“ A VOCCA E’ NU BELLO STRUMENTO”

di Zollo Virgilio, Carmine Leo, Zaccaria Massimo, Turturo Silvestra

Sant’Angelo a Scala 16 gennaio 2005
Un noto proverbio Partenopeo recita così “ A vocca è nu bello strumento”. Anche la nota pubblicità di un dentifricio recitava “ con quella bocca puoi dire ciò che vuoi”.
Noi non sappiamo quante volte prima di parlare, don Luciano Porri abbia girato la lingua attorno al palato, perché certo troviamo paranoiche alcune sue affermazioni, riportate dal quotidiano “Ottopagine” di venerdì 14 gennaio. Avendo un minimo di dignità, e ci sia consentito, lo abbiamo più volte dimostrato ove mai ce ne fosse bisogno, abbiamo l’obbligo di rispondere, non come faida personale, ma per evidenziare una sistematica denigrazione di tutta una Comunità .
Al suo parroco, rimosso contro il volere dell’intera Comunità di Sant’Angelo a Scala, per pressioni politiche ed ecclesiastiche, la stragrande maggioranza della popolazione è legata per le “cose fatte”, attraverso dure e lunghe “lotte”,evidentemente ignote a Don Luciano Porri, che poteva documentarsi e riflettere prima di affermare che la Comunità dei fedeli a Don Vitaliano lo sosterrebbe per “… stare sui giornali. Altrimenti in un paesino come questo non succede mai nulla” . Forse il tempo a disposizione del nuovo amministratore parrocchiale è stato insufficiente , dimostrando di non conoscere nulla sulla storia personale di don Vitaliano della Sala, né del Paese che lo ospita ,né dei suoi Cittadini. E’ un dato di fatto, comunque , che senza le “lotte eclatanti” da prima pagina di giornale o di TV, del parroco Don Vitaliano della Sala e dell’intero Paese, il giovane rev.do Porri non avrebbe mai messo piede nella chiesa di S, Giacomo, o nella nuova casa canonica, asciutta e riscaldata. Per non parlare dell’aria che respira: è aria ancora non contaminata dal fetore delle discariche, ma che “amici potenti”, frequentatori della parrocchia del rev.do Porri, hanno reso o vorrebbero renderla puzzolente per lucro. L’utilizzo dei mas- media, per una giusta causa, è un “atto dovuto” per amore della verità e la stessa chiesa gerarchica, spesso li utilizza ed li usa in modo strumentale, quando le fa comodo.
Don Vitaliano, insomma, è stato sin dall’inizio “sacerdote e pastore” tra la gente, per la gente e con la gente; per questi motivi la popolazione di Sant’Angelo gli vuole bene, lo stima e lo rispetta e spera in un suo ritorno. Don Luciano Porri sin dall’inizio, viceversa, ha operato una scelta di campo, senza avere i mezzi sufficienti, ma “prevenuto” come Egli afferma. Ha scelto il potere e ha puntato su cavalli perdenti. Per questi motivi: per aver scelto non la Comunità, ma una minima parte di essa, per avere scelto gli anatemi e le denuncie anziché il dialogo, non il “ servire” ma il farsi servire, non la democrazia, ma l’autoritarismo, la porta sbattuta in faccia, quel famoso lunedì in albis, anziche le porte spalancate, hanno precluso a Don Luciano l’apertura delle porte e dei cuori di gente semplice, lavoratrice e buona come è la maggior parte della popolazione di Sant’Angelo a Scala, che poco lo ha visto per le strade, e poco ha fatto per migliorare sia religiosamente che civilmente il paese.
In quanto, poi a “ conversioni” , Noi non sappiamo quanti si siano convertiti, perché poco interessa alla nostra comunità la quantità. Il nostro cammino di fede si basa sulla sete di apprendimento e sull’esperienza religiosa vissuta, aperta a tutti coloro che vogliono partecipare, per questo la porta della nostra Associazione è sempre aperta! Non compete a noi contarci. Chi vuole contarci lo può fare liberamente e Don Luciano sa bene che in qualsiasi manifestazione ci hanno sempre contato, lo hanno fatto addirittura in contemporanea, certo è che noi non abbiamo mai avuto bisogno di “fedeli esterni”, arrivati a bordo di pulmini, per fare numero in una chiesa vuota! L’ultimo grave episodio, riportato anche dai giornali, relativo alla festa patronale di S. Silvestro, parla di mancanza di fedeli, a tal punto da non poter svolgere la tradizionale processione, fatta, poi, dalla nostra Comunità, per non perdere un’altra delle nostre storiche usanze.
Se Don Luciano Porri sostiene che il Paese è diviso al 50%, questo lo sa Lui solo, non stiamo qui a misurare le percentuali, ma anche un cieco vedrebbe…, la cosa importante è che tra Noi abbiamo instaurato un rapporto basato su valori come disponibilità, stima, fiducia, amicizia, solidarietà, rispetto…valori che ci ha lasciato in eredità Don Vitaliano Della Sala.
E inerente il rispetto che don Luciano afferma di avere sempre avuto per don Vitaliano, gli vorremmo chiedere quando mai ha preso le difese del suo confratello, quante volte è salito a Montevergine per lamentarsi con l’Abate, quante volte ha addossando a Don Vitaliano tutte le colpe della sua mancata interazione con la Comunità di Sant’Angelo a Scala, della sua incapacità di essere lungimirante, e delle sue scelte…
Don Luciano, secondo, noi non è vero che paga per colpe non sue, Egli è l’artefice del suo comportamento, ed è giusto che abbia avuto modo di scegliere di accettare o di non accettare quando gli fu proposto il ruolo di amministratore parrocchiale al posto di Don Vitaliano. Si assuma quindi le proprie responsabilità, Noi, per nostro conto, non abbiamo mai intimorito nessuno anzi gli abbiamo più volte espresso solidarietà, ma da parte sua neppure una parola di apertura, solo allusioni, accuse e quant’altro. E proprio vero che “ con quella bocca può dire ciò che vuole” , ma non stupidaggini, mezze verità o calunnie.
Vorremmo sollevare un’ultima osservazione sul modo di rivolgere un invito ad un sacerdote: frequentare la chiesa solamente da civile. “Tu es sacerdox in aeternum” non è solo un semplice slogan o un modo rituale di ordinare un sacerdote. E un “imprimatur” che resta tutta la vita, e non è in alternativa all’uomo. Secondo le categorie spazio-temporali, non potrebbe mai dividersi il sacerdote dall’uomo; per questo motivo, forse, l’invito del Porri è fuori luogo e se non è una lacuna teologica, vuole essere una provocazione; in entrambi i casi sarebbe grave ed in antitesi su quanto blaterato sul rispetto per don Vitaliano.
In una cosa siamo d’accordo, che il Paese è troppo piccolo per due preti, allora,visto che in democrazia la maggioranza vince, lo invitiamo a trovarsi un’altra parrocchia che gli dia maggiori soddisfazioni sia religiose che economiche.

I portavoci de ’O Ruofolo
Zollo Virgilio
Carmine Leo
Zaccaria Massimo
Turturo Silvestra



Lunedì, 17 gennaio 2005