Patrie... e matrie
“Matriottismo”

di Cindy Sheehan, 22 gennaio 2006 (trad. M.G. Di Rienzo)

Sebbene mi piacerebbe prendermi il merito di aver inventato la parola “matriottismo”, è stata un’altra donna a fornirmi questo concetto in una sua lettera. Ero così affascinata da tale parola che ho riflettuto su un possibile sistema di idee dietro di essa, su un nuovo paradigma per una vera e duratura pace nel mondo. Prima che io mi immerga nel concetto, esploriamo insieme la parola “patriottismo”. I dizionari lo definiscono come “amore per il paese e volontà di sacrificarsi per esso”. Questo quando tutti sappiamo che “patriottismo” negli Usa significa: sfruttare l’amore altrui per il paese mandando gli altri e i loro figli a sacrificarsi fuori di esso, a beneficio del bilancio della mia banca.

Sono stati scritti volumi e volumi sul patriottismo, sulle sue definizioni, sul suo sostegno, sulla sfida all’intero concetto, eccetera. Io penso che la nozione di patriottismo sia stata malvagiamente sfruttata, e usata per guidare la nostra nazione in dozzine di guerre disastrose ed inutili. L’idea di patriottismo ha virtualmente spazzato via intere generazioni dei nostri preziosi giovani, ed ha permesso ai nostri leader nazionali di commettere omicidi di massa su una scala che non ha precedenti. Il vile sputo contenuto nella frase “se non sei con noi, sei contro di noi” è in pratica l’epitome del patriottismo senza freni. Dopo la tragedia dell’11 settembre, stavamo appena mettendo le piume di una società “matriottica”, quando i nostri governanti saltarono sul treno di una inappropriata e mistificata vendetta, per mandare i nostri giovani a morire e uccidere in due paesi che non erano una minaccia per gli Stati Uniti o per il nostro modo di vivere.

I neocons hanno sfruttato il patriottismo per raggiungere i loro scopi: imperialismo e saccheggio. Questo tipo di patriottismo comincia quando andiamo all’asilo e ci viene insegnata la “Promessa solenne di lealtà” (un impegno di obbedienza al governo da parte dei cittadini, ndt.). Trascende ogni senso quando ci viene insegnato l’inno nazionale "Star Spangled Banner,", che è un inno alla guerra. Nelle lezioni di storia si sorvola sul genocidio dei nativi americani, mentre ci si narra la diffusione dell’imperialismo americano sul nostro continente, sebbene ad esso non venga dato nome sino al 1840, quando fu esposta la dottrina del “Chiaro Destino” per giustificare la conquista e la “civilizzazione” dei territori messicani e delle popolazioni native. Il manifesto del “Chiaro Destino” diceva di voler espandere “i confini della libertà” sul continente americano, con la presunzione che noi si avesse un avvallo speciale per questo da parte di Dio. Vi suona familiare?

Attraverso tutto il nostro percorso scolastico, i nostri cervelli vengono lavati fino a farci credere che in qualche modo i nostri leader hanno sempre ragione, e che certamente hanno a cuore i nostri migliori interessi quando agitano la bandiera e ci convincono ad odiare i nostri simili, esseri umani che si frappongono tra essi e gli immensi profitti della guerra. Come disse Samuel Johnson, il patriottismo è “l’ultimo rifugio dei mascalzoni”.

Il “matriottismo” si situa all’opposto, non per distruggere, ma per portare assieme lo yin e lo yang, e gettar fuori di bilancia il militarismo connesso al patriottismo. Non tutte le persone sono madri, ma c’è una verità universale che nessuno può contestare, per quanto ci si metta (e credetemi, alcuni lo faranno), e cioè che tutti hanno una madre. Le madri danno la vita e, se il bimbo è fortunato, le madri nutrono la vita. Se un uomo ha avuto una madre che ha nutrito la vita, allora ha già una base di “matriottismo”. Un matriota maschio o femmina ama il suo paese, ma non al punto di dire “sto con il mio paese che abbia ragione o abbia torto”. Un/una matriota sa che il suo paese può fare un mucchio di cose buone, anche quando il governo non è coinvolto in esse. Per esempio, non conosco cittadini di altre nazioni che a livello personale siano generosi quanto gli americani. Tuttavia, il matriota sa che il suo paese è in torto nell’aver ucciso migliaia e migliaia di innocenti esseri umani, e deve risponderne. Un vero matriota non lancerà mai una bomba atomica, o bombe al fosforo bianco, radendo al suolo città e villaggi, e non controllerà aeroplani a migliaia di chilometri di distanza per uccidere uomini, donne e bimbi innocenti.

E la cosa più importante, la chiave per smettere di uccidere e risolvere i problemi, è che una matriota non manderà mai, in qualunque caso, suo figlio o il figlio di un’altra madre a combattere guerre insensate. Eppure lotterà lei stessa, per proteggere suo figlio o sua figlia dal male. I matrioti combattono le loro battaglie quando devono, ma non fanno uso di violenza per risolvere i conflitti. I patrioti si nascondono vigliaccamente dietro la bandiera e a cuor leggero mandano a morire la gioventù per riempire i loro conti in banca.

Le donne vennero a sciami a Camp Casey in agosto, per mettere mano alla faccenda e lavorare per la pace, e donne da tutti gli stati americani e da tutto il mondo mi hanno invitata a far loro visita ed a parlare in favore di una vera e duratura pace. Gli uomini che riescono a toccare il proprio “matriottismo” dentro se stessi sono egualmente importanti nello scopo di sradicare la guerra.

Che siate un matriota maschio o femmina, sappiate che l’organizzazione Code Pink, sostenuta da Gold Star Families for Peace, sta chiedendo un Giorno Internazionale di Pace per il prossimo 8 marzo. Un giorno richiesto, organizzato, sostenuto dalle donne. Donne ed uomini con tendenze “matriottiche” possono avere maggiori informazioni al sito www.womensaynotowar.org

E’ bene venuto il tempo che noi matrioti ci si raduni per chiedere a voce altissima la fine dell’immorale carneficina in Iraq. C’è una cosa che so, nel profondo del mio cuore. A mio figlio Casey, che era stato uno scout ed un vero “patriota americano”, la sua idea di patriottismo non ha fatto del bene. Non potrò mai perdonarmi di non aver tentato con più forza di contrastare il falso patriottismo in cui è cresciuto. So anche che le donne che non hanno voce, come le madri irachene che stanno lottando per sopravvivere in un paese inutilmente devastato, contano su donne come noi che possono usare le proprie voci per mettere fine alla dottrina idiota di George Bush sulle guerre preventive di aggressione, basate sulla giustificazione “Penso che quel paese potrebbe diventare pericoloso per me e i miei amici.”

La guerra finirà per sempre quando noi matrioti e matriote si alzeremo e diremo: “No, non darò mio figlio al falso patriottismo della macchina della guerra, perché mastichi la mia stessa carne ed il mio stesso sangue al fine di sputare fuori profitti osceni.”

“Non è orgoglio amare il proprio paese, si dev’essere orgogliosi di amare il mondo intero. La terra è un unico paese, e la cittadinanza di questo paese è l’umanità” Baha’u’llah

Il “matriottismo” è soprattutto un impegno verso la verità e verso la celebrazione della dignità di ogni vita.



Mercoledě, 25 gennaio 2006