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N.E. BALCANI #618 - CROAZIA 11 febbraio 2003

Il caso Guernica, ovvero Bush come Franco

L’ONU censura il quadro "Guernica" di Picasso perché potrebbe mettere in imbarazzo Colin Powell: l’acido commento di un giornalista croato


di Predrag Lucic - ("Feral Tribune" [Spalato], 7 febbraio 2003)

Alcuni giorni prima che Colin Powell rivelasse di fronte al Consiglio di sicurezza dell’ONU le presunte prove segrete sulle armi di distruzione di massa in possesso di Saddam, accompagnandole dai soliti ritornelli militaristici sulla necessità di una guerra contro l’Iraq, nell’edificio sull’East River erano in corso grandi preparativi. L’intervento igienico principale è stato effettuato sul quadro "Guernica" di Picasso, che zelanti burocrati dell’ONU hanno deciso di coprire con una grande tela azzurra. "Sarebbe imbarazzante", ha ammesso uno di loro, "vedere il segretario di stato fare un discorso sulla necessità di un bombardamento alleato contro l’Iraq di fronte a un quadro che mostra le vittime di un attacco aereo: un bambino, donne e animali morti".

"Si tratta solo di una misura temporanea", si è giustificato un altro funzionario, "e durerà fino a quando le telecamere non se ne andranno. Sapete, se la gente vedrà delle riprese con il quadro di Picasso sullo sfondo, nessuno si renderà conto di guardare qualcosa che si sta svolgendo nell’edificio delle Nazioni Unite".

""Io non ho nulla a che fare con tutto questo", ha affermato il padrone di casa formale, cioè il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. "Se pensate che tutto quello che si fa qui lo si faccia a mio nome vi sbagliate: dovrei essere onnipresente. E non lo sono. Da quanto ho sentito, l’intervento è stato fatto per motivi artistici".

"Abbiamo avuto, sa, per così dire, dei problemi con il cavallo", sono le parole con cui Abdellatif Kabbaj, responsabile delle relazioni esterne, ha spiegato tali "motivi artistici". "Dovete ammettere che non sarebbe stato bello vedere qualcuno parlare a un microfono dell’ONU sotto, mi si perdoni l’espressione, un sedere di cavallo".

L’occultamento della riproduzione a parete del quadro di Picasso, in cui viene mostrato lo sterminio di 1.006 abitanti del villaggio basco di Guernica, si è trasformato, a livello sia fattuale che simbolico, in un avvenimento chiave dei nostri tempi, in un atto per il quale le future generazioni ci ricorderanno e grazie al quale avranno il diritto di vergognarsi di noi.

La storia ricorderà gli odierni "difensori della civiltà occidentale" come coloro che si sono impegnati in una guerra criminale fino al punto di nascondere, non a caso, proprio il quadro che illustra il massacro compiuto contro civili da Francisco Franco, anch’egli a suo tempo proclamato "difensore della civiltà occidentale" grazie all’aiuto aereo dei suoi alleati nazisti e fascisti. Li ricorderà perché si sono erti a difesa della civiltà nascondendo agli occhi del mondo la più importante opera d’arte contro la guerra che la civiltà abbia mai creato. Li ricorderà come coloro che creano la propria arte gettando bombe dagli aerei e nascondento allo stesso tempo con un telo impenetrabile una vera opera d’arte come "Guernica" di Picasso, che accusa non solo il generalissimo Franco, ma tutti gli assassini di massa del mondo.

Colin Powell ha mostrato le foto satellitari dell’Iraq di fronte al "Guernica" occultato. Così facendo, ci ha fatto capire in modo diretto che l’Iraq presto potrebbe apparire come una tela azzura sull’immagine del mondo. Sempre che si riesca a trovare abbastanza stoffa azzurra per coprire tutto l’orrore che stanno pianificando Bush, Rumsfeld, Powell e tutti gli altri sinonimi di Power.

(titolo di "Notizie Est - Balcani")



Domenica, 23 febbraio 2003