Gay pride/1. Gli evangelici per la "difesa della
liberta' da ogni rigurgito oppressivo" - Dichiarazione del pastore
Tomasetto, presidente della Federazione delle chiese evangeliche
Roma (NEV), 31 maggio 2000 - Il presidente della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (FCEI), pastore Domenico Tomasetto, ha rilasciato
la seguente dichiarazione in merito alla polemica in corso sul Gay Pride,
previsto per il prossimo luglio a Roma:
"La vicenda della prossima manifestazione, programmata a Roma dalle
organizzazioni che rivendicano i diritti degli omosessuali sul terreno
giuridico e la caduta delle discriminazioni esistenti sul piano sociale,
si aggroviglia ogni giorno di piu'. Dopo che la Conferenza episcopale
italiana (CEI), giudicandola particolarmente offensiva per la sede e per
la concomitanza con l'anno giubilare, ne ha chiesto la soppressione, la
questione e' diventata oggetto di polemica politica e di interventi di
carattere istituzionale che inquietano, in relazione all'esercizio in
Italia dei diritti di liberta' ed alla conclamata laicita' dello Stato.
In particolare stupisce che il Presidente del Consiglio, dopo aver affermato
la sua personale contrarieta' all'evento, abbia giustificato l'impossibilita'
di intervenire in forma repressiva essendo "ostacolato" dall'art.
17 della Costituzione e che il Sindaco di Roma abbia ritirato il patrocinio
gia' concesso, subordinandolo ad "accordi" circa le modalita'
della manifestazione, con l'evidente intento di condizionarne i contenuti.
Quali rappresentanti di una minoranza religiosa, in frequente dialettica
con la gerarchia cattolica, siamo fortemente preoccupati dalla presenza
di governanti che anziche' tutelare la laicita' dello Stato e reagire
con dignita' e fermezza alla pretese confessionali, qualificano i diritti
di liberta' conquistati dal popolo italiano a prezzo di lotte secolari
e talvolta cruente, come un impedimento sul cammino della totale acquiescenza
alle pretese della Conferenza episcopale.
Cosi' come siamo preoccupati della crescente emarginazione del pensiero
laico nell'ambito degli schieramenti politici (e sindacali) che dovrebbero
esserne portatori e della supina acquiescenza agli interessi clericali
da parte di forze politiche che pure dichiarano di ispirarsi ai principi
della liberal-democrazia. Gli evangelici italiani si sentono ancora una
volta impegnati nella difesa della liberta' da ogni rigurgito oppressivo
ed esprimono la loro piena solidarieta' a tutti coloro che rischiano di
esserne colpiti".
Gay pride/2. Favorire l'accoglienza degli omosessuali nella chiesa e nella
società.
Dichiarazioni della pastora Bonafede, del prof. Genre, della Federazione
giovanile evangelica
Roma (NEV), 31 maggio 2000 - "Mi sembra quanto mai opportuna la
scelta di una minoranza, quella omosessuale, per secoli emarginata e perseguitata,
di convenire in quello che e' considerato il centro simbolico della cristianita'
a rivendicare pieno diritto di cittadinanza nel mondo e nella chiesa":
e' il commento rilasciato all'agenzia NEV dalla pastora valdese Maria
Bonafede sulla controversa questione del Gay Pride, la manifestazione
per i diritti degli omosessuali programmata per il prossimo luglio a Roma.
"Il rilievo maggiore e ampiamente internazionale che il Gay Pride
vuole assumere quest'anno, compleanno bimillenario del cristianesimo -
aggiunge la pastora Bonafede -, ci interpella proprio come chiese cristiane.
Il fatto che siano passati 2000 anni senza che ancora sia stata data piena
accoglienza, almeno nelle chiese cristiane, a uomini e donne che sperano,
credono, amano, deve portare la cristianita' a confessare il proprio peccato
e a ripensare la propria fedelta' all'Evangelo. C'e' una profezia biblica
che mi torna in mente con insistenza pensando al Gay Pride: 'Chiunque
invochera' il nome del Signore sara' salvato' (Gioele 2,32). Vorrei sottolineare
questo meraviglioso 'chiunque'. Mi piacerebbe che, l'8 luglio, potesse
comparire sulle facciate di tutte le chiese di Roma, cattoliche, evangeliche,
ortodosse, questa dichiarazione eversiva della Bibbia, con la parola 'chiunque'
evidenziata in rosso, in verde, in blu". La dichiarazione della pastora
Bonafede e' stata fatta propria dall'assemblea della chiesa valdese di
piazza Cavour a Roma, riunita il 28 maggio, che ha inoltre ribadito "che
in uno stato laico la salvaguardia della liberta' di ciascuno e' salvaguardia
della liberta' di tutti".
Anche la Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI) ha preso posizione
sulla questione del Gay Pride a Roma: "Molto grave la posizione di
Giuliano Amato - afferma il segretario nazionale della FGEI Alessandro
Spanu -, che dimostra ancora una volta come la politica italiana non riesca
a fare scelte realmente autonome dalla radicata cultura cattolica. La
cristianita' - ha aggiunto - deve confrontarsi seriamente con le domande
poste dai fratelli e dalle sorelle omosessuali, praticando l'accoglienza
e non l'esclusione dalla comunita' dei credenti".
Il pastore Ermanno Genre, decano della Facolta' valdese di Teologia di
Roma, si esprime in modo ugualmente critico verso la posizione assunta
dal presidente del Consiglio: "Nel nostro paese - afferma -, soprattutto
in questo anno del Giubileo cattolico, sembra che contino solo i desiderata
del Vaticano: il carattere laico della politica e dello stato viene cosi'
pericolosamente offuscato".
5 LUGLIO 2000 - NEV numero 27
World Pride/1. Oltre le divisioni, la parola di Dio
chiama all'accoglienza
Culto ecumenico presso la chiesa valdese di piazza Cavour. L'8 luglio
apertura del tempio
Roma (NEV), 5 luglio 2000 - "Non possiamo in alcun modo giustificare
un'etica del rifiuto e del disprezzo ricorrendo alla parola di Dio":
lo ha detto la pastora battista Anna Maffei durante il culto ecumenico
che si è svolto il 2 luglio a Roma presso la chiesa valdese di
piazza Cavour, in occasione del "World Pride": un culto ecumenico
e internazionale, che ha inteso dare un segno forte di solidarietà
ed accoglienza ai partecipanti alla manifestazione del "World Pride".
L'incontro è stato promosso dalla Rete evangelica fede e omosessualità
(REFO, un'associazione protestante che intende favorire l'accoglienza
delle persone omosessuali nelle chiese e nella società) e dal Coordinamento
gruppi omosessuali cristiani in Italia (COCI), e ha ricevuto il sostegno
di numerose chiese protestanti romane. Nella sua predicazione la pastora
Maffei si è interrogata sull'origine delle separazioni fra i cristiani
in ambito etico, ripercorrendo la vicenda biblica della "caduta"
del primo uomo e della prima donna (Genesi 3). "Non credo - ha affermato
- che le nostre divisioni su questioni etiche vengano veramente dalla
parola di Dio, ma da interpretazioni settarie di alcuni pochi e controversi
testi biblici. Proiettare su Dio idee e intenzioni a lui estranee - ha
aggiunto - è la vera fonte di ogni divisione che attraversa oggi
le chiese". Un segnale di forte apertura ed accoglienza, quello che
giunge dalle chiese protestanti, che intendono "tenere aperte le
porte delle proprie chiese al dialogo, per accogliere e difendere i diritti
di tutte le minoranze", come ha spiegato nel saluto introduttivo
il pastore Luca Negro. Fra gli ospiti, la pastora unitariana statunitense
Carol Johnson, che ha voluto rivolgere il suo pensiero a tutti coloro
che non possono partecipare a questo tipo di iniziative: "Coloro
che sono messi a tacere, o che hanno paura, coloro che non sanno che vi
sono comunità cristiane che potrebbero accoglierli: in questo tempo
e in questa settimana di World Pride - ha detto - noi vogliamo essere
loro alleati, per sostenerli e coinvolgerli in un cammino comune di trasformazione".
L'8 luglio, in occasione del corteo finale del World Pride, la chiesa
valdese di piazza Cavour aprirà simbolicamente le proprie porte
(vedi NEV 25/2000), per sottolineare ancora una volta la visione "inclusiva"
della fede, che chiama all'accoglienza verso chiunque invochi il nome
di Dio con cuore sincero. Sulla facciata del tempio è già
stato esposto uno striscione - che resterà per tutta la durata
del World Pride - con un versetto biblico tratto dal libro di Gioele:
"Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato".
World Pride/2. Religioni e omosessualità: sconfiggere il velo del
silenzio e dell'ombra. Al convegno svoltosi a Roma il 3 luglio presenti
anche due pastori protestanti
Roma (NEV), 5 luglio 2000 - Due rappresentanti del mondo evangelico hanno
partecipato al convegno su religioni e omosessualità, svoltosi
lunedì 3 luglio nell'ambito del "World Pride". Durante
una tavola rotonda su "Chiese italiane e omosessualità",
il pastore Luca M. Negro, segretario esecutivo della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha sottolineato l'impegno della FCEI
nella difesa dei diritti di tutti e della laicità dello Stato.
Precisando che la FCEI non ha, in quanto federazione di chiese, una posizione
in materia di omosessualità, Negro ha ricordato che fra i compiti
statutari della FCEI vi è la "tutela dei permanenti diritti
di libertà e di eguaglianza", e che proprio in questa chiave
il presidente della FCEI, pastore Domenico Tomasetto, ha espresso solidarietà
con il "World Pride" e preoccupazione per la "totale acquiescenza
alle pretese della Conferenza episcopale" da parte di autorità
che dovrebbero invece "tutelare la laicità dello Stato e reagire
con dignità e fermezza alle pretese confessionali" (vedi NEV
22/2000). E' sempre nell'ottica dei diritti e della laicità, ha
detto ancora Negro, che molte voci evangeliche si sono espresse in favore
del riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. La pastora valdese
Monica Michelin Salomon ha illustrato le attività della Rete evangelica
fede e omosessualità (REFO), l'associazione che, insieme al gruppo
"Nuova Proposta", ha promosso il culto ecumenico di domenica
2 luglio (vedi notizia precedente). "Il cristianesimo - ha detto
Michelin Salomon citando il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer -
non si può risolvere in una ortodossia: la Parola di Dio è
scatenata e ci costringe a rivedere continuamente i nostri schemi teologici
ed etici". La scoperta della dignità che Dio dona a tutti,
anche alle persone omosessuali, va testimoniata apertamente, "sconfiggendo
il velo del silenzio e dell'ombra".
|