Le fotografie che proponiamo alla riflessione dei nostri lettori girano negli Stati Uniti in una sorta di catena di SantAntonio che vuole dimostrare lindimostrabile e cioè che i soldati USA in Iraq stiano facendo opera umanitaria. Le foto mostrano un soldato che accarezza teneramente un piccolo gattino con un fucile in mano (forse avrà avuto paura del gatto); un altro ha un piccolo bambino in braccio mentre alle sue spalle un gruppo di soldati è in marcia (forse si stanno recando ad una scampagnata); una terza foto mostra un gruppo di soldati mentre prega stretto in circolo, con uno di loro che ha una Bibbia in mano.
Lemail che accompagna le foto dice che si tratta di foto che difficilmente avranno lonore di diventare una notizia. Si prosegue dicendo che chi sta combattendo in Iraq, Afghanistan o in giro per il mondo sta solo facendo il proprio dovere e che ognuno di loro ha una famiglia che prega affinché essi ritornino a casa sani e salvi. Segue infine linvito a pregare per tutti i soldati americani in giro per il mondo.
Le foto sono in realtà tutte di fonte giornalistica. Sono infatti firmate da fotografi dellAFP, dellAP o della Reuters cioè le maggiori agenzie di stampa del cosiddetto “mondo libero”. Sono quindi foto che già girano nel circuito mediatico e che vengono rese note con questo meccanismo di “porta a porta” elettronico quanto mai persuasivo ed efficace che cerca di contrastare le foto drammatiche di una guerra che ha fatto, secondo stime riduttive, oltre centomila morti civili, vecchi, bambini e malati compresi. Chi li avrà ammazzati? Si saranno suicidati da soli o si sono trovati per sbaglio la dove sono caduti, sempre per sbaglio, missili e bombe di tutti i tipi? O la colpa sarà della resistenza irachena che, pensate un po, non si lascia ammazzare senza prima essersi andata a nascondere in mezzo alla popolazione civile. E come se per sconfiggere la mafia in Sicilia il nostro governo decidesse di raderla al suolo con un bomarcdamento a tappeto visto che i mafiosi si nascondono nel cuore delle città. E indubbio che chi sta facendo la guerra in Iraq sono delle persone in carne ed ossa, con dei familiari a casa che sperano nel loro ritorno sani e salvi. Anche i nazisti che infornavano allegramente gli ebrei e quantaltri si opponevano al regime nazista avevano famiglia ed erano anzi dei “teneri padri di famiglia e mariti esemplari”. Anchessi avevano il loro bravo cappellano militare che li benediva e rincuorava e assicurava sulla giustezza delle proprie azione Ma ciò non gli impedì di macchiarsi di crimini orrendi in nome della fedeltà ad un dovere che gli fece mettere da parte la propria coscienza imbottita di un fanatismo ideologico che li portò ad annullare la personalità umana di tutti coloro che essi ammazzarono od ordinarono di ammazzare. Questa è la realtà della guerra che, scusate la ripetizione ma “repetita juvant”, bisogna cancellare dalla storia prima che sia la guerra a cancellare la storia. E allora non ci saranno né figli né mamme né mogli ad attendere i soldati al loro ritorno. Ma i popoli vogliono la pace, ne siamo convinti. E coloro che hanno messo in giro queste email farebbero bene a guardare fino in fondo nelle proprie coscienze e chiedersi se è giusto che i propri parenti, amici o figli debbano guadagnare uno stipendio a spese di oltre centomila morti innocenti e se possa esserci mai una guerra che valga la pena di essere combattuta. E allora forse invieranno loro una email per chiedergli di tornarsene a casa, buttando le armi e le uniformi in un secchio della spazzatura.
Martedì, 16 novembre 2004
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