Mi riferisco al suo scritto dal titolo “Perché non ho dato la nostra palestra ai fedeli islamici” apparso sul quotidiano “Il Resto del Carlino” in data 11 Dicembre 2005 (pagg. 1 e 13). Le confesso che il suo rifiuto di concedere la palestra della Scuola professionale di Albate (Como) ai musulmani che chiedevano un luogo di preghiera per il Venerdì, mi ha profondamente rattristato. Le sue argomentazioni, infatti, non mi sembrano per nulla uscite dal cuore di un saggio e illuminato pastore della Chiesa, ma da un comune uomo della strada (purtroppo ce ne sono tanti) che esterna i soliti sentimenti di diffidenza, di rifiuto e di chiusura nei riguardi dei fratelli musulmani e degli immigrati in genere che sempre più numerosi vengono a vivere nei nostri paesi e città. Non mi interessa e non entro nel merito della presunta disobbedienza nei suoi confronti di alcuni padri somaschi (che lei non esita a definire “tonti”!) che avrebbero concesso a sua insaputa lutilizzo della palestra. Mi scandalizzano, invece, le motivazioni che lei porta per rifiutare la palestra a chi ha bisogno di un luogo dove poter pregare e che non è stato neppure concesso, come sarebbe doveroso, dalla stessa autorità civile. A un certo punto lei afferma “Non riesco a capire perché i musulmani abbiano il diritto di avanzare pretese per il lavoro, per la casa, per la salute, per i luoghi di culto. Si mettano anche loro a sgobbare creando una tradizione culturale e religiosa. Poi saranno ammessi alle condizioni in cui si trovano gli abitanti del paese in cui sono giunti non tutti in modo legale”. Non credo di passare per “buonista” a tutti i costi se credo che i musulmani e gli immigrati in genere, contrariamente a quanto lei afferma, abbiano anchessi i sacrosanti diritti di vivere. E vivere con dignità vuol dire avere almeno un lavoro, una casa, le cure per la salute e anche un luogo per pregare! Questi beni essenziali non fanno parte dei “diritti umani” sanciti addirittura dallONU, nel 1948, nella famosa “Dichiarazione universale dei diritti delluomo”? Non sono diritti sanciti anche dalla nostra Carta costituzionale? E, aggiungo, non sono questi dei beni anche evangelici che la Chiesa predica in difesa della persona umana, creatura voluta da nostro Signore? Non sono diritti che andrebbero garantiti anche ai “clandestini” (musulmani o no) che fuggono dai loro paesi diventati invivibili a causa dellegoismo e dello sfruttamento dei paesi ricchi (compreso il nostro) nei loro confronti? Vogliamo ignorare che 20 mila di loro sono annegati nel mare Mediterraneo, negli ultimi 10 anni, nel tentativo di cercare la sopravvivenza nella “fortezza Europa”? Garantire i diritti umani non è anche la volontà del Signore che lei come pastore della Chiesa dovrebbe servire? Vogliamo ignorare che in Italia gli immigrati vengono “chiamati” dalle imprese per svolgere i lavori più umili che nessuno vuole più fare e che vengono a riempire i vuoti causati dalla denatalità che la Chiesa attribuisce anche al crescente edonismo ed egoismo di questa società dalle tanto conclamate “radici cristiane”? Mons.Maggiolini: lei come vescovo è senza alcun dubbio attento e ubbidiente al Papa quando difende giustamente, per esempio, la vita nascente. Perché non dimostra altrettanta attenzione e ubbidienza al Papa quando invita al dialogo con i musulmani come ha fatto con vigore anche a Colonia, nellAgosto scorso, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù? Perché negare, allora, luso di una semplice palestra (che non è una chiesa) per consentire la preghiera del Venerdì ad un gruppo di fedeli musulmani? Se a loro per pregare, in mancanza di altri ambienti, va bene anche un luogo sportivo, perché impedirlo? Il buon samaritano del Vangelo non indagò prima su chi fosse il forestiero trovato per strada mezzo morto ma lo soccorse immediatamente, a differenza del sacerdote e del levita, troppo impegnati in compiti religiosi. Gesù ci ha chiaramente indicati i criteri che userà il Padre nel giudizio finale: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ERO FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Matteo 25, 35-36). Non cè spazio per i se e per i ma e neppure per discorsi di “reciprocità” e anchio, come lei, invoco il Signore che “ci liberi dagli ignoranti” e, aggiungo, che ci dia Sacerdoti e Vescovi saggi e generosi, fedeli alla Parola, che non turbino gli uomini e i cristiani con le loro dubbie esternazioni ma li sorreggano nel costruire veramente il Regno di Dio su questa inquieta terra, bisognosa più che mai di solidarietà e di pace. Buon Natale, Mons. Maggiolini, da un fratello nella Fede!
(Franco Bardasi) SantAgostino (Fe)
Articolo di Mons. Maggiolini Il Resto del Carlino - Emilia - 11 dicembre 2005
Mercoledì, 14 dicembre 2005
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