Signor Cardinale
finocchio è uno dei tanti termini con cui si prendono in giro gli
omosessuali. Non so se lei ne conosce lorigine: quando la Santa
Inquisizione metteva al rogo gli omosessuali, faceva coprire il fuoco
con bucce di finocchi così i corpi bruciavano più lentamente.
La Chiesa cattolica non è estranea neanche alla diffusione del
pregiudizio contro gay e lesbiche, né alla loro emarginazione e
proscrizione dalla vita civile ed ecclesiale, che tuttora durano.
Tra i debiti della Chiesa cattolica per i quali il Papa ha chiesto perdono
ci sarebbe da annoverare anche questo.
I debiti, si sa, vanno pagati. A chi è stato danneggiato tocca
un risarcimento. Certamente non possiamo risarcire tutti gli omosessuali
dei torti subiti, dellostracismo con cui li abbiamo perseguitati,
dello scherno, della vergogna e del discredito, del fango che gli abbiamo
gettato addosso. Non possiamo chiedere scusa ad ogni lesbica e ad ogni
gay per tutte quelle circostanze in cui abbiamo pensato: meno male
che non è toccato a me e ci siamo sentiti orgogliosi e fortunati
di essere normali, per quelle volte che, come il fariseo della
parabola del Vangelo, abbiamo ringraziato Dio per non essere come quel
pubblicano, come quello là. Non possiamo chiedere scusa
ad ogni omosessuale offeso da quei tanti in mezzo a noi che hanno bollato,
pieni di esecrazione, lesbiche e gay come viziosi o pervertiti.
Anche se non possiamo restituire in pieno e a tutti la dignità
infangata, tuttavia qualcosa potremmo fare; in riparazione del passato
ma, soprattutto, in prospettiva del futuro.
Anche per questo prenderò parte anchio al World Gay Pride
l8 luglio a Roma.
E se paradossalmente fossi omofobo, il torto da pagare è tale che
ci andrei lo stesso. Grazie a Dio non lo sono e credo a quello che Gesù
ha detto: «i peccatori e le prostitute (quelli, cioè, che
con tanta disinvoltura bolliamo con marchi di infamia) vi precederanno
nel Regno dei Cieli».
Vorrei che noi cristiani non ci meravigliassimo poi troppo non
ci scandalizzassimo se un giorno, ormai in quel Regno che Gesù
ha promesso, dovessimo vedere assai più avanti a noi parecchi di
coloro che avranno preso parte al Gay pride di Roma del 2000.
Lo sa, Eminenza, è molto imbarazzante che queste scelte sia un
semplice prete a doverle fare.
don Vitaliano Della Sala
SantAngelo a Scala, 3 luglio 2000
|