stata scritta da tante persone diverse e in periodi diversi ed è tutta concorde, sia il vecchio, sia il nuovo Testamento, è stata scritta da uomini per ispirazione dello Spirito Santo. La Bibbia evangelica, a parte i libri apocrifi, è sostanzialmente uguale a quella cattolica, io ho confrontato parecchi libri e dicono la stessa cosa. Tutte e due confermano la divinità di Cristo, tutte due condannano lidolatria, e molti passi sono identici fedelmente tradotti dalla lingua originale. La Bibbia che non ha queste caratteristiche è quella dei testimoni d Geova, differisce in molti passi e addirittura si contraddice la versione vecchia, quella con la copertina nera, con la nuova quella con la copertina verde., ma questo è un altro argomento. Io personalmente ho letto molte volte la Bibbia, a volte a brani, a capitoli e anche di continuo cominciando dalla Genesi e finire alla Apocalisse. Ho letto la versione italiana e quella inglese e ho fatto dei confronti, ma non ho trovato nessuna differenza di rilievo. Nella comunità che frequentavo, io ero il bibliotecario e ho avuto occasione di leggere oltre alla Bibbia tanti altri libri di diversi autori, tra cui molti del fratello Petrelli. Ho letto tanto ho letto molto, adesso leggo molto di meno, dopo tante delusioni, dopo tante cattiverie che ho ricevuto. Ho notato che più le persone che testimoniavano di leggere la Bibbia, più erano quelle che si imboscavano quando dalla Bibbia bisognava passare ai fatti. Con la scusa di leggere la Bibbia molti credevano di essere esonerati dalle azioni, dalle opere, erano proprio le persone che pur di leggere la Bibbia negavano la propria disponibilità nei confronti della comunità e addirittura della propria famiglia. Ho visto fratelli che per leggere la Bibbia non si curavano che altri componenti della loro famiglia aveva bisogno della loro presenza, non si curavano dei bisogni degli altri, allora mi sono detto che è meglio dedicarsi alle cose pratiche che alle cose astratte. Leggere la Bibbia in privato edifica se stessi, invece le opere edificano gli altri. Non voglio dire che leggere la Bibbia è inutile, ma secondo me è molto utile che dopo aver letto e capito bisogna anche mettere in pratica, altrimenti rimane solo tutto inutile. Ho visto molti fratelli che si danno molto da fare per evangelizzare fuori nel mondo, evangelizzano anche i parenti di altri fratelli, ma si sono dimenticati di evangelizzare la propria famiglia, allora mi chiedo se è veramente così importante conoscere tutta la Bibbia a memoria, conoscere tutti i versetti per farne pubblico spettacolo della propria conoscenza, mettendo a volte nel ridicolo chi non può competere con la loro capacità di ricordarsi tutti i passi e la loro collocazione, facendo capire palesemente che è così che si fa la volontà di Dio, a questo punto mi sono detto NO! La Bibbia lho letta, lho capita, adesso è il momento di agire. Da quel momento sono nati tutti i problemi che tu già conosci. La chiesa diventa sterile se non ci sono le opere, ci sono molte comunità che basano la loro dottrina sulla teoria, basta conoscere bene la Bibbia , basta frequentare tutti i culti, basta essere ubbidienti al pastore, basta il comportamento conforme con gli insegnamenti solo quando si va in comunità, basta dire sempre si al comando del pastore, a volte si fa anche a gara durante la celebrazione del culto chi per primo riesce a inginocchiarsi al comando del pastore, quella è la persona ritenuta più spirituale. Io rifiuto tutto questo e lho sempre contestato. Cristo ha amato il povero, il peccatore, gli infermi, gli ammalati, gli afflitti, i bisognosi, questi valori sono difficili da trovare nelle comunità che anche se apparentemente sembrano di avere questi requisiti, dopo averle frequentate ti accorgi che era solo apparenza. Ho visto famiglie bisognose andare dal pastore a chiedere aiuto economico per parenti carcerati e gli è stato risposto ?fratello preghiamo?, ma è andato via a mani vuote. Quante ipocrisie, quanto dolore, il Signore ci manda le anime per mettere in opera gli insegnamenti, ma le risposte sono deludenti. Nelle lettere di Giacomo si legge "fammi vedere la tua fede, senza le opere la tua fede è morta". Bisogna mostrare la fede attraverso le opere, gli altri debbono vedere la tua fede operare non solo spiritualmente, ma soprattutto materialmente. Scusami se le mie risposte sembrano poco edificanti, dovrei parlare bene delle categoria di appartenenza, ma voglio solo distinguere la realtà dalla finzione, io sono un evangelico pentecostale e sono contento di esserlo e lo sarò ancora nonostante tutte queste avversità, ma io ho creduto nel Parola di Dio, ho creduto nel Signore, non ho creduto nelluomo, se avessi creduto nelluomo a questo punto mi sentirei smarrito, confuso, ma la mia fede è nel Signore, è Lui che mi dà la forza di combattere. Caro Giovanni scusami se ti metto fretta nelle tue risposte, ma io aspetto con ansia le tue lettere, mi sento bene quando leggo le tue domande, mi fanno crescere, il confronto con una persona interessata mi dà la sicurezza che c?è qualcuno che sinceramente ti ascolta. Ti ringrazio della tua disponibilità, del tempo che dedichi alla mia corrispondenza, te ne sono veramente grato. Ho trovato tanto amore e tanta comprensione in persone al di fuori della fratellanza. Che Dio ti benedica.
Caro Ciro, vedo che le tue risposte sono come un fiume in piena. Vorrei perciò chiederti se sei daccordo con un progetto che ho in testa. Vorrei costruire una pagina web esclusiva per il pentecostalesimo dove poter riportare tutti questi dialoghi che ci facciamo in privato. La cosa mi piacerebbe perché aiuterebbe molta gente a capire qualcosa di un mondo di cui si sente parlare, spesso male, ma di cui si conosce poco o nulla. Questo lavoro mi aiuterebbe anche nel mio studio sul pentecostalesimo di cui ti ho accennato. Se sei daccordo continuerò poi con altre domande e ad organizzare la pagina del sito.
Caro Giovanni, sono molto daccordo, non vedo lora di realizzare tutto questo, tu vai avanti, io ti seguo, se tutto questo può servire alla crescita e alla conoscenza, allora sono felice di ottenere questo risultato insieme a te. Continua pure troverai in me un alleato sincero. Grazie per questa tua iniziativa te ne sono molto grato. Aspetto la tua prossima lettera. Ciro.
Caro Ciro, mi fa ovviamente piacere la tua disponibilità al dialogo. Credo che il nostro possa essere un dialogo vero e sincero per alcuni motivi molto semplici ma fondamentali. Né io né tu abbiamo chiese o dogmi da difendere; né io né tu abbiamo intenzione di dar vita a nuove chiese (cè ne sono già troppe in giro) o abbiamo intenzione di fare adepti che ci consentano di soddisfare una qualche vanità quale quella di poter essere chiamati "pastori", "profeti", "apostoli" o quantaltro si usa sia nelle chiese pentecostali che in quelle cosiddette storiche. Né io né tu abbiamo interessi economici da difendere o consolidare attraverso questi nostri dialoghi, come succede spesso in quei dialoghi dove si confrontano istituzioni ecclesiastiche con patrimoni edilizi o finanziari ingenti o con debiti da coprire attraverso lacquisizione di quote dellotto per mille. Il nostro dialogo è un dialogo vero perché esso è innanzi tutto voglia di conoscersi reciprocamente, di indicare argomenti su cui riflettere partendo dalla nostra esperienza concreta di vita, senza la pretesa che le nostre opinioni e le nostre esperienze siano quelle assolute e definitive che possano essere prese a modello da chicchessia. Né io né tu, infine, abbiamo la pretesa di convertire laltro alla propria particolare visione religiosa. Il dialogo fra credenti non può che essere scambio della propria esperienza di Dio perché il credente è colui che ha sperimentato nella propria vita la presenza di Dio, cioè di un modo diverso di vivere, di intendere i rapporti con gli altri che non sia basato sullodio ma sullamore, sullappropriazione egoistica di tutto ciò che ci circonda ma sulla condivisione con gli altri di tutto ciò che luomo ha trovato nelluniverso e che luomo non ha creato. Sperimentare la presenza di Dio nella propria vita, significa aver compreso che un altro mondo è possibile ed è quello che noi cristiani chiamiamo "il regno di Dio", una frase che spesso ripetiamo senza averne compreso bene a fondo il significato. Un vero credente, così, non potrà mai avere invidia o voglia di concorrenza nei confronti di un altro vero credente, qualsiasi sia la religione che egli professa, se la professa sinceramente. Un vero credente è innanzitutto un testimone della presenza di Dio che lui vive e, quasi sempre, testimoniare significa anche subire il martirio, lincomprensione, la derisione di chi guarda al mondo e ai rapporti sociali con il metro del soddisfacimento del proprio egoismo. Io vedo il dialogo fra credenti come elemento fondamentale per lo sviluppo delle conoscenze delluomo. Conoscere per me altro non è che ricerca di Dio, inteso come elemento ultimo e definitivo della conoscenza umana. Processo di conoscenza che, per ogni singolo uomo, significa vedere solo una piccola porzione del "volto di Dio". "Volto di Dio" a cui ogni vero credente non può che accostarsi con grande umiltà e rispetto, perché la scoperta anche di piccoli pezzi di verità, può avere effetti terribili, può essere usato contro le persone e lintera umanità. Ho ritenuto opportuno fare queste precisazioni, nel momento in cui decidiamo di rendere disponibili anche ad altri i dialoghi privati che finora ci sono stati fra noi. Spero, e credo che anche tu sia daccordo, che altri vogliano portare il proprio contributo a questo dialogo, accogliendone lo spirito che fin dallinizio ha animato il nostro incontro.
Lunedì, 23 settembre 2002
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