[Dal sito www.ucei.it/giornodellamemoria.2004 riprendiamo questo testo. Clotilde Pontecorvo é docente allUniversità "La Sapienza" di Roma. Tra le opere di Clotilde Pontecorvo: Una scuola per i bambini, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1990; (a cura di), La condivisione della conoscenza, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1993; (a cura di), Un curricolo per la continuità educativa dai quattro agli otto anni, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1989, 1990; (a cura di), Writing development. An interdisciplinary view, John Benjamins, Amsterdam 1997; con Anna Maria Ajello, Cristina Zucchermaglio, Discutendo si impara, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1991, Carocci, Roma 1999; con Maurizio Pontecorvo, Psicologia delleducazione. Conoscere a scuola, Il Mulino, Bologna 1986; con Luigia Fusé (a cura di), Il curricolo: prospettive teoriche e problemi operativi, Loescher, Torino 1981, 1990; con Gastone Tassinari, Luigia Camaioni (a cura di), Continuità educativa dai quattro agli otto anni, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1990; con Anna Maria Ajello, Cristina Zucchermaglio (a cura di), I contesti sociali dellapprendimento. Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, Led Edizioni, Milano 1995; con Margherita Orsolini, B. Burge, L. Resnick (eds), Childrens early text construction, Hillsdale, NJ 1996; con E. Ferreiro, N. Moreira, I. Garcia Hidalgo, Cappuccetto Rosso impara a scrivere. Studi comparativi in tre lingue romanze, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; (a cura di) Writing Development. An interdisciplinary view, John Benjamins Publishinh Company, Amsterdam 1997; con A. Fasulo, Come si dice? Linguaggio e apprendimento in famiglia e a scuola, Carocci editore, Roma 1999; (a cura di), Manuale di psicologia delleducazione, Il Mulino, Bologna 1999]
1. Evitare la rappresentazione realistica dellorrore. Utilizzare invece le rappresentazioni mediate, offerte da monumenti, musei, testi letterari, opere darte.
2. Evitare resoconti troppo analitici e raccapriccianti.
3. Evitare quindi anche il racconto di eventi, che possano essere troppo persecutori.
4. Adeguare le proposte alle possibilità di comprensione e di empatia degli allievi, che sono variabili in funzione delletà e della maturità psicologica.
5. Favorire lo sviluppo di somiglianze e differenze con i perseguitati di allora: in questo ambito possono darsi dei processi di identificazione e a questo scopo si possono usare le storie delle vicende di bambini (quali quelle raccontate da Lia Levi) o di ragazzi, per quegli aspetti meno angosciosi e più comprensibili: ad esempio, il dover celare la propria identità, il dover trovare un rifugio per nascondersi, lessere costretti a lasciare la propria casa e affrontare delle fughe un pò avventurose.
6. Far vivere in modo reale qualche aspetto della discriminazione: quella che é sempre in agguato in qualsiasi gruppo nei confronti dei diversi o in generale del gruppo estraneo, ed ha luogo facilmente anche nei gruppi di bambini piccoli, oltreché di ragazzi. Va anche ricordato che cé stato qualcuno che si può avvantaggiare (economicamente o socialmente: vedi esclusione dalle scuole, dalle università, dagli uffici pubblici) della discriminazione contro gli ebrei o altri "diversi".
7. Collegare questa esperienza alle discriminazioni di allora e di adesso, nei confronti degli ebrei, ma anche degli altri, attuali "diversi".
8. Ricordarsi che tutti i cattolici nel nostro paese, bambini e adulti, ricevono una prima informazione (già molto distorta) sugli ebrei come popolo antico, attraverso le vicende della vita e soprattutto della morte di Gesù: questa é stata (per secoli) la base di quellantigiudaismo cristiano bimillenario, magistralmente ricostruito e condannato da Jules Isaac e da noi narrato assai bene da Cesare Mannucci (libro molto utile per qualsiasi insegnante italiano).
9. Consentire ai bambini e ai ragazzi (di qualsiasi età) di esprimere tutti i loro dubbi e interrogativi sulle cose (per molti versi incredibili) che sono loro raccontate. A partire dalle loro domande farli discutere tra loro quanto più liberamente possibile. Va ricordato che su questa tematica, possono entrare in gioco pregiudizi, a volte trasmessi direttamente o inconsapevolmente dal linguaggio (si pensi alla connotazione negativa del termine "ebreo" o "giudeo", erratamente associato a Giuda Iscariota, o "rabbino", così come é usato negli stadi italiani).
10. Far riflettere i bambini e in modo particolare i ragazzi più grandi sulla funzione della memoria, che é in parte individuale (basta fare una piccola esercitazione su un ricordo personale, magari dellestate precedente), in parte familiare o del gruppo-classe, ma in parte anche collettiva e pubblica: questo del resto é uno dei significati di questa giornata che non a caso si chiama "della memoria": come ricordo collettivo del fattore unificante della Repubblica Italiana e della più vasta Europa libera, che sono nate dalla lotta contro il fascismo e il nazismo, e quindi dal rifiuto di ogni discriminazione, di tipo razziale o etnico. Alla memoria collettiva servono i luoghi (i ghetti, i campi di sterminio, ad esempio), i monumenti, le opere darte, i musei.
11. Collegare lantisemitismo al razzismo, che allora venne alimentato (in Italia) dalle vicende della guerra dEtiopia: si veda la mostra e il volume su "La menzogna della razza". Può essere efficace citare la frase di Einstein, che a chi gli chiedeva qual era la sua razza, rispondeva: "razza umana". Ai ragazzi più grandi può essere offerta anche una storia culturale essenziale del razzismo e dellantisemitismo, nei loro sviluppi più recenti in Francia, in Germania, e in Europa in genere.
12. E essenziale che gli insegnanti - qualunque sia letà dei bambini - dedichino a questa tematica (quando lhanno già definita tra loro) un incontro con i genitori dei loro allievi, per informarli del loro programma e per coinvolgerli, laddove sia possibile: possono esserci ancora dei nonni che sono in grado di portare delle testimonianze significative, attraverso i loro ricordi. Ma possono esserci anche posizioni contrarie e presenza di pregiudizi: é bene essere preparati, facendo riferimento alla legge dello Stato, che ha istituito la giornata dalla memoria, approvata dal Parlamento italiano allunanimità. Tratto da LA NONVIOLENZA E IN CAMMINO
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 837 dell11 febbraio 2005
Giovedì, 17 febbraio 2005
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