Editoriali
PAPA FRANCESCO SCENDE DALLA CATTEDRA DI PIETRO  E CHIAMA PER UN “PATTO EDUCATIVO GLOBALE”

di Raffaello Saffioti

Una foto emblematica?
La foto, pubblicata dalla rivista “La Civiltà Cattolica”, può essere considerata emblematica. E’espressione della posizione e dell’atteggiamento di Papa Francesco, nell’incontro privato del 5 settembre scorso, durante il viaggio in Mozambico, con un gruppo di 24 gesuiti. Il Papa ha chiesto ai partecipanti di formare un cerchio con le sedie e, dopo i saluti del Provinciale, li ha invitati a porre domande per avviare la conversazione.[1]
La foto può essere considerata emblematica del carattere di questo pontificato?
Possiamo dire che il Papa, successore di Pietro, sceso dalla cattedra, non eserciti il primato, affermato dalla Costituzione dogmatica sulla Chiesa, “Lumen gentium”, del Concilio Vaticano II?
Il documento conciliare recita:
Capitolo III Costituzione gerarchica della Chiesa e in particolare dell’episcopato”
“… Il collegio o corpo episcopale non ha però autorità, se non lo si concepisce unito al Pontefice romano, successore di Pietro, quale suo capo, e senza pregiudizio per la sua potestà di primato su tutti, sia pastori che fedeli. Infatti il Romano Pontefice, in forza del suo Ufficio, cioè di Vicario di Cristo e Pastore di tutta la Chiesa, ha su questa una potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente”.
Si può dire che Papa Francesco stia tornando al Vangelo di Matteo (23, 10-12)?
Non fatevi chiamare ‘maestri’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”.
Conversione del papato”?
Per comprendere il percorso di questo pontificato, caratterizzato da molteplici interventi di segno evangelico e profetico, conviene leggere il documento programmatico di Papa Francesco, l’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”, sull’”Annuncio del Vangelo nel mondo attuale”, del 24 novembre 2013.
In esso leggiamo:
 “26. … Il Concilio Vaticano II ha presentato la conversione ecclesiale come l’apertura a una permanente riforma di sé per fedeltà a Gesù Cristo: «Ogni rinnovamento della Chiesa consiste essenzialmente in un’accresciuta fedeltà alla sua vocazione […] La Chiesa peregrinante verso la meta è chiamata da Cristo a questa continua riforma, di cui essa, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno».[24] Ci sono strutture ecclesiali che possono arrivare a condizionare un dinamismo evangelizzatore; ugualmente, le buone strutture servono quando c’è una vita che le anima, le sostiene e le giudica. Senza vita nuova e autentico spirito evangelico, senza ‘fedeltà della Chiesa alla propria vocazione’, qualsiasi nuova struttura si corrompe in poco tempo.
 Un improrogabile rinnovamento ecclesiale
27. Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di ‘uscita’ e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia”. 
 “32. Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato. A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione”.
Il Messaggio di Papa Francesco “Per il lancio del patto educativo”
E’ significativo il Messaggio di Papa Francesco del 12 settembre scorso, “Per il lancio del patto educativo”.
Leggiamo:
“Carissimi,
nell’Enciclica Laudato si’ ho invitato tutti a collaborare per custodire la nostra casa comune, affrontando insieme le sfide che ci interpellano. A distanza di qualche anno, rinnovo l’invito a dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente”.
“Per questo scopo desidero promuovere un evento mondiale nella giornata del 14 maggio 2020 che avrà per tema ‘Ricostruire il patto educativo globale’: un incontro per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”.[2]
Con questo messaggio il Papa non ha parlato da Maestro e ha posto la “questione educativa” con metodo “maieutico”.
Come non ricordare l’antica maieutica socratico-platonica e la contemporanea “maieutica reciproca” di Danilo Dolci?
Se si considera il carattere innovativo di questi atti di Papa Francesco, si comprende più facilmente perché si senta “assediato”.
Nell’incontro coi gesuiti in Mozambico, prima citato, ha detto:
Il Papa è tentato, è molto assediato: solo la preghiera del suo popolo può liberarlo, come si legge negli Atti degli Apostoli. Quando Pietro era imprigionato, la Chiesa ha pregato incessantemente per lui. Se la Chiesa prega per il Papa, questo è una grazia. Io davvero sento continuamente il bisogno di chiedere l’elemosina della preghiera. La preghiera del popolo sostiene”.
Nel “buongiorno del direttore”, col titolo “Appello per Francesco” (25 ottobre 2019), Giovanni Sarubbi ha scritto:
“È impressionante la sua costante richiesta di aiuto, quel ‘pregate per me’ che è diventato la cifra del suo pontificato insieme all’abbandono delle stanze del potere vaticano e al suo vivere nell’albergo di Casa Santa Marta come un ospite qualsiasi”.
L’Appello di Adolfo Pérez Esquivel, il Premio Nobel per la Pace argentino, “a sostegno di papa Francesco”
L’Appello è stato ripreso e pubblicato da “il dialogo” del 24 ottobre 2019 (v. link).[3]
“Adolfo Pérez Esquivel, il premio Nobel per la pace argentino, lancia un appello a sostegno di Papa Francesco, del suo impegno per l’ambiente, la giustizia, la pace, per una Chiesa chinata sui poveri. Di fronte agli attacchi portati avanti da gruppi conservatori e reazionari, appoggiati anche da lobby della comunicazione, il premio Nobel ritiene che sia arrivato il momento di «alzare la voce» e di convertire simpatia e affetto nei confronti del Pontefice in un impegno concreto. La campagna, denominata ‘Amore in azione’, viene lanciata in queste ore sulla piattaforma secure.avaaz.orged è rivolta a tutti. A quel «pregate per me» che Papa Francesco chiede alla fine di ogni suo discorso, sottolinea Pérez Esquivel, possono rispondere non solo i cattolici. Ma anche tutti coloro che hanno senso di umanità e condividono i valori della solidarietà e del dialogo che dal 2013 Bergoglio va riaffermando sfidando gruppi di potere che, dentro e fuori della Chiesa, non sono disposti a rinunciare a privilegi e pretese di dominio sugli altri”.
E’ degna di nota la prontezza con la quale il Direttore de “il dialogo”, Giovanni Sarubbi, ha pubblicato questo documento, come anche il “Patto delle Catacombe per la casa comune”, il 20 ottobre 2019, (v. link) prima della conclusione del Sinodo sull’Amazzonia.
In 12 punti l’Appello richiama l’attività del pontificato di Papa Francesco.
Dal testo dell’Appello:
“Tornare alla fonte del Vangelo con Papa Francesco
Papa Francesco segna un cammino chiaro e preciso: tornare alla fonte del Vangelo, alla spiritualità, all’impegno coi poveri e a porre l’’Amore in azione’. Ci chiede ‘pregate per me’, perché conosce la responsabilità dell’essere il successore di Pietro, sa quali sono le sfide e sa che è necessario il dialogo e l’unità nella diversità. La Chiesa cammina per il mondo tra luci e ombre, angosce e speranze (GS, 1). Sappiamo che è sottomessa a conflitti e interessi politici, sociali ed economici di gruppi di potere che sono dentro e fuori dal Vaticano. Questi gruppi non sono disposti a perdere privilegi e spazi di potere e per questo portano avanti un’intensa campagna contro Papa Francesco. Papa Francesco ha assunto il proprio ruolo per affrontare e risolvere questi numerosi conflitti che vive la Chiesa nell’attualità”.
A chi è rivolto l’Appello?
“Rivolgiamo un appello a tutti i popoli per sostenere nostro fratello Papa Francesco. […] Ci appelliamo alle comunità religiose, alle comunità ecclesiali di base, ai movimenti laici, alle organizzazioni sociali, sindacali, politiche e intellettuali e a tutte le persone e gruppi che hanno senso umanitario per sostenere Papa Francesco nel suo impegno di proteggere il pianeta, creare un mondo più giusto e solidale e costruire la Pace”.
Quali saranno le risposte all’Appello di Papa Francesco per il “Patto educativo globale” del 14 maggio 2020?
Quali saranno le risposte all’Appello di Adolfo Pérez Esquivel?
Non lo sappiamo.
Ma siamo tutti coinvolti.
Per concludere
Diciamo, per rispondere all’Appello di Adolfo Pérez Esquivel, riprendendo il “buongiorno del direttore”, prima citato:
Vi invito a sostenerlo, ma soprattutto ad impegnarvi sui temi che Francesco continua a porre con forza per dare un futuro alla nostra umanità. Non basta firmare un appello on-line. Occorre agire”.
***
Roma, 29 ottobre 2019
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi – PALMI (RC)
raffaello.saffioti@gmail.com

NOTE



Martedì 29 Ottobre,2019 Ore: 14:54