L’Associazione "Federico Cargia Lorca" denuncia il Vaticano

di Fabio De Chiara

Salerno, 04 luglio 2003

L’Associazione di Cultura Omosessuale “Federico Garcia Lorca” rende noto di aver accolto l’appello dell’AGeDO (Associazione Genitori Di Omosessuali) e di aver presentato, in data odierna, regolare denuncia-querela per diffamazione ai danni del Card. Alfonso Lopez Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; Dorotas Kornas-Biela, Tony Anatrella, il responsabile del Centro Editoriale Dehoniano, con sede in Bologna, via Nosadella, 6 per la pubblicazione del tomo di più di 800 pagine, titolato "LEXICON", sottotitolo "Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche". Si allega al presente comunicato la bozza della denuncia con le motivazioni.

Il Presidente
Fabio De Chiara




ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE
- BOLOGNA -

all’attenzione del Dr. PERSICO PM Sost.


ATTO DI DENUNCIA E QUERELA

Il sottoscritto:
Fabio De Chiara, nato a Nocera Inferiore (SA) il 01/06/1975 ed ivi residente alla via F.lli Fresa n° 7/1, codice fiscale DCH FBA 75H01 F912Y

Premessa:

il sottoscritto è egli stesso omosessuale ed è legale rappresentante dell’Associazione di Cultura Omosessuale "Federico Garcia Lorca" di Salerno, con sede in P.zza Vittorio Veneto n° 2 a Salerno, presso "Spazio Donna", il cui fine istituzionale è il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e una loro parità giuridica e sociale rispetto alle persone di orientamento eterosessuale


Ciò premesso, si illustra quanto segue:

In data 20 giugno 2003, per notizie riportate dalla stampa circa una conferenza stampa tenutasi a Bari da parte di rappresentanti dell’associazione AGEDO, ha saputo che è stato pubblicato a Bologna, per i tipi del Centro Editoriale Dehoniano, un tomo di più di 800 pagine, titolato "LEXICON", sottotitolo "Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche". Il libro è a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto dal Card. ALFONSO LOPEZ TRUJILLO. Il tomo si compone di decine di "voci", ciascuna riguardante questioni relative alla morale, alla sessualità, alla pedagogia e così via. L’opera, per evidenti caratteristiche sembra essere rivolta non ad un pubblico indifferenziato, ma agli operatori - soprattutto cattolici - del settore pedagogico e della assistenza familiare.

L’attenzione del sottoscritto, per evidenti motivi, è stata attratta dalle voci:
"Diritti del bambino, violenza e sfruttamento sessuale" (pp.209 e segg.);
"Omosessualità e omofobia" (pp.685 e segg.).

Nella voce relativa al bambino, si leggono, fra l’altro, frasi come:
p.216: "I pedofili, seguendo l’esempio degli omosessuali, cominciano segretamente e con fermezza a lottare per i propri diritti, nel tentativo di fare legalizzare le loro azioni attraverso l’abbassamento dell’età del consenso";
p.220: "La parte liberale tace in modo assoluto di fronte al fatto che l’abuso sessuale parta dall’educazione dei bambini nelle cosiddette famiglie composte da una coppia omosessuale. Un figlio adottato da una coppia omosessuale o una figlia adottata da una coppia di lesbiche diventa una facile vittima dei loro bisogni sessuali, diretti verso un partner dello stesso sesso".
Questa voce è redatta e curata da certo DOROTAS KORNAS-BIELA.

Nella voce relativa all’omosessualità e all’omofobia, si leggono fra l’altro le seguenti frasi:
p.689: "L’omosessualità è contraria al vincolo sociale…(poiché) valorizzare una tendenza a scapito delle altre lascia intendere che si potrebbe vivere socialmente in balìa delle pulsioni parziali (omosessualità, voyerismo, esibizionismo, sadomasochismo, travestitismo, transessualismo, pederastia ecc.)";
p.696 (conclusioni della voce): "Socialmente, l’omosessualità, pone numerosi problemi quando la si vuole legittimare senza discernimento alcuno, ma riprendendo soltanto le affermazioni dei gruppi di pressione omosessuali. L’omosessualità non è soggetto di diritti poiché non ha alcun valore sociale. …(essa) resta un intrico psichico che la società non può istituire socialmente…..".
p.693:"L’omofobia è un argomento di malafede e un prodotto dell’ansietà della psicologia omosessuale. In nome dell’omofobia, dei militanti vogliono soprattutto colpevolizzare gli eterosessuali".
Questa voce è stata redatta e curata da certo TONY ANATRELLA.

E’ facile, già da queste citazioni (ma molte altre se ne sarebbero potute fare) capire che gli autori considerano l’omosessualità una patologia o, più esattamente, una perversione. Ne discende, secondo loro, che l’omosessualità e le persone omosessuali in quanto tali non sono soggetti cui riconoscere specifici diritti (per esempio il diritto ad una affettività e ad una sessualità conformi al proprio orientamento sessuale).

Ma non è tanto questo ciò che si vuole denunciare: in fondo, ogni opinione, sia pure retriva e oscurantista, ha diritto di espressione.
Ciò che si vuole denunciare è invece il parallelo instaurato dagli autori fra omosessualità e pedofilia da una parte, e omosessualità e varie inclinazioni sessuali (come sadomasochismo, esibizionismo ecc.) dall’altra. Colpisce ed è denigratorio soprattutto il parallelo omosessualità-pedofilia poiché instaura una sovrapposizione fra un orientamento sessuale perfettamente legittimo (omosessualità) e una pratica sessuale considerata criminalmente perseguibile dal nostro ordinamento (pedofilia).
Ancora peggiore è l’affermazione secondo cui una coppia di persone dello stesso sesso sarebbe predatrice della sessualità di un eventuale figlio, naturale di uno dei due elementi della coppia o, in futuro, adottato.
Altrettanto denigratoro è l’assunto per cui l’omosessualità e dunque le persone omosessuali (non faccia velo l’uso da parte dell’autore del termine astratto) non sarebbero degne in quanto tali di riconoscimento giuridico.
Infine, è una vera e propria manciata di fango in faccia alle persone omosessuali e a chi da molto tempo si impegna contro i pregiudizi omofobici indicare l’omofobia come una "invenzione" escogitata e coltivata dagli omosessuali contro le persone eterosessuali. Sarebbe, ci si passi il paragone, come indicare il nazismo come un’invenzione dei democratici.

Tanto più grave è questa opera di denigrazione e diffamazione in quanto da un lato si fregia della "cura" del Pontificio Consiglio per la Famiglia: vale a dire di un alto consesso istituzionale della Chiesa in Italia maggioritaria; dall’altro perché rivolta soprattutto agli educatori, ai sacerdoti (anch’essi educatori), ai pedagoghi e agli psicologi. Vale a dire un’opera che vuole incidere profondamente e a lungo sugli orientamenti morali e pedagogici nel nostro paese.
E non solo nel nostro paese, peraltro, essendo stata tradotta in tre lingue, e avendo una diffusione internazionale.
Tanto più grave è l’espressione di questo orientamento pedagogico in un momento come l’attuale in cui in quasi tutti i paesi occidentali ed anche nel nostro si tende giustamente a riconoscere pari dignità e pari diritti alle persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Da qui il riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso; da qui il riconoscimento, anche in Italia, del divieto di discriminazione sul posto di lavoro sulla base, di nuovo, dell’orientamento sessuale.

Tutto ciò esposto, il sottoscritto, quale rappresentante dell’Associazione di Cultura Omosessuale "Federico Garcia Lorca" di Salerno, ritenendosi gravemente diffamato (se’ stesso e le persone che rappresenta) dall’opera in questione,

denuncia

il Card. ALFONSO LOPEZ TRUJILLO, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia;
DOROTAS KORNAS-BIELA, autore della voce relativa al "bambino";
TONY ANATRELLA, autore della voce "omosessualità e omofobia";
il responsabile del CENTRO EDITORIALE DEHONIANO, con sede in Bologna, via Nosadella, 6;
per tutti i fatti sopraesposti in ordine al reato di cui all’art.595 C.P., nonché al reato di cui agli artt.1 e 3 L. 25/6/93 n.205 nonché per altri eventuali reati che questa A.G. dovesse rinvenire nei fatti così come sopra esposti. Si sottolinea, per ciò che possa esser utile, che gli scritti sopraddetti contravvengono altresì al diritto di parità dei cittadini davanti alle leggi costituzionalmente tutelato.
Per tutti tali fatti ed affermazioni, gravemente lesive della dignità del sottoscritto e delle persone da egli rappresentate, si propone altresì formale querela, chiedendo che i responsabili dell’opera suddetta e della sua pubblicazione vengano perseguiti a norma di legge.
Si chiede di essere tenuti informati dell’andamento delle indagini e del loro esito ex art. 408 C.P.P.
Si nomina sin d’ora quale patrono della parte offesa l’Avv. Ezio Menzione del Foro di Pisa, nel mentre ci si riserva di costituirsi parte civile nel procedimento penale eventualmente instaurando.


Salerno, 4 luglio 2003



Lunedì, 07 luglio 2003