Una giornata di Ramadan
di Amina Salina
E ancora notte nella periferia romana.Le stelle si vedono poco nel dedalo di palazzi illuminati solo dai lampioni sulla via Tuscolana ma la luna si vede bene ed illumina la preghiera notturna. Il giorno islamico comincia al tramonto, al Maghreb ma noi per comodità cominciamo questa giornata di Ramadan con la preghiera del witr che conclude le preghiere notturne ed inizia il breve spazio per il sahur, la colazione dellultimo quarto della notte che deve essere posticipata il più possibile fino a che sia separata dalla preghiera dellalba dal tempo che occorre per la salmodia di cinquanta versetti del Sublime Corano. La colazione include in genere caffè¨ latte dolci e un frutto e qualche dattero. Mai esagerare col cibo perché é sconsigliato per la spiritualità e per lo stomaco. Nelle case musulmane risuona la dolce salmodia del Sublime Corano. Quella che preferisco é la versione di Abdelbasset Abdelsamad tellurica ti riporta ad un altro mondo, ad altri mondi al centro del tuo cuore, ti fa sentire straniero nel dunya (il mondo di qua , quello delle apparenze) e fa sentire la nostalgia spirituale per lal di là per il Paradiso. Intanto si fa la preghiera dellalba e poi si comincia il digiuno vero e proprio. Che é molto di più dellastensione da cibo, sesso, bevanda e peccati. E dedicare per tutto il mese ogni pensiero nei limiti del possibile ad Allah , é lodarLo e ringraziarlo mentre tra le nostre dita scorrono i grani del rosario islamico il tasbih. Dopo la preghiera ed un pò di meditazione é apparentemente una normale giornata di lavoro. Gli orari tirannici della scuola e dellufficio non consentono soste. Comincia il tran-tran. Prepararmi, preparare i bambini, portarli a scuola, unora di metro affollata ed eccomi in ufficio. A questo punto mi separano dalla fine del digiuno le due preghiere del mezzogiorno e del pomeriggio ma la mia mente é quasi sempre fissa su Allah. Cerco di non commettere mancanze di trattare bene tutti, come sempre incontrando persone gentili e disponibili o sgarbate ed altezzose. Come vorrei essere in Libano come il fratello Hussain oppure da mia suocera Yettou in campagna dove il Fair si sente dal canto del gallo che sveglia tutti per la preghiera dellalba. E invece sto qua con la gente che ti mangia il pane e prosciutto davanti e che se le dici che digiuni ti guarda da matta. Esco e mi infilo in un internet point per vedere un pò di rassegna stampa islamica. Oggi hanno persino attaccato il Ramadan, manca solo che qualcuno piazzi una bandiera americana sulla Mecca tanto per gradire. E quasi il tramonto. Stavolta vado dalla mia amica Khadigia marocchina di Casablanca che mi ha invitato addirittura per tutto il Ramadan e che se non mi vede rimane male. E quasi lora e Rachid il marito di Khadigia fa la chiamata alla preghiera in casa. Tutti preghiamo e poi si mangia la harira, la zuppa tradizionale marocchina con le uova sode e il the alla menta. Si parla di religione, dellIraq della repressione, si legge qualche versetto. Assistiamo addolorati al sisma in Pakistan. Mercoledì, 12 ottobre 2005 |