Donna somala lasciata morire davanti all’ospedale Ascalesi di Napoli

Malasanità o razzismo?


di FORUM PER IL DIRITTO ALLA SALUTE

Avremmo voluto pubblicizzare finalmente l’apertura del nuovo Centro d’informazione Sanitaria per Immigrati nell’ospedale Ascalesi che dopo sei mesi di incontri ed attività ha ottenuto la sua vesta ufficiale, ma un ennesima tregedia umana ci costringe a denunciare le gravi carenze della sanità pubblica, in particolare nei confronti delle classi più disagiate: venerdì 6 dicembre una 32enne di nazionalità somala, Hassan Kalif Hodan, è deceduta dentro il cortile dell’ospedale Ascalesi per non curanza ed abbandono, perchè in una società "civile" succede questo?

Ci è stato riferito che "Genet" questo il sopranome di Hassan, si era presentata la sera di mercoledì 4 dicembre al pronto soccorso del suddetto ospedale in stato confusionale e con due vistose ferite lacero-contuse, una al sopracciglio l’altra alla nuca, diceva di essersele progurate con una caduta (ad una festa, tacchi a spillo troppo alti!!)...e dopo aver ricevuto la medicazione chirurgica era stata dimessa senza troppa indulgenza, ma Genet non ce la faceva proprio ad uscire da sola, si era adagiata su una segiola nel cortile dell’p.s. a smaltire la sbornia. All’alba la guardia giurata di turno l’avvicinava con biscotti e capuccino, Genet era ancora lì, e ci rimane fino alle 17 circa quando alcuni membri del Forum per il Diritto alla Salute la notano nello spazio antistante l’ospedale; al primo contatto Genet si mostra diffidente e disorientata, poi riconosce uno di noi e presa fiducia incomincia a reagire, viene adagiata su di una barella, viene subito allertato il personale di p.s., uno psichiatra le fa una rapida consulenza:" dove ci troviamo?... a Napoli! Orientata nello spazio, tutto Ok!!"; Genet è astenica, l’addome vistosamente gonfio, insistiamo per farla entrare nelle stanze del pronto soccorso, Genet acetta, dopo un’accesa discussione col medico che continuava a sostenere l’ipotesi "stato di ubriachezza" a 24 ore ormai dalla venuta di Genet in ospedale, riusciamo ad ottenere una disponibilità di ricovero, in barella poichè posti non ce ne erano, Genet tranquillizza noi che ci allontaniamo dopo la presa in carico da parte dell’o spedale della paziente.

Ci è stato poi riferito che la ragazza sarebbe ritornata sulla brandina all’esterno del p.s. e all’una di notte sarebbe iniziato un imponente episodio di ematemesi, perdeva sangue da bocca e per l’intervento di un medico radiologo veniva ricoverata nel reparto di chirurgia d’urgenza dove dopo un pò decede.

Perchè è successo tutto questo e come Genet sia morta sarà l’autopsia a chiarirlo, di chi sia poi la responsabilità lo deciderà il magistrato che ha già aperto un fascicolo sull’accaduto, a noi invece interessa denunciare che questo è solo uno dei casi di abbandono, esitato in una tragica morte, che quotidianamente si perpetrano ai danni delle classi più disagiata nella nostra città, e nel nostro paese: anziani, senza fissa dimora, immigrati, tossicodipandenti sono frequentemente oggetto di discriminazioni e non curanza.

La finanziaria del governo taglia ulteriormente la spesa sanitaria e coadiuvata dalla legge discriminatoria sull’immigrazione crea un cocktail esplosivo che nega diritti ai residenti e stralcia invece l’esistenza degli immigrati irregolari o in attesa di permesso: il caso già denunciato dal Forum di mancata emissione dei codici sanitari STP dell’ASL 3 di Afragola, i ripetuti rifiuti d’assistenza alle donne immigrate per problemi ostetrico- ginecologici dagli ospedali pertinenti di zona (discriminate due volte perchè immigrate e perchè donne!!) e non ultima la morte di Genet proprio presso la struttura ospedaliera che poche settimane fa aveva offerto al Forum la possibilità di albergare il progetto del Centro d’Informazione Sanitaria per Immigrati, mostrando una discreta sensibilità in materia, descrivono le condizione disastrose nelle quali si opera in tema di sanità e integrazione culturale.

Seguiremo la vicenda affinchè venga fatta chiarezza per Genet e la sua famiglia. Genet era già nota all’opinione pubblica per essere stata oggetto di uno stupro di massa in un casolare per 3 giorni, dopo "una festa coi tacchi a spillo troppo alti" (27 giovani "per bene" di Sant’Antonio Abate nel 1996),pensate a cosa possa rappresentare un evento del genere nella vita di una giovane somala mussulmana; il comune di Castellammare promise all’epoca anche un risarcimento mai arrivato, da allora niente più pace nella vita di Genet: alcool e vagabondaggio con il volto assente e lo sguardo perduto.... alla ricerca di una pace interiore......il suo viaggio si è fermato venerdì scorso.

Molta è la rabbia dei rappresentanti della comunità somala di Napoli, che sono stati vicino a Genet dal primo momento e hanno contattato sua sorella che lavora e vive a Roma, la quale sconvolta e arrabiata per la notizia ci ricordava della vicenda del ’96 e sottolineava come i media si erano interessati alla vicenda e di come l’avessero cancellata rapidamente.

Il Forum per il Diritto alla Salute da sempre al fianco della rete antirazzista in Campania, raccoglie l’invito a partecipare al corteo contro la Bossi-Fini, per la riapertura della sanatoria proposto da Immigrati in Movimento e propone di dedicare a Genet la manifestazione antirazzista di Sabato 21 dicembre a Napoli, piazza Garibaldi ore 10.



Luned́, 16 dicembre 2002