IL CODICE DA VINCI E L’OMOSESSUALITÀ DI GIOVANNI

di PIERO MONTANA

Quel curioso e straordinario topo di biblioteca, che è Umberto Eco, ancora una volta vuole sorprenderci con i suoi interessi da bibliofilo, col riproporre all’attenzione del lettore, una rarissima e sconosciuta opera di Milo Temesvar in russo, che avrebbe scovato a Sofia in un negozietto di antiquariato, Tajnaja Vecera Leonardo da Vinci, Anekdoty, Moskva, 1988, dedicata a una lettura, volutamente alternativa, a quella, che recentemente viene proposta da Dan Brown nel suo Codice da Vinci, del Cenacolo di Leonardo.
Nella descrizione di tale opera Eco tuttavia ci informa che il suo autore "albanese , espulso dal proprio paese per deviazionismo di sinistra, poi esule in Unione Sovietica e negli Stati Uniti, e infine in Argentina, dove si sono perdute le sue tracce", all’epoca non poteva conoscere il best-seller di Dan Brown, ma di certo teneva conto dei vari libri di Gérard de Sède sul mistero di Rennes- le Chateau, pubblicati in Francia tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta, e di Holy Blood, Holy Grail, di Lincoln, Baigent e Leigh, apparso già 22 anni fa. Eco tuttavia non ci dice che Milo Temesvar non poteva neanche conoscere La rivelazione dei templari, di Lynn Picknet e Clive Prince che è del 1997 e che, come è noto, costituisce la fonte a cui attinge a piene mani Dan Brown nel suo Codice da Vinci per una descrizione particolareggiata del Cenacolo di Leonardo, la qualcosa ci sembra, a dire il vero, molto strana, visto che nei libri di de Sède e in Holy Blood, Holy Grail il nome di Leonardo viene citato solo perché inserito nell’elenco dei gan maestri del Priorato di Sion.
Quel che qui vogliamo porre all’attenzione è che l’opera di Temesvar, dedicata alla lettura del Cenacolo, non poteva nel tempo in cui fu scritta, essere considerata alternativa, a quella che oggi ci viene fornita da un libro di successo internazionale.
Se quella di Tamasvar era allora, come noi supponiamo, una lettura originale ma non estranea ai fatti del mistero di Rennes - Le Chateau, essa non veniva per prima a soffermarsi su aspetti inquietanti e sicuramente esoterici di una delle opere più importanti di Leonardo?
Una lettura questa che, se non altro, avrebbe avuto il merito, innanzi alla, ancor oggi, assai diffusa cecità di esperti e critici d’arte a riguardo, di fornirci una interpretazione, per quanto stravagante ed ardita, di certo più avvincente (seppur non convincente) di quelle banali e stereotipate che penosamente ci vengono date da storici dell’arte anche illustri.
Dalla lettura che Temesvar fa in Tajnaja Vecera Leonardo da Vinci, secondo quanto ci riferisce Eco, sembra infatti che l’autore albanese vuol mettere in discussione il mito dell’androginia, che proprio nelle opere di Leonardo, secondo gli storici dell’arte, troverebbe una delle sue maggiori espressioni, ma anche di elaborare una contro teoria dell’interpretazione " che costituisce ora il nucleo del libro di Brown", una contro teoria dunque che nella sua costruzione paranoica dettata da una irrazionale e delirante omofobia, non sappiamo fino a che punto, voglia presentarsi anche come una sarcastica parodia.
Su questa contro teoria ci sarebbe molto da discutere dal momento che Temesvar non poteva conoscere Il codice da Vinci né la Rivelazione dei templari, ma ammettendo pure che fosse venuto a conoscenza della celebrazione del matrimonio tra Gesù e la Maddalena, che l’opera di Leonardo rappresenterebbe, da altre fonti a noi ignote, una tale conoscenza segreta non porterebbe altre pezze d’appoggio a sostegno della lettura del Cenacolo di Dan Brown basata sul libro da noi già citato di Lynn Picknet e Clive Prince?
Non è questo tuttavia il punto che a noi più interessa, e sul quale qui non possiamo soffermarci, quanto il mettere in evidenza un aspetto fondamentale, che Temesvar nella lettura del Cenacolo focalizza , sia pure in maniera "folle" e stravagante, e che altri critici e detrattori dell’opera di Dan Brown, si guardano oggi non solo dall’affrontare ma, per rispetto servile dell’ortodossia cattolica e protestante, dal prendere anche in minima considerazione.
Il punto è questo: non c’è dubbio che Giovanni nel Cenacolo di Leonardo abbia le fattezze di una donna, e che sulla sua androginia, secondo Eco, avrebbero discettato critici di ogni paese e ogni epoca , ma l’essere androgino non significa essere donna, per cui ne conseguirebbe per Temesvar, che nell’opera di Leonardo il personaggio alla destra di Gesù se non è una figura femminile ( la Maddalena ), sicuramente è un omosessuale, di cui tuttavia lo scrittore albanese evita di dire, pur identificandolo con Giovanni, che si tratta , di colui che Gesù amava, con l’intento evidente di censurare l’omosessualità di un partner molto più importante, ossia quella non meno manifesta di Gesù, seppur iconograficamente mai rappresentata dalla tradizione pittorica nella maniera alquanto stereotipata riservata al solo Giovanni.
In altri termini al nostro autore sfugge un particolare di estrema importanza, ossia che se davvero nell’affresco leonardesco il personaggio alla destra del Signore non è una donna, bensì un uomo effeminato, un omosessuale, quest’uomo nel mostrare proprio nell’Ultima Cena questa posizione eccezionale, privilegiata rispetto ai compagni, questa personale vicinanza a Gesù, proprio a causa di essa, nel suo atteggiamento di prendere delle pudiche distanze da Questi, rispetto alla canonica rappresentazione dei Vangeli ed alla tradizionale iconografia pittorica, non farebbe che mettere maggiormente in risalto, col non ostentarla innanzi agli occhi degli altri discepoli, la sua relazione affettiva e sentimentale con il Maestro. E di fatti crediamo che solo per spirito di accortezza, per prudenza nonché per pudore Leonardo, arrestato e processato all’età di 24 anni con l’accusa di sodomia, nel Cenacolo, a differenza di tanti altri celebri pittori, avrebbe messo in scena una versione per nulla eretica o poco ortodossa dell’intimità tra Giovanni e Gesù, ma sicuramente più " riservata", timorosamente per l’appunto più pudica, più “casta” nell’effusione dei sentimenti del discepolo prediletto nei riguardi del Maestro onde evitare ulteriori scandali e dicerie.
Tornando invece alla lettura di Temesvar, riportata da Eco, non possiamo fare a meno di notare come essa si sviluppa in un crescendo paranoico innescato da un’ omofobia di fondo.
Un’omofobia che trova il suo fertile terreno in quella cultura razzista e di estrema destra, che non può non richiamare alla memoria quella di stampo evoliano. Milo Temesvar con il mago nero italiano, con il nostro Julius Evola infatti- ci dispiace che Eco non se ne sia accorto- ha parecchi punti in comune oltre a quelli manifestamente espliciti quali l’omofobia, l’antisemitismo, l’antiislamismo. Tra questi infatti impressionante è la comune credenza nella superstizione di forze oscure, che nel seguito della lettura di Temasvar si riveleranno fondamentalmente diaboliche e che da duemila anni avrebbero complottato ed ancora complottano nell’ombra per avere il sopravvento nel mondo moderno.
Di questa delirante contro teoria del complotto elaborata da Temesvar, che scaturisce dalla lettura del Cenacolo di Leonardo, daremo qui qualche accenno, rinviando per il resto al racconto più corposo e ricco nei dettagli fatto da Eco in Repubblica di sabato 11 dicembre ’04 nelle pagine 32-33.
Punto di partenza di essa è dunque una sorta di anomalia che lo scrittore albanese riscontra nell’architettura del dipinto, la quale consisterebbe nella differenza di spazio, che in effetti è minimo nella vicinanza dei discepoli alla sinistra di Gesù, rispetto ad uno spazio più ampio che viene da Leonardo rappresentato, quasi a creare un vuoto a forma di V, tra lo stesso Gesù ed il gruppo dei discepoli alla sua destra, che in questo modo dal Maestro sembra distaccarsene.
È proprio a causa di questa sperequazione tra accostamento a Gesù da parte di alcuni dei commensali a tavola ed una manifesta distanza dal Maestro espressa dal resto del gruppo, che per Temesvar, Il Cenacolo di Leonardo , raffigurerebbe non una cena tra Maestro e discepoli, o addirittura una celebrazione nuziale tra Gesù e la Maddalena, bensì una secessione, una rottura che si sta creando proprio in seno al gruppo dei dodici apostoli.
Possiamo dire pertanto che il punto di partenza di questa contro teoria sarebbe dunque l’angolo di 45° che separa Gesù e Giovanni o Gesù e Maria Maddalena (secondo le diverse versioni di lettura dell’opera di Leonardo), configurato come una "V", che nel Codice da Vinci è considerata il simbolo archetipo del calice, della vagina, del ventre materno e della sessualità femminile, ma che in quanto tale non maschererebbe, non coprirebbe il baratro, l’abisso, il vuoto incolmabile che si spalancano alla vertigine di uno sguardo gettato più in profondità in questo stesso angolo forse il più oscuro ed enigmatico dell’affresco.
Secondo la lettura di Temesvar, che gradualmente ci conduce alla scoperta vertiginosa di questo abisso, Giuda nel tradimento di Cristo infatti non opererebbe da solo, ma avrebbe dalla sua parte Giovanni e Pietro.
Giovanni in quanto omosessuale, a causa del pregiudizio antigay, viene presentato qui come un pedofilo e dunque come "uno di coloro già ammoniti da Gesù, che piuttosto che recare scandalo ad uno di quei piccoli meglio avrebbero fatto a legarsi una macina da mulino al collo e gettarsi nel mare".
Pietro che nelle vicende della Passione di Cristo di lì a poco pure lo avrebbe rinnegato, rappresenterebbe a sua volta la Sinagoga, fondamento stesso della Chiesa, così come il Vecchio Testamento è fondamento del Nuovo.
Giuda infine dal colorito più bruno di quello degli altri apostoli rappresenterebbe "una pre-raffigurazione di Maometto e del mondo arabo".
Per Temesvar poi non ci sarebbe nulla di strano che, in questo piano diabolico per eliminare Cristo, attraverso Giuda partecipassero anche gli arabi, dal momento che nel medioevo arabi ed ebrei "erano visti e raffigurati come i nemici tradizionali del Verbo cristiano".
Attraverso la triplice alleanza di Giovanni, Pietro e Giuda assistiamo pertanto a sconcertanti giochi di potere, condotti abilmente da Pietro, che, per fare un esempio, si rivolgerebbe alla lobby omosessuale per diffondere nel mondo il libertinaggio allo scopo di fiaccarlo, indebolirlo, col minarne le fondamenta morali e renderlo in questo modo più facile preda di conquista da parte di coloro che vogliono impadronirsene ( gli ebrei).
Accade tuttavia che in queste sconcertanti alchimie politiche il gioco può sfuggire di mano o peggio accade di scoprire che dietro al gioco, alla trama appena delineata, se ne celi un’altra più oscura e diabolica.
La lettura cabalistica del Cenacolo di Leonardo, fatta da Temesvar, confermerà questa ipotesi più tenebrosa, quando in una sorta di finale a sorpresa lo scrittore albanese si soffermerà ossessivamente nella scoperta reiterata in molte parti dell’opera pittorica del 666, il numero della Bestia, dell’Anticristo, che verrebbe a costituire nella metastasi dell’interpretazione un più segreto ed esoterico codice Da Vinci, che Eco contrappone oggi a mo’ di parodia a quello non meno delirante proposto da Dan Brown nel suo best-seller di fama ormai internazionale.

PIERO MONTANA
Consulente del Sindaco per la realtà omosessuale della Città di Bagheria.



Mercoledì, 22 dicembre 2004