STRATEGIE SANITARIE…

di Ermete Ferraro

A forza di parlare di “guerra al Covid” – ossessivamente definito “nemico invisibile” dai cui insidiosi attacchi bisogna ad ogni costo ‘difendersi’ – a guidare l’epica crociata contro il Coronavirus il Presidente del Consiglio, una volta liquidato Domenico Arcuri, ha chiamato uno che di guerre se ne intende ed ha una notevole esperienza sul campo. Se non altro quello di battaglia…
«Il premier Mario Draghi ha nominato il generale di Corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. […] Il nuovo commissario è un uomo con una grande esperienza sul campo: è stato comandante delle Forze armate in Kosovo, comandante del contingente nazionale in Afghanistan […] Il generale Francesco Paolo Figliuolo, originario di Potenza, ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi nella Forza Armata dell’Esercito, interforze e internazionale. Ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, dal 7 novembre 2018 è Comandante Logistico dell’Esercito. In ambito internazionale ha maturato esperienza come Comandante del Contingente nazionale in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione Isaf e come Comandante delle Forze Nato in Kosovo (settembre 2014 – agosto 2015)» [i]
Del resto, Draghi aveva già dichiarato di voler di “mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari[ii], utilizzando quel verbo ‘mobilitare’ che, non a caso, è riferito ad azioni belliche o comunque a minacce alla sicurezza nazionale. E allora chi poteva ricoprire questo incarico meglio di un alto ufficiale degli Alpini, già Comandante della Brigata Taurinense, formatore alla Scuola di Applicazione di Torino nonché esperto di pianificazione operativa e dell’addestramento in ambito NATO presso il Joint Command South di Verona?  Chi ha comandato il contingente italiano in Afghanistan (2004-2005) ed è stato al vertice anche delle forze NATO in Kosovo (2014-2015), sembra aver ragionato il nostro premier, ha i titoli per guidare la controffensiva contro il “nemico invisibile” che tante vittime ha già fatto…  
«Ci è stato detto che eravamo in guerra e i medici e gli infermieri erano in prima linea o in trincea. Sono state usate espressioni tipiche delle chiamate alle armi e appelli alla mobilitazione, anzi all’immobilità, di massa. Ogni sera ci siamo ritrovati davanti alla tv per il quotidiano bollettino della Protezione Civile. In varie occasioni si è affermato che un pericolo di tale portata richiedeva l’adozione di misure restrittive e di sorveglianza tipiche di situazioni di emergenza, come la guerra o il terrorismo.»[iii]
Già. Perché alla ‘mobilitazione’ delle forze armate in ogni loro versione possibile (poliziotti, necrofori, infermieri, medici, costruttori di strutture emergenziali, ricercatori, etc.), è corrisposta la pressante richiesta rivolta alla popolazione civile di restare sempre più immobili, possibilmente a casa propria, evitando qualsiasi attività e/o manifestazione sociale e collettiva. Ed infatti, ad eccezione della produzione di armamenti, si è fermata praticamente qualunque attività produttiva e commerciale, amplificando però a dismisura i bisogni indotti da tale emergenza, come quello di connessioni a distanza e di vendite online, con la conseguente proliferazione della distribuzione e consegna a domicilio.
«Quella contro la Covid-19 è una guerra, il virus è un serial killer, un nemico invisibile e l’emergenza un’esplosione silenziosa. Infermieri e medici sono i nostri eroi, ma anche ancore o pirati e quello che stanno affrontando è un mare in tempesta. Le metafore che hanno animato la comunicazione della pandemia durante la fase 1 hanno certamente avuto effetti sull’immaginario collettivo […] Il giornalista di “Internazionale” Daniele Cassandro segnala che “l’emergenza Covid-19 è quasi ovunque trattata con un linguaggio bellico: si parla di trincea negli ospedali, di fronte del virus, di economia di guerra”. La metafora bellica è stata quella maggiormente utilizzata per raccontare la fase 1 della pandemia, anche se non sono mancate riflessioni, critiche e perplessità».[iv]
Ma questo cupo ed allarmante scenario di guerra sembra andare a genio a quasi tutte le forze politiche italiane, a giudicare dalle prime reazioni alla nomina del generale Figliuolo a Commissario anti-Covid.  Il capo leghista Salvini, infatti, ha salutato la scelta con un marziale: “Grazie, presidente Draghi. Missione compiuta[v] ed anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, si è associata con un grato augurio al nuovo Commissario: “Buon lavoro al generale Francesco Paolo Figliuolo per questo importante e delicato incarico[vi]. Il comprensibile giubilo della destra, peraltro, è stato ampiamente condiviso anche in altri settori del Parlamento. Oltre alle congratulazioni espresse dal forzista Tajani, infatti, manifestazioni di apprezzamento sono venute dalla senatrice PD (ed ex ministra della difesa) Pinotti, che ha dichiarato: “Buon lavoro al nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid19, Generale Figliuolo, che abbiamo ascoltato in Commissione Difesa e di cui abbiamo apprezzato efficienza e capacità”. [vii]  Sullo stesso tono il commento del ministro della difesa Guerrini (anch’egli PD), il quale ha sottolineato che la nomina del Gen. Francesco Paolo Figliuolo è: «frutto di un lavoro costante portato avanti con grande e impeccabile professionalità da inizio emergenza […] Le Forze Armate sono a disposizione del Paese fin dall’inizio dell’emergenza e continueranno ad esserlo». [viii]
Del resto, di che cosa dovremmo meravigliarci? L’Italia è lo strano Paese dove, dalla destra alla sedicente sinistra, s’invoca l’unità nazionale, s’inneggia all’europeismo ed all’atlantismo e, soprattutto, dove da un lato è stato nominato ministro della Transizione Ecologica un esperto manager dell’industria bellica ‘Leonardo Aerospace’ e, dall’altro, un battagliero esponente PD come Minniti è stato chiamato a guidare una fondazione che si occuperà di sviluppare programmi internazionali nei settori dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza, per conto della stessa onnipotente azienda. L’Italia è lo Stato in cui – in nome della pandemia che insidierebbe anche la nostra sicurezza – un’ampia fetta delle risorse del Next Generation E.U (ben 236 milioni di quei fondi straordinari) sarà destinata al complesso militare industriale, naturalmente in nome della modernizzazione, della digitalizzazione e della transizione ecologica… Beh, sicuramente una transizione è già in corso. Quella dal civile al militare: un processo che da anni tocca, in modo strisciante ma evidente, tutti i settori della nostra vita quotidiana, dalla scuola alla sanità, dalla tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico alla stessa protezione civile.
Tra i pochi a scandalizzarsi per questa ulteriore svolta ‘mimetica’ c’è Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, che ha dichiarato:
«… non ce l’ho con i militari. Ce l’ho con il militarismo. Ed è questo che mi preoccupa nella scelta del generale Figliuolo come commissario straordinario all’emergenza Covid. Egli viene scelto come comandante nel campo della logistica militare e per aver riorganizzato la “sanità con le stellette” con task force mobili e ospedali da campo. In buona sostanza il governo militarizza il piano vaccinale, riconoscendo alle forze armate maggior efficacia rispetto alla protezione civile, cui istituzionalmente dovrebbero essere affidati compiti primari di tutela della comunità nazionale…» [ix] 
Ed effettivamente ci vuole un bel po’ di distrazione (anche di stanziamenti in bilancio…) per non accorgersi che al progressivo smantellamento della Protezione Civile (cui sono destinati solo 6 miliardi) è corrisposta la crescita di ruoli ed investimenti nella difesa militare, ai cui 26 miliardi previsti si aggiungono i fondi straordinari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.  La scelta come Commissario anti-Covid d’un vertice delle forze armate italiane, per di più strettamente connesso con la catena di comando della NATO, è quindi un’ulteriore dimostrazione di quanto essa risponda a logiche politiche e per nulla ‘tecniche’. Il presidente Draghi, d’altronde, solo pochi giorni fa, al Vertice europeo aveva dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio la nostra convinta e tenace fede atlantica, tanto da guadagnarsi – da parte di Valerio Valentini del ‘Foglio’- il grazioso soprannome di “Mario, l’americano”. [x]
Eppure, invece di scandalizzarsi, sempre più commentatori politici ritengono che ciò sia non solo normale, ma addirittura auspicabile. Per lorsignori, infatti, sarebbe un segnale che finalmente si torna a sentire la presenza autorevole e rassicurante dello ‘Stato’. Quale sia la natura di questo stato, però, evitano prudentemente di specificarlo. Brecht ebbe ad affermare: “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi“.  A noi basterebbe non aver bisogno di professionisti della guerra per far funzionare strutture e servizi civili, soprattutto se l’ingombrante presenza delle forze armate nella società va di pari passo col progressivo smarrimento dell’ordinaria dinamica democratica, in un quadro internazionale allarmante dal punto di vista strategico.
Svegliarsi dal sonno che ottenebra la ragione, prima che sia troppo tardi, sarebbe dunque non solo augurabile ma indispensabile. Non lasciarsi imbonire da stupide serie televisive tipo ‘La Caserma’ o dalla retorica degli spot trionfalistici sui ‘servitori della patria’ che garantiscono la nostra sicurezza, la salute ed il futuro del Paese sarebbe allora davvero necessario. In un paese democratico, il fatto che un alto ufficiale sia chiamato a dirigere piani sanitari e di protezione civile non dovrebbe essere considerato così normale ed insignificante. A meno che non si sia già deciso di affidarsi ‘toto corde’ a chi sarà pure esperto di azioni belliche, ma ha da fronteggiare un ‘nemico’ ben più complesso ed imprevedibile, che non ha paura dei blindati né rispetto per stellette e decorazioni.
Dal blog di Ermete Ferraro https://ermetespeacebook.blog
NOTE
[i] Nicoletta Cottone, “Il generale Figliuolo è il nuovo commissario straordinario per l’emergenza Covid. Via Arcuri”, Il Sole24ore, 1 marzo 2021 > ilsole24ore.com
[ii] Ibidem
[iii] Francesca Modena, “Perché è meglio non parlare di “guerra” al coronavirus, spiegato da Susan Sontag”, Wired.it, 1  dicembre 2020 > wired.it
[iv]  C. Gatteschi, F. Ierardi  (a cura di), “Le metafore della pandemia come veicolo di comunicazione: rischi e potenzialità sulle aspettative e sul comportamento individuale e collettivo”, Agenzia Regionale Sanità (ARS) Toscana, 11 maggio 2020 > ars.toscana.it
[v] Cfr. “Draghi sostituisce Arcuri, il generale Figliuolo è il nuovo Commissario all’emergenza Covid”, la Repubblica, 1 marzo 2021 > repubblica.it
[vi] Ibidem
[vii]  Ibidem
[viii] “Draghi sostituisce Arcuri: il generale Paolo Figliuolo nuovo commissario emergenza Covid”, TG COM 24, 1 Marzo 2021 > tgcom24.mediaset.it
[ix]  Mao Valpiana, “Le truppe del generale”, Azione Nonviolenta, 2 marzo 2021 > azionenonviolenta.it
[x] Valerio Valentini, “Draghi cuce tra Macron e la Nato. Il ruolo nuovo dell’Italia, in asse con Whashington”, il Foglio, 27 febbraio 2021, p. 1-3 > ilfoglio.it
 © 2021 Ermete Ferraro



Mercoledì 03 Marzo,2021 Ore: 09:02