In ricordo di Donatella Colasanti

Interventi di Monica Lanfranchi, Doriana Goraggi,


Donatella Colasanti durante il processo
Donatella Colasanti durante il processo ai suoi torturatori


MONICA LANFRANCO RICORDA DONATELLA COLASANTI


[Ringraziamo Monica Lanfranco (per contatti: mochena@tn.village.it) per questo intervento che estraiamo da una piu’ ampia lettera inviata a varie persone amiche.



Ho ascoltato ora alla radio la notizia della morte, tre giorni fa, di Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo nel quale mori’ Rosaria Lopez, nell’ottobre del 1975.

Donatella, che non si era mai ripresa da quel trauma, da anni era malata; e da quando, poco piu’ che adolescente, fu vittima dello stupro di gruppo di Ghira, Guido e Izzo, la sua vita e’ stata un susseguirsi di stenti, solitudine e amarezza.

Che almeno serva il suo terribile ricordo da parte nostra come memento che la violenza alle donne non e’ solo nello stupro, ma nell’abbandono e nel silenzio colpevole che avvolge le vittime.



DORIANA GORACCI RICORDA DONATELLA COLASANTI


[Ringraziamo Doriana Goracci (per contatti: doriana@inventati.org) per questo intervento che estraiamo da una piu’ ampia lettera inviata a varie persone amiche. Doriana Goracci e’ impegnata nel movimento delle Donne in nero e in molte altre esperienze di pace e di solidarieta’]



Nel pomeriggio, mentre vedevo per la prima volta l’ultimo film di Kubrick, "Eyes Wide Shut" uscito nel ’99, e’ arrivata la notizia della morte di un’amica - come non chiamarla cosi’... -, di Donatella Colasanti.

Le immagini dei suoi grandi occhi spalancati in quel giorno di novembre del ’75 ora si accavallano con quelle dei suoi occhi chiusi che non so immaginare se non per il dolore e lo sfinimento della sua malattia che era iniziata tanto tempo fa...

Tutto cancellato a 17 anni, quelle cose che sono importanti per la vita: l’amore, la fiducia, l’amicizia, i sogni. A Donatella erano rimasti solo gli incubi.

Il film di Kubrick, assai criticato allora seppure di un maestro, mi ha invece fortemente colpita per la sua triste e attuale realta’: il rapporto uomo-donna fondato sul potere, il sesso, il danaro, come nella vicenda di Donatella.

Allora tutte le donne giovani come lei e quelle piu’ anziane, quelle che in quegli anni rivendicavano l’autodeterminazione, la liberazione della donna, ebbero una grande paura, che forse non ci ha mai piu’ abbandonate. Il violentatore non e’ un mostro che viene da lontano, ma puo’ essere quello della tua eta’ o poco piu’ o poco meno, quello disposto a pagare o a toglierti la vita per averti, per sottometterti, per finirti. Non e’ il ragazzo per cui sogni, scrivi, balli, ami... puo’ essere vicino a te, molto vicino, e la paura monta, per le figlie e per le madri. E’ una lista infinita quella degli ultimi anni di donne violentate, e poi magari ammazzate, e’ una lista immonda che racconta tutta la malattia della nostra societa’, fondata sul danaro e il potere.

Dove i colpevoli non ci sono mai, perche’ tutti coinvolti in questa corsa alla distruzione della tenerezza, della gioia amorosa fatta di niente se non dell’amore stesso.

In quello stesso anno mori’ Pasolini, morte violenta e oscura. Furono anni pesanti gli anni settanta, gli anni di piombo. Seguirono poi quelli della leggerezza, gli anni ottanta, all’insegna del "bersi" il danaro e consumarsi il cervello con la droga e la menzogna. E oggi, sempre piu’ assuefatti a non avere mai la verita’ come chiedeva Donatella, a vedere occhi come i suoi spalancati chiusi...



Tratto da
LA NONVIOLENZA E’ IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Numero 1167 del 6 gennaio 2006



Sabato, 07 gennaio 2006