RISPOSTA DI MAPELLI AD AURELIO MANCUSO

A proposito della medaglia a Morea


di Giovanni Felice MAPELLI

Sono soltanto allibito dalla violenza con cui Aurelio Mancuso - sino ad oggi da me stimata persona- ha reagito ad un semplice articolo di libera opinione (e non di denigrazione) sull’opportunità di elogiare Ciampi per una medaglia d’oro che fino a prova contraria - lo ripeto - non è stata data a Morea come gay.
Riporto la sua lettera inviatami oggi perchè le persone civili possano prendere coscienza se è questo il tono ed il merito da usarsi verso coloro che non condividono o sollevano obiezioni...
Ho saputo poi dalla Redazione di CRONACHE DEL MEZZOGIORNO che il Segretario Mancuso ha telefonato al Direttore della Sede di Salerno minacciando denunce e querele se l’editoriale fosse apparso su quelle pagine...
Ritengo questo episodio gravissimo, perchè vuole intimidire la libertà di opinione dentro la comunità gay...
è grave che sia stato messo in atto da una carica ufficiale dell’ARCIGAY, che evidentemente non conosce quali siano i principi della libertà di parola e di espressione che dovrebbero informare un dibattito civile, entro i quali il mio intervento si è tenuto, infatti la mia è stata una garbata ed educata riflessione...critica certo, ma legittima.
Mancuso può benissimo replicare come meglio crede con una sua lettera al giornale: se minaccia querele... tra l’altro per "reati" che non esistono, (la libertà di opinione fino a prova contraria non è ancora un reato, lo era sotto il regime di Stalin o di Mussolini), non fa’ che definire la sua linea di pensiero che è in tal caso illiberale e antidemocratica.
Proprio come il testo - che mi rifiuto di commentare per la sua volgarità - e che i lettori potranno leggere qui sotto e che purtroppo Aurelio Mancuso firma nella sua qualità di Segretario nazionale di Arcigay:

Giovanni Felice MAPELLI


Caro Mapelli
la stupidità, la smania di protagonismo, il rancore e l’invidia sono tutti sentimenti che pervadono questo tuo articolo. Patetici sono i tentativi di costruire sul lavoro degli altri le tue polemichette da cortile, puerili le sottolineature sul fatto che il mio comunicato non sia stato considerato da nessuno (evidentemente non leggi mai La Repubblica). Ma noi emettiamo comunicati perché abbiamo una rappresentività riconosciuta da tutti e avvalorata dai fatti. Quando invece, per poter emergere si tenta di galleggiare nella melma delle insinuazioni e delle provocazioni, è evidente che non si pensa al bene della comunità omosessuale, ma solo ai propri tornaconti personali. Infine, la cosa più rivoltante è che si utilizzi la storia di Natale per attaccare ancora una volta l’Arcigay e suoi dirigenti nazionali.
Aurelio Mancuso,
Segretario Nazionale Arcigay




Mercoledì, 07 gennaio 2004