Della resurrezione di Cristo, noi siamo abituati a vedere laspetto fisico, lessere cioè lui uscito dal sepolcro e successivamente asceso al cielo. Si tende a cogliere laspetto divino, miracolistico della resurrezione anche se nei Vangeli non viene descritta alcuna teofania a proposito, ma semplicemente che chi andò al sepolcro lo trovò vuoto. Resurrezione vista come manifestazione della potenza di Dio che, in fin dei conti, non tende a coinvolgere i singoli in un percorso di conversione.
Cogliere laspetto spirituale della risurrezione significa invece essere coinvolti personalmente nelle scelte del Cristo, nel suo appello alla conversione, a quel "convertitevi e credete al Vangelo" perché i tempi sono oramai maturi e tutto quello che doveva essere detto, in tema di salvezza della sua anima, è già stato tutto comunicato alluomo.
Risurrezione come assunzione di responsabilità da parte di chi decide di seguire lesempio di Cristo, il suo discorso della montagna, ma anche la cacciata dei mercanti dal tempio, la sua battaglia contro lipocrisia, la sua richiesta di amare non solo il prossimo ma anche i propri nemici, la sua richiesta di povertà, di misericordia, di umiltà. Risurrezione come difesa dei deboli, degli oppressi dai regimi ingiusti, di rispetto per la vita e per la natura che ci circonda.
Si può riflettere sulla resurrezione spirituale partendo dalla drammaticità dei racconti della passione di Cristo. Per quanto mi sforzi non riesco ad accettare lidea che la morte di Cristo possa essere considerato un "sacrificio necessario" a ristabilire un rapporto fra Dio e gli uomini, né che questo sacrificio, consumato una volta per tutte duemila anni fa, abbia prodotto una volta per tutte la salvezza di chi crede nel messaggio di Cristo.
La crocifissione di Cristo è un evento che si è ripetuto e si ripete tuttoggi milioni di volte. Milioni sono i giusti che, come Cristo, sono stati e sono crocifissi ogni giorno. Milioni sono coloro che ogni giorno sono traditi dai loro amici, mandati a morte per coprire i misfatti e la corruzione di altri. Credere nella resurrezione significa riconoscere il Cristo che è in ognuno di questi uomini e donne di tutti i tempi e del proprio tempo presente. Questi sono gli unici veri cristiani, quelli cioè che come Cristo non hanno paura di una loro possibile crocifissione.
22 gennaio 2001
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