Gennaio mese crudele, mugola il Sire dArcore post lifting: lanno scorso, martedì 28, la Cassazione a pieni ranghi disinnesca, interpretandola nellunico modo serio, una legge Cirami che sera affatturato perché voleva andarsene da Milano nemmeno fosse appestata, e i suoi processi seguitano lì; è un martedì anche stavolta, 13; la Consulta dichiara invalida quella con cui li aveva elusi proclamandosi non giudicabile. I due responsi dicono tutto della sciagura italiana. Caso scolastico dinvalidità rilevabile a colpo docchio: i cittadini non sono più eguali (art. 3 Cost.) se uno risulta immune dal processo, quindi dalleventuale pena, finché presieda il consiglio; ovverosia sine die, con i soli limiti imposti da madre natura, visto che, mostruosamente ricco e padrone duna lanterna magica, incantando larghe masse può ripetersi due o tre volte consecutive al banca elettorale. La longevità governativa è fenomeno ricorrente. Sebbene non abbia 20 miliardi deuro né tre televisioni, Agostino Depretis forma 8 ministeri, Giolitti 5, Mussolini uno lunghissimo (20 anni, 8 mesi, 25 giorni). Quel capolavoro pro divo Berluscone non concede nemmeno dacquisire le prove deperibili. Lasciamo da parte altri aspetti dincostituzionalità. Anche glilletterati sanno cosa significhi «legge»: previsione astratta e generale; e non se nera mai vista una così personale; gli yes-men gliela cuciono addosso come i doppipetti. Siccome poi diritto, logica, etica, sono lumi intermittenti sotto le lune dItalia, deglintenditori, consultati dal Quirinale sul punto se tali mirabilia siano promulgabili, rispondono gravemente che lo sono. Così nasce il lodo sotto mani trasversali: conosciamo linventore, un manovale, il tessitore; «parto macabro», mero permesso dannotare (qui, 17, 21, 24 giugno). Non è roba chic, ammettono i bienséants abbassando gli occhi, ma bisogna inghiottirla: dal 1° luglio comincia il semestre italiano nellUe; possiamo esporre al parterre europeo un presidente del consiglio sotto gravi accuse (essersi comprato delle sentenze?). Ovvia lobiezione: così presentano al mondo unItalia gaglioffa; e comera prevedibile, perché gli uomini sono macchine psicofisiche, quel signore planante au dessus de la loi recita sé stesso, esasperando leffetto fin dallesordio. Ora, le norme sospette dinvalidità, tali ritenute da chi deve applicarle, passano al vaglio duna Corte che nellipotesi affermativa le estromette dallordinamento. Il malfamato lodo può sopravvivere solo se 8 giudici su 15 chiudono gli occhi sulla Carta. Forzaitalioti, consoci, ausiliari, parassiti, finti neutrali, lo speravano, delusi dal verdetto. Lo sconfitto reagisce a modo suo, moltiplicando la posta. Dei «poteri forti» glinsidiano linvestitura conferita da milioni delettori?; resta da vedere chi sia più forte, e butta sul tavolo varie carte: immunità parlamentare, riforma dellordinamento giudiziario, una nuova Corte. Gli accoliti, ministri e no, cantano i soliti fini argomenti, in barba a tre secoli darcinoto pensiero liberal-costituzionale: B. sta lì, issatovi dal popolo sovrano; i suoi elettori hanno diritto a goderselo 5 anni ma dei parrucconi gli sferrano colpi proditori; bisogna fargli scudo. Possibile che 15 (rectius 10) «nominati» o «indirettamente eletti» smentiscano 454 parlamentari?, ringhia un druido della mistica padana. Déja oui, tante volte. I commenti soi-disants neutrali esalano severa malinconia. Usciamo sconfitti, tutti. Bisognava rifondare il sistema, anziché spendere metà legislatura nei rabberciamenti ad personam. Come rifondarlo? Che domande: procure ubbidienti al ministro; tribunali servizievoli, sillabanti le formule dettate dagli eletti; premier padrone del governo e delle Camere. Quale occasione persa! Convinto che i presidenti del consiglio vadano protetti, così esposti ai pubblici ministeri quaerentes quem devorent, finché siano ancora indipendenti, un quasi oppositore aveva cavato dalla manica lidea: è lui il phraseur del testo galeotto, racconta un ex capo dello Stato; e la notizia diffusa dalla Consulta lo chiama «lodo Maccanico». Avessero seguito quella via, «non saremmo qui», dolenti sul cadavere dun lodo, lamentano gli oracoli. E invece sì, lepilogo funereo sarebbe identico. Lautore o consulente se ne chiama fuori distinguendo «improcedibilità» e «immunità», come se la zuppa non fosse pan bagnato. Insomma, loccasione persa sta nei fatto che destra, centro, sinistra, non abbiano virtuosamente convolato nellaborto. Cose dellaltro mondo, direbbe lo spettatore ingenuo, ma sullanomalo scenario italiano non suonano poi tanto stravaganti. Esistono vari centri e sinistre. Inter alios, uno ambiguo (vedasi linventore dei lodi) e una alle cui gloriose manovre bicamerali B. accenderebbe delle candele, fosse meno assordato dallEgo: ha trovato Nostro Signore nellorto, ossia interlocutori comodi; né gli basta comandare in casa; avendo lo stomaco senza fondo, vuol anche scegliersi gli oppositori. Il grave è che vi riesca. Contegnosi avversari, infatti, negano con biasimo e sdegno ogni sintomo dun regime berlusconiano. Anche stavolta dialogano: il problema esiste e va risolto, senza gesti protervi beninteso; eccome il premier ha bisogno duno scudo; parliamone quindi. Singolare problema. LEuropa lo ignora, idem gli Usa. Nei 156 anni dal giorno natale dello Statuto albertino nessuno se nera accorto, nemmeno quando Crispi tentava oblique manovre antigiolittiane. Anche votato da tutti, ex art. 138 Cost., il lodo rinasce morto: vigono priorità nella Carta; è invalida la norma, ivi interpolata, che le stravolga. Vogliono glimmuni? Tolgano lart. 3, retrocedendo Italia allancien régime, quando i gradi militari erano conseguibili solo dai nobili, con effetti disastrosi nelle armi dotte quali artiglieria e genio (il Gotha 2004 lo stampa Mediaset). O senza tanto strepito, combinino una Corte meno eccentrica, dove almeno 8 teste su 15 pensino sul quadrante governativo. Lha annunciato e possiamo credergli, rivuole l immunità parlamentare (deputati e senatori non giudicabili senza lassenso della Camera dove siedono, perché, unti dal popolo, hanno sangue blu): figurava nellart. 68 Cost.; lha abolita una legge Cost. 29 ottobre 1993 n. 1, sciaguratamente, gridano i berluscones e qualche alleato, dando a intendere che fosse un voto coatto dalla paura davanti alla ghigliottina giustizialista. Macché, era vergogna. Quel privilegio aveva trasformato le aule in luoghi dasilo, come le vecchie chiese: «confugio», lo chiamavano i napoletani; e la parola indica faune brulicanti; infatti, costituiva punto cronico del dissidio monarchie-Chiesa. Nella forma virtuosa limmunità difendeva gli oppositori da una magistratura troppo incline a servire i governi (così la sogna limpresario delle tre reti). Inutile dire quanto premano i nostalgici del malaffare sotto ali politiche e che effetti inquinanti scatenerebbe una regressione (segnalata dallart. 6 1. 20 giugno 2003 n. 140). Lunica ideologia riconoscibile nei banditori della cosiddetta via nuova (vogliono cambiare lItalia!) è lantico, voracissimo, impenitente illegalismo.
Marted́, 30 marzo 2004
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