La strategia di Berlusconi

Perché il presidente del Consiglio italiano ancora in carica non vuole ritirarsi


di Birgit Schönau (traduzione dal tedesco di José F. Padova)

Die Zeit, Hamburg – 13 aprile 2006 - http://www.zeit.de/

Capi di governo di tutto il mondo si sono nel frattempo congratulati con Romano Prodi per la vittoria elettorale e gli hanno fatto molti auguri per il suo nuovo incarico come capo del governo italiano. Soltanto uno si rifiuta di riconoscere, secondo la consuetudine democratica, la sua sconfitta e di andare incontro al suo successore almeno per telefono: “Adesso ci sei dentro. Tanti auguri”. Silvio Berlusconi se ne va proprio come ha governato l’Italia negli ultimi cinque anni: senza rispetto per le leggi, le regole e le consuetudini di una democrazia occidentale.
“Lo credevate bene di esservi liberati di me”, ha detto ai giornalisti che gli facevano la posta dopo il suo incontro con il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Quasi nessuno in Italia lo avrebbe davvero creduto, considerato il risicato risultato delle elezioni. Ma fantasia e immaginazione dei cittadini non sono bastate per credere il premier sconfitto capace di un’ultima legge d’emergenza a proprio favore. Proprio di questo ha riferito l’autorevole giornale milanese Corriere della Sera nella sua edizione di giovedì.
Si presume che Berlusconi abbia prospettato a Ciampi un decreto del suo governo ancora in carica con il quale si sarebbe disposto il successivo ulteriore controllo su oltre un milione di schede elettorali uscite invalide dalle elezioni del 9 e 10 aprile. Il presidente della Repubblica avrebbe tuttavia dichiarato che non avrebbe mai sottoscritto una simile ordinanza.
L’asserzione di brogli elettorali, che mercoledì sera Berlusconi aveva diffuso nel mondo, l’ha ritirata il mattino successivo. Per lui si trattava soltanto di controlli. Che lui dà per scontati.
Il ministro dell’Interno Pisanu fa esaminare 82.000 schede. Il perdente spera che ne saltino fuori almeno 25.000 che contrariamente alla prima impressione sono valide – e valide proprio a suo favore. Con ciò Berlusconi avrebbe riconquistato il sottilissimo vantaggio di Prodi alla Camera.
Ma l’ipotesi è grottesca. In conclusione gli scrutatori dei 60.000 seggi sono persone capaci e gli aventi diritto al voto questa volta dovevano mettere una croce soltanto su un simbolo di partito, cosa molto facile. “Berlusconi stesso non crede ai brogli”, ha commentato Prodi. “Egli imbroglia soltanto sé stesso”.
La cosa però non è così semplice. La commedia di Berlusconi è una parte della sua strategia. La strategia del caimano: chi semina in tale modo insicurezza, sospetto e dubbio vuole indebolire un avversario politico che è ben lungi dal mostrare i muscoli. Troppo risicata è la vittoria di Prodi, troppo eterogenea la sua variopinta coalizione.
È naturale che Berlusconi stia incollato al potere. Per lui la vittoria di Prodi è un incubo. Se il centrosinistra riesce a governare per un’intera legislatura egli non potrà più essere nuovamente a capo del governo. Al momento della prossima chiamata alle urne Berlusconi avrebbe 75 anni – e la parte del capo dell’opposizione non gli si addice affatto. Per questo, in tutta serietà, prima della sua tirata sui brogli, egli avrebbe offerto all’avversario la grande Coalizione. Per una giornata intera la TV italiana ha mostrato in continuazione Angela Merkel e Gerhard Schröder al momento della stretta di mano dopo le riuscite trattative sulla coalizione. Come modello.
In quell’occasione Berlusconi deve aver tenuto lo sguardo meno sulla televisione di Stato RAI e più sulla Borsa. Infatti finché si racconta in giro la frottola della Grande Coalizione le azioni della sua Mediaset si reggono considerevolmente. Ma quando mercoledì Prodi ha annunciato una nuova regolamentazione della legge sulle televisioni e obiettato al perdente di non pensare affatto a scendere a patti con lui, le azioni dell’azienda di Berlusconi hanno ceduto terreno. E giovedì alcuni analisti consigliavano già senza tanti fronzoli di vendere al meglio le azioni Mediaset.
“Deve andarsene a casa una buona volta”, ha apostrofato Romano Prodi il premier ancora in carica durante la festa per la sua vittoria, a Bologna. Eppure, come sembra, Berlusconi rimarrà al suo posto fino alla fine di maggio. Infatti prima che il vincitore delle elezioni Prodi sia incaricato della formazione del nuovo governo deve essere nominato un nuovo Capo dello Stato, il quale gli affida l’incarico. Ciampi termina il suo mandato a metà maggio e non vuole ricandidarsi. Ma Berlusconi potrebbe servirsi a suo favore del vuoto di potere delle prossime settimane. E precisamente per donare la sua azienda televisiva ai suoi cinque figli e poter quindi dichiarare che il suo conflitto d’interessi è adesso risolto. Per lo meno sulla carta.
Che egli faccia tutto il possibile per rendere difficile a Prodi la vita già prima del suo inizio di governo è in ogni caso ben chiaro. Di queste cose Berlusconi, che da vent’anni è il presidente di grande successo del FC Milan, dovrebbe saperne. Quando si perde si è perso, anche se l’avversario va in rete soltanto al quarto minuto dei tempi supplementari. Invece il caimano gioca con lo scetticismo e la sospettosità degli italiani. Perché, come si dice nel linguaggio popolare: la verità non è mai soltanto sul campo [ndt.: modo di dire calcistico tedesco – vedi le citazioni in: http://de.wikiquote.org/wiki/Wahrheit].
ZEIT online, 13 aprile 2006.

Testo originale:

©  ZEIT online, 13.4.2006
Berlusconis Strategie
Warum der noch amtierende italienische Ministerpräsident nicht abtreten will
 Von Birgit Schönau
Regierungschefs aus aller Welt haben Romano Prodi inzwischen zum Wahlsieg gratuliert und ihm zu seiner neuen Aufgabe als italienischer Regierungschef viel Glück gewünscht. Nur einer weigert sich, dem demokratischen Brauch folgend seine Niederlage einzugestehen und dem Nachfolger wenigstens telefonisch auf den Weg zu geben: "Jetzt bist du dran. Alles Gute auch." Silvio Berlusconi tritt ab, wie er in den letzten fünf Jahren über Italien regiert hat: Ohne Respekt für die Gesetze, Regeln und Gepflogenheiten in einer westlichen Demokratie.
"Ich glaubt wohl, ihr wäret mich schon los", hat er den Journalisten gesagt, die ihn nach seinem Zusammentreffen mit Staatspräsident Carlo Azeglio Ciampi abpassten. Das hätte zwar, angesichts des denkbar knappen Wahlergebnisses sowieso niemand in Italien geglaubt. Aber die Vorstellungskraft der Bürger reichte auch nicht aus, dem geschlagenen Premier noch ein letztes Notstandsgesetz in eigener Sache zuzutrauen. Genau darüber aber berichtete das seriöse Mailänder Blatt Corriere della Sera in seiner Donnerstagsausgabe.
Angeblich habe Berlusconi Ciampi ein Dekret seiner noch amtierenden Regierung angekündigt, mit dem die Nachkontrolle der über eine Million ungültigen Stimmzettel der Parlamentswahlen vom 9. und 10. April verfügt werden sollte. Der Präsident erklärte jedoch, eine solche Verordnung werde er keinesfalls unterschreiben.
Die Behauptung vom Wahlbetrug, die Berlusconi am Mittwochabend in die Welt setzte, nahm er am nächsten Morgen wieder zurück. Es gehe ihm nur um Kontrollen. Die bekam er indes schon gewährt.
Innenminister Pisanu lässt 82.000 Wahlblätter untersuchen. Der Verlierer hofft, dass dabei mindestens 25.000 auftauchen, die wider den ersten Eindruck gültig sind - und zwar für ihn. Damit hätte Berlusconi Prodis hauchdünnen Vorsprung in der Abgeordnetenkammer eingeholt.
Aber die Hypothese ist grotesk. Schließlich sind die Wahlhelfer in den 60.000 Wahllokalen versierte Leute, und die Stimmberechtigten mussten diesmal, denkbar einfach, nur ein Parteiensymbol ankreuzen. "Berlusconi glaubt selbst nicht an Wahlbetrug", hat Prodi kommentiert. "Er betrügt sich selbst."
So einfach ist es aber wohl nicht. Berlusconis Theaterdonner ist Teil seiner Strategie. Der Strategie des Kaimans: Wer derart Unsicherheit, Verdacht und Zweifel sät, will damit den politischen Gegner schwächen, der weit davon entfernt ist, die Muskeln spielen zu lassen. Allzu knapp ist dafür Prodis Sieg, allzu heterogen seine bunt zusammengewürfelte Koalition.
Natürlich klebt Berlusconi an der Macht. Für ihn ist Prodis Sieg ein Alptraum. Schafft es die linke Mitte, eine ganze Legislaturperiode zu regieren, könnte er wohl kaum noch einmal Premier werden. Beim nächsten Urnengang wäre Berlusconi dann nämlich schon 75 Jahre alt – und die Rolle als Oppositionsführer passt ihm gar nicht. Deshalb hatte er vor seiner Wahlbetrugs-Tirade dem Gegner allen Ernstes die Große Koalition angeboten. Einen ganzen Tag lang zeigte das italienische Fernsehen immer wieder Angela Merkel und Gerhard Schröder beim Händeschütteln nach den erfolgreichen Koalitionsverhandlungen. Als Vorbild.
Berlusconi wird dabei weniger auf das Staatsfernsehen RAI geschaut haben, als auf die Börse. Solange nämlich die Mär von der Grande Coalizione erzählt wurde, hielten sich seine Mediaset-Aktien achtbar. Als aber Prodi am Mittwoch die Neuordnung des Rundfunkgesetzes ankündigte und dem Verlierer entgegenhielt, er denke nicht daran, mit ihm zu paktieren, gaben die Papiere des Berlusconi-Unternehmens nach. Und am Donnerstag rieten manche Analysten schon unverblümt, Mediaset-Aktien besser zu verkaufen.
"Er soll endlich nach Hause gehen", hat Romano Prodi dem noch amtierenden Regierungschef auf seiner Siegesfeier in Bologna nachgerufen. Doch wie es aussieht, wird Berlusconi noch bis Ende Mai im Amt bleiben. Bevor nämlich Wahlsieger Prodi mit der Regierungsbildung beauftragt werden kann, muss erst noch ein neuer Staatspräsident gewählt werden, der den Auftrag erteilt. Ciampi beendet seine Amtszeit Mitte Mai und will nicht noch einmal kandidieren. Das Machtvakuum der nächsten Wochen aber könnte Berlusconi weiter nutzen. Und sei es, um sein Fernsehunternehmen Mediaset den fünf Kindern zu schenken, und so erklären zu können, sein Interessenskonflikt sei nun gelöst. Wenigstens auf dem Papier.
Dass er alles tun wird, um Prodi schon vor dessen Start das Regieren schwer zu machen, ist jedenfalls klar. Dabei müsste Berlusconi, der seit zwanzig Jahren äußerst erfolgreicher Präsident des AC Mailand ist, eigentlich wissen: Verloren ist verloren, auch wenn der Gegner das Siegtor erst in der vierten Minute der Nachspielzeit schafft. Stattdessen spielt der Kaiman mit der Skepsis und dem Argwohn der Italiener. Denn wie sagt der Volksmund: Die Wahrheit liegt nie nur auf dem Platz.
©  ZEIT online, 13.4.2006






Mercoledì, 19 aprile 2006