Se è vero, come è vero, che “il nucleo centrale del cristianesimo” è – come puntualizza Gianfranco Ravasi (“Giuda tra libertà e disegno divino”, Il Sole-24 ore, 23.04.2006, p. 2) - “l’incarnazione del Logos, il Verbo, il Figlio di Dio divenuto uomo”, divenuto essere umano, allora perché non ci si chiede come mai il Codice da Vinci (“scempiaggini storiografiche che non meritano nessuna seria considerazione”) e il Vangelo di Giuda (“uno dei prodotti dei tanti prodotti di quella galassia cristiana egiziana che a partire dal II sec si configurò secondo i canoni di una gnosi”) hanno il successo mondiale che hanno avuto, hanno, …e avranno?! Non è forse perché papa, cardinali, e vescovi hanno chiuso porte e finestre al mondo e cercano ancora e sempre di costruire mura e fortificazioni intorno alla ‘propria’ interpretazione e ai ‘propri’ libri?! Non è, forse, perché i due bestsellers alludono e toccano in qualche modo proprio “il nucleo centrale del cristianesimo” e aprono questioni sulla vecchia, vecchissima, e pre-evangelica antropologia ‘cattolico’-romana?! Che dire? Dopo Marx, dopo Nietzsche, e dopo Freud …mi sembra che la gerarchia della chiesa abbia perso ogni capacità di intendere e di tenere vivo il ‘fuoco centrale’ della buona-novella, se si dichiara (come si è dichiarato non tanto – come ha fatto il cardianle Poletto - che “il Codice daVinci mi ha fatto ribrezzo, non si può romanzare la vita di Gesù Cristo”, quanto e soprattutto) che non è più lo Spirito che agisce nella storia e costruisce tradizione e tradizioni, ma - nel totale capovolgimento – che “la tradizione è lo Spirito che agisce nella storia” (Catechesi del Papa, LUdienza Del Mercoledì; Avvenire, 04.05.2006), “attraverso la mediazione degli apostoli e dei loro successori, in fedele continuità con l’ esperienza delle origini”. Se è così, come sembra - al di là delle solite dichiarazioni e illusioni di potenza istituzionale - la Chiesa cattolico-romana nata non con Gesù Cristo ma con l’imperatore Costantino, nel IV sec. dopo Cristo, solennemente e pomposamente richiamata dallo stesso presente papa (e, dopo la tempesta di vento, alla morte di Wojtyla) all’inizio del suo stesso pontificato, è definitivamente arrivata …al capolinea – e non ha più alcun futuro!!! “NON CI INDURRE IN TENTAZIONE”!!! Il problema della donna, e il problema del male – qui è Rodi, qui salta: qui la rosa, qui danza (Hegel)! Se, dopo duemila anni dopo la nascita di Gesù, la Chiesa cattolica continua a insegnare e a pregare un Dio, “Padre Nostro”, che può indurre in tentazione, si può altrettanto chiaramente e francescanamente pensare e dire che non si è proprio capito niente né del messaggio eu-angelico né del “Dio” di Gesù - il “Dio” dei nostri Padri e delle nostre Madri …. proprio come l’apostolo Giuda!!! E, benissimo, si può ridire – alla e per la gerarchia della Chiesa! - quanto Gianfranco Ravasi alla fine del suo articolo scrive in riferimento allo stesso Giuda - Curiosamente una mistica del ‘400, S. Caterina da Genova, affermava di aver ascoltato in visione un Cristo sorridente dirle: “Se tu sapessi quello che ho fatto per Giuda…!”. Proprio così – e nello stesso senso. (Federico La Sala, 06 maggio 2006, nel 150° anniversario della nascita di S. Freud).
Decifrato il manoscritto che riabilita lIscariota. In copto, risale al 300 dopo Cristo. Un testo che riapre il dibattito storico e religioso IL VANGELO SECONDO GIUDA "Fu Gesù a dirgli di tradire" Riletta la vicenda delluomo che vendette Cristo: qui diventa il discepolo più fedele di ALBERTO FLORES DARCAIS (La Repubblica, 07.04.2006) "QUI si narra il segreto della rivelazione che Gesù fece parlando con Giuda Iscariota...". Così inizia la prima pagina di un fragile manoscritto in papiro che rilegge in modo radicalmente diverso la vicenda del "traditore" più odiato della storia e lo trasforma nel più fedele discepolo di Cristo; un documento straordinario che oltre a fornire inedite informazioni su Giuda Iscariota lo riabilita presentandolo come colui che consegna Gesù alle autorità su richiesta dello stesso Cristo: il Vangelo di Giuda.
Al termine di un lunghissimo lavoro (cinque anni) una équipe di esperti linguisti, papirologi e studiosi di storia della religione, una vera e propria squadra di "detective biblici" è riuscita a decifrare il testo e a verificarne lautenticità e il significato religioso. Il risultato, uno dei più eccezionali documenti dellarcheologia giudaico-cristiana, è stato svelato ieri a Washington nella sede della National Geographic Society. In Italia sarà pubblicato in esclusiva dal "National Geographic Italia" di maggio (in edicola dal 21 aprile) e con la rivista si potrà anche acquistare il libro "Il Vangelo perduto di Giuda Iscariota".
Scritto su papiro e legato da un laccio di pelle il codice è stato redatto in copto - la lingua in uso allora in Egitto - intorno al 300 dopo Cristo; ritrovato negli anni Settanta (del 900) nel deserto presso El Minya, in Egitto finì nelle mani di mercanti di antichità, lasciò lEgitto per giungere prima in Europa e poi negli Stati Uniti dove rimase in una cassetta di sicurezza a Long Island, New York, per 16 anni prima di venire acquistato dallantiquaria di Zurigo Frieda Nussberger-Tchacos nel 2000. Un testo destinato a fare discutere storici, religiosi e filosofi, un testo che fa giustizia anche dellodioso e brutale antisemitismo che per secoli si è nutrito della vicenda-leggenda di "Giuda il Traditore". Già nel titolo ("Il racconto segreto della rivelazione fatta da Gesù a Giuda Iscariota nel corso di una settimana, tre giorni prima la celebrazione della Pasqua") riecheggiano temi cari alla tradizione gnostica e che ebbero una grande diffusione agli albori del cristianesimo; vicende che contraddicono la storia più tradizionale, quella che ci verrà tramandata dai Vangeli ufficiali (di Luca, Marco, Matteo e Giovanni) e che verrà codificata dai dogmi della Chiesa cattolica nei secoli successivi.
Nel documento - in cui non si fa alcun cenno alla crocifissione nè alla resurrezione - fin dalla prima scena Gesù ride dei suoi discepoli che pregano il loro Dio, il "dio minore" del Vecchio Testamento che ha creato il mondo. Li esorta a guardarlo e a comprendere cosa egli sia davvero, ma questi non lo fanno e non capiscono. Il passaggio fondamentale arriva quando Gesù dice a Giuda: "... tu supererai tutti loro. Perché tu farai sì che venga sacrificato luomo entro cui io sono". Aiutando Gesù a liberarsi del suo corpo terreno, Giuda lo aiuterà a liberare la sua entità spirituale, la sua essenza divina.
Uno status, quello di Giuda, che viene più volte descritto come speciale: "Allontanati dagli altri, a te rivelerò i misteri del Regno. Un Regno che raggiungerai, ma con molta sofferenza. Ti ho detto tutto. Apri gli occhi, guarda la nube e la luce che da essa emana e le stelle che la circondano. La stella che indica la via è la tua stella". E Giuda "aprì gli occhi, vide la nube luminosa e vi entrò".
Giuda Iscariota non solo non è "il Traditore" ma è - stando al codice copto - il mezzo attraverso cui Gesù di Nazareth raggiunge il suo scopo, dunque il discepolo decisivo, il più importante. Nel testo si prevede lira degli altri discepoli contro il traditore (Giuda ha una visione, "vidi me stesso mentre i 12 discepoli mi prendevano a sassate e mi perseguitavano") ma anche il fatto che sarà comunque superiore a loro: "Sarai maledetto per generazioni, ma regnerai su di loro", gli dice Gesù.
Al papiro manca la parte finale e il testo si interrompe allimprovviso: "Essi (coloro che erano venuti ad arrestarlo) avvicinarono Giuda e gli dissero, "Cosa fai qui? Sei un discepolo di Gesù?". Giuda diede loro la risposta che volevano, ricevette da loro del denaro e glielo consegnò".
Le 66 pagine del manoscritto non contengono solo il Vangelo di Giuda ma anche un testo intitolato "Giacomo" (noto anche come la Prima Apocalisse di Giacomo), una lettera di Pietro a Filippo e un frammento di un quarto testo che gli studiosi hanno deciso di chiamare provvisoriamente Allogeni (Book of Allogenes).
(7 aprile 2006)
Lunedì, 08 maggio 2006
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