[Ripreso dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riproponiamo ancora una volta questo importante appello che già pubblicammo nellottobre 2002. Invitiamo tutti i nostri lettori a sostenere questa iniziativa]
MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Rete di Lilliput, Movimento Nonviolento, promuovono una campagna di obiezione/opzione di coscienza del/la cittadino/a.
Obiettivo di questa campagna é quello di mantenere vivo il diritto allobiezione di coscienza al militare, in vista dellattuazione pratica della difesa nonviolenta come alternativa alla difesa armata, e impedire che venga annullato con la "sospensione" dellobbligo di leva. E quindi importante passare da unobiezione di coscienza che interessava i giovani al momento della chiamata al servizio militare ad una obiezione più diffusa che coinvolga tutti i cittadini/e.
Occorre pertanto che tutti coloro che condividono le nostre scelte di nonviolenza si dichiarino obiettori e sostengano almeno una delle "opzioni positive" come momento di impegno concreto.
Segreteria operativa: presso Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824, e-mail: scelgolanonviolenza@retelilliput.org, sito: www.retelilliput.org/
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La nostra obiezione alle scelte di guerra
Il no della coscienza alla violenza organizzata e allomicidio come soluzione dei conflitti si esercitava fino ad ora, nel nostro paese, soprattutto nella forma del rifiuto del servizio militare, cioé delladdestramento ad uccidere.
La nuova legge 230 del 1998 sullobiezione di coscienza al servizio militare, così come quella più recente sullistituzione del Servizio civile nazionale, che compiono alcuni importanti passi avanti nella cultura giuridica dellobiezione al militare, sono arrivate contemporaneamente allabolizione pratica della leva e al passaggio graduale allesercito professionale.
Nella nuova situazione che si presenta il cittadino sembra non avere più strumenti per esprimere il rifiuto della violenza strutturale e culturale, non solo di quella diretta, e per costruirne il continuo superamento. Ci sono invece da praticare obiezioni e da attuare programmi costruttivi sui due lati della cultura del dominio, il modello economico (della produzione, scambi e consumi) e il modello difensivo (della tutela da aggressioni e della tutela del diritto).
Perciò ci sembra urgente un rinnovato impegno, coordinato e coraggioso, per una nuova Campagna di obiezione di coscienza alle guerre e di opzione nonviolenta per il disarmo economico e militare, che sia contemporaneamente di resistenza al nuovo militarismo e di costruzione dellalternativa nonviolenta.
La campagna si articola su due punti:
1. Una dichiarazione di obiezione di coscienza nella quale ci si dissocia dalla politica di difesa del nostro paese e dalla Nato, evidenziando lincostituzionalità, limmoralità intrinseca di scelte aggressive e la funzionalità al sistema economico di rapina nel confronti dei Paesi impoveriti del sud del mondo; da parte delle donne accompagnata da una dichiarazione di rifiuto esplicito della cosiddetta "pari opportunità" di servire nellesercito, da parte dei/delle giovani che scelgono il servizio civile accompagnata da una dichiarazione che metta in evidenza come la scelta fatta sia inconciliabile con il servizio militare, escludendo la possibilità di "richiami" in caso di guerra.
2. Una dichiarazione di opzione per la nonviolenza attiva che si concretizzi attraverso lassunzione di impegni nel campo della formazione ed educazione alla pace e alla nonviolenza, dellobiezione di coscienza alle guerre, nella disponibilità a partecipare e/o sostenere azioni nonviolente e nel campo del consumo critico e delleconomia nonviolenta.
La Campagna si pone come primo termine il 31 dicembre 2004, data entro la quale vi sarà una verifica del raggiungimento degli obiettivi delle singole campagne e di quanto si sarà riusciti ad ottenere in campo istituzionale sul disarmo, sulla difesa civile non armata e nonviolenta prevista dalla legge 230/1998 e sulleconomia nonviolenta.
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Campagna di obiezione di coscienza alle guerre e di opzione nonviolenta per il disarmo economico e militare
Dichiarazione delle cittadine e dei cittadini
Al Presidente della Repubblica, Palazzo del Quirinale, 00186 Roma
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi, 00187 Roma
A...
Io sottoscritto/a ... nato/a a ... residente a ... come appartenente alla famiglia umana, residente nella Repubblica Italiana fondata sulla Costituzione che sancisce la dignità inviolabile della persona, il diritto-dovere di lavorare per il bene comune, il ripudio della guerra e la risoluzione pacifica dei conflitti, dichiaro in piena consapevolezza:
- di dissociarmi, per motivi di coscienza, dalla politica militare del nostro paese e della Nato che nel decennio 1991-2001, invece di sviluppare una politica di pace planetaria resa possibile dalla svolta nonviolenta del 1989, ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali;
- di rifiutare tale politica militare perché viola la Costituzione italiana e la Carta delle Nazioni Unite, fa scelte belliche omicide e aggressive in luogo delle possibili soluzioni pacifiche, é funzionale allattuale sistema politico-economico di dominio e di sfruttamento, aggrava la distanza e i risentimenti tra le culture e i popoli invece di favorirne la comprensione e la cooperazione.
Per questi motivi:
- dichiaro la mia obiezione di coscienza alle guerre e la mia indisponibilità a collaborare in qualunque modo al sistema economico-militare che le prepara;
- scelgo la nonviolenza come politica capace di promuovere la giustizia e la soluzione pacifica dei conflitti.
In coerenza con questa mia scelta mi impegno:
* Formazione ed educazione alla pace e alla nonviolenza
- A partecipare al servizio civile o come volantario in progetti di difesa civile, mediazione o formazione alla nonviolenza presso i nodi della rete di Lilliput, associazioni o "uffici della Pace" in Italia o allestero.
- A diffondere leducazione alla nonviolenza e alla gestione nonviolenta dei conflitti in sintonia con il decennio per la nonviolenza indetto dallUnesco.
- A sostenere la nascita e la diffusione di Istituti culturali e scientifici per la pace e i diritti umani.
* Obiezione di coscienza alle guerre
- A partecipare alla "Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la Difesa Popolare Nonviolenta" versando il corrispettivo come opzione o obiezione alle spese militari in vista del riconoscimento del diritto di opzione fiscale.
- Ad aderire alla "Campagna di pressione banche armate" per un controllo sulle operazioni di finanziamento e di appoggio delle banche al commercio di armi.
- Come donna a rifiutare, in maniera esplicita e forte, la cosiddetta "pari opportunità" di servire nellesercito.
- Come giovane soggetto agli obblighi di leva a scegliere il servizio civile invece del servizio militare dichiarando sin dora la mia indisponibilità di fronte al richiamo in caso di guerra.
* Azioni nonviolente
- A sostenere iniziative di base di intervento civile e nonviolento nelle realtà di conflitti armati (Campagna Kossovo, Operazione Colomba, Caschi bianchi, Berretti bianchi, Anchio a Butembo/Kisangani, Tu non tagliare la corda, ecc.), al fine di prevenire e trasformare i conflitti, di riconciliare i contendenti, di difenderli dalla manipolazione degli interessi militari-industriali che intendono far degenerare i conflitti in guerra:
a) con la mia partecipazione personale alliniziativa ...
b) col mio contributo finanziario alliniziativa ...
- Ad aderire e/o sostenere i movimenti nonviolenti organizzati.
* Consumo critico ed economia nonviolenta
- Ad orientare il mio stile di vita al principio della sobrietà e della semplicità volontaria.
- A indirizzare i miei consumi verso beni prodotti nel rispetto della dignità dei lavoratori e dellambiente.
- A boicottare e a cercare di sottrarre risorse a quei settori della produzione, del commercio e della finanza coinvolti nel sistema militare-industriale di dominio, sfruttamento e guerra.
- A sostenere la campagna "Sbilanciamoci" tesa a modificare gli indirizzi della legge finanziaria dello Stato riorientando la spesa pubblica a favore di società, ambiente e pace.
- Altro (specificare).
Data e firma
Spedire copia per conoscenza a Segreteria Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, 10122 Torino
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Indicazioni operative
Dopo aver compilato la dichiarazione di obiezione é importante sostenere almeno una delle opzioni riportate.
Si può utilizzare lo stesso testo di questa guida, oppure personalizzarlo inserendo delle modifiche.
E indispensabile che copia della dichiarazione e delle opzioni scelte venga inviata a Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, 10122 Torino, in modo da avere un riscontro sullandamento della campagna, analizzare statisticamente le opzioni scelte, far valere politicamente questa scelta di obiezione.
Il testo sottoscritto va naturalmente inviato tramite posta al Presidente del Consiglio dei Ministri (responsabile delle scelte militari ed economiche) e al Presidente della Repubblica (capo delle Forze Armate), nonché eventualmente anche ad altri soggetti (partiti politici, sindaci, deputati, giornali, ecc.) per pubblicizzare questa scelta di nonviolenza.
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Indirizzi per collegarsi ad azioni e interventi nonviolenti in zone di conflitto e di guerra
- Campagna Kossovo: é una iniziativa che lavora su progetti di riconciliazione in Kossovo. Malgrado la guerra condotta dalla Nato abbia distrutto quello che di positivo era riuscita a creare, la Campagna Kossovo é nuovamente attiva. Campagna Kossovo per la Nonviolenza e la Riconciliazione, c/o Casa per la Pace, casella aperta 8, 74023 Grottaglie (Ta), tel. e fax: 0995662252.
- Caschi bianchi - Operazione Colomba: promuove progetti di solidarietà internazionale e per i diritti umani a cui partecipano volontari e obiettori di coscienza in servizio civile (caschi bianchi). Operazione Colomba, via della Grotta Rossa 6, 47900 Rimini, tel. 0541753619, fax 0541751624, e-mail: odcpace.apg23@libero.it
- Berretti Bianchi: organizza interventi di pace con la presenza di volontari e con azioni dirette in zone di conflitto. Berretti Bianchi, via F. Carrara 209, 55042 Forte dei Marmi (Lu), fax 0584735682, cell. 3357660623, e-mail: bebitartari@bcc.tin.it, sito: www.peacelink.it/
- Anchio a Butembo/Kisangani: iniziative nonviolente condotte in Africa (Butenbo e Kisangani) dove é in corso una guerra non dichiarata scatenata perlopiù da compagnie diamantifere. Questa iniziativa é organizzata da: Beati i Costruttori di Pace, via Antonio da Tempo 2, 35139 Padova, tel. 0498070699, e-mail: beati@protect.it
- Tu non tagliare la corda: azione condotta da "Un ponte per Bagdad" per impedire che avvenga una nuova guerra e per labolizione delle sanzioni economiche i cui effetti negativi ricadono soprattutto sulla popolazione più debole (ammalati e bambini). Un ponte per Bagdad, via della Guglia 69/A, 00196 Roma, tel. 066780808, fax 066793968, e-mail: posta@unponteper.it, sito: www.unponteper.it
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Indirizzi per orientarsi verso un consumo critico ed una economia nonviolenta
- Sbilanciamoci: questa campagna promossa dallassociazione Lunaria esercita una pressione sui parlamentari per spostare risorse finanziarie dello Stato a favore delle spese sociali, delle iniziative di pace, alla difesa dellambiente. Lunaria, via Salaria 89, 00198 Roma, tel. 068841880, fax 068841859, e-mail: lunaria@lunaria.org, sito: www.lunaria.org
- Acquisti trasparenti: significa consumare solo beni di aziende che non sono coinvolte nello sfruttamento di bambini, che non inquinano, che sono rispettose dei diritti dei lavorari. Centro Nuovo Modello di Sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pi), e-mail: coord@cnms.it
- Bilanci di giustizia: iniziativa tesa a orientare i gruppi familiari verso un consumo critico e una finanza etica, per cambiare leconomia partendo dalle piccole cose, dai gesti quotidiani. Bilanci di giustizia c/o MAG Venezia, 30175 Venezia Marghera, tel. 0415381479, e-mail: bilanci@libero.it, sito: www.unimondo.org.
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Come partecipare alla campagna di pressione sulle banche armate
La campagna é promossa dalle riviste "Missione Oggi", "Mosaico di Pace", "Nigrizia".
Propone un controllo attivo sia sulle operazioni di finanziamento che di semplice appoggio delle banche in esportazioni di armi. Viene richiesto di verificare se la propria banca é coinvolta nel finanziamento allexport di armi, e in caso affermativo di scrivere una lettera in cui si disapprova questo sostegno al commercio delle armi, riservandosi di chiudere il proprio rapporto in mancanza di una risposta soddisfacente.
Lelenco degli istituti di credito e delle banche coinvolte, un fac-simile della lettera da inviare, alcune risposte già pervenute da parte delle banche, le somme finanziate, ecc., si possono trovare sul sito: www.banchearmate.it, oppure richiedere a: Banche armate, c/o "Missione Oggi", via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 0303772780, e-mail: info@banchearmate.it
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Come partecipare alla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta
Questa campagna nata inizialmente (1982) come campagna di obiezione alle spese militari (OSM) si propone come obiettivo ultimo lopzione fiscale, vale a dire il diritto di non finanziare la difesa armata.
Nella forma principale viene richiesto ai partecipanti di sottoscrivere una dichiarazione, effettuare un versamento allUfficio Nazionale per il Servizio Civile e di impegnarsi a detrarre tale somma dalla dichiarazione dei redditi.
Per eseguire correttamente questi passaggi, che possono essere diversi a seconda della situazione tributaria del contribuente, é bene avvalersi della apposita "guida" che può essere richiesta a: Campagna OSM-DPN c/o Lega obiettori di coscienza (Loc), via Mario Pichi 1/E, 20143 Milano, tel. 028378817, fax 0258101220, e-mail: locosm@tin.it
La campagna OSM-DPN é promossa da Associazione per la Pace, Beati i Costruttori di Pace, Berretti Bianchi, Comunità Papa Giovanni XXIII, Lega per il Disarmo Unilaterale, Lega Obiettori di Coscienza, Pax Christi.
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Aderiscono alla campagna "Scelgo la nonviolenza" la Lega obiettori di coscienza
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MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione)
Il MIR (International Fellowship Of Reconciliation - IFOR, nei paesi anglofoni) si definisce movimento a base spirituale, composto da donne e uomini impegnati nella nonviolenza attiva come stile di vita e mezzo di cambiamento personale, sociale e politico. Essi rifiutano luso della violenza nonché la preparazione e la partecipazione alla guerra sotto qualsiasi forma.
Dopo la seconda guerra mondiale il MIR, grazie anche allopera instancabile di Jean e Hildegard Goss-Mayr, cerca vie alternative e nonviolente per conseguire la giustizia e la riconciliazione tra tutti i popoli. In America Latina é presente con dom Helder Camara e Adolfo Perez Esquivel; negli Stati Uniti con Martin Luther King e Dorothy Day; in Vietman collabora alla resistenza nonviolenta con i monaci buddhisti; in Sudafrica é presente con Albert Luthuli; in Irlanda con Mairead Corrigan. E inoltre in Medio Oriente, Zaire e Africa Sub-sahariana, Filippine, India, Bangladesh, Madagascar e, dopo il 1989, anche in molti paesi dellEuropa Orientale. A membri del MIR/IFOR per otto volte é stato conferito il premio Nobel per la pace:
- Jane Addams (USA 1931), - Emily Green Balch (USA 1946), - Albert Luthuli (Sudafrica 1960), - Linus Pauling (USA 1962), - Martin Luther King (USA 1964), - Mairead Corrigan (Irlanda del Nord 1976), - Adolfo Perez Esquivel (Argentina 1980), - Rigoberta Menchù (Guatemala 1992).
Il M.I.R. in Italia ha sostenuto Giuseppe Gozzini e Fabrizio Fabbrini, primi obiettori cattolici al servizio militare, e si é impegnato per il riconoscimento giuridico dellobiezione di coscienza. Dallapprovazione della legge é convenzionato con il Ministero della Difesa per far espletare agli obiettori il servizio civile nellattuazione di programmi di formazione alla pace e alla nonviolenza attiva. E stato il movimento che ha avviato per primo in Italia la Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari (OSM) e si adopera per far conoscere la Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) come alternativa alla difesa armata.
Già contrario alle armi nucleari, allinizio degli anni 70 il MIR é stato il primo movimento in Italia a schierarsi contro il nucleare civile. Sito: www.peacelink.it, e-mail: mir@peacelink.it
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Movimento Nonviolento
Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini dopo la prima "Marcia per la fratellanza tra i popoli" da Perugia ad Assisi del 24 settembre 1961, fin dai suoi primi anni di vita consolida i suoi rapporti con le altre associazioni nonviolente allestero, diviene sezione italiana della War Resisters International (Internazionale dei Resistenti alla Guerra).
La carta programmatica del Movimento impegna i suoi membri per:
- lopposizione integrale alla guerra;
- la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, loppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
- lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
- la salvaguardia dei valori di cultura e dellambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui contaminazione e distruzione sono unaltra delle forme di violenza contro luomo.
Il Movimento Nonviolento ha dal 1964 un suo periodico mensile, "Azione Nonviolenta", che si propone di offrire formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail : azionenonviolenta@sis.it
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Rete di Lilliput
"Rete Lilliput, per una economia di giustizia", non lennesima associazione ma unalleanza di gruppi di base, singoli individui, associazioni che si sviluppa dal 1999 grazie alla spinta di un gruppo di coordinamento formato da associazioni e campagne di pressione da sempre impegnate sui temi politico-sociali.
La Rete, grazie alla cosiddetta "strategia lillipuziana", ha lobbiettivo di far interagire e collaborare le oltre 700 esperienze locali che in Italia hanno messo in atto unagile lotta contro la globalizzazione neoliberista: proprio come ne I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift in cui una miriade di piccoli lillipuziani riesce ad imbrigliare il gigante. Il metodo nonviolento é lo strumento ineludibile per condurre azioni mirate e concrete di contrasto ad un sistema economico carico di ingiustizie e disuguaglianze.
Una struttura leggera, orizzontale e non burocratica é alla base dellorganizzazione della Rete Lilliput. Una settantina di nodi locali e a livello nazionale i gruppi di lavoro tematici (GLT) strumenti di ricerca e di proposta per approfondire aspetti specifici; tutte le decisioni vengono prese con il metodo del consenso e non a maggioranza. La Rete si costituisce intorno ad un Manifesto di intenti che rappresenta la carta fondamentale. Al suo interno sono tracciate "le strategie d intervento, di carattere nonviolento, che comprendono linformazione e la denuncia per accrescere la consapevolezza e indebolire i centri di potere; il consumo critico e il boicottaggio per condizionare le imprese; la sperimentazione di iniziative di economia alternativa e di stili di vita più sobri per dimostrare che uneconomia di giustizia é possibile".
Sito: www.retelilliput.org
Mercoledì, 26 febbraio 2003
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